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La città era piena
di ragazzi e adulti in festa. Capodanno era vicino, e tutti non
vedevano l'ora di vedere i fuochi d'artificio disegnare e colorare il
cielo.
Era tutto pronto. La festa sarebbe cominciata tra due giorni, e Usagi
era la più felice di tutti. I suoi genitori le avevano regalato
un vestito di seta bianco e un paio di scarpe décolleté
rosa chiaro, abbinate allo scialle dello stesso tessuto.
Le luci erano abbaglianti, annunciando la vigilia, ormai, vicina.
Usagi si provava il vestito, entusiasta all'idea di indossarlo proprio
quel giorno. Le maniche erano lunghe e sottili, così come la
gonna. Arrivava fino alle caviglie, larga e molto soffice al tatto. Lo
adorava.
Non avrebbe smesso di tenerlo addosso e far volteggiare la gonna, ma non poteva rovinarlo. Era molto prezioso.
«Hai finito di bighellonare con quel vestito?» la riprese Rei, spalancando la porta della sua stanza.
«Scusa, Rei. Il fatto è che non voglio aspettare per indossarlo.»
«Quanto sei impaziente.» incrociò le braccia un po' irritata.
«Devi aspettare.»
Usagi abbassò lo sguardo avvilita. Tra l'altro, aveva già
stropicciato la gonna, presa dalla voglia di stringerla tra due pugni e
farla danzare nell'aria.
«Mi auguro che tu non abbia rovinato altro del vestito.»
«N-no... solo la gonna.»
«Rimettilo sul manichino e aspetta sabato. Lo so che ti piace da
impazzire. Ti ricordo, inoltre, che i tuoi genitori hanno speso ben diecimila yen per quel pezzo di stoffa.»
La bionda sobbalzò.
«D-diecimila yen? Ma sono impazziti?»
«L'hanno fatto per te, Usagi. Non vorrai rovinare un capo così pregiato.»
Si chiese, poi, cambiando completamente argomento, come avrebbe reagito Mamoru guardandola con quel bellissimo vestito addosso.
Si morse il labbro pensando a ciò che - probabilmente - avrebbe
detto, non appena i suoi occhi si sarebbero posati sul quell'abito
scintillante.
«Sei uno schianto, mia principessa.»
Quant'era infantile! Usagi avrebbe voluto costruire il suo futuro con
lui, ma era troppo giovane. E la principessa Serenity? Anche lei era
giovane, eppure lei e il principe avevano già provato a coronare
il loro sogno: un bambino.
Il solo pensiero le fece ribollire il sangue della rabbia.
«Aaaah, perché non posso crescere subito? Voglio diventare grande!» esclamò di colpo.
«Usagi, mi stai ascoltando?»
La bionda tornò alla triste realtà, vedendo il volto di
Rei infuocato di rabbia. Si coprì il volto presa dall'imbarazzo.
«Oh, mammina. Scusami.» disse con voce bassa, poco udibile.
Rei sospirò facendo un sorrisetto malizioso.
«Sei incorreggibile. Ti comporti ancora come una bambinetta.» le sfuggì una risatina che fece irritare la povera Usagi.
«Non sono una bambinetta! Anche se vado alle scuole medie, questo non vuol dire che sia infantile.»
«Lo sei.» e Usagi, subito dopo, s'irrigidisce con aria paonazza.
«Vedi, i tuoi genitori tengono molto a te e vogliono che questo
Capodanno sia indimenticabile, per te e per tutte noi.»
Si era dimenticata di Mamoru, visto che anche lui sarebbe andato alla festa con lei.
«Certo.» rispose con aria nostalgica, sfiorandosi il grembo
con i polpastrelli delle dita. Voleva piangere, ma non ci riusciva
nonostante fosse una ragazza emotiva. Il giorno della perdita di Cherry
aveva distrutto il cuore di Serenity, e lei non era riuscita ad
aiutarla.
Era come se fosse stata colpa sua. Non se lo riusciva a perdonare, anche se Serenity l'aveva già fatto.
«Adesso vado. Riposati, Usagi.» sorrise la mora, per poi
chiudere la porta e andare via dalla sua vista, con un sorriso stampato
sulle labbra.
Usagi era avvilita. La principessa non aveva mai pensato di voler
riprovare, come il principe le promise quel giorno, dopo la battaglia
che uccise sua madre - e quasi la principessa stessa, in dolce attesa.
L'impatto con le mattonelle rotte e scheggiate del palazzo era
indescrivibile, per non parlare della bambina. Era qualcosa di
terribile, qualcosa che soltanto una donna poteva capire.
Avrebbe avuto un'altra chance, ma non quel giorno. I suoi occhi azzurri
erano lucidi, come zaffiro sotto il sole splendente di primavera.
Tiepido, piacevole, gioioso.
Sarebbe stato bello regalare a sua figlia una bellissima giornata in
cortile, sulla Terra, senza nessun nemico o mortale nei dintorni.
Ma quando sarebbe arrivato quel giorno?
Ogni sera, Serenity guardava la Luna. Voleva riprovarci, ma aveva paura
di perderla nuovamente. Cherry era il suo raggio di luce che si era
spento dopo qualche mese, durante un altro attacco da parte delle
guerriere di Galaxia.
Anche se Endymion le aveva promesso di ritentare, lei non ci riusciva.
La paura era troppo grande, e di sicuro, non sarebbe riuscita a superarla.
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