OMG
non ci credo sono riuscita a scrivere il capitolo giusto!
É passato tipo
quanto? Dal 2011! Sei
anni, che
vergogna mamma mia!
Devo
ammettere che in questi anni anche se me ne sono successe di tutti i
colori, il pensiero mi tornava comunque a questa fanfiction e a
questa storia, tornavo
a rileggerla e a fantasticare, ma più
passava il tempo e più mi dicevo "che peccato" "oramai".
Ma negli ultimi giorni mi sono detta perché
no? Dopo tutto la storia sai benissimo come procede, allora qual è
il problema? Quindi
ho deciso di eliminare l'ultimo
capitolo che non mi piaceva assolutamente, forzatissimo e senza senso
proprio perché non era il momento di
scriverlo, e ho scritto il nuovo capitolo 34°. Lo so che non
troverò più i miei vecchi lettori, leggo e
rileggo sempre le vostre recensioni con estremo piacere e mi mancate
tanto,
e sicuramente anche il fandom è
cambiato, forse non ci sarà manco più nessuno, ma
ieri sera mi ci sono messa su, ho fatto le quattro del mattino, e
ho scritto il capitolo e sono felicissima perché scrivere
è una cosa che adoro, sono legatissima a questa storia e
spero di avere il tempo e la forza di concluderla.
Sono
sicuramente arrugginita,
e credo proprio che non riuscirò a raggiungere il livello di
tecnica e la profondità che
avevo prima, ma l'importante è tornare in pista.
È un
capitolo diciamo breve ma
ricco di informazioni e una buona base per ripartire, è
il giusto modo per continuare, me lo sento!
Buona
lettura ci vediamo a fine capitolo
34° Il
punto della situazione
-Il
villaggio è
stato completamente distrutto. C'è stato qualche ferito, Rei
e Ran domani
partiranno per raggiungere Lai e gli altri.-
-Un
incendio hai detto, giusto?-
-Sì....
Perché?- aggiunse infine
sempre più perplesso per l'aria estremamente pensierosa e
preoccupata di Ari. -Qualcosa non ti convince?-
Lei
non si curò neanche di guardarlo tanto era assorta nei suoi
pensieri. Aveva preso a mordicchiarsi l'unghia del pollice destro con
nervosismo e la fronte era aggrottata. -Poco prima dell'alba....-
sussurrò piano. -Un villaggio isolato in
mezzo alle montagne.-
Si
voltò di scatto verso di lui guardandolo dritto negli occhi.
-Non si sa altro? Se qualcuno negli ultimi tempi si è
avvicinato al villaggio, qualche visitatore, uno straniero, qualcuno
che è uscito dal villaggio? Manca qualcosa?-
-No,
non sappiamo altro.- rispose Takao ora
impensierito dal modo in cui l'amica stava rimuginando sulla questione
che lui
aveva letto fin da subito come un brutto incidente. -Pensi che possa
essere stato doloso?-
Ari
torno a guardare dritto davanti a se, questa
volta senza tormentarsi le unghie, con espressione seria e corrucciata e Takao seduto
accanto a lei la scrutava
attento e serio.
La luce
rossastra del tramonto
si insinuava nel capannone
lasciando molti punti di
quell'immenso spazio immersi
nell'oscurità.
-Non
so. Non so nemmeno se è una buona idea lasciare che Rei
parta ad una settimana dall'annuncio del nuovo campionato. Tutta questa
storia non mi piace!- ammise infine.
-Considera
che il villaggio di Rei è un piccolo agglomerato di
capanne, incidenti del genere possono capitare.-
puntualizzò lui cercando di minimizzare le preoccupazioni
dell'amica.
-Qualche
tempo fa mi hai
detto che una certa Mariam ha contattato
Max per
metterlo in guardia, giusto?-
Takao annuì.
Ari tornò ad appoggiare il mento sul palmo della mano chiusa
a pugno.
-Puoi
ricordarmi per sommi capi questa Mariam da
dove spunta?-
Takao distolse
lo sguardo da lei concentrandosi su un punto vuoto di fronte. -Faceva
parte di una setta: gli Scudi Sacri.
Qualche anno fa provarono a prenderci i bit power con l'intento di
sigillarli nella roccia perché ritenevano che fossero troppo
pericolosi per l'umanità. Alla fine compresero che non
c'è pericolo finché restavano nelle
nostre mani.- concluse sospirando.
Lei
scese con una spinta dalla cassa sulla quale erano seduti e fece
qualche passo avanti dandogli sempre le spalle, con le mani appoggiate
sui fianchi.
-E
dopo anni si è rifatta viva solo per
dire a Max di stare in guardia per poi volatilizzarsi nel nulla!-
continuò Ari. -L'ha incontrato in un posto affollato per una
manciata di secondi,
gli ha detto solo questo senza lasciargli il tempo di dire o fare nulla
e, a detta
di Max, era
guardinga, spaventata ed è sparita. È chiaro che
ha fatto ciò che non avrebbe dovuto avvertendolo, ha rischiato
pur di comunicargli quel messaggio!- si voltò verso il
ragazzo ancora seduto sulla grossa cassa e lo guardò grave.
-È legittimo
pensare al peggio, ti pare?-
Takao abbassò
lo sguardo a terra cercando di trovare un senso a tutti questi eventi.
-Forse, ma è azzardato vedere un pericolo dietro ogni cosa.
Prima dovremmo aspettare di sapere dai Baiuzu...-
-Se
si tratta di professionisti sanno bene come camuffare un incendio
doloso in un incidente.-
lo freddò
-Dobbiamo
stare in guardia!-
-Quindi
secondo te non è una coincidenza.-
Ari
sospirò e incrociò le braccia al petto. Non lo
era, ne era certa. Stavano avvenendo troppe cose strane e poco chiare, e il
villaggio della Tigre Bianca distrutto era solo l'ultima di una
serie.
Lei
stessa era ancora scossa a distanza di una settimana dalla notizia che
le aveva dato Yuri,
tanto che anche Takao appena
l'aveva vista poco più di una mezz'ora prima si era accorto
che c'era qualcosa che non andava.
E come
poteva essere diversamente?
Le bastava un attimo e tornava a pensare sempre a quello che le aveva
detto e ancora non poteva crederci. Morto... Vladimir Vorkov morto!
Le
venne meno il fiato. Yuri aveva voluto parlarne solo e direttamente
con lei, evidentemente dopo averci riflettuto parecchio e forse anche
troppo. La paura
che lei c'entrasse qualcosa l'aveva logorato.
"Dove
sei stata domenica scorsa? Cosa hai fatto?" Le aveva chiesto a brucia
pelo una volta chiusa la porta della sua stanza alle sue spalle. Glielo
disse chiaramente di non mentire, che già sapeva che si era
recata a Tokyo. Lei era rimasta spiazzata, non per le domande di per
sé, ma per
la viva preoccupazione
che leggeva sul suo volto, preoccupazione che l'aveva trasfigurato nei
giorni precedenti:
era sciupato e
stanco, più pallido del solito e trasandato, e lei lo sapeva
bene, Yuri non era mai in disordine, niente riusciva a scomporlo.
Niente tranne questo evidentemente.
Vorkov era
stato trovato morto sgozzato. Qualcuno aveva pagato la cauzione per
farlo uscire di prigione e poi era stato ritrovato morto tre giorni
dopo.
"Ti
prego Ariel, dimmi che non sei stata tu!" L'aveva supplicata serio e
teso il
suo capitano guardandola
dritto negli occhi. Ma lei non era riuscita a dire una sola parola
a quella notizia. Il
cervello le si era bloccato e svuotato e a stento riusciva a vedere
quegli occhi così azzurri e stanchi e a sentire le sue mani
fredde e tremanti prenderle il viso, finché non
l'aveva scacciato e allontanato e una potente nausea l'aveva travolta.
Quell'individuo,
quell'essere schifoso aveva spirato il suo ultimo respiro e non per
mano sua. Qualcuno lo aveva ammazzato
come il porco che
era. Yuri l'aveva richiamata ancora
in attesa di quella fatidica risposta
alla domanda che non lo aveva
fatto dormire per giorni. Le
aveva chiesto se lei c'entrasse qualcosa, quindi non si sapeva nemmeno
chi si era tolto questo piacere di ucciderlo. "No, io non c'entro
niente, non sapevo niente!" Aveva risposto con un filo di voce mentre
cercava di controllare quella sensazione di nausea e l'agitazione.
Avrebbe voluto ucciderlo lei?
Affrontarlo un'ultima
volta? Guardare negli
occhi il suo aguzzino
e torturarlo fino alla pazzia? Le sarebbe bastato? Sicuramente avrebbe
attutito quel senso di vuoto e vertigini che l'aveva travolta alla
notizia della sua morte. Era stata una semplice esecuzione, non aveva
sofferto abbastanza per i suoi gusti.
"Qualcuno
può confermare?" Aveva insistito Yuri ancora
angustiato.
"Ho
visto Max e la tipetta piccolina... e Daichi.
Poi ho passato tutta la giornata con Takao,
chiedi pure a loro." Gli aveva risposto atona mentre pensava ancora al
corpo senza vita di quel bastardo. No, aveva sofferto troppo poco! Era
troppo poco! E per il sollievo Yuri doveva averla abbracciata
perché si era ritrovata senza accorgersene a
stringere con rabbia tra i pugni la felpa di lui, e il
viso affondato nell'incavo del suo collo. "Troppo facile Yuri!"
Aveva ripetuto più e più volte, "solo sgozzato!
È troppo facile!".
Le sembrava di sentire ancora la voce di lui ripetere "lo so, lo so" in
continuazione nelle sue orecchie. L'aveva
travolta un soverchiante senso di frustrazione e impotenza,
la stessa che ora in quel capannone stava
tornando a investirla in pieno.
Si
portò una mano davanti al viso stringendo forte le dita
sulle tempie e
serrò gli
occhi,
sforzandosi di scacciare via tutti i ricordi, il male e il
lerciume legato a quell'uomo.
La
voce di Takao la
scosse e la riportò alla realtà e
riprese a respirare. Stava trattenendo il fiato!
Alzò
lo sguardo, la stava guardando con apprensione. Doveva aver notato il
cambiamento improvviso sul suo volto.
Lei
deglutì a fatica e annuì appena.
-C'è
qualcosa che non va Ari?- chiese ancora Takao seduto
teso sulla cassa, come indeciso se scendere e avvicinarsi a lei. La
osservava con insistenza perché il suo comportamento doveva
essergli sembrato
strano, non l'aveva mai vista così scossa e assente, nemmeno
alla fine del campionato dell'anno precedente.
-No.-
rispose secca lei ricomponendosi e riprendendo la sua aria sicura.
A
mente fredda nei giorni seguenti era arrivata, insieme a Yuri, alla
conclusione che
chi aveva fatto uscire di prigione Vorkov doveva
anche essere lo stesso mandante dell'esecuzione, quindi questo per lei
rientrava nella lista degli strani eventi che si stavano verificando
negli ultimi tempi.
Ma Takao di
questa storia non
sapeva niente e non
glielo avrebbe detto.
Non era il caso di fargli sapere che forse c'era
di mezzo anche un omicidio.
-Ricapitolando:
Max qualche mese fa riceve un
avvertimento da una degli Scudi Sacri;
qualcuno durante la tua assenza ha rubato la spada dove era custodito
il Drago Azzurro e ieri il villaggio di Rei è stato raso al
suolo dalle fiamme.-
Takao annuì.
-Cosa devo fare secondo te? Avverto il ragazzi? Chiedo a Rei di non
partire?-
-No!
Lascia che vada, non c'è bisogno di allertare tutti. Rei
è abbastanza sveglio, se dovesse esserci qualcosa di strano
se ne renderebbe conto immediatamente.- disse bruscamente tornando a
tormentare l'unghia del pollice e a riflettere.
Infine
lo guardò con sguardo deciso: era
arrivata a una soluzione.
-Convinci
Max e Rei a restare nei BladeBreakers anche
quest'anno. Pensi di riuscirci?-
-Lascia
fare a me!- le rispose accennando un sorriso sicuro e facendole
l'occhiolino.
-Io
spiegherò a Kai la
situazione.- continuò lei avvicinandosi e guardandolo dritto
negli occhi.
-Dovete restare uniti voi quattro, qualunque sarà la
modalità del campionato. Tutta
questa situazione non mi sta piacendo! -
-Ma
pensi che lui c'entri
qualcosa?- chiese di nuovo serio Takao.
Ari
sospirò impensierita, mordicchiandosi
il labro interno e appoggiò le mani sui fianchi. Alla fine
scosse la testa e si strinse
nelle spalle. -Non lo so Takao.-
ammise dispiaciuta.
Lui
spostò lo sguardo a terra angosciato e rassegnato.
Le
aveva creduto senza indugio. Non voleva farlo preoccupare
ulteriormente, non ce n'era bisogno, ma quel tizio puzzava di sangue e lo
aveva sentito fin dal primo momento, lui c'entrava
eccome! Sembrava tutto partire da lui, tutto collegato eppure non
c'erano fili, era immacolato, non c'era niente e la cosa la metteva
ancora di più in allerta.
Fuori
il sole era tramontato da un po' e le luci dei lampioni entravano
fioche dalle piccole finestre in alto. Dei passi attirarono la loro
attenzione. Era Hiruta.
Spuntò sulla soglia della porta in fondo.
-Mayer! È
tutto ok, i ragazzi vogliono sapere se possiamo fare altro.-
Ari
si girò verso di lui. -Va bene così, ce ne stiamo
andando, ci vediamo la prossima settimana!-
Lui
fece un cenno e sparì per strada senza fare una
piega.
Takao restò
per un po' a fissare il varco vuoto dove poco prima era apparso Hiruta,
e alla fine ridacchiò divertito passandosi una
mano tra i capelli scuri.
-Ancora
mi fa strano pensare che sei il nuovo capo della vecchia gang di Kai!
E pensare che l'ho conosciuto proprio grazie a Hiruta!-
-Non
sono il loro capo, te l'ho già detto l'altra volta!-
ribadì Ari. -Mi fanno solo qualche favore.-
Takao scivolò
giù dalla
cassa e le si mise a fianco.
-A
me sembri proprio il capo.- insistette ridacchiando.
-È divertente!-
-Cosa
è divertente?-
chiese lei paziente incamminandosi insieme a
lui verso
l'uscita.
-Pensare
a te a capo di una banda di teppisti!-
-Ma
per piacere!- sbuffò richiudendosi la porta alle spalle.
-Dovrei
riuscire a prendere l'ultimo treno...-
-Resta
da me stanotte dai, anche se prendi il treno troverai sicuramente i
cancelli chiusi.- le propose lui speranzoso continuando a camminare. Lei si
limitò a sbuffare.
-Dai!
C'è solo il nonno a casa e mi scoccio! Daichi è
a dormire da Max, Rei e Ran sono da Sayu perché
domani mattina li
accompagna suo padre all'aeroporto.-
Lei
sbuffò ancora. In effetti non aveva alcuna voglia di scavalcare
i cancelli
della scuola e rischiare l'osso del collo per arrampicarsi fino alla
sua stanza al secondo piano, ne di dormire fuori o in stazione. Si era
fatto tardi perché era partita già tardi,
appena le aveva
telefonato per
aggiornarla sulla questione del villaggio di Rei.
Lui
continuava a blaterale cercando di convincerla, e per almeno trecento
metri non fece altro.
-Takao!-
il suo tono severo e intransigente lo
zittì, facendolo fermare di punto in bianco in mezzo alla
strada.
-Cosa ti avevo detto in proposito?-
Lui
ridacchiò imbarazzato. Poi le passò un braccio
intorno a collo e se la trascinò con se seguendo la strada
verso casa. -Sì, scusa... tanto lo so che mi adori lo stesso
anche quando blatero!-
Ari
sbuffò di nuovo
e roteò gli occhi verso il cielo, stretta sotto il braccio di Takao, iniziando a
valutare tra sé e sé che
magari dormire in stazione non era poi tanto male come idea.
-E
stasera si cena col gelato!- continuò lui. -A quello non hai
mai detto di no!-
-Veramente
non ho mai detto di no a un bel bicchierino di vodka...-
precisò lei venendo ignorata.
-Potresti
comunque assicurarti che Rei e Max accettino di restare con te
quest'anno prima che Rei parta per la Cina?-
-Domani
mattina sarà fatto allora!-
Oramai
erano arrivati davanti al cancello di casa Kinomiya. Takao la
lasciò e lo aprì
e le fece cenno di seguirlo dentro. -E spero che la modalità
sia come quella dell'anno scorso. Ti voglio assolutamente con
noi!-
Ari
lo guardò dubbiosa
e Takao doveva
aver colto la sua perplessità perché
aggrottò la fronte e le chiese: -Che c'è? Sei dei BladeBreakers pure
tu, se non ci sei che senso ha?-
-Che
scemenze!- lo liquidò superandolo entrando per prima
nell'ingresso illuminato.
-Non
dirmi che alla fine è te che devo convincere a tornare in
squadra!-
Ari
si sfilò gli stivali rispondendogli con tono duro. -Takao non ho
mai fatto veramente parte dei BladeBreakers,
lo sai!-
Takao le si
piazzò di fronte, gonfiò le guance seccato e alzo
un dito e lentamente lo mise proprio al centro della fronte della
ragazza che lo guardò con tanto d'occhi senza capire che
cosa diavolo stesse facendo.
-Mettitelo
in questa testa
dura che sei dei nostri e lo sei stata dal
primo momento in cui hai messo piede in casa mia! E se veramente
dobbiamo stare uniti allora tu non puoi mancare!-
Ari
rimase zitta a fissarlo con sguardo indecifrabile. E si fissarono negli
occhi per un bel po', finché
lei non si spazientì. -Se mi togli questo dito dalla fronte
prima che decisa di rompertelo mi faresti un favore!-
Ma Takao non si
fece intimorire e anzi iniziò a picchiettare col dito sempre
sullo stesso punto della fronte di
lei, spiazzandola.
-E tu hai recepito il messaggio?- chiese presuntuoso.
Ari
per un attimo fremette e le narici si dilatarono e si dovette sforzare
all'inverosimile per non
mollargli una testata sui
denti o per non strappargli il dito con un morso. Si limitò
ad afferrargli il dito e a scostarlo dalla sua faccia.
-Forte
e chiaro.- rispose con voce tirata.
-Ottimo!-
annuì soddisfatto Takao. -Ora
puoi restituirmi
il dito, grazie!-
E
in effetti Ari ancora non lo aveva mollato, teneva saldo il dito
molesto di Takao nel suo
pugno e lo lasciò andare solo dopo qualche secondo. Si
voltò e si avviò nel corridoio mollandolo
lì.
-Allora,
questo gelato che mi hai promesso?-
Takao sorrise,
si sfilò le scarpe e la seguì. -Subito!-
Ari
sospirò rassegnata e si accasciò sul tavolo
della cucina stancamente. Questa era la
volta buona che Yuri e Kai la ammazzavano,
pensò rassegnata tra sé e sé. Certo
nessuno dei due l'avrebbe
presa bene
se fosse tornata con i Bladebreakers!
Il
signor Matsuda seguiva
con trepidante attenzione i ragazzi seduti nel suo salotto.
Takao Kinomiya,
il campione del mondo, aveva telefonato
quella mattina verso le sette meno un quarto avvertendoli che sarebbe
passato da lui insieme a Max Mitsuhara perché
doveva parlare con quest'ultimo e con Rei Kon di una
cosa dell'estrema urgenza e
importanza.
-So
che sto per chiedervi molto
ragazzi.- esordì Takao con
quel tono serio e posato che
aveva oramai adottato negli
ultimi mesi.
Rei
e Max si scambiarono uno sguardo fugace. Confidavano tutto nel nuovo campionato
per vedere tornare il vero Takao,
sostituito dal quel damerino estremamente educato e tranquillo che
avevano ancora lì, seduto sulla
poltrona di fronte a loro. E quando
quella mattina avevano ricevuto quella chiamata tanto urgente da parte
sua si erano messi subito in allerta, anche se era ancora il non-Takao ad
averli chiamati, perché appunto da quanto era cambiato non
aveva mai dimostrato alcun interesse nel cercarli.
Ancora non capivano quale fosse stata la causa di quella metamorfosi inquietante: Sayu sosteneva
che fosse colpa sua e della storia tra Hilary e Ryoko,
Il padre e il fratello attribuivano tutto
questo ad un improvviso picco
di crescita e maturità, Rei aveva addirittura pensato che
fosse stato per il furto della spada durante la sua assenza e la
conseguente paura per suo nonno. Quindi
i due poveretti ora si trovavano più che svegli alle sette
del mattino pronti a sentire cosa avesse di tanto importante da dirgli
il non-Takao da non poter essere rimandato
-Vi ho
voluti qui per farvi sapere che,
anche se forse è ancora presto, per me sarebbe estremamente
importante poter affrontare il prossimo campionato con voi al mio
fianco. Lo
so di chiedervi molto ma...-
A
Max andrò di traverso la saliva.
Come diavolo parlava!? Ora entrambi lo guardavano con tanto d'occhi,
seduti rigidi e tesi, ammutoliti.
Ran, ferma
in un angolo fino
a quel momento ad osservare perplessa la
scena, scattò
subito come una furia, pronta ad opporsi a
quella richiesta assurda. Non poteva arrivare quel tipo e chiedere una
cosa del genere a suo fratello! Con che faccia tosta e con che
coraggio, Rei una squadra già ce l'aveva! Ma
Rei senza neanche guardarla la fermò ancora prima che le
uscisse un solo suono dalla bocca, con
un gesto severo della mano, facendola immediatamente tacere. Era troppo
concentrato sul ragazzo che aveva di fronte.
-Vi
posso assicurare che non ve lo chiedo a cuor leggero, so bene che
ognuno di voi ha una propria squadra alle spalle e degli obbiettivi, ne
avevamo già parlato tempo fa.-
Takao fece
una pausa, parlava con una serenità
disarmante. Sorrise, in quel modo così pacato a entrambi,
come se non si fosse minimamente accorto delle loro espressioni scioccate
e angustiate.
-Non
pretendo che mi diate una risposta immediata- aggiunse dopo
qualche attimo di silenzio. -Capisco,
soprattutto tu Rei, anzi, sono sicuramente inopportuno a chiederti una
cosa del genere visto quello che è successo al tuo villaggio e la
tua imminente partenza.
Ma vi prego di pensarci seriamente.-
Max
e Rei rimasero a fissarlo per qualche secondo, o forse di
più, finché non si
voltarono l'uno verso l'altro come a decidere chi avrebbe dovuto
parlare, soprattutto capire cosa rispondere. Alla fine parlò
Max, si prese di coraggio, la bocca gli si era fatta secca.
-Ma Takao,
vedi, non si sa ancora nemmeno come si svolgerà il
campionato...- gli fece presente titubante,
come se davanti avesse un pazzo instabile pronto a scattare alla prima
parola sbagliata.
E
gli sorrise. Takao gli
sorrise e loro
tremarono impercettibilmente.
-Lo
so, e comunque
vada, qualunque sarà la decisione del presidente Daitenji,
io vi considererò sempre parte della mia squadra. Voi siete la mia
forza più grande! Per
questo ho bisogno di avervi al mio fianco mai
come ora.-
Il
signor Matsuda era in
lacrime per la commozione. Quel ragazzo era il massimo esempio di
sportività e modestia, un campione di spirito! Sayu invece
era sconcertata, osservata Takao con una
mano sul
viso come a volersi capacitare. E anche gli altri due erano spiazzati e
angosciati, proprio perché la modestia non faceva assolutamente
parte di Takao!
-Adesso
devo andare.- disse alzandosi come se
fosse appena finita una normale chiacchierata tra amici. Si
sistemò la
giacca, sempre con quell'espressione
serafica,
fece
l'occhiolino ai due amici ancora seduti sul divano, ancora troppo sbigottiti per
reagire,
e accennò un sorrisetto complice. -Devo
accompagnare la mia ragazza alla stazione!- disse con tono pacato per
poi salutare Sayu e la
piccola Ran,
ancora fumante di rabbia, e
ringraziare il signor Matsuda per
l'ospitalità e andarsene.
Max
e Rei erano talmente scossi che
nemmeno fecero caso all'ultima cosa che aveva detto alzandosi.
Rimasero lì imbambolati per parecchi minuti senza riuscire
a fare nulla.
Rei
si passò le mani sul visto teso. -Sta per morire...
non c'è altra spiegazione!- esclamò.
Max
ora guardava fisso a terra.
La mente era bloccata, la gola si era fatta secca, era vinto dalla
preoccupazione.
-Forse
sta male e...- Rei non riuscì nemmeno a
terminare la frase.
-Non
c'è altra spiegazione!- continuò Max con un tono
più acuto del dovuto.
Rei
si voltò verso l'amico biondo cercando
il suo sostegno. -Cosa dobbiamo fare?-
-Non
lo so.... Arrivare a tanto, a parlare in quel modo, non è
lui! Io... e se non si riprendesse? Se una volta iniziato il campionato
non tornasse come prima?-
-È ridicolo!-
sentenziò esasperata Ran incrociando
le braccia e guardando severamente il fratello pronta a fargli una
ramanzina, ma venne ignorata.
-Ma
non possiamo lasciarlo solo.- continuò Max.
-Ha
parlato come se fosse il suo ultimo campionato.- aggiunse Rei sempre
più convinto del peggio.
-Sono
preoccupato Rei, dobbiamo fare qualcosa!-
Rei
annuì nervosamente e si alzò dal divano. -Anche
io, ma per
ora devo andare. Appena
torno cerchiamo
di…
capire e di aiutarlo.-
Ookkk chissà
se qualcuno leggerà XD fatemi sapere se chi siete! Anche un
"chi non muore si rivede!" Va bene, del
tipo batti un colpo se ci sei!
Un
bacio dalla vostra Pinca!
|