The
Newstart: nuova vita.
22 Dicembre 04:32 PM;
La
giornata era già stata abbastanza frenetica: fatta di
viaggi, lunghe camminate, bagagli da trasportare, conversazioni
intraprese con due rompiscatole e rimembranze di vecchi litigi.
Nonostante fosse ancora pomeriggio, infatti, Kyousuke si sentiva
già sfinito e si chiedeva il perché la medesima
sensazione non pullulasse invece nel corpo e nella mente di Yuuichi,
che era ancora attivo come non mai e pareva non aver passato gran parte
della sua vita su una sedia rotelle.
Kyousuke si stava pentendo di non aver protestato all'idea del fratello
di invitare Tenma a giocare a calcio con loro. Quella partita lo aveva
colto impreparato, perché da quando aveva acquisito la
notizia che Yuuichi sarebbe venuto a fargli visita, l'aspirante medico
aveva in fretta e furia attuato un piano per rivelare al fratello la
sua storia con Tenma. Si trattava di un progetto fatto di tappe da
seguire obbligatoriamente, perché non c'erano piani B ed era
inesistente il tempo per elaborarli.
Era così che, dopo minuti di elucubrazioni che lo
riportavano sempre al punto di partenza, ci aveva rinunciato. Aveva
concluso con se stesso che lo schema che si era creato nella mente non
era poi così utile o rilevante dato che aveva fallito
più volte. Kyousuke aveva quindi deciso di comportarsi
semplicemente in modo "normale", come se lui e Tenma fossero ancora
legati dall'amicizia che li accomunava alle medie.
E beh, tutto il resto sarebbe venuto da solo. Kyousuke avrebbe
aspettato il momento che gli sarebbe parso più opportuno
senza soffermarsi troppo sulle parole da usare prima che accadesse, ma
lasciando tutto al naturale flusso del tempo e del destino.
Il risultato finale, ovvero la reazione di Yuuichi, sarebbe stata
invariata a seconda dei metodi utilizzati. Dopotutto quel che gli
doveva dare era una notizia a cui non si poteva venir preparati prima,
era un dato di fatto che poteva essere captato o in un modo o in un
altro, ma solo a seconda della persona e del suo modo di pensare.
Cercare di far simpatizzare di più Yuuichi con Tenma non
sarebbe stato di alcuna utilità. E Kyousuke si
sentì uno stupido per essersene accorto solo in quel momento.
« Kyousuke, tutto bene? » fu riportato alla
realtà. Con sguardo smarrito captò la direzione
della voce che lo aveva interpellato e si voltò alla sua
sinistra, dove trovò Yuuichi che lo affiancava.
« Sì, perché? » rispose,
tornando poi a guardare diritto a sé la stradina contornata
da palazzi che stavano percorrendo ormai da qualche minuto. Stavano
camminando con la meta del campo da calcio in cui si erano dati
appuntamento con Tenma. Il sole era alto nel cielo, quindi eventuali
residui di neve sull'erba sintetica sarebbero già stati
sciolti al loro arrivo e non avrebbero rappresentato un ostacolo.
« Sembri... Strano. Cioè, pensieroso forse.
» azzardò Yuuichi.
Kyousuke sospirò, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni
dentro le tasche del giubbotto. « Lo sono un po' »
ammise. « Ultimamente all'università non va
proprio benissimo e mi ritrovo spesso a rimuginarci sopra. »
Si trattava di una mezza verità, perché lo studio
rappresentava da sempre uno dei suoi principali pensieri, e in quel
periodo i suoi voti erano calati davvero. Dall'altro lato,
però, quelle riflessioni erano relegate in un angolino della
sua mente con su scritto "ci penserò dopo". Il vero motivo
della sua espressione meditabonda era tutt'altro.
« Capisco, mi spiace... Spero che venendo qui, e con questa
idea della partita io non ti abbia tolto preziose ore di studio.
» Yuuichi risultava profondamente dispiaciuto alla sola idea.
« Se me lo avessi detto prima avrei evi-- »
Kyousuke lo zittì con un gesto della mano.
« È tutto okay, non mi hai tolto ore di studio,
tranquillo. E poi questa partita è importante, è
da tempo che non giochiamo assieme e non voglio perdere l'occasione.
» Ed era la frase più sincera che avesse detto da
quando era andato a prendere Yuuichi alla stazione. Dopo l'incidente
non si erano mai più allenati assieme, per ovvi motivi, ma
anche quando il maggiore era guarito non ne avevano avuto l'occasione.
Yuuichi esibì un sorriso dolce e un po' malinconico, con
ancora del senso di colpa annidato nello stomaco. Stava per ribattere,
ma non ne ebbe il tempo.
« Tsurugi-san, Tsurugi-kun! » I due fratelli si
voltarono nella direzione da cui era provenuto il richiamo. Tenma
sbucò da un vicolo alla loro destra correndo verso di loro
con un'espressione tipica di lui: l'entusiasmo era visibile
palesemente, così come la gioia e la spensieratezza che lo
avevano da sempre caratterizzato. Kyousuke non avrebbe mai detto che
fino a quella mattina quel ragazzo era arrabbiato con lui; Tenma non
mostrava segni di rancore per essere stato "cacciato via di casa",
né per le parole fredde con cui Kyousuke gli aveva dato il
buongiorno.
« Ciao Tenma! » Yuuichi gli andò
incontro, anche lui con la serenità sul volto.
« Ciao. » Seguì subito dopo l'altro
fratello, con voce quasi atona, ma che non fu di fastidio a nessuno in
quanto sua peculiarità.
Tenma respirava a fatica, e si fermò un attimo poggiandosi
le mani sulle ginocchia per riprendere fiato: era palese che si fosse
fatto tutta la strada di corsa per qualche motivo sconosciuto.
« Bene! » urlò il castano per annunciare
che si era riposato abbastanza. « Il campo è di
là! » e riprese la sua pazza corsa, dopo aver
indicato uno spiazzo in cui smettevano di esserci abitazioni.
Yuuichi scattò subito a suo seguito, Kyousuke
alzò gli occhi al cielo borbottando un « Si
può sapere perché urla e corre? Ma
cos'è, un bambino di cinque anni? » ma si
ritrovò inconsciamente a sorridere prima di dirigersi anche
lui, con tutta la calma, verso il campetto.
« Primo! » schiamazzò Tenma appena mise
piede sul campo, non curandosi di avere ormai ben vent'anni e non
più quindici.
« Secondo! » Yuuichi stette al gioco, ridendo anche
lui.
Kyousuke li guardò da fuori la rete metallica provando
imbarazzo al posto loro.
« Tsurugi-kun, sei lento! » si lamentò
Tenma, mentre l'interpellato percorreva il perimetro del campo da
fuori, dirigendosi verso l'entrata. « Così
perdiamo minuti preziosi di allenamento! » continuava ad
accusarlo scherzosamente Matsukaze.
Sebbene quest'ultimo e Yuuichi stessero cercando di integrare Kyousuke
e renderlo partecipe dei loro atteggiamenti infantili, l'aspirante
medico sapeva già che per loro era una battaglia persa, e
che mai e poi mai avrebbe abbandonato la sua faccia apatica. Tra
l'altro, quando erano Tenma e Yuuichi ad agire come bambini
risultavano, oltre che stupidi, incredibilmente adorabili; mentre se ci
avesse provato lui, sarebbe sembrato solo un ritardato mentale.
« Eccomi » proferì, una volta che fu
entrato anche lui.
« Sei in ritardo » lo canzonò Yuuichi
sorridendo.
« Nah, non è vero. »
Tenma nel frattempo stava tirando fuori dal suo borsone un pallone a
pentagoni bianchi e neri. Nel vederlo, gli occhi di Yuuichi si
illuminarono.
« Pronti? Iniziamo? » domandò Matsukaze
impaziente, raggiungendoli.
« Non abbiamo nemmeno scelto le squa-- »
Tentò di ribattere Kyousuke.
« Mmh... Io e Tsurugi-san contro Tsurugi-kun che è
il più forte? » Non era propriamente giusto
giocare in due contro uno, ma loro non avevano altre
possibilità. « Ma che- guarda che sei tu quello
che aspira a diventare un giocatore famoso, non io » gli
ricordò Kyousuke.
« Ah già » ridacchiò Tenma.
« Ma ciò non toglie che tu sei rimasto
più forte di me, per ora. Quindi le squadre così
dovrebbero essere equilibrate » gli doleva ammetterlo, ma lo
aveva sempre pensato che Kyousuke fosse rimasto un gradino
più in alto di lui. Certo, non sarebbe stato così
per sempre, il castano si sarebbe allenato duramente per superarlo, ma
fin quando era così non poteva negare come stavano le cose.
« Non è vero, mi hai battuto spesso durante i
nostri one-on-one* » concluse il blu, lanciandogli uno
sguardo gelido. Era in preda a una crisi di nervi, perché
gli pareva che Tenma volesse fare il finto modesto.
Per fortuna ci pensò Yuuichi a interrompere l'ennesima
litigata della giornata. E meno male che fino a qualche ora prima
avevano promesso di non discutere più per motivi stupidi.
« Ehi, ragazzi! » li richiamò il
più grande, gesticolando con le mani per attirare meglio la
loro attenzione. « Sentite, scusate se interrompo il vostro
dibattito su chi è il più bravo, ma... Ecco, non
è tanto questo il problema, ma sono io il problema. Voi due
siete forti entrambi, mentre io... Beh, è un bel po' che non
gioco con qualcuno, ma darò del mio meglio e spero di non
ostacolarvi. » C'era del nervosismo impastato nel suo tono, e
sperava di non essere scambiato per quello che voleva stare al centro
dell'attenzione o roba del genere. Quel che aveva appena rivelato,
dopotutto, era la cruda realtà: da quando aveva ripreso a
camminare correttamente si era spesso allenato da solo, ma non si era
mai confrontato con nessuno prima di quel momento. Era sicuro che fra
le sue abilità e quelle degli altri due ci sarebbe stata una
grossa voragine.
Kyousuke alzò gli occhi al cielo. « Non iniziare a
farti complessi esistenziali » lo ammonì,
repentino. Yuuichi non riuscì a trattenere un sorriso a quel
tentativo di consolarlo mal riuscito da parte di Kyousuke. Non erano
proprio le parole più adatte, ma se uscivano dalle labbra di
suo fratello allora tutto prendeva una sfumatura diversa.
Tenma stava per intraprendere uno dei suoi discorsi d'incoraggiamento
che non finivano mai, ma venne zittito da un'occhiata di ghiaccio che
gli lanciò Kyousuke.
« Sì, hai ragione Kyousuke. Grazie »
rispose Yuuichi, le labbra piegate in un sorriso sincero.
***
22 Dicembre, 05; 46 PM;
Tenma
prima di uscire aveva lasciato la sua roba a casa Mizuyaji, dove
avrebbe risieduto per qualche giorno. Miyu era alla ricerca di qualche
anta di armadio o di un cassetto libero da mettere a disposizione
dell'amico. Sebbene quest'ultimo avesse più volte ribadito
che avrebbe lasciato tutto nel suo zaino, la ragazza non poteva evitare
di trattarlo, anziché come un ospite, come un nuovo membro
della famiglia che sarebbe rimasto con loro per sempre.
Anche se era insolito e il ragionamento di Tenma di non spostare i suoi
vestiti aveva molto più senso, alla ragazza non dispiaceva
l'idea di mettersi a chiacchierare con lui con la scusa di aiutarlo a
riporre le sue cose. Anzi, non vedeva l'ora! Avrebbe saggiato i
dettagli della storia che Tenma non gli aveva raccontato abbastanza
minuziosamente a lavoro, e cercato di dargli qualche consiglio per
migliorare il suo umore. Oppure gli avrebbe chiesto com'era andata la
partita, o domandato che tipo fosse il fratello di Kyousuke.
Del resto, Matsukaze era l'unica persona che potesse considerare "vero
amico", o quanto meno una delle pochissime persone disposte a parlare
con lei senza che venisse guardata con odio o sospetto per via del suo
piccolo lato da impicciona. Okay, sì; forse aveva un grande
lato da impicciona, nonostante ciò scostava molto
dall'immagine della pettegola che si era fatto di lei Tsurugi.
Tutte le storie altrui che accumulava non le utilizzava a nessuno scopo
di lucro, né le andava a raccontare in giro (anche
perché non avrebbe avuto a chi raccontarle).
Miyu era una ragazza sola, tutto qui. Era consapevole di risultare
insopportabile agli occhi di molti, ma non poteva farne a meno. Non era
in grado di approcciarsi alla gente senza dimostrare un morboso
interesse per essa. E quando le raccontavano qualcosa lei era
più che lieta di restare silenziosamente ad ascoltare,
riuscendosi così a sentire parte della vita di qualcuno
– ed era una magnifica sensazione per lei. Adorava seguire le
storie degli altri, e dimenticare momentaneamente la sua, triste e
malinconica che le rimbombava per la testa fin troppe volte. Riusciva a
sopprimere il senso di solitudine che le era rimasto avvinghiato al
petto da quando suo padre era morto.
Quando qualcuno si confidava con lei percepiva di essere quasi
importante, degna di fiducia.
Anche se oramai era sempre più raro che questo accadesse,
dato che veniva considerata quasi da tutti, comprese le sue vecchie
amiche del liceo e i suoi compagni del corso di teatro, una semplice
rompiscatole. Anzi, quell'appellativo ormai non le dava neanche
più fastidio. Lo aveva accettato, la rispecchiava davvero;
era quello che era, e le andava bene così. Che poteva farci?
Solo con Tenma era diverso. Lui non la guardava come se in lei si
nascondesse un mostro, e non vedeva nulla di losco nel suo
comportamento. Forse era perché era un ragazzo ingenuo e
nutriva una fiducia cieca in chiunque, come se non avesse mai
incontrato del male lungo il suo cammino.
Miyu sorrise soddisfatta, appena trovò un angolino vuoto
nell'armadio del salotto. Finita la ricerca, si lasciò
cadere sul divano. Da seduta passò a sdraiata su un fianco,
prima di raggomitolarsi in posizione fetale. Sperava che anche Kyousuke
la accettasse prima o poi, o che quanto meno non distruggesse
l'amicizia che aveva instaurato con Tenma a causa dell'odio infondato
che nutriva nei suoi confronti.
***
La partita stava procedendo piuttosto bene. Le due squadre si trovavano
in una situazione di pareggio. Tenma si affidava più che
poteva al suo fedele gioco di squadra con Yuuichi, mentre Kyousuke
sembrava non trovare difficoltà alcuna nel vedersela contro
loro due da solo.
Yuuichi inizialmente aveva trovato un paio di problematiche nel
giocare: i suoi movimenti non erano risultati fluidi, ma piuttosto
rigidi e ponderati fin troppo. Man mano però aveva iniziato
a sciogliersi, soprattutto perché, nonostante l'enorme
divario che c'era fra le sue capacità e quelle di suo
fratello e del suo amico, non poteva che sentirsi a suo agio a giocare
con quei due, che si curavano di non metterlo in ombra né
lasciarlo dietro neanche per un secondo.
Yuuichi tra l'altro era il responsabile di tre dei cinque goal che il
suo duo aveva accumulato fino a quel punto, quindi non si sentiva un
inutile ombra o qualcosa del genere, ma anzi percepiva di star
contribuendo molto bene nel perseguire la vittoria. Anche se da un
altro punto di vista era conscio che il suo compagno e il suo
avversario non stavano dando il loro massimo proprio perché
c'era lui. Era certo che se si fosse levato di torno, lasciando giocare
Tenma e Kyousuke da soli, avrebbe assistito a una partita di gran lunga
più emozionante e decisamente più complessa.
Sapeva che sarebbe bastato metterli l'uno di fronte all'altro per far
nascere una scintilla che si sarebbe in breve tramutata in fuoco
ardente.
Come stava accadendo un po' in quel momento: Kyousuke e Tenma erano uno
davanti all'altro, con sguardi di sfida davano il via alla battaglia
per chi si sarebbe tenuto il pallone e l'avrebbe portato fino alla rete
opposta.
Yuuichi restò senza fiato, sbalordito, per via dell'aura di
forza che aleggiava intorno a quei due. Nel modo in cui Kyousuke stava
guardando Tenma, e in quello con cui il castano contraccambiava, c'era
qualcosa di pazzesco. Non era una semplice occhiata di due avversari
comuni, ma qualcosa di molto più profondo. Erano due ex
compagni che si conoscevano abbastanza profondamente da sapere quale
abilità e debolezze possedesse l'altro. E, proprio
perché consapevoli della forza e della determinazione del
rivale, erano molto più in allerta ad ogni singolo movimento
o respiro, e il desiderio di vincere li incendiava così
tanto che Yuuichi, a colpo d'occhio o anche riflettendoci un po' di
più, non avrebbe mai saputo dire chi l'avrebbe spuntata.
***
22 Dicembre, 07:28 PM;
« È
stato bellissimo! » esclamò Yuuichi
mentre la chiave scattava nella serratura producendo il solito clangore
metallico.
« Sì, è stata una bella partita.
» confermò Kyousuke, anche lui con l'ombra di un
sorriso sul volto.
Aprì la porta e i due entrarono dentro.
« Era da un bel po' che non giocavo » lo
informò Yuuichi. « Immagino che tu invece da
quando ti sei riappacificato con Tenma hai ripreso ad allenarti
regolarmente. »
I due si tolsero le scarpe, posarono i giubbotti e si diressero poi
verso il salotto per sedersi sfiniti sul divano.
« Beh, più o meno » rispose a quel punto
Kyousuke, lasciando andare un grosso sospiro di sollievo. Sedersi sul
divano era stata l'azione più bella di tutta la giornata:
sentiva i muscoli, in particolar modo quelli delle gambe, iniziare
finalmente a rilassarsi e la stanchezza calare via dai suoi arti
rendendolo debole.
Avevano iniziato con una semplice partita amichevole a cui subito dopo
ne erano conseguite tante altre, sempre più emozionanti e
impegnative. La prima l'avevano vinta per due punti Tenma e Yuuichi, in
quelle di seguito avevano cambiato le "squadre" e di solito chi era da
solo non trionfava mai, solo una volta Tsurugi c'è l'aveva
fatta anche se con un divario di goal sottilissimo.
« Dev'essere bello allenarsi spesso. » Yuuichi
aveva il fiatone, non aveva mai fatto tanti sforzi tutti in una
giornata prima d'ora. Non era stato più tanto contento che
l'ascensore fosse rotto quando erano tornati a casa. Tre piani a piedi
dopo delle intense partite non erano affatto uno scherzo.
« È un po' per questo che
all'università la situazione sta peggiorando »
confessò Kyousuke in un momento in cui sicuramente non era
del tutto lucido. Non si accorse subito di quel che aveva appena fatto,
ma solo quando notò che era piombato un pesante silenzio le
sue precedenti parole assunsero un peso. Forse era stato un attimo di
delirio dovuto all'adrenalina nel suo corpo che stava man mano
scemando, oppure in quel momento era convinto che accanto a
sé non ci fosse un membro della sua famiglia. Sta di fatto
che appena si rese conto di quel che aveva detto sentì
subito un grande peso sormontarlo.
Yuuichi era rimasto zitto, ma la sua espressione era mutata: il suo
sorriso era svanito con fin troppa facilità, e il suo
sguardo si era spento. Sembrava che dopo una giornata di sole le nubi
si fossero compattate coprendo la luce e preannunciando la tempesta.
« C-Cioè... » cercò di
rimediare Kyousuke, ma non aveva idea di come continuare.
Iniziò a vagare con lo sguardo per la stanza, come se
nell'aria avesse potuto trovare qualche suggerimento, poi si
voltò in direzione del fratello. Yuuichi aveva appena fatto
un respiro profondo, e teneva gli occhi incollati al pavimento.
« Lo sai, Kyousuke, me lo sono chiesto prima... »
esordì il maggiore, per poi fare una lunga ed estenuante
pausa.
C'era così tanto silenzio che Kyousuke giurava di riuscire a
udire il battito del suo cuore accelerare.
« Ti ho guardato giocare ed è stato... Fantastico,
fantastico come lo era quando eri un po' più piccolo, alle
medie.
« Quel sentimento di ammirazione che ti prende nel vedere
tanta abilità in un ragazzino e che ti fa pensare "cavolo,
ha talento, diventerà qualcuno!" » Yuuichi si
voltò verso il fratello, cercò di ottenere un
contatto visivo, ma fu il turno di Kyousuke di spostare lo sguardo sul
pavimento.
« Kyousuke, quel che voglio dire è-- »
« Lo so, Yuuichi, cosa vuoi dire » lo interruppe.
Non voleva sentire quelle parole, per nessun motivo.
Kyousuke aveva afferrato il messaggio, aveva sentito il dolore
trafiggerlo nonostante suo fratello non avesse ancora detto nulla.
Yuuichi sospirò.
« Kyousuke, non voglio insistere, non voglio intristirti, non
voglio nulla di tutto ciò, ma... Ma è lecita la
mia curiosità in merito e non posso sopprimerla: cosa ti ha
spinto ad abbandonare il calcio? E ora che hai ricominciato a
praticarlo, cos'è che ti impedisce dal renderlo non solo
più una passione, ma la tua vita? »
Ecco, lo sapeva: era come aveva immaginato. Non poteva che essere
quella la domanda che stava per porgergli suo fratello. La stessa che
più volte era venuta a bussare alla sua mente e che Kyousuke
odiava profondamente.
Rimuginarci sopra non era affatto una buona cosa.
Era vero, amava il calcio. E Tenma glielo aveva fatto riscoprire, e il
sentimento per quello sport era davvero troppo grande per ignorarlo
semplicemente, ma lui... Aveva già scelto cosa fare del suo
futuro: aveva deciso che sarebbe diventato un medico. Anche se in quel
periodo stava accantonando lo studio per il calcio, non riusciva a
convincersi che fosse perché la sua mente, il suo cuore o
chissà cos'altro volessero fargli capire che il su destino
era quello di fare il calciatore. Il reale e unico motivo per il quale
veniva attirato da quello sport era Tenma. Se non ci fosse stato il suo
ragazzo probabilmente non gliene sarebbe importato nulla –
okay, non era vero. Il calcio gli sarebbe interessato in ogni caso,
nonostante ciò non poteva prendere in considerazione quella
opzione, perché voleva dire che aveva buttato un anno della
sua vita a studiare medicina senza alcuno scopo e, soprattutto, i suoi
avevano pagato l'università e tutte le spese per mantenerlo
a Tokyo per non vedere alcun risultato. Dargli una notizia del genere,
e in più dirgli di essere omosessuale... Non riusciva
neanche a immaginare come l'avrebbero presa i suoi.
« Non lo so, Yuuichi! Maledizione, Non lo so! Pensavo che non
avrei mai più giocato a calcio... Poi è arrivato
Tenma e... E accidenti a Tenma, ora sono solo tanto confuso. Poi
studiare medicina mi piace davvero, anche se il calcio è la
mia passione. Io non so quale delle due opzioni sia giusta e quale
sbagliata. » confessò. Poggiò i gomiti
sulle gambe e per la frustrazione le sue mani scivolarono sul suo viso
fino a coprirlo del tutto. Si sentì come se fosse tornato un
adolescente.
Yuuichi si intristì ancora di più. «
Scusa. » disse, sentendosi davvero mortificato. Non era da
lui far piombare il proprio fratello in situazioni del genere; non era
da lui contribuire a intristire la gente. « Non avrei dovuto
aprire questo paragrafo... » mormorò.
« No, beh, tranquillo. Lo hai detto tu stesso, la tua
curiosità è lecita. E non sei il primo. Anche
Tenma e i suoi compagni di squadra non fanno che chiedermelo: ma
perché non giochi a calcio? Cavolo, sei pazzesco!
Perché stai buttando così il tuo talento?
« È facile a dirsi quando la cosa non ti riguarda
direttamente. È facile quando sei come Tenma e quindi sei
sempre sicuro di ogni tua scelta e determinato nel perseguirla. Per me
non è così facile. » Kyousuke si
meravigliò di quanto avesse parlato. Non era da lui mettere
più di due parole in fila o non parlare a monosillabi.
Questa era un'altra magia che possedeva Yuuichi con lui: riusciva a far
uscire tutti i suoi pensieri dalla sua bocca in ben poco tempo, mentre
normalmente, con chiunque altro, non avrebbe mai rivelato un suo stato
d'animo neanche sotto tortura o dopo un pagamento. Quel che gli girava
per la testa era suo e solo suo, gli altri non necessitavano di
saperlo. Era questo il suo stile di pensiero; poi arrivava Yuuichi e...
Puff! Rivelava tutto quello che lo tormentava in pochi secondi.
Non per niente, pensò, Yuuichi stava studiando per diventare
psicologo. Anzi, c'era da dire che pareva neanche aver bisogno di
studiare per diventarlo: tutto quello, il parlare con la gente, il
riuscire a capirla, e l'ascoltarla con attenzione gli riusciva
già perfettamente. Ce lo aveva nel sangue.
Kyousuke se ne accorse solo a quel punto, di un dettaglio che aveva
trascurato da una vita: Yuuichi era soprattutto solito ascoltare,
mentre raramente, o proprio mai, confidava agli altri i suoi pensieri.
Si teneva tutto dentro, e si appesantiva anche dei problemi degli
altri. Persino quando era in ospedale, era Kyousuke a raccontargli i
suoi pensieri e non il contrario.
« Fingeremo di non averne mai parlato, okay? »
suggerì Yuuichi. Kyousuke annuì.
***
« Ecco fatto! » esclamò Miyu non appena
ebbero finito di mettere a posto le cose di Tenma. Si voltò
verso il ragazzo con un sorriso smagliante e soddisfatto, e
ritrovò la medesima espressione su di lui.
« Com'è andata la partita? » chiese
finalmente la ragazza, chiudendo le ante dell'armadio. Si sentiva il
sottofondo della TV accesa, che la signora Mizuyaji non stava guardando
perché si era appisolata sul divano.
« Bene. Molto bene! È stato divertentissimo!
» esclamò Tenma a gran voce. La ragazza
ridacchiò.
« Mi fa piacere! Il tuo umore è molto migliorato
rispetto a 'sta mattina. » continuò Miyu,
rigirandosi una ciocca di capelli rossi fra le dita.
« Sì! Giocare a calcio mi mette sempre di
buonumore, ma stavo già bene da prima. Devo confessarti che
quando Yuuichi ha parlato del litigio passato tra me e Kyousuke, penso
che entrambi, sia io che lui, abbiamo riflettuto sull'incomprensione di
questa mattina. Infatti ci siamo guardati, e penso che questo fosse un
modo per dirci entrambi scusa! » continuò
entusiasta il castano. « Cioè... Almeno penso
» e si portò pollice e indice sul mento per i
ripensamenti che stavano per raggiungerlo.
« Sono certa che è proprio così!
» si affrettò a dire Miyu, interrompendo le sue
riflessioni prima che fosse troppo tardi. « Anche
perché Kyousuke mi sembra un tipo che chiede raramente
scusa, e quando lo fa agisce più a gesti che a parole, non
è così? » azzardò, lanciando
uno sguardo alla madre che dormiva, e riflettendo se avesse dovuto
svegliarla o lasciarla lì.
« Wow, sì! È vero Miyu-chan, sei
davvero brava a capire le persone! » Tenma non la smetteva di
urlacchiare ed entusiasmarsi per tutto, e andava avanti e indietro come
se fosse iperattivo. Miyu ridacchiò.
« Io? Nah! È il mio istinto da donna! »
asserì.
« Istinto da donna? » domandò curioso.
« Scherzo! » esclamò Miyu prima di
scoppiare a ridere. Il castano la guardò perplesso.
« Non è vero che capisco la gente, cioè
non del tutto, c'è gente più brava di me. Diciamo
che ho un buon intuito, nonostante ciò, anche se comprendo
in fretta sentimenti e stati d'animo della gente... Beh, poi non so far
nulla per aiutare le persone. » Le si imporporarono le guance
per l'imbarazzo « Non sono una grande consolatrice, per
questo... »
Tenma la interruppe « Io credo che tu sia molto brava invece
» disse. « Fino a stamattina mi hai tirato su di
morale » le ricordò.
Miyu rimase zitta per un po', guardò il pavimento e si
portò istintivamente una mano sul mento, pensierosa. Non si
aspettava una cosa del genere, non sapeva come rispondere.
Rimembrò i pensieri che si era fatta quel pomeriggio prima
di appisolarsi sul divano, e concluse con sé stessa che
l'affermazione di Tenma non era vera, ma avrebbe potuto sentirla uscire
solo dalla sua bocca a causa della grande gentilezza del castano.
« Non saprei... Ah, Tenma! Così mi lusinghi~
» Cantilenò dopo, ritrovando la sua
personalità allegra e teatrale di sempre.
« Comunque, non so tu, ma io ho sonno. Good night~
» disse la ragazza prima di sparire in corridoio per sfuggire
alla conversazione, dimenticandosi addirittura delle condizioni in cui
versava la madre.
Tenma optò anche lui per l'andare a dormire, anche
perché rimanere sveglio in salotto con la signora Mizuyaji
sul divano che sbavava non gli andava particolarmente.
Prese la strada per raggiungere la camera che gli era stata riservata,
attraversando il corridoio troppo lungo di quella che sembrava una casa
troppo grande per due persone e dopo essere entrato si buttò
immediatamente sotto le coperte.
Rabbrividì al contatto con le lenzuola fredde, ma non c'era
nessun corpo caldo che lo avrebbe abbracciato, quindi si
raggomitolò semplicemente su se stesso sperando solo che
quei due giorni passassero in fretta.
{{ blaterazioni.
}
eccomi
qua gente. ^^
non particolarmente puntuale, ma neanche troppo in ritardo rispetto
all'ultima volta.
che dire... ho deciso di dare un po' più di importanza al
personaggio di Miyu e a quanto pare la vita per Kyousuke si fa sempre
più difficile: non gli bastava il fatto di dover rivelare la
sua omosessualità a suo fratello, ora gli vengono pure i
dubbi sul suo futuro che aveva cercato di ignorare.
e in tutto questo, quello che ci rimette di più è
Tenma.
Beh, nient'altro da dire. Spero che vi sia piaciuto, in caso sarei
lieta di sentire i vostri pareri o consigli ^^ (ma tipo molto lieta,
anche se so che non accadrà AHAH)
Grazie di cuore a chi segue ancora la storia♥
Saluti,
Eeureka
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