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Autore: Eeureka    24/06/2017    2 recensioni
– [[ ĸyoυтen ; мιnι long ; ιnтroѕpeттιvo ]] [[ coмpleтa √ ]]
– [[ proвaвιle ooc ; ѕeqυel dι "тнe newѕтarт; dove rιcoмιncιare" ]]
Raggiungere l'età adulta non vuol dire trovare stabilità per l'intera vita. Ci saranno ancora dubbi, incertezze e cambiamenti. Continue esperienze dalle quali si può imparare qualcosa per crescere sempre un po' di più.
– daʟ тeѕтo: « Quindi è vero; qualcosa non va? » domandò inquieto.
« Più o meno » borbottò Kyousuke, appoggiando gli avambracci sulle cosce e ritrovandosi a tu per tu con lo sguardo del suo fidanzato. Si sentì in imbarazzo, si era promesso che non gli avrebbe lasciato vedere la sua agitazione, e credeva di essere bravo a tenere a bada i sentimenti; qualcosa doveva essere andato storto, perché in quell'istante si sentiva vulnerabile e trasparente.
« Okay, senti » esordì insicuro. Le parole si divertivano a saltellare sulla sua gola, a salire fino alla punta della lingua e a scappare indietro quando lui stava per liberarle. L'ansia era palpabile: stava condensando l'aria rendendola pesante e irrespirabile. « È una situazione... complicata. »[...]
"
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matsukaze Tenma, Nuovo personaggio, Tsurugi Kyousuke, Tsurugi Yuuichi
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Newstart'
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The Newstart: nuova vita.





22 Dicembre 04:32 PM;
La giornata era già stata abbastanza frenetica: fatta di viaggi, lunghe camminate, bagagli da trasportare, conversazioni intraprese con due rompiscatole e rimembranze di vecchi litigi. Nonostante fosse ancora pomeriggio, infatti, Kyousuke si sentiva già sfinito e si chiedeva il perché la medesima sensazione non pullulasse invece nel corpo e nella mente di Yuuichi, che era ancora attivo come non mai e pareva non aver passato gran parte della sua vita su una sedia rotelle.
Kyousuke si stava pentendo di non aver protestato all'idea del fratello di invitare Tenma a giocare a calcio con loro. Quella partita lo aveva colto impreparato, perché da quando aveva acquisito la notizia che Yuuichi sarebbe venuto a fargli visita, l'aspirante medico aveva in fretta e furia attuato un piano per rivelare al fratello la sua storia con Tenma. Si trattava di un progetto fatto di tappe da seguire obbligatoriamente, perché non c'erano piani B ed era inesistente il tempo per elaborarli.
Era così che, dopo minuti di elucubrazioni che lo riportavano sempre al punto di partenza, ci aveva rinunciato. Aveva concluso con se stesso che lo schema che si era creato nella mente non era poi così utile o rilevante dato che aveva fallito più volte. Kyousuke aveva quindi deciso di comportarsi semplicemente in modo "normale", come se lui e Tenma fossero ancora legati dall'amicizia che li accomunava alle medie.
E beh, tutto il resto sarebbe venuto da solo. Kyousuke avrebbe aspettato il momento che gli sarebbe parso più opportuno senza soffermarsi troppo sulle parole da usare prima che accadesse, ma lasciando tutto al naturale flusso del tempo e del destino.
Il risultato finale, ovvero la reazione di Yuuichi, sarebbe stata invariata a seconda dei metodi utilizzati. Dopotutto quel che gli doveva dare era una notizia a cui non si poteva venir preparati prima, era un dato di fatto che poteva essere captato o in un modo o in un altro, ma solo a seconda della persona e del suo modo di pensare. Cercare di far simpatizzare di più Yuuichi con Tenma non sarebbe stato di alcuna utilità. E Kyousuke si sentì uno stupido per essersene accorto solo in quel momento.
« Kyousuke, tutto bene? » fu riportato alla realtà. Con sguardo smarrito captò la direzione della voce che lo aveva interpellato e si voltò alla sua sinistra, dove trovò Yuuichi che lo affiancava.
« Sì, perché? » rispose, tornando poi a guardare diritto a sé la stradina contornata da palazzi che stavano percorrendo ormai da qualche minuto. Stavano camminando con la meta del campo da calcio in cui si erano dati appuntamento con Tenma. Il sole era alto nel cielo, quindi eventuali residui di neve sull'erba sintetica sarebbero già stati sciolti al loro arrivo e non avrebbero rappresentato un ostacolo.
« Sembri... Strano. Cioè, pensieroso forse. » azzardò Yuuichi.
Kyousuke sospirò, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni dentro le tasche del giubbotto. « Lo sono un po' » ammise. « Ultimamente all'università non va proprio benissimo e mi ritrovo spesso a rimuginarci sopra. » Si trattava di una mezza verità, perché lo studio rappresentava da sempre uno dei suoi principali pensieri, e in quel periodo i suoi voti erano calati davvero. Dall'altro lato, però, quelle riflessioni erano relegate in un angolino della sua mente con su scritto "ci penserò dopo". Il vero motivo della sua espressione meditabonda era tutt'altro.
« Capisco, mi spiace... Spero che venendo qui, e con questa idea della partita io non ti abbia tolto preziose ore di studio. » Yuuichi risultava profondamente dispiaciuto alla sola idea. « Se me lo avessi detto prima avrei evi-- » Kyousuke lo zittì con un gesto della mano.
« È tutto okay, non mi hai tolto ore di studio, tranquillo. E poi questa partita è importante, è da tempo che non giochiamo assieme e non voglio perdere l'occasione. » Ed era la frase più sincera che avesse detto da quando era andato a prendere Yuuichi alla stazione. Dopo l'incidente non si erano mai più allenati assieme, per ovvi motivi, ma anche quando il maggiore era guarito non ne avevano avuto l'occasione.
Yuuichi esibì un sorriso dolce e un po' malinconico, con ancora del senso di colpa annidato nello stomaco. Stava per ribattere, ma non ne ebbe il tempo.
« Tsurugi-san, Tsurugi-kun! » I due fratelli si voltarono nella direzione da cui era provenuto il richiamo. Tenma sbucò da un vicolo alla loro destra correndo verso di loro con un'espressione tipica di lui: l'entusiasmo era visibile palesemente, così come la gioia e la spensieratezza che lo avevano da sempre caratterizzato. Kyousuke non avrebbe mai detto che fino a quella mattina quel ragazzo era arrabbiato con lui; Tenma non mostrava segni di rancore per essere stato "cacciato via di casa", né per le parole fredde con cui Kyousuke gli aveva dato il buongiorno.
« Ciao Tenma! » Yuuichi gli andò incontro, anche lui con la serenità sul volto.
« Ciao. » Seguì subito dopo l'altro fratello, con voce quasi atona, ma che non fu di fastidio a nessuno in quanto sua peculiarità.
Tenma respirava a fatica, e si fermò un attimo poggiandosi le mani sulle ginocchia per riprendere fiato: era palese che si fosse fatto tutta la strada di corsa per qualche motivo sconosciuto.
« Bene! » urlò il castano per annunciare che si era riposato abbastanza. « Il campo è di là! » e riprese la sua pazza corsa, dopo aver indicato uno spiazzo in cui smettevano di esserci abitazioni.
Yuuichi scattò subito a suo seguito, Kyousuke alzò gli occhi al cielo borbottando un « Si può sapere perché urla e corre? Ma cos'è, un bambino di cinque anni? » ma si ritrovò inconsciamente a sorridere prima di dirigersi anche lui, con tutta la calma, verso il campetto.
« Primo! » schiamazzò Tenma appena mise piede sul campo, non curandosi di avere ormai ben vent'anni e non più quindici.
« Secondo! » Yuuichi stette al gioco, ridendo anche lui.
Kyousuke li guardò da fuori la rete metallica provando imbarazzo al posto loro.
« Tsurugi-kun, sei lento! » si lamentò Tenma, mentre l'interpellato percorreva il perimetro del campo da fuori, dirigendosi verso l'entrata. « Così perdiamo minuti preziosi di allenamento! » continuava ad accusarlo scherzosamente Matsukaze.
Sebbene quest'ultimo e Yuuichi stessero cercando di integrare Kyousuke e renderlo partecipe dei loro atteggiamenti infantili, l'aspirante medico sapeva già che per loro era una battaglia persa, e che mai e poi mai avrebbe abbandonato la sua faccia apatica. Tra l'altro, quando erano Tenma e Yuuichi ad agire come bambini risultavano, oltre che stupidi, incredibilmente adorabili; mentre se ci avesse provato lui, sarebbe sembrato solo un ritardato mentale.
« Eccomi » proferì, una volta che fu entrato anche lui.
« Sei in ritardo » lo canzonò Yuuichi sorridendo.
« Nah, non è vero. »
Tenma nel frattempo stava tirando fuori dal suo borsone un pallone a pentagoni bianchi e neri. Nel vederlo, gli occhi di Yuuichi si illuminarono.
« Pronti? Iniziamo? » domandò Matsukaze impaziente, raggiungendoli.
« Non abbiamo nemmeno scelto le squa-- » Tentò di ribattere Kyousuke.
« Mmh... Io e Tsurugi-san contro Tsurugi-kun che è il più forte? » Non era propriamente giusto giocare in due contro uno, ma loro non avevano altre possibilità. « Ma che- guarda che sei tu quello che aspira a diventare un giocatore famoso, non io » gli ricordò Kyousuke.
« Ah già » ridacchiò Tenma. « Ma ciò non toglie che tu sei rimasto più forte di me, per ora. Quindi le squadre così dovrebbero essere equilibrate » gli doleva ammetterlo, ma lo aveva sempre pensato che Kyousuke fosse rimasto un gradino più in alto di lui. Certo, non sarebbe stato così per sempre, il castano si sarebbe allenato duramente per superarlo, ma fin quando era così non poteva negare come stavano le cose.
« Non è vero, mi hai battuto spesso durante i nostri one-on-one* » concluse il blu, lanciandogli uno sguardo gelido. Era in preda a una crisi di nervi, perché gli pareva che Tenma volesse fare il finto modesto.
Per fortuna ci pensò Yuuichi a interrompere l'ennesima litigata della giornata. E meno male che fino a qualche ora prima avevano promesso di non discutere più per motivi stupidi.
« Ehi, ragazzi! » li richiamò il più grande, gesticolando con le mani per attirare meglio la loro attenzione. « Sentite, scusate se interrompo il vostro dibattito su chi è il più bravo, ma... Ecco, non è tanto questo il problema, ma sono io il problema. Voi due siete forti entrambi, mentre io... Beh, è un bel po' che non gioco con qualcuno, ma darò del mio meglio e spero di non ostacolarvi. » C'era del nervosismo impastato nel suo tono, e sperava di non essere scambiato per quello che voleva stare al centro dell'attenzione o roba del genere. Quel che aveva appena rivelato, dopotutto, era la cruda realtà: da quando aveva ripreso a camminare correttamente si era spesso allenato da solo, ma non si era mai confrontato con nessuno prima di quel momento. Era sicuro che fra le sue abilità e quelle degli altri due ci sarebbe stata una grossa voragine.
Kyousuke alzò gli occhi al cielo. « Non iniziare a farti complessi esistenziali » lo ammonì, repentino. Yuuichi non riuscì a trattenere un sorriso a quel tentativo di consolarlo mal riuscito da parte di Kyousuke. Non erano proprio le parole più adatte, ma se uscivano dalle labbra di suo fratello allora tutto prendeva una sfumatura diversa.
Tenma stava per intraprendere uno dei suoi discorsi d'incoraggiamento che non finivano mai, ma venne zittito da un'occhiata di ghiaccio che gli lanciò Kyousuke.
« Sì, hai ragione Kyousuke. Grazie » rispose Yuuichi, le labbra piegate in un sorriso sincero.


***

22 Dicembre, 05; 46 PM;
Tenma prima di uscire aveva lasciato la sua roba a casa Mizuyaji, dove avrebbe risieduto per qualche giorno. Miyu era alla ricerca di qualche anta di armadio o di un cassetto libero da mettere a disposizione dell'amico. Sebbene quest'ultimo avesse più volte ribadito che avrebbe lasciato tutto nel suo zaino, la ragazza non poteva evitare di trattarlo, anziché come un ospite, come un nuovo membro della famiglia che sarebbe rimasto con loro per sempre.
Anche se era insolito e il ragionamento di Tenma di non spostare i suoi vestiti aveva molto più senso, alla ragazza non dispiaceva l'idea di mettersi a chiacchierare con lui con la scusa di aiutarlo a riporre le sue cose. Anzi, non vedeva l'ora! Avrebbe saggiato i dettagli della storia che Tenma non gli aveva raccontato abbastanza minuziosamente a lavoro, e cercato di dargli qualche consiglio per migliorare il suo umore. Oppure gli avrebbe chiesto com'era andata la partita, o domandato che tipo fosse il fratello di Kyousuke.
Del resto, Matsukaze era l'unica persona che potesse considerare "vero amico", o quanto meno una delle pochissime persone disposte a parlare con lei senza che venisse guardata con odio o sospetto per via del suo piccolo lato da impicciona. Okay, sì; forse aveva un grande lato da impicciona, nonostante ciò scostava molto dall'immagine della pettegola che si era fatto di lei Tsurugi.
Tutte le storie altrui che accumulava non le utilizzava a nessuno scopo di lucro, né le andava a raccontare in giro (anche perché non avrebbe avuto a chi raccontarle).
Miyu era una ragazza sola, tutto qui. Era consapevole di risultare insopportabile agli occhi di molti, ma non poteva farne a meno. Non era in grado di approcciarsi alla gente senza dimostrare un morboso interesse per essa. E quando le raccontavano qualcosa lei era più che lieta di restare silenziosamente ad ascoltare, riuscendosi così a sentire parte della vita di qualcuno – ed era una magnifica sensazione per lei. Adorava seguire le storie degli altri, e dimenticare momentaneamente la sua, triste e malinconica che le rimbombava per la testa fin troppe volte. Riusciva a sopprimere il senso di solitudine che le era rimasto avvinghiato al petto da quando suo padre era morto.
Quando qualcuno si confidava con lei percepiva di essere quasi importante, degna di fiducia.
Anche se oramai era sempre più raro che questo accadesse, dato che veniva considerata quasi da tutti, comprese le sue vecchie amiche del liceo e i suoi compagni del corso di teatro, una semplice rompiscatole. Anzi, quell'appellativo ormai non le dava neanche più fastidio. Lo aveva accettato, la rispecchiava davvero; era quello che era, e le andava bene così. Che poteva farci?
Solo con Tenma era diverso. Lui non la guardava come se in lei si nascondesse un mostro, e non vedeva nulla di losco nel suo comportamento. Forse era perché era un ragazzo ingenuo e nutriva una fiducia cieca in chiunque, come se non avesse mai incontrato del male lungo il suo cammino.
Miyu sorrise soddisfatta, appena trovò un angolino vuoto nell'armadio del salotto. Finita la ricerca, si lasciò cadere sul divano. Da seduta passò a sdraiata su un fianco, prima di raggomitolarsi in posizione fetale. Sperava che anche Kyousuke la accettasse prima o poi, o che quanto meno non distruggesse l'amicizia che aveva instaurato con Tenma a causa dell'odio infondato che nutriva nei suoi confronti.

***

La partita stava procedendo piuttosto bene. Le due squadre si trovavano in una situazione di pareggio. Tenma si affidava più che poteva al suo fedele gioco di squadra con Yuuichi, mentre Kyousuke sembrava non trovare difficoltà alcuna nel vedersela contro loro due da solo.
Yuuichi inizialmente aveva trovato un paio di problematiche nel giocare: i suoi movimenti non erano risultati fluidi, ma piuttosto rigidi e ponderati fin troppo. Man mano però aveva iniziato a sciogliersi, soprattutto perché, nonostante l'enorme divario che c'era fra le sue capacità e quelle di suo fratello e del suo amico, non poteva che sentirsi a suo agio a giocare con quei due, che si curavano di non metterlo in ombra né lasciarlo dietro neanche per un secondo.
Yuuichi tra l'altro era il responsabile di tre dei cinque goal che il suo duo aveva accumulato fino a quel punto, quindi non si sentiva un inutile ombra o qualcosa del genere, ma anzi percepiva di star contribuendo molto bene nel perseguire la vittoria. Anche se da un altro punto di vista era conscio che il suo compagno e il suo avversario non stavano dando il loro massimo proprio perché c'era lui. Era certo che se si fosse levato di torno, lasciando giocare Tenma e Kyousuke da soli, avrebbe assistito a una partita di gran lunga più emozionante e decisamente più complessa. Sapeva che sarebbe bastato metterli l'uno di fronte all'altro per far nascere una scintilla che si sarebbe in breve tramutata in fuoco ardente.
Come stava accadendo un po' in quel momento: Kyousuke e Tenma erano uno davanti all'altro, con sguardi di sfida davano il via alla battaglia per chi si sarebbe tenuto il pallone e l'avrebbe portato fino alla rete opposta.
Yuuichi restò senza fiato, sbalordito, per via dell'aura di forza che aleggiava intorno a quei due. Nel modo in cui Kyousuke stava guardando Tenma, e in quello con cui il castano contraccambiava, c'era qualcosa di pazzesco. Non era una semplice occhiata di due avversari comuni, ma qualcosa di molto più profondo. Erano due ex compagni che si conoscevano abbastanza profondamente da sapere quale abilità e debolezze possedesse l'altro. E, proprio perché consapevoli della forza e della determinazione del rivale, erano molto più in allerta ad ogni singolo movimento o respiro, e il desiderio di vincere li incendiava così tanto che Yuuichi, a colpo d'occhio o anche riflettendoci un po' di più, non avrebbe mai saputo dire chi l'avrebbe spuntata.

***

22 Dicembre, 07:28 PM;
« È stato bellissimo! » esclamò Yuuichi mentre la chiave scattava nella serratura producendo il solito clangore metallico.
« Sì, è stata una bella partita. » confermò Kyousuke, anche lui con l'ombra di un sorriso sul volto.
Aprì la porta e i due entrarono dentro.
« Era da un bel po' che non giocavo » lo informò Yuuichi. « Immagino che tu invece da quando ti sei riappacificato con Tenma hai ripreso ad allenarti regolarmente. »
I due si tolsero le scarpe, posarono i giubbotti e si diressero poi verso il salotto per sedersi sfiniti sul divano.
« Beh, più o meno » rispose a quel punto Kyousuke, lasciando andare un grosso sospiro di sollievo. Sedersi sul divano era stata l'azione più bella di tutta la giornata: sentiva i muscoli, in particolar modo quelli delle gambe, iniziare finalmente a rilassarsi e la stanchezza calare via dai suoi arti rendendolo debole.
Avevano iniziato con una semplice partita amichevole a cui subito dopo ne erano conseguite tante altre, sempre più emozionanti e impegnative. La prima l'avevano vinta per due punti Tenma e Yuuichi, in quelle di seguito avevano cambiato le "squadre" e di solito chi era da solo non trionfava mai, solo una volta Tsurugi c'è l'aveva fatta anche se con un divario di goal sottilissimo.
« Dev'essere bello allenarsi spesso. » Yuuichi aveva il fiatone, non aveva mai fatto tanti sforzi tutti in una giornata prima d'ora. Non era stato più tanto contento che l'ascensore fosse rotto quando erano tornati a casa. Tre piani a piedi dopo delle intense partite non erano affatto uno scherzo.
« È un po' per questo che all'università la situazione sta peggiorando » confessò Kyousuke in un momento in cui sicuramente non era del tutto lucido. Non si accorse subito di quel che aveva appena fatto, ma solo quando notò che era piombato un pesante silenzio le sue precedenti parole assunsero un peso. Forse era stato un attimo di delirio dovuto all'adrenalina nel suo corpo che stava man mano scemando, oppure in quel momento era convinto che accanto a sé non ci fosse un membro della sua famiglia. Sta di fatto che appena si rese conto di quel che aveva detto sentì subito un grande peso sormontarlo.
Yuuichi era rimasto zitto, ma la sua espressione era mutata: il suo sorriso era svanito con fin troppa facilità, e il suo sguardo si era spento. Sembrava che dopo una giornata di sole le nubi si fossero compattate coprendo la luce e preannunciando la tempesta.
« C-Cioè... » cercò di rimediare Kyousuke, ma non aveva idea di come continuare. Iniziò a vagare con lo sguardo per la stanza, come se nell'aria avesse potuto trovare qualche suggerimento, poi si voltò in direzione del fratello. Yuuichi aveva appena fatto un respiro profondo, e teneva gli occhi incollati al pavimento.
« Lo sai, Kyousuke, me lo sono chiesto prima... » esordì il maggiore, per poi fare una lunga ed estenuante pausa.
C'era così tanto silenzio che Kyousuke giurava di riuscire a udire il battito del suo cuore accelerare.
« Ti ho guardato giocare ed è stato... Fantastico, fantastico come lo era quando eri un po' più piccolo, alle medie.
« Quel sentimento di ammirazione che ti prende nel vedere tanta abilità in un ragazzino e che ti fa pensare "cavolo, ha talento, diventerà qualcuno!" » Yuuichi si voltò verso il fratello, cercò di ottenere un contatto visivo, ma fu il turno di Kyousuke di spostare lo sguardo sul pavimento.
« Kyousuke, quel che voglio dire è-- »
« Lo so, Yuuichi, cosa vuoi dire » lo interruppe. Non voleva sentire quelle parole, per nessun motivo.
Kyousuke aveva afferrato il messaggio, aveva sentito il dolore trafiggerlo nonostante suo fratello non avesse ancora detto nulla.
Yuuichi sospirò.
« Kyousuke, non voglio insistere, non voglio intristirti, non voglio nulla di tutto ciò, ma... Ma è lecita la mia curiosità in merito e non posso sopprimerla: cosa ti ha spinto ad abbandonare il calcio? E ora che hai ricominciato a praticarlo, cos'è che ti impedisce dal renderlo non solo più una passione, ma la tua vita? »
Ecco, lo sapeva: era come aveva immaginato. Non poteva che essere quella la domanda che stava per porgergli suo fratello. La stessa che più volte era venuta a bussare alla sua mente e che Kyousuke odiava profondamente.
Rimuginarci sopra non era affatto una buona cosa.
Era vero, amava il calcio. E Tenma glielo aveva fatto riscoprire, e il sentimento per quello sport era davvero troppo grande per ignorarlo semplicemente, ma lui... Aveva già scelto cosa fare del suo futuro: aveva deciso che sarebbe diventato un medico. Anche se in quel periodo stava accantonando lo studio per il calcio, non riusciva a convincersi che fosse perché la sua mente, il suo cuore o chissà cos'altro volessero fargli capire che il su destino era quello di fare il calciatore. Il reale e unico motivo per il quale veniva attirato da quello sport era Tenma. Se non ci fosse stato il suo ragazzo probabilmente non gliene sarebbe importato nulla – okay, non era vero. Il calcio gli sarebbe interessato in ogni caso, nonostante ciò non poteva prendere in considerazione quella opzione, perché voleva dire che aveva buttato un anno della sua vita a studiare medicina senza alcuno scopo e, soprattutto, i suoi avevano pagato l'università e tutte le spese per mantenerlo a Tokyo per non vedere alcun risultato. Dargli una notizia del genere, e in più dirgli di essere omosessuale... Non riusciva neanche a immaginare come l'avrebbero presa i suoi.
« Non lo so, Yuuichi! Maledizione, Non lo so! Pensavo che non avrei mai più giocato a calcio... Poi è arrivato Tenma e... E accidenti a Tenma, ora sono solo tanto confuso. Poi studiare medicina mi piace davvero, anche se il calcio è la mia passione. Io non so quale delle due opzioni sia giusta e quale sbagliata. » confessò. Poggiò i gomiti sulle gambe e per la frustrazione le sue mani scivolarono sul suo viso fino a coprirlo del tutto. Si sentì come se fosse tornato un adolescente.
Yuuichi si intristì ancora di più. « Scusa. » disse, sentendosi davvero mortificato. Non era da lui far piombare il proprio fratello in situazioni del genere; non era da lui contribuire a intristire la gente. « Non avrei dovuto aprire questo paragrafo... » mormorò.
« No, beh, tranquillo. Lo hai detto tu stesso, la tua curiosità è lecita. E non sei il primo. Anche Tenma e i suoi compagni di squadra non fanno che chiedermelo: ma perché non giochi a calcio? Cavolo, sei pazzesco! Perché stai buttando così il tuo talento?
« È facile a dirsi quando la cosa non ti riguarda direttamente. È facile quando sei come Tenma e quindi sei sempre sicuro di ogni tua scelta e determinato nel perseguirla. Per me non è così facile. » Kyousuke si meravigliò di quanto avesse parlato. Non era da lui mettere più di due parole in fila o non parlare a monosillabi.
Questa era un'altra magia che possedeva Yuuichi con lui: riusciva a far uscire tutti i suoi pensieri dalla sua bocca in ben poco tempo, mentre normalmente, con chiunque altro, non avrebbe mai rivelato un suo stato d'animo neanche sotto tortura o dopo un pagamento. Quel che gli girava per la testa era suo e solo suo, gli altri non necessitavano di saperlo. Era questo il suo stile di pensiero; poi arrivava Yuuichi e... Puff! Rivelava tutto quello che lo tormentava in pochi secondi.
Non per niente, pensò, Yuuichi stava studiando per diventare psicologo. Anzi, c'era da dire che pareva neanche aver bisogno di studiare per diventarlo: tutto quello, il parlare con la gente, il riuscire a capirla, e l'ascoltarla con attenzione gli riusciva già perfettamente. Ce lo aveva nel sangue.
Kyousuke se ne accorse solo a quel punto, di un dettaglio che aveva trascurato da una vita: Yuuichi era soprattutto solito ascoltare, mentre raramente, o proprio mai, confidava agli altri i suoi pensieri. Si teneva tutto dentro, e si appesantiva anche dei problemi degli altri. Persino quando era in ospedale, era Kyousuke a raccontargli i suoi pensieri e non il contrario.
« Fingeremo di non averne mai parlato, okay? » suggerì Yuuichi. Kyousuke annuì.

***

« Ecco fatto! » esclamò Miyu non appena ebbero finito di mettere a posto le cose di Tenma. Si voltò verso il ragazzo con un sorriso smagliante e soddisfatto, e ritrovò la medesima espressione su di lui.
« Com'è andata la partita? » chiese finalmente la ragazza, chiudendo le ante dell'armadio. Si sentiva il sottofondo della TV accesa, che la signora Mizuyaji non stava guardando perché si era appisolata sul divano.
« Bene. Molto bene! È stato divertentissimo! » esclamò Tenma a gran voce. La ragazza ridacchiò.
« Mi fa piacere! Il tuo umore è molto migliorato rispetto a 'sta mattina. » continuò Miyu, rigirandosi una ciocca di capelli rossi fra le dita.
« Sì! Giocare a calcio mi mette sempre di buonumore, ma stavo già bene da prima. Devo confessarti che quando Yuuichi ha parlato del litigio passato tra me e Kyousuke, penso che entrambi, sia io che lui, abbiamo riflettuto sull'incomprensione di questa mattina. Infatti ci siamo guardati, e penso che questo fosse un modo per dirci entrambi scusa! » continuò entusiasta il castano. « Cioè... Almeno penso » e si portò pollice e indice sul mento per i ripensamenti che stavano per raggiungerlo.
« Sono certa che è proprio così! » si affrettò a dire Miyu, interrompendo le sue riflessioni prima che fosse troppo tardi. « Anche perché Kyousuke mi sembra un tipo che chiede raramente scusa, e quando lo fa agisce più a gesti che a parole, non è così? » azzardò, lanciando uno sguardo alla madre che dormiva, e riflettendo se avesse dovuto svegliarla o lasciarla lì.
« Wow, sì! È vero Miyu-chan, sei davvero brava a capire le persone! » Tenma non la smetteva di urlacchiare ed entusiasmarsi per tutto, e andava avanti e indietro come se fosse iperattivo. Miyu ridacchiò.
« Io? Nah! È il mio istinto da donna! » asserì.
« Istinto da donna? » domandò curioso.
« Scherzo! » esclamò Miyu prima di scoppiare a ridere. Il castano la guardò perplesso.
« Non è vero che capisco la gente, cioè non del tutto, c'è gente più brava di me. Diciamo che ho un buon intuito, nonostante ciò, anche se comprendo in fretta sentimenti e stati d'animo della gente... Beh, poi non so far nulla per aiutare le persone. » Le si imporporarono le guance per l'imbarazzo « Non sono una grande consolatrice, per questo... »
Tenma la interruppe « Io credo che tu sia molto brava invece » disse. « Fino a stamattina mi hai tirato su di morale » le ricordò.
Miyu rimase zitta per un po', guardò il pavimento e si portò istintivamente una mano sul mento, pensierosa. Non si aspettava una cosa del genere, non sapeva come rispondere. Rimembrò i pensieri che si era fatta quel pomeriggio prima di appisolarsi sul divano, e concluse con sé stessa che l'affermazione di Tenma non era vera, ma avrebbe potuto sentirla uscire solo dalla sua bocca a causa della grande gentilezza del castano.
« Non saprei... Ah, Tenma! Così mi lusinghi~ » Cantilenò dopo, ritrovando la sua personalità allegra e teatrale di sempre.
« Comunque, non so tu, ma io ho sonno. Good night~ » disse la ragazza prima di sparire in corridoio per sfuggire alla conversazione, dimenticandosi addirittura delle condizioni in cui versava la madre.
Tenma optò anche lui per l'andare a dormire, anche perché rimanere sveglio in salotto con la signora Mizuyaji sul divano che sbavava non gli andava particolarmente.
Prese la strada per raggiungere la camera che gli era stata riservata, attraversando il corridoio troppo lungo di quella che sembrava una casa troppo grande per due persone e dopo essere entrato si buttò immediatamente sotto le coperte.
Rabbrividì al contatto con le lenzuola fredde, ma non c'era nessun corpo caldo che lo avrebbe abbracciato, quindi si raggomitolò semplicemente su se stesso sperando solo che quei due giorni passassero in fretta.






{{ blaterazioni. }
eccomi qua gente. ^^
non particolarmente puntuale, ma neanche troppo in ritardo rispetto all'ultima volta.
che dire... ho deciso di dare un po' più di importanza al personaggio di Miyu e a quanto pare la vita per Kyousuke si fa sempre più difficile: non gli bastava il fatto di dover rivelare la sua omosessualità a suo fratello, ora gli vengono pure i dubbi sul suo futuro che aveva cercato di ignorare.
e in tutto questo, quello che ci rimette di più è Tenma.
Beh, nient'altro da dire. Spero che vi sia piaciuto, in caso sarei lieta di sentire i vostri pareri o consigli ^^ (ma tipo molto lieta, anche se so che non accadrà AHAH)
Grazie di cuore a chi segue ancora la storia♥
Saluti,
Eeureka
  
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