Crazy is my second name

di AllisonHermioneEverdeen
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Capitolo uno



Una ragazzina con uno zainetto rosso entrò nella caserma

- Ha bisogno di qualcosa? -. Un poliziotto si fece avanti, l'espressione tra il seccato e il finto amichevole.
Aveva una cascata di capelli biondi sulle spalle e due brillanti occhi blu, più profondi del mare in tempesta, più brillanti del sole del mattino

- Signorina? -. Il poliziotto cominciava a spazientirsi: aveva quasi finito il turno, non voleva seccature.
Il suo cuore era in tumulto, le mani sudavano, le arrivavano zaffate di caldo e freddo nello stesso momento

- Signorina?! - la chiamò per la terza volta il poliziotto. Finalmente, i due pozzi blu si alzarono dalle scarpe da ginnastica e si posarono su di lui.
I dettagli. Doveva concentrarsi sui dettagli.

- Allora, cosa desidera? -.
La divisa mezza stropicciata: non la lavava da una settimana. Occhiaie vecchie due giorni: due notti insonni. Pallido: non lasciava Gotham da mesi. Segno mezzo sbiadito dell'anello attorno al dito: la moglie lo aveva lasciato due mesi prima.

- Sto cercando una persona, - rispose Daphne, finalmente ritrovando il respiro. Il cuore si quietò e la ragazzina smise di sudare freddo. Doveva calmarsi. Era in una stazione di polizia, stava per incontrare l'uomo che l'avrebbe aiutata. Adesso-doveva-solo-calmarsi.
- Il nome? - chiese il poliziotto, pregustando la fine del turno.
- Gordon. James Gordon -.


- Gordon, ti cercano! -. Jim scambiò uno sguardo preoccupato con Harvey: la lista di persone che potevano cercarlo includeva pazzi, assassini, ex fidanzate folli o vendicative.
- Un consiglio: scappa dal retro, - gli disse Bullock. Jim scosse la testa.
- Allora buona fortuna, ti auguro di non incontrare un folle maniaco, - scrollò le spalle Harvey. Gordon lo salutò e scese le scale fino al piano di sotto della caserma.
Quando arrivò all'ingresso, osservò stupito la persona che lo cercava: era una ragazzina, più o meno dell'età di Bruce, esile e con una cascata di capelli biondi. Appena le arrivò vicino, due pozzi blu lo scrutarono.
- Sei tu James Gordon? - chiese. Aveva una voce delicata.
- Si -
- Io... -
Calmati, spiegagli la situazione con tranquillità
- Mi chiamo Daphne, Daphne Becker, mio padre era un militare, mi ha detto che se avessi avuto bisogno d'aiuto avrei dovuto cercarti -. Gordon rimase per un attimo paralizzato: quella ragazzina era la figlia di Becker?Quel Becker? Il vecchio Bill?
- Si sente bene? - gli arrivò la voce incerta della ragazzina. Jim si scosse.
- Certo, - affermò - Di cosa hai bisogno? -
- Per ora solo di un posto dove stare, - rispose sollevata Daphne. Parte di lei credeva che Gordon l'avrebbe cacciata senza tante cerimonie.
- Non hai una casa? -
- No... io... - esitò: doveva dirglielo? Non avrebbe acquistato molti punti ai suoi occhi... D'altro canto, Gordon doveva sapere a cosa andava incontro.
- Sono appena uscita da... - fece un respiro profondo - Da Arkham. Ma sono sana di mente, adesso! - si affrettò ad aggiungere. Come per avvalorare la sua tesi, tirò fuori dalla tasca dei jeans un certificato. Jim gli diede un'occhiata: era firmato da Hugo Strange.
Daphne rimase immobile a fissare Gordon: lo sapeva, avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa! Adesso si che l'avrebbe cacciata senza cerimonie!
Gordon era tentato di voltare le spalle a quella ragazzina e tornare alla sua vita incasinata: non aveva bisogno di qualche altro pazzo a scombussolargli le giornate! Così decise: avrebbe detto a Daphne che purtroppo non poteva aiutarla.
Ma poi alzò lo sguardo: gli occhi blu della ragazzina erano lucidi, la mano che stringeva il certificato tremava. Era solo una bambina, spaventata e disorientata: come poteva cacciarla via?
- Ti aiuterò -. Le parole sembravano uscite da sole, ma non si pentì di averle pronunciate quando vide gli occhi di Daphne illuminarsi.
- Davvero? - chiese questa. Gordon annuì, e fu allora che vide il primo, vero sorriso di Daphne.
No, decisamente non si sarebbe pentito dell'aiuto che stava offrendo.

- Ma ti sei ammattito? -. Per fortuna aveva mandato Daphne ad aspettarlo in auto: i toni soavi di Harvey non sarebbero stati d'aiuto.
- Harvey... -
- No, Jim! Non ci posso credere: ogni volta che riesci, per miracolo, ad uscire da un guaio terribile in cui ti sei cacciato, ti ributti a capofitto in uno ancora peggiore! - replicò Bullock. Non aveva tutti i torti, ma Jim non poteva semplicemente cacciare via qualcuno in cerca d'aiuto.
- E' solo una ragazzina... - cercò di spiegare.
- Appena uscita da Arkham! Sia io che te sappiamo benissimo cosa combina Strange in quel manicomio! - ribattè Harvey.
- Non posso cacciarla, e non solo per il mio buon cuore: ho fatto una promessa a suo padre, - disse Jim. Harvey scosse la testa.
- Maledizione Jim, - sospirò. Ma alla fine si arrese.
- Cerca solo di non farti ammazzare, - disse.
- Mi conosci, non preoccuparti! - sorrise Gordon scendendo le scale. Bullock lo guardò uscire dalla caserma.
- Proprio perchè ti conosco mi preoccupo... -

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ed ecco il primo, vero capitolo!
Lo ammetto: credevo che questa storia non sarebbe interessata a nessuno. E invece le visite crescevano ed è spuntata anche una recensione!!
Grazie, grazie davvero!
So che questo primo capitolo è solo di passaggio e anche un po' corto, ma allungarlo era una forzatura. Prometto che il prossimo, però, sarà più lungo!
Grazie a tutti i lettori silenziosi, e un grazie speciale a Evie Frances Free per la sua recensione ed i suoi complimenti! Mi hai dato la spinta finale a pubblicare questo primo capitolo, dichiarando ufficialmente aperta questa storia!
A presto!
AllisonHermioneEverdeen
P.S. A breve cercherò di inserire una copertina alla storia, ma per il momento il sito non collabora.





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