DISCLAIMER:
Harry Potter e
tutti i personaggi e i luoghi della saga sono di proprietà
di
J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha
alcun fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su
diritti di pubblicazione e copyright.
Cap.
9: Banchetti e rituali
I tre uscirono dalla Foresta Proibita provando sensazioni contrastanti:
da un lato, Hagrid e Lawrence erano felici di rivedere il loro amico,
ma soprattutto il primo sapeva cosa stava provando il
Magonò:
quando aveva sedici anni suo "padre" e Cassandro erano dovuti andare a
prendere lui e Fiorenzo dall'altra parte della Foresta, dove si erano
rifugiati per non farsi separare. Nereus invece era felice di tornare
ad Hogwarts, ma allo stesso tempo triste a causa della conversazione
avuta con le tre creature pochi minuti prima. A distrarlo da quei
pensieri cupi ci pensò un Terranova di 70 kg sbavante e
scodinzolante che andava sotto il nome di Thor.
"Ciao bello! Ti sono mancato, eh, bestione? Sì, lo so,
puzzo...
non mi leccare! Thor, dai!" rise Nereus sepolto sotto l'esuberante
canide.
Hagrid lo aiutò ad alzarsi e gli ordinò di
lavarsi prima
di scegliere i vestiti da mettersi: anche se c'era poco tempo, non
avrebbe mandato il suo aiutante in quello stato alla festa.
I due Guardiacaccia non avevano una vasca e nemmeno una doccia come nei
bagni super attrezzati del castello, solo una latrina esterna e un
grande lavatoio di granito sul retro della casa, in cui erano attivi un
incantesimo per evitare che l'acqua, anche se ferma, stagnasse e un
altro che attingeva automaticamente il liquido dal pozzo. Per lavarsi
dovevano insaponarsi con un sapone fatto in casa (olio di oliva, cenere
del camino e olii essenziali a seconda dell'uso, non quelle robacce
chimiche Babbane irritanti ed inquinanti) e poi versarsi addosso una
bella secchiata o due di acqua fresca per sciacquarsi. D'inverno o
quando avevano tempo andavano a fare la doccia nel bagno degli
insegnanti, ma era sempre occupato e quel giorno bisognava fare in
fretta. Lawrence decise di aiutarlo ed evocò un getto
d'acqua
calda dalla sua bacchetta; non conosceva l'incantesimo per l'aria
calda, però, dunque Nereus dovette asciugarsi i capelli
spazzolandoseli davanti al camino, dato che il sole era già
tramontato.
**********************
"Hai una vasta scelta!" ironizzò il licantropo davanti
all'armadio aperto del Magonò.
"Vuoi darmi un consiglio o no?" chiese il diciottenne sdraiato di
traverso sul suo letto come mamma lo aveva fatto, guardandolo a testa
in giù. Lawrie gli lanciò addosso un paio di
mutande, la
sua toga da mago verde oliva (quella che in un primo momento aveva
classificato come "verde spento", lavata si era dimostrata di un colore
decisamente diverso) e il suo paio di scarpe da ginnastica babbane, che
fortunatamente il ragazzo prese prima che gli arrivassero in faccia
come le altre due cose. Per dispetto lanciò il cuscino
all'altro, che lo schivò senza problemi e
commentò con un
"Oh, molto maturo da parte tua". Il Tassorosso stava cercando di non
guardarlo mentre si vestiva, ma la sua mente da quindicenne continuava
a fargli notare gli addominali scolpiti, i bicipiti forti e il
contrasto fra i ricci neri e gli occhi verdi di Nereus. Era
così
muscoloso anche prima di andare dai centauri? Non se lo ricordava, o
forse non l'aveva mai notato...
**********************
Arrivarono in Sala Grande giusto in tempo per ascoltare il discorso di
Silente in merito a quel Banchetto: nonostante cercassero di andare ai
loro posti senza concentrare troppa attenzione su di loro, chiedere ad
Hagrid di avanzare silenziosamente era come pretendere che Mrs. Purr
cominciasse improvvisamente ad abbaiare.
"Benvenuti a tutti voi, compresi i ritardatari. E' con grande piacere
che auguro un felice anno nuovo a tutti i Wiccan che oggi festeggiano
Samhain e una buona festa dei morti a chi festeggia la vigilia
di
Ognissanti" Gran parte degli allievi applaudì entusiasta:
gli
studenti neopagani erano riconoscibili dagli abiti rituali che
portavano, segno che dopo il banchetto avrebbero officiato secondo la
loro tradizione, e dal fatto che sui tavoli intorno a loro c'erano solo
i cibi tradizionali per quella festa*. "Per noi altri, che inizi il
banchetto di Halloween!"
Un migliaio di pipistrelli si staccò in volo dalle pareti e
dal
soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in bassi
stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche
più
piccole che Hagrid aveva intagliato apposta per l'occasione, lasciando
la loro polpa e gli ortaggi più grandi alla cura degli elfi
domestici. Mentre cominciava a mangiare, Nereus notò con
dispiacere che mancavano alcuni studenti all'appello: un posto vuoto a
Grifondoro e due a Tassorosso, che appartenevano a due terzi anni che
avevano fatto esplodere il loro calderone due ore prima, durante
l'ultima lezione di Pozioni della giornata, e che Severus aveva dovuto
accompagnare in Infermeria. Chiese informazioni a tutto il personale,
ma nessuno sapeva spiegargli perché Hermione Granger non
fosse
presente. Nereus pensò che probabilmente si era
addormentata.
Notò l'assenza di Raptor, ma prima che potesse chiedere sue
notizie, quest'ultimo entrò nella sala di corsa, con il
turbante
di traverso e il terrore dipinto in volto. Si avvicinò al
tavolo
principale, si accasciò davanti al professor Silente e
sussurrò (ma nella stanza silenziosa lo sentirono tutti):
"Un
troll... nei sotterranei... pensavo di doverglielo dire", per poi
svenire del tutto e cadere sul pavimento di pietra con un forte tonfo.
Tutti i bambini cominciarono ad urlare terrorizzati e ci vollero tutta
la buona volontà dei due Caposcuola e diversi petardi viola
dalla bacchetta del preside perché tutti si calmassero
abbastanza da sentire cosa dovevano fare. Nereus era subito scattato in
piedi ed era corso verso Ronald. Quando arrivò abbastanza
vicino, inorridì nel vedere che oltre ad Hermione mancava
anche
Harry.
"Ron! Ron, calmati! Mi devi dire dove sono Harry ed Hermione!"
"Nereus! Harry è uscito cinque minuti fa per andare al bagno
ed
Hermione è chiusa in bagno a piangere da due ore! Oh Nereus,
è colpa mia, l'ho insultata, mi dispiace tanto..."
"Adesso non c'è tempo! Tu segui tuo fratello e non tornare
indietro, mi hai capito? Vai!"
Il Magonò spinse il bambino in fila e corse fuori dalla Sala
Grande. Hagrid raccolse il professore e cominciò a portarlo
in Infermeria. Severus scagliò silenziosamente un
Incarcerus su Raptor, che si sarebbe sciolto appena fosse stato ben
chiuso nell'ala ospedaliera, e seguì Nereus di corsa. Aveva
notato anche lui l'assenza di Harry. Quella sera, con il permesso del
preside, dopo la cerimonia di Samhain lo avrebbe portato a visitare le
tombe dei suoi genitori, come faceva lui stesso ogni anno... e se il
ragazzo fosse stato preso dal Troll?
Dopo pochi secondi sentì delle urla provenire da destra,
verso il bagno delle ragazze al piano terra.
"Ehi, amico! Guarda di qua, io sono più buono di loro due!"
gridò Nereus attirando l'attenzione dell'essere gigantesco
lontano dai due primini. Il troll alzò la clava e corse
verso il
Magonò, che, ottenuto ciò che voleva, corse nella
direzione opposta. Severus li vide e lanciò il suo secondo
Incarcerus della serata contro il bestione, che cadde a terra gridando
indignato. Ora che il pericolo era scampato, i due corsero nel bagno,
dove una singhiozzante Hermione cercava di far uscire un tremante Harry
da sotto un lavandino sbeccato.
"Harry, ti prego, esci di lì, dobbiamo aiutare il signor
Della
Rovere, sta affrontando il troll per noi... Harry, perfavore..."
"Va tutto bene signorina Granger, il troll è inoffensivo"
"Oh!" urlò la bambina, e corse da Nereus, piangendo nelle
sue
vesti lacrime di paura. Il ragazzo la prese in braccio come avrebbe
fatto con Leandros, confortandola e passandole una mano sulla schiena.
Severus era con Harry, accovacciato sul pavimento fradicio e sporco del
bagno, tendendo una mano aperta verso il ragazzino spaventato, in
silenzio. Dopo quelle che sembrarono ore, la piccola mano di Potter
afferrò saldamente quella di Severus e il bambino si fece
trascinare fuori dal professore. Tutti videro che si era sporcato i
pantaloni, ma Piton con un incantesimo medico eliminò la
macchia
prima che arrivassero Silente e la professoressa McGranitt, che
urlò alla vista del troll nel bel mezzo del corridoio,
ancora
cosciente e ringhiante. Uno schiantesimo di Silente lo mandò
a
dormire. I due entrarono nel bagno e alla vista dei quattro e della
condizione disastrosa in cui versava il posto, il preside chiese:
"Qualcuno può dirmi cos'è successo?"
Con grande stupore di tutti, fu proprio Harry a parlare: "Stavo andando
in bagno quando ho visto questa enorme creatura entrare nel corridoio.
Mi sono rifugiato nella prima porta aperta che ho trovato ed era il
bagno delle ragazze. Hermione era qui e si stava lavando la faccia,
dunque le ho detto del troll. Lei mi ha chiesto di descriverglielo ma
in quel momento è entrato. Ci ha attaccati e noi cercavamo
di
fuggire o di nasconderci, ma lui bloccava la porta. Poi è
arrivato Nereus e l'ha attirato fuori in corridoio..."
"Sì, li stavo cercando e ho sentito le loro urla. Mentre
stavo
correndo via è arrivato Severus che l'ha legato." concluse
il
Magonò stringendo più forte un'Hermione esausta
dal
troppo piangere.
Silente sospirò e con un movimento della bacchetta
riparò, riordinò, asciugò e
pulì tutto. "Mi
sembra che voi abbiate avuto fin troppe emozioni per oggi. Che ne dite
di saltare il rituale e andare direttamente a letto?"
Hermione rispose a malapena, già addormentata con la testa
sulla
spalla sinistra di Nereus e le braccia intorno al suo collo, ma Harry
strinse forte la mano di Severus, che si abbassò di nuovo
per
capire cosa il ragazzino stesse borbottando sottovoce.
"Harry si sente abbastanza bene per fare ciò che avevamo
programmato, Albus, ma penso che andremo immediatamente"
comunicò il pozionista al preside, evocando il mantello di
Harry
e il proprio e indossandoli.
Il preside annuì e raccomandò attenzione, prima
di
lasciarli andare fino al punto di Apparizione fuori dai cancelli.
"Io riporto questa creatura fuori dal castello, in attesa del Ministero
domani. Voi andate a Grifondoro e dite che i Wiccan potranno celebrare
stasera, ci penseranno loro ad avvisare gli altri. Ci vediamo domani a
colazione, buonanotte..." disse Silente sollevando il troll e
portandolo via. Mentre se ne andava lo sentirono borbottare "Raptor mi
dovrà dare un bel po' di spiegazioni, oh sì..."
I due adulti non parlarono lungo il tragitto verso la Torre, per non
disturbare il piccolo fagotto di Nereus. Arrivati in Sala Comune tutti
si zittirono in attesa di notizie. Nereus passò Hermione
alla
McGranitt, che la portò a letto, e disse agli studenti che
il
troll era stato trovato e reso inoffensivo e che gli allievi che
festeggiavano Samhain potevano organizzarsi per fare il loro rituale
fuori nel parco.
**********************
(ATTENZIONE:
qui di seguito e fino alla fine del capitolo descriverò in
modo dettagliato un vero rituale di Samhain: chi non volesse leggere
è pregato di saltare)
Fuori c'era un grande assiepamento di studenti sussurranti, disposti in
circolo intorno ad un Cerchio composto da foglie autunnali, pigne e
altri elementi naturali che i ragazzi e le ragazze neopagane avevano
raccolto quel pomeriggio durante le loro attività
pre-rituali.
Nereus riuscì a guadagnarsi un posto in prima fila e a
vedere e
sentire tutto il procedimento.
Alcuni ragazzi stavano allestendo un grande altare con drappi neri,
arancioni e di colori autunnali con diversi strumenti appoggiati sopra:
si notavano bene un piccolo calderone, quattro candele di colori
diversi, piccole zucche intagliate, lavoretti a tema, disegni e
rappresentazioni di pipistrelli, gatti e cani, una scopa di quelle
usate per spazzare per terra, diversi tipi di erbe da una parte (il
Magonò riconobbe cardo, crisantemi, ginestre, felci, menta,
artemisia, noce moscata, salvia, rosmarino, alloro e lavanda) e alcune
pietre dall'altro lato (ossidiana, onice, corniola, opale, eliotropio e
ametista). Ognuno dei partecipanti al rituale aveva portato qualcosa:
un lavoretto, un disegno o qualcosa per decorare l'altare. Tutti loro
avevano portato foto dei cari defunti, che erano assiepate tutte
insieme davanti all'altare, sull'erba. Anche alcuni studenti non Wiccan
avevano portato qualcosa per i loro amici e gli porgevano i loro
regali, che andavano ad arricchire il grande altare. Alcune ragazze
stavano accendendo un falò al centro dei due cerchi. Quando
esso
fu acceso e scoppiettante, i Wiccan si misero in cerchio intorno ad
esso il nero e l'arancione delle loro vesti che si confondevano con il
buio e il bagliore del fuoco.
Diverse torce si accesero al di fuori del cerchio degli studenti non
Wiccan, creando così ben quattro cerchi protettivi e dando
inizio al rituale.
Uno dei bambini più piccoli prese una ciotola di sale che
tutti
loro avevano infuso di energia in precedenza e comiciò a
spargerlo in senso orario sopra le foglie e le pigne, che componevano
il secondo cerchio, rinforzandolo e dicendo "sale della Terra,
proteggici" ripetutamente. Tutti i ragazzi partecipanti al rituale lo
ripetevano con lui e anche alcuni studenti al di fuori del secondo
cerchio.
Quando lui fu tornato al suo posto, fu la volta di una bambina, che
prese l'incensiere in cui bruciava un incenso specifico dall'odore
inebriante e girò con quello sopra il sale nello stesso
verso di
prima, dicendo "Aria che soffia, proteggici". I Wiccan e le Wiccan
ripeterono la frase con lei.
Uno dei ragazzi più grandi girò nello stesso
verso con
una candela nera e arancione dicendo "Fuoco che brucia, proteggici",
copiato dai sui fratelli e sorelle e dagli studenti.
Infine una ragazza del sesto anno prese dell'acqua esnergizzata e la
spruzzò sopra il sale con le dita, dicendo "Acqua che
scorre,
proteggici". Quando tutti finirono di dire la frase e la ragazza
tornò a tenersi per mano con gli altri nel primo cerchio, il
ragazzo e la ragazza più grandi fra loro si staccarono dal
cerchio e si misero davanti all'altare. Guardando a Nord, a Est, a Sud
e ad Ovest invocarono gli elementi guardiani dei punti cardinali (Nord-
Terra, Est- Aria, Sud- Fuoco, Ovest- Acqua) sigillando così
il
secondo cerchio. Anche gli studenti si strinsero di più fra
loro
e cercarono di chiudere tutti i buchi del terzo cerchio che loro
componevano.
Venne accesa una candela argento con sopra disegnato il simbolo
stilizzato di una donna che tiene sopra la testa una luna piena e venne
invocata da tutte le ragazze la Dea Madre nel Cerchio con un inno a lei
dedicato. Quando le femmine finirono di cantare, i maschi accesero una
candela dorata con inciso un cerchio sormontato da una mezzaluna
orizzontale e invocarono nel cerchio il Dio Padre allo stesso modo. Poi
ogni corrente chiamò i propri dei specifici: la corrente
greca
Ade, Ermes, Thanatos, le tre Moire, Persefone, Ecate, la corrente
romana Plutone, Mercurio, ecc.
Quando tutte le varie correnti ebbero evocato i propri dei, tutti
insieme i partecipanti al rito invocarono gli spiriti dei defunti.
Poi finalmente uno di loro cominciò a spiegare:"Samhain
è
il sabba della morte, dell'oscurità, del riposo, degli
aspetti
oscuri delle divinità, delle divinità
dell'oltretomba e
degli spiriti degli antenati. In questa festa il velo fra i due mondi
si assottiglia e i vivi possono incontrare gli spiriti dei defunti".
Non visti, intanto, tutti i fantasmi del castello si erano messi
intorno all'altare, compreso Pix, stranamente rispettoso, ma forse solo
perché aveva il Barone Sanguinario vicino.
"Infine, è un sabba di riflessione e permette di usare
l'introspezione per analizzare dolori e angosce non ancora sopiti.
Grazie a tutti voi per essere qui con noi stasera. In queste occasioni
non esistono Case o differenze fra noi: siamo tutti figli della Grande
Madre" finì alzando lo sguardo al cielo stellato.
"Adesso cominceremo a fare le attività che di solito si
fanno in
questa festa. Chiunque di voi voglia partecipare a qualcuna di esse
è pregato di accendere la bacchetta quando vuole
intervenire,
grazie." disse una ragazza con un sorriso, rivolta agli studenti.
Tutti i neopagani presero una noce e la buttarono nel falò
esprimendo un desiderio: se alla fine del rituale, a fuoco spento, la
loro noce si fosse carbonizzata, il desiderio si sarebbe avverato.
Molti studenti parteciparono, anche Nereus, che chiese una buona Luna
Piena per Lawrence.
"Ora vi chiediamo di riflettere sui significati di vita, morte e
rinascita. Se lo desiderate potete condividere le vostre idee con noi,
ma prima di tutto dovete condividerle con voi stessi." Questa volta
pochi neopagani e due studenti espressero il loro parere, ma tutti
stavano ragionando su quelle idee.
"Adesso racconteremo il mito di Demetra e Persefone** e altri miti
sull'oltretomba. Se avete altre storie da raccontarci accendete la
bacchetta" Due o tre studenti stranieri aggiunsero i loro racconti del
loro paese d'origine a quelli raccontati dai neopagani, allungando di
qualche minuto questa già lunga parte del rituale.
Un ragazzo prese una mela dal cesto delle offerte e la
tagliò a
metà in orizzontale, mostrando a tutti una stella a cinque
punte
dentro al frutto e dicendo: "Questo è il frutto della vita,
quindi della morte". Molti ripeterono quella frase sottovoce,
riflettendo sul suo significato.
Poi, uno per uno, prima i neopagani e poi gli studenti, presero le foto
dei loro defunti e parlarono di loro a tutti i loro compagni e
insegnanti presenti, dicendo com'erano stati e cosa avevano fatto in
vita. Era una specie di secondo funerale per tutti quanti e molti
piangevano mentre prendevano un pezzo di carta a forma di mela,
scrivevano sopra il nome (o i nomi) del defunto e lo attaccavano ad un
lungo spago. Alla fine di questa estesa parte del rituale una grande
collana di mele di carta fu appesa sopra l'altare (per essere poi
spostata, nei due giorni successivi, che era ancora festa, sopra il
tavolo degli insegnanti in Sala Grande).
Alla fine tutti i neopagani e alcuni studenti legarono un nastrino ad
un albero lì vicino e tolsero quello dell'anno precendente,
se
c'era, augurandosi felicità e prosperità per
l'anno nuovo.
"Bene, grazie a tutti quelli che hanno partecipato e grazie anche a chi
non l'ha fatto, venuto qui solo per darci supporto. Adesso faremo il
banchetto rituale, quindi se volete qualche chicco di melograno e un
po' di sidro, idromele o birra, accendete la bacchetta."
Prima si servirono i Wiccan, poi passarono fra gli studenti e molti
mangiarono un po' di frutta. Nereus prese felicemente una buona
manciata di chicchi di melograno da un sorridente Lawrence in abito da
cerimonia e un sorso di buonissimo idromele. Venne lasciata una ciotola
di latte e miele come offerta e poi venne sciolto il rituale: vennero
ringraziati e congedati tutti gli Dei e i guardiani elementali dei
punti cardinali in ordine inverso a quello con cui erano stati evocati
e venne poi sciolto il secondo Cerchio passando in senso antiorario con
gli elementi in ordine inverso, ringraziandoli per il loro lavoro.
Tornando a casa quella notte, Nereus si sentiva diverso, come se fosse
più energico o consapevole, senza sapersi spiegare il
perché.
*i cibi tradizionali
sono: maiale,
castagne, noci, zucca, melograno, granoturco, patate, dolci al miele
fatti in casa, sidro, idromele, birra, tisane.
**penso che la
conosciate tutti, in caso scrivetemi in pv che ve la racconto.
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Mi dispiace, il capitolo
è
venuto troppo lungo e Severus e Harry al cimitero e la prima luna piena
di Lawrence e Nereus saranno nel capitolo 10. Spero che l'ultima parte
(per chi l'ha letta) non vi abbia annoiato, ma volevo darvi un assaggio
di come io passo gran parte delle mie nottate durante determinati
giorni dell'anno.
Ringrazio di cuore
lellaminerva che
come sempre analizza il capitolo paragrafo per paragrafo e mi da
un'opinione su tutto (e non è neppure timida: se qualcosa
non la
convince o vede qualche erroraccio me lo fa sapere!) e un grande
bentornata ad annika02 che ha recensito il capitolo 7 con grande
entusiasmo.
Ditemi cosa ne pensate,
mi raccomando!
A presto
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