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Siamo
giunte ormai all’ultimo capitolo di Turn Back Time!
Tristi?
Beh, io un pochino…. In fondo mi ha fatto compagnia per quasi due anni ;__;
In
realtà, anche se Turn Back Time termina qui, presto o tardi comparirà un
capitolo di epilogo dedicato a chi, come MystOfTheStars, vuole sapere come
faranno quei due puccini di Shoryuki e Yuui a finire sposati e con prole! XD
Se
c’è una cosa che mi piace delle Clamp, è il fatto che ci siano continui
rimandi a loro opere passate nei loro nuovi lavori. Beh, così farò anch’io!
Invito gli orfani di Turn Back Time ad attendere Forward Time, lo spin off
tutto dedicato ad Aiko, con ovviamente ampi spazi riservati a tutti i
personaggi vecchi e nuovi, e quelli vecchi in vesti nuove (Kuro-nonnino….! XD)
Spero
che questo finale non vi deluda, anzi, che possa piacervi!
Adrienne
ULTIMO
CAPITOLO, SECONDA PARTE
“Non
ti sei mai chiesto invece perché io avessi scelto Kurogane come vostro compagno
di viaggio?”.
Yuui
sollevò lo sguardo, sorpreso. Sì, se l’era chiesto spesso, trovando solo
risposte incomplete. Chinò nuovamente il capo nel rispondere.
“Non
saprei immaginarmi qualcun altro in grado di proteggere il gruppo in modo più
efficace di come ha fatto Kurogane.” mormorò. “Però c’è dell’altro,
vero? Tuttavia non riesco ad immaginarmi cosa possa essere…”.
(è il KuroFay, idiota! Sfortunatamente, qui siete etero….
N.d.Adrienne)
“Hai,
ragione. Sakura e Shaoran erano partiti completamente allo sbaraglio per questo
viaggio, come foglie tremanti al vento, col rischio di cadere chissà dove… Tu
stesso eri una foglia pronta a spostarsi là dove il vento decideva di soffiare.
Nessuno meglio di Kurogane avrebbe potuto trattenervi, e impedire che vi
perdeste”.
Era
dunque così che il mago appariva, agli occhi della gente? Una foglia al vento?
E
Kurogane sarebbe quello che avrebbe dovuto trattenerlo…? Trattenerlo dove…?
Quando
lo aveva salvato a Tokyo, il vampiro aveva realizzato che il legame che si era
instaurato tra loro era diventato
ben più profondo di quanto avrebbe voluto. Tuttavia, un altro pensiero lo aveva
trafitto: avergli salvato la vita era un dettaglio che andava contro i piani che
Fei Wong aveva realizzato. Solo a quel punto si era reso conto che Kurogane
avrebbe potuto davvero essere un ostacolo frapposto tra lui e il fratello, e con
terrore aveva rammentato il comando del suo aguzzino.
“Se
la pedina della Strega dovesse essere un ostacolo dovrai eliminarlo”.
No.
Non avrebbe mai avuto la forza di togliere la vita anche a lui, no…
“Ma,
come hai detto, in effetti ci sono state altre motivazioni che mi hanno spinto a
questa scelta. Anzitutto un favore che mi aveva chiesto Tomoyo e sul
quale ho intenzione di mantenere il riserbo” sorrise alla principessa, che
ricambiò con una risatina che lasciò vagamente basito il mago.
“E
poi… anche lui ha qualcosa che nessun’altro possiede. Parlo della sua
insensibilità verso le maledizioni.” detto questo, lanciò uno sguardo
penetrante verso Yuui.
“Insensibilità
a cosa?” mormorò il ragazzo. Tomoyo temette per un attimo che stesse per
sentirsi male. Aveva una certo colorito apparentemente
poco salutare…
“Ti
sei già reso conto che la maledizione che ti è stata inflitta può anche
rendere pazzo chi ti sta accanto per lungo tempo e chi ha con te un legame
affettivo. È ciò che accadde a tuo zio e al sovrano di Celes.” continuò la
Strega, dando segno di non notare lo shock del mago.
“Naturalmente
Sakura non poteva esser danneggiata: è la figlia favorita degli Dei. Quanto al
clone di Shaoran si tratta di un essere artificiale: se non possiede una sua
anima, non può neppure impazzire”.
“Come
se ce ne fosse bisogno. Quel clone ha comunque combinato disastri anche senza la
pazzia di un’eventuale maledizione, dopo aver
perduto la metà del cuore donatagli dallo Shaoran originale” pensò
la principessa Tomoyo, che tuttavia tenne per sé quel pensiero mentre ascoltava
il discorso di Yuuko.
“Il
rischio poteva manifestarsi solo per Kurogane, ma ciò non è accaduto. Questo
non è avvenuto perchè a Nihon la magia passa esclusivamente per linea
dinastica femminile. La madre di Kurogane era una miko molto potente, sebbene
non all’altezza di Tomoyo. E immagino tu abbia notato la particolarità
del potere della sua primogenita.”
La
Strega abbozzò un sorrisino malizioso, prima di riprendere a parlare. “A
Nihon, la magia diventa più forte col passare delle generazioni, e nel prossimo
futuro si manifesterà un’interessante evoluzione nel potere tramandato in
seno alla famiglia di Kurogane. Naturalmente Kurogane non può mettere mano su
quei poteri, essendo un uomo, tuttavia lui è l’unico “veicolo” attraverso
cui possono essere tramandati alla sua discendenza femminile. Sua madre per il
passato e sua figlia per il futuro garantiscono al caro ninja una protezione più
che invidiabile, sancita dal legame di sangue. Smetti quindi di pensare che la
tua vicinanza possa danneggiarlo: lui può fare più del bene a te di quanto tu
possa fare del male a lui!”
“Sei
davvero certa di ciò che dici, Yuuko?” chiese il mago agitato. “Davvero
Kurogane non rischierà nulla se gli resto accanto?”.
“Da
quando hai cominciato a dubitare delle mie parole? Sono pronta a giocarmi il
negozio se non è come dico! Anzi, ti dirò di più” aggiunse la strega
ridendo “Se Kurogane fosse nato donna, è assai probabile che sarebbe stato
lui la Devadasi!”.
“Ma
che mi dici delle altre persone? Kurogane, Sakura e Shaoran sono protetti, ma
gli altri no. È anche per questa ragione che non posso restare a lungo nello
stesso posto!”.
“Yuui,
ti prego di perdonare la mia impudenza” interloquì Tomoyo. “Vorrei ribadire
ciò che ha detto Yuuko poco fa. La protezione di Kurogane è data da un potere
femminile sancito dal legame di sangue”.
Yuui
la guardò con un’espressione di genuina incomprensione stampata in viso.
“Sangue-sangue-sangue”
cantilenò sfacciata Yuuko, sperando di dargli l’imbeccata. Niente, ricavò
solamente un sopracciglio inarcato del vampiro.
“Hai
forse fatto a Shoryuki qualcosa che non avresti dovuto fare?” chiese
Tomoyo con tono innocente. Altrettanto innocentemente, la principessa si
meravigliò nel constatare con quale velocità un volto poteva incendiarsi nel
più violento dei rossori. Il giovane mostrò un’espressione di cocente
vergogna al ricordo dell’unico episodio in cui le parole “sangue”,
“Shoryuki” e “QUALCOSA” erano collegati.
Rammentava
con estrema chiarezza le sensazioni che aveva provato nell’afferrare la
ragazza, trascinarla a terra e affondare il viso tra i suoi morbidi capelli
corvini e i denti nell’incavo del suo tenero collo. Ricordava il suo
profumo… e venne spiazzato all’istante dalla spaventosa idea che Yuuko e
Tomoyo avessero potuto anche solo sospettare l’orribile gesto che aveva
compiuto nei confronti della figlia della persona a lui più cara.
“Cosa…
come…!” riuscì a malapena a balbettare.
Fu
Tomoyo a rispondere. “Quando siete giunti a Nihon vidi legata a te un’aura
decisamente negativa. Ebbene, quando sei tornato con Sakura e Mokona non ne ho
scorto alcuna traccia.”.
“In
poche parole” proseguì la Strega “ti sei efficacemente avvalso dei servigi
di una Devadasi. Diciamo pure in maniera piuttosto subdola, data la tua attuale
natura di vampiro, ma non è nulla che Shoryuki non sarebbe stata disposta a
concederti di buon grado in futuro, dopotutto. Congratulazioni, sulla tua anima
non grava più alcuna maledizione”.
“Il
suo sangue… mi ha liberato?” esclamò Yuui con stupore.
“A
quanto pare sì. Ovviamente non è necessario essere un vampiro per essere
beneficiati del suo potere; sarebbe stato sufficiente che te ne fossi stato
tranquillo vicino a Kurogane, ad aspettare che Shoryuki crescesse e ti sistemasse
per bene…” Yuuko si interruppe, allusiva, prima di riprendere “ma hai
fatto tutto da solo”.
Non
era più maledetto… non era più maledetto…
Yuui
era incredulo, eppure sapeva che Yuuko aveva sempre ragione, e si fidava anche
di Tomoyo. Questa consapevolezza fece affiorare un timido sorriso sul volto del
mago, che divenne via via più ampio all’aumentare della sensazione di
farfalle svolazzanti nella pancia, come misto di speranza, felicità… e
impazienza.
“Perdonatemi…
devo andare…sì, devo andare subito!” esclamò il ragazzo in preda
all’esaltazione. Le due donne sorrisero nel vedere Yuui precipitarsi fuori
dalla stanza.
“Almeno
ha avuto il buon gusto di non urlare di gioia per i corridoi” sospirò
soddisfatta la Strega.
“A
me non scoccia affatto sentire qualche suo Hyuuuu ben piazzato!” disse
Tomoyo ridendo.
“Quel
ragazzo ne ha passate davvero tante, di tragedie. La morte del fratello, la
distruzione dei mondi che lo hanno accolto, il peso di maledizioni e la schiavitù
sotto Fei Wong Reed. Ha subito così tanta brutalità pur non avendo fatto nulla
per meritarsele. Se fosse morto a Tokyo avrebbe coronato in modo perfetto una
vita orrenda.” Disse Yuuko con una nota di dispiacere e rammarico nella voce.
“Come ho già detto, sono rimasta a guardare. Sentivo che dovevo fare qualcosa
per aiutarlo. È anche per questo che ho scelto Kurogane; non avrebbe mai
lasciato morire qualcuno che aveva deciso di proteggere. Perché pensi che gli
abbia suggerito con tanta prontezza di diventare l’unica fonte di
sostentamento di Yuui, una volta trasformato in vampiro? Se avessi legato la
vita del mago a quella di una persona che in futuro gli avrebbe fornito la
possibilità di liberarsi dalla maledizione che lo aveva colpito alla nascita,
Yuui avrebbe potuto costruirsi una vita più felice.”.
“Ma
Fei Wong Reed cercò di intralciare i tuoi progetti sterminando la famiglia di
Kurogane” proseguì Tomoyo. “Se fosse riuscito ad uccidere Kurogane quando
era ancora bambino, oppure a farlo impazzire, non avrebbe mai potuto proteggere
Yuui, né Sakura, né Shaoran.”.
Yuuko
annuì. Due bambini che avevano visto morire la propria famiglia avrebbero
trovato l’uno nell’altro una balsamo per la propria solitudine, e dalla
reciproca empatia e amicizia si sarebbe formata una nuova famiglia in grado di
prosperare per le generazioni a venire. Avrebbero ricostruito con le proprie
mani ciò che era stato strappato loro con crudeltà.
“Quale
miglior indennizzo avrei potuto offrire a quei
ragazzi, che in fondo ho sfruttato anch’io per i miei scopi?” chiese con
triste dolcezza la Strega.
“Ma
posso sapere come voleva realizzare il suo piano Fei Wong Reed? Non esiste una
magia capace di far tornare in vita i morti!”.
“Per
ottenere ciò che voleva ha cercato di rubare il potere più raro e pericoloso
che sia mai stato concesso a pochi esseri umani. Al momento, l’unica persona
vivente in possesso di quel potere è la principessa di Clow. Parlo del potere
di attraversare le Dimensioni Temporali”.
“Di
viaggiare nel tempo insomma.”.
“Sì,
proprio così. Pensaci, Tomoyo. Se una morte non è avvenuta per cause naturali,
tornare indietro nel tempo assicura la possibilità di rimuovere le cause che
hanno portato a tale morte. In fondo è ciò che ha fatto Yuui senza saperlo.
Facendo arrestare Kyle, aveva rimosso l’esistenza dell’assassino di Shoryuki.
Anche Maeve ha fatto la stessa cosa, seppur più consapevolmente, uccidendo
l’assassino di Aiko prima che avvenisse l’omicidio. Tuttavia in Sakura
questo potere è ancora latente, e per svegliarlo Fei Wang ha dovuto usare le
maniere forti. La dispersione delle piume della memoria nelle diverse Dimensioni
e il viaggio per recuperarle ha rafforzato il potere della principessa di
viaggiare autonomamente per le Dimensioni stesse. Mi riferisco sia alle
Dimensioni Temporali che a quelle Spaziali.”.
“Però
Fei Wang Reed non riuscirà a mettere le mani su quel potere. I ragazzi glielo
impediranno, vero? Alla fine, è questo il fine ultimo del loro viaggio.”
“No,
infatti. Non otterrà quel potere perché, quando si svilupperà, Sakura lo
cederà a me, come pagamento per il suo desiderio di salvare i cuoi compagni
nell’ultima battaglia”.
“Yuuko,
ottenere il potere di Sakura chan era anche un tuo obiettivo?”.
“Certo
che lo è. Ma non per le stesse ragioni di Fei Wong Reed. Se Sakura avesse
tenuto quel potere, nel futuro sarebbe morto con lei, quando la malattia causata
dal mancato recupero di una sua piuma l’avrebbe consumata. Allora anche Nihon
sarebbe stata annientata, poiché quella stessa piuma avrebbe fatto scivolare in
un sonno mortale tutti voi, e Aiko non avrebbe avuto lo strumento per tornare
indietro nel tempo e mettere le cose a posto. Ad ogni modo, la principessa non
desidera che venga sparso sangue innocente a causa del suo potere, per questo
riterrà opportuno lasciare in custodia tale potere al mio negozio, un luogo
sicuro, fino al giorno in cui una cliente che avrà il dovere di
riceverlo non si presenterà a Watanuki, il mio erede”.
“Aiko!”
.
“Proprio
lei”.
Sul
volto di Tomoyo comparve tuttavia un improvviso sguardo preoccupato.
“Ma
Yuuko… se Kurogane non può subire gli effetti delle maledizioni altrui perché
Aiko, che è figlia di una Devadasi, stava per morire proprio per una
maledizione?”.
“Può
esistere solo una Devadasi nella stessa generazione. E dopo Shoryuki sarà Ayumi
ad ereditare quel potere”.
“Nemmeno
Kurogane ha quel potere, ma il vincolo di sangue l’ha comunque protetto”.
“Anche
Kurogane può essere maledetto, perché non può respingere attivamente le
maledizioni come potrebbe fare una Devadasi, ma la sua protezione gli impedisce
di essere ferito da altre persone maledette. Ma per Aiko la questione è
diversa. Il sangue di Aiko è senza dubbio legato a quello della famiglia di
Kurogane, così come lo è quello di Ayumi. Tuttavia l’anima di Aiko
non può beneficiare totalmente di quella protezione, a differenza dell’anima
della sorella.”
Il
volto della Strega si fece impassibile e distante. “Non è un caso se da Yuui
e Shoryuki verranno alla luce proprio due gemelle, e che una delle due avrà una
vita più difficile dell’altra”.
“Yuuko,
devo preoccuparmi?” chiese la principessa, timorosa per quelle parole che
suonavano vagamente minacciose.
“No,
affatto. Aiko è una ragazza forte, saprà come comportarsi quando le difficoltà
busseranno alla sua porta. Ad ogni modo, i suoi problemi dovrà gestirseli da
sola.”.
Il
tono della Strega lasciò intendere a Tomoyo che non avrebbe aggiunto altro
sull’argomento.
“Per
quanto riguarda i problemi di Maeve, invece?”
“È
tutto a posto” la tranquillizzò Yuuko, tornando seria. “Grazie al prezzo
che mi hai pagato, ho forzato Maeve a tornare nel suo tempo prima che
commettesse gesti avventati contro se stessa. Nascerà e vivrà come se nulla
fosse successo, e quando incontrerà Aiko non
si riconosceranno. Ho provveduto a modificare la percezione di Maeve in coloro
che erano presenti nel giardino oggi. Dovessero incontrarla nel futuro, nessuno
la potrà riconoscere, né collegare agli eventi successi oggi. La stessa cosa
varrà per te, Tomoyo, e ovviamente, anche per Maeve.”.
“Tuttavia
avevi detto che il mio potere non sarebbe stato sufficiente a cancellare la
colpa di Maeve. Lei o Aiko pagheranno un prezzo terribile per il crimine
commesso.”.
“Non
avrei salvato la vita a nessuna delle due ragazze se non avessi avuto la
certezza che non avrebbero avuto l’anima dannata”.
“Dunque
sono entrambe salve?”.
“Ho
parlato col giudice Yue, quello di questo presente, naturalmente, e gli ho
esposto la situazione come si presenterà nel futuro. Non ho fatto nomi,
ovviamente, l’ho fatta passare per puro amor di conversazione.”.
“Cosa
ti ha detto?”.
“Il
giudice non ha ravvisato alcun desiderio personale da parte di Maeve. Solo il
desiderio personale fa scattare la condanna.” La strega sorrise
dolcemente mentre proseguiva col suo racconto. “Se il vero desiderio di Maeve
fosse stato riavere la sua ragazza sarebbe stata sicuramente condannata…
Tuttavia Maeve ama davvero Aiko, e non si sarebbe mai sognata di violare le sue
ultime volontà. Lei appartiene ad Avalon: un giuramento è sacro. Se ha fatto
quello che ha fatto è stato per Ayumi, non per Aiko. Maeve e Ayumi si sono
sempre mal sopportate, in parte dovuta alla gelosia che aveva portato entrambe a
contendersi Aiko, in parte per le loro divergenze caratteriali. Ayumi si sarebbe
dannata l’anima pur di salvare la sorella, ma non era al corrente delle sue
ultime volontà né del destino che tocca al colpevole di un reato tanto grave.
Per quanto disprezzasse Ayumi, Maeve non avrebbe mai permesso qualcosa che
avrebbe di sicuro addolorato Aiko”.
“Dunque
l’essersi accollata la condanna che sarebbe spettata ad Ayumi commettendo il
reato al posto suo l’avrebbe salvata dalla condanna stessa?”.
“Esattamente.
Non c’era premeditazione nell’atto compiuto da Maeve. Aveva agito
d’istinto. Se ci fu un crimine, era preterintenzionale, e di sicuro non è una
condizione sufficiente per subire la dannazione dell’anima. Ma Maeve era
talmente convinta di essere una criminale da non essersi nemmeno resa conto di
aver commesso il gesto più altruistico che un essere umano è in grado di
compiere: rischiare tutto per qualcuno che significa ben poco per te.”.
“L’importante
è che né Aiko, né Ayumi né Maeve abbiano avuto da questa situazione delle
conseguenze negative” commentò la principessa. Non era sicura di aver capito
proprio tutto (e come avrebbe potuto, stavano parlando di fatti che non la
riguardavano e che, tra l’altro, dovevano ancora
accadere) ma aveva comunque compreso il discorso a grandi linee.
“Stai
tranquilla Tomoyo. È così.”.
“Quanto
al favore che mi hai fatto…” replicò divertita la principessa, cambiando
argomento.
“Mi
hai permesso di usare Kurogane come mia pedina a parte che riuscissi a metterlo
in riga come si deve” la Strega sfoggiò un sorriso complice “ Allora, che
te ne pare del risultato?”.
“Non
potevi fare un lavoro migliore, Yuuko.” Replicò la principessa, ricambiando
il sorriso. “Ero così preoccupata per lui. Kurogane era così ossessionato
dalla volontà di diventare il più forte che era ormai sul punto di perdere la
sua umanità. In quelle condizioni, come avrebbe mai potuto mantenere la
promessa fatta al padre prima di morire? Ma ora è davvero maturato. Per la
prima volta ho potuto vederlo dare la priorità a proteggere chi ama, anziché a
distruggere chi odia.”chiuse gli occhi e annuì soddisfatta “Sono sicura che
sarà un padre meraviglioso.”.
***
Kurogane
percorreva a passi lenti il lungo corridoio che collegava la stanza del
guaritore del palazzo reale a quelle assegnate ai suoi compagni di viaggio. Il
guaritore aveva dichiarato che la febbre del ragazzo era ormai sparita
completamente, cosa che lo stesso Shaoran aveva affermato con energia davanti a
Sakura, quando quest’ultima gli
aveva chiesto come si sentiva.
La
manjuu aveva detto di non avvertire più alcuna traccia di ondulazione, segno
che le piume presenti in quel mondo erano state recuperate. Questo significava
una cosa sola: la partenza da Nihon era ormai imminente.
Lasciare
di nuovo la sua casa gli creava una certa malinconia, ma era anche ansioso di
riprendere il viaggio. Era deciso a continuare ad aiutare la principessa a
recuperare la sua memoria, ma soprattutto non aveva certo rinunciato all’idea
di spezzare braccia e gambe e infine il collo a Fei Wong Reed.
Proseguì
per il corridoio, senza una vera meta. Avrebbe potuto approfittare del momento
di quiete per riposare nella sua stanza prima di raggiungere Tomoyo e congedarsi
da lei come si deve. Tuttavia si accorse solo a metà strada che non stava
andando affatto verso la sua stanza, bensì verso quella del mago. Sbuffò
appena, emettendo un lieve suono più simile ad un grugnito. Non era solito
cadere in certi automatismi, e quasi non riusciva a credere di pensare a Yuui
persino senza averne consapevolezza.
Non
aveva mai esitato quando si trattava del mago.
Quando aveva qualcosa da dire, o da fare, per il suo bene, il ninja non
si tirava indietro, nemmeno davanti all’espressione triste e arrabbiata che
l’altro gli riservava. Quel giorno tuttavia lo aveva visto piuttosto sconvolto
e stanco, sebbene Tomoyo lo avesse tranquillizzato con parole che non gli erano
state del tutto chiare, ma che avevano contribuito a placare parte della sua
ansia. Aveva quindi deciso di lasciarlo riposare per le ore successive, ma la
voglia di vederlo, di parlargli, era evidentemente più forte.
Ancora
non era stato messo al corrente di ciò che era accaduto al mago, alla
principessa e alla polpetta bianca nei giorni precedenti, e di questo doveva
ringraziare Tomoyo, che aveva praticamente sequestrato Sakura e Mokona per farsi
raccontare tutto. Avrebbe potuto assistere anche lui, eppure non si sentiva in
grado di reggere ad un tè tra principesse, e preferì aspettare un momento più…
beh, neutro, se proprio non virile.
I
pensieri del ninja furono turbati dal rumore di passi veloci e da un richiamo
familiare che mai si sarebbe aspettato in quel momento.
“HYUUUU
KUROSAMAAAA ♥ !!!”.
Kurogane
fu quasi spaventato da ciò che vide. Il mago gli stava correndo incontro con le
mani strette al suo yukata per sollevarlo di alcuni centimetri, e permettergli
così di fare falcate ancor più ampie. Lo sbigottimento fu totale quando Yuui
gli saltò addosso, con gambe e braccia ben salde, tipo cucciolo di koala
attaccato alla madre.
Un
ninja dev’essere pronto a qualsiasi situazione, anche la più imprevedibile, e
reagire di conseguenza. Tuttavia l’udire direttamente nel proprio orecchio
destro la risata cristallina e vedere la felicità nel volto del mago indusse
Kurogane a mandare momentaneamente
in ferie il suo essere ninja-pronto-a-tutto, e si sbilanciò, finendo col sedere
a terra.
“Ma
che diavolo ti prende adesso?!” . Era più forte di lui. Non aveva avuto
intenzione di reagire in modo aggressivo all’azione del mago. Non riusciva a
capire, ma non poteva nemmeno negare che la cosa non lo rendesse felice come non
era stato mai. Non voleva nemmeno credere che potesse esserci sotto qualche
fregatura. Il sorriso del mago era davvero sincero.
Certo,
avrebbe preferito evitare tali manifestazioni di affetto – almeno in pubblico.
Ma anziché lamentarsi a gran voce della situazione e scrollarsi di dosso il
mago, preferì lasciar perdere; l’importante, dopotutto, era che nessuno
assistesse alla scena. O meglio, l’importante era che il mago fosse felice,
quindi poteva fargli quello che voleva.
Dal
canto suo, Yuui cominciò a piangere; ma le sue erano lacrime di gioia.
“Grazie Kurosama…grazie grazie grazie”
sussurrò con un tremito dettato dall’emozione. Solo in quel momento si
era reso conto che il ninja lo aveva salvato in tutti i modi in cui una persona
poteva essere salvata. Gli aveva davvero ridato la vita. Non un mero
proseguimento della sua esistenza, ma vera
vita, con la possibilità di viverla con speranza… e amore. Aveva perso un
fratello, ma per la prima volta, sentiva che quel vuoto era stato colmato. Senza
nulla togliere a Fay, che sarebbe rimasto per sempre nel suo cuore e nei suoi
pensieri, Yuui si era reso conto di aver davvero trovato un nuovo fratello, a
cui sarebbe stato libero di essergli grato per l’eternità.
Yuzuki
Kokubunji* avrebbe dovuto esser felice del passaggio di grado nella
“gerarchia” dei domestici del palazzo reale. Assegnare e dirigere i compiti
delle cameriere era sicuramente un salto di qualità, sia per la minor fatica
fisica che il ruolo richiedeva, sia per l’aumento del suo stipendio. Felice lo
era davvero, per carità. Tuttavia aveva preso coscienza troppo presto di quante
responsabilità era stata caricata, soprattutto da quando, tra i suoi
sottoposti, figuravano delle giovani con la testa perennamente tra le nuvole
come Kobato e Miyuki.
Aveva
assegnato alle ragazze un lavoro piuttosto rapido, ma non vedendole tornare, fu
costretta ad andarle a cercare e riportare in lavanderia. Le trovò ferme dietro
un angolo di un corridoio, con la pila di teli da bagno ancora in mano.
“Insomma,
si può sapere che cosa aspettate a portare quei teli nelle stanze dei nostri
ospiti?” chiese la donna col dolce sguardo corrugato in una espressione
perplessa, notando come le ragazze sembrassero titubanti all’idea di avanzare.
“SSSSHHHH
potrebbero sentirti!” esclamarono le due con voce bassa e cospiratoria. Subito
preferirono tornare sui loro passi, raggiungendo rapidamente il loro capo e
sorpassandola.
“Miyuki
chan…. Hai visto anche tu quello che ho visto io?” chiese la ragazzina più
giovane con le guance leggermente rosate.
“Sì,
sì, non me lo sono immaginata!” rispose concitata la bionda.
“E
pensi anche tu quello che penso io?” chiese
di nuovo l’altra con tono più eccitato.
“Certo
che sì!” cinguettò l’altra.
“Ma
si può sapere che vi prende?” chiese la rossa raggiungendole.
“Hai
presente il ninja preferito della principessa Tomoyo?”.
“Quell’omone
grande e grosso che fa tanta paura a Miyuki?”.
“Sì,
proprio lui” rispose la procace ragazza, reprimendo un brivido. “Un ragazzo
biondo gli si è appena avvinghiato contro, e il ninja non lo ha fatto a
pezzi!”.
“E
questo che dovrebbe significare?” chiese un tantino seccata Yuzuki.
“Beh,
significa che…..” solo quando si furono ben bene rifugiate nella lavanderia
esclamarono all’unisono, lanciando un pugno in aria in segno di gioia:
“SIGNIFICA CHE IL FANSERVICE E’ ARRIVATO ANCHE A NIHON FINALMENTE!!!” e
subito iniziarono a ridacchiare in modo un po’ scemo.
Yuzuki
non si prese neppure la briga di replicare. Prese le lenzuola dalle mani delle
ragazze e lasciò con un profondo sospiro la stanza, decisa a svolgere il
compito che le due ragazze non erano ancora in grado di assolvere a causa della
ridarella. *
***
L’indomani
il sole brillava alto nel cielo, e la brezza fresca portata dal temporale
terminato solo da poche ore mitigava il calore intenso dei suoi raggi luminosi.
Le gocce d’acqua sulle foglie delle piante brillavano come piccole gemme, alle
quali variopinte farfalle si avvicinavano timidamente.
Tomoyo
osservava pensierosa il giardino. Quello che, per anni, era stato un rifugio per
i membri della Famiglia Imperiale in cerca di ispirazione o raccoglimento, era
diventato negli ultimi giorni il teatro di eventi importanti per il mondo di
Nihon e, soprattutto, per le persone che la principessa amava.
Spostò
nuovamente lo sguardo verso il suo interlocutore.
Vestito
con la consueta armatura e il mantello nero, il copricapo rosso calato sulla
fronte, Kurogane era due passi dietro la sua hime, in silenzio; le aveva appena
giurato che sarebbe tornato senza dubbio a Nihon.
Tomoyo
gli rivolse un dolcissimo sorriso. Certo che Kurogane sarebbe tornato. Lo aveva
Visto.
Le
visioni confuse delle ultime settimane, le aveva spiegato Yuuko, erano state la
conseguenza dei viaggi temporali in corso, che avevano contribuito a modificare
il futuro. Solo dopo che i viaggiatori temporali erano tornati nelle rispettive
epoche d’appartenenza il potere della hime era tornato alla normalità. Un
potere che aveva ceduto prontamente alla Strega, come pagamento per la
possibilità di intervenire sulle azioni di Maeve.
“Ci
conto, Kurogane. Senza di te, qui al castello, è tutto molto noioso.”. Era
una frase leggera e vagamente canzonatoria, ma celava una promessa. Al suo
ritorno, Kurogane avrebbe ritrovato la sua vita quotidiana fatta soprattutto di
frecciatine e battute da parte della principessa. Il ninja l’aveva intuito, ma
la cosa non l’aveva infastidito. Tutt’altro.
Tomoyo
continuò a parlare.
“Tempo
fa ti dissi che mi dispiaceva averti mandato via da Nihon (nel capitolo 3,
N.d.Adrienne) ma che non avevo avuto altra scelta. Adesso però ti osservo e
non vedo più il ragazzo irascibile e violento di un tempo, ma un uomo forte.
Non sento più alcun peso sul cuore perché… vedo che nemmeno tu ne hai più
nel tuo. Aspetterò il tuo ritorno perché non voglio rinunciare alla tua
presenza e alla tua amicizia.”.
Kurogane
sbatté appena le palpebre, sorpreso. Non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto
tortura, ma le parole di Tomoyo lo avevano toccato. Sebbene per il ninja la
principessa fosse la persona più importante tra tutti i membri della Famiglia
Imperiale, era onorato di sentire che anche per Tomoyo il loro rapporto andava
oltre quello fatto di lealtà e obbedienza di uno shinobi nei confronti della
sua signora.
Kurogane
non disse nulla, ma chinò appena la testa, con fare solenne, a suggellare la
sua promessa di tornare e a confermare ciò che aveva detto la sua hime.
C’era
del vero nelle parole di Tomoyo. Le ferite del suo cuore non bruciavano più
come un tempo. Certo, facevano ancora male, ma qualcuno aveva provveduto
a metterci un balsamo rilassante e rinvigorente allo stesso tempo.
Spostò
lo sguardo verso quel qualcuno: il mago stava parlando serenamente con
Amaterasu, poco distante da Kurogane e Tomoyo, ed era in compagnia di Sakura,
Shaoran (ormai completamente ristabilito) e la polpetta bianca.
In
ninja non aveva la più pallida idea della causa del cambiamento del mago, né
del perché lo avesse così calorosamente ringraziato il giorno precedente. In
realtà, di conoscerne la ragione gli importava ben poco. Per lui contava di più
il risultato.
I
loro guai non erano finiti. Non solo dovevano recuperare ancora chissà quante
piume della memoria della principessa, ma un giorno avrebbe affrontato Fei Wong
Reed per vendicare la morte dei suoi genitori e le sofferenze provocate al mago
e ai ragazzini. Allora, e soltanto allora, sarebbe tornato a Nihon.
Era
tuttavia molto meno pesante affrontare il fardello dei dolori e delle battaglie
quando si poteva trovare il sostegno di una famiglia. Apparentemente, il
concetto di forza andava bellamente in malora, ma Kurogane si trovò
sorprendentemente a pensare che non gliene poteva fregare di meno. Forse, chissà,
la vera forza consisteva proprio in quello: essere il sostegno delle persone che
ami, e trarre nuova energia proprio dalle stesse persone.
Tomoyo
si avvicinò al gruppo, seguita da Kurogane.
“Vi
auguro di concludere felicemente il vostro viaggio”.
“Tomoyo
chan, grazie per tutto ciò che avete fatto per noi” disse con fervore Sakura.
“Ma
io non ho fatto proprio nulla”.
“Questo
non è vero, e tu lo sai” ribattè dolcemente la principessa di Clow. Non era
cieca: aveva notato il clima sereno (assai migliore di quello presente
all’inizio del viaggio) che regnava tra “mamma” e “papà”, e sapeva
quanto sarebbe stata una figura importante per Shoryuki. Sakura non dubitava che
Tomoyo aveva aiutato le persone che amava ad essere felici.
Le
ali di Mokona esplosero improvvise dal suo piccolo corpo, e sotto i piedi del
gruppo di viaggiatori apparve il cerchio magico della Strega delle Dimensioni.
“Grazie”
disse Shaoran per accomiatarsi, mentre le ali cominciavano ad avvolgerlo
assieme ai suoi compagni.
“Spero
che riuscirete a salvare con le vostre mani ciò che vi sta a cuore**” rispose
con un sorriso fiducioso la hime.
Le
ali di Mokona avevano ormai avvolto completamente i ragazzi. Qualche attimo
ancora, e una nuova Dimensione li avrebbe accolti.
“Kurorin?”
Il
ninja si voltò verso la voce del mago, accanto a lui.
“Quella
promessa che mi facesti qualche settimana fa… beh, ecco, direi che pretendere
una cosa del genere da te sia stata la peggior idiozia che abbia mai fatto
quindi… dimenticala, ok?” mormorò titubante e con lo sguardo basso,
evidentemente imbarazzato, ma con voce chiara.
“Tsk…
non l’avrei mantenuta comunque, una promessa così dannatamente pazza”.
A
quelle parole, Yuui alzò la testa.
“Questo
lo so già” rispose con un ampio sorriso.
Il
mago aveva passato tutta la vita a desiderare la morte come liberazione, che la
condizione in cui si trovava in quel momento gli risultava irreale e magnifica.
Si sentiva leggero, incredibilmente leggero. Certo che voleva vivere: c’erano
un sacco di cose che voleva vedere. Ora che sapeva che il ninja avrebbe avuto
due bambini, voleva assolutamente vederli. Awww, vedere Kuropapi in azione con i
suoi veri pargoli ©!
Come poteva lasciarsi sfuggire un’occasione simile? Senza contare il fatto
che, un giorno, avrebbe rivisto lei… giusto per essere sicuro che la
fanciulla vivrà davvero felice, eh!
“Anch’io”
ribatté Kurogane con un inusuale sorrisino sibillino. Era vero: non avrebbe
potuto ucciderlo nemmeno se Yuui si fosse inginocchiato ai suoi piedi in lacrime
e l’avesse implorato***.
Nuova pagina 1
“Se
dovesse trovare quella cosa che lo potrà rendere felice allora non avrete
bisogno di un mio intervento perché Yuui sarebbe in grado di acchiapparla,
quella felicità. E se non dovesse farlo, sarà
sicuramente quel qualcosa ad acchiappare lui… Fidati delle mie parole,
Kurogane: dai tempo al tempo e vedrai che tutto si sistemerà per il meglio”.
Alla
fine si era verificato ciò che la Strega gli aveva promesso.
Essere venuto a conoscenza dell’esistenza di Aiko
aveva donato un senso di leggerezza al ninja, e ancor più le parole che il mago
gli aveva appena rivolto. E adesso che sapeva che il mago avrebbe avuto due
bambine, era più che intenzionato a vederle, soprattutto la marmocchia dal
caratterino bellicoso… chissà da chi l’aveva presa, un’indole così...
Senza
contare che si chiedeva che razza di donna avrebbe potuto sposare un idiota come
quello…
Ancora
un momento, e i corpi dei quattro svanirono nel nulla. Un attimo ancora, e
l’ultimo bagliore di magia era scomparso davanti agli occhi di Amaterasu e
Tomoyo.
FINE!!!
;____;
Un
grazie di ©
a tutti i lettori che hanno avuto la pazienza di leggere questa mia opera fino
alla fine, e un grazie ancora più
grande a coloro che mi hanno donato un commento, buono o critico che fosse.
Un
super ringraziamento con grabbata va a MystOfTheStars per il suo sempre ottimo
ed entusiasta lavoro di beta reader. Se questa fanfiction è leggibile, lo si
deve soprattutto a lei! XD
ULTIME
NOTE FINALI:
Ragazze…
andando avanti con la storia, mi sono resa conto di aver fatto delle sviste
“imperdonabili”:
1-
Sakura in questa fanfiction ha l’indole diversa da quella che avrebbe dovuto
avere. Dopo i fatti di Tokyo era sicura di sé, più fredda, e così doveva
restare nella prima parte di ff, prima di sparire nel futuro. Qui sembra essere
sempre la Sakura pre-Tokyo, tutta zucchero e affetto per Shaoran.
2-
Avevo pianificato di ridare entrambi gli occhi in un’ipotetica fine di Tsubasa.
Yuui tecnicamente avrebbe dovuto quindi avere entrambi gli occhi anche nella
visione della Shoryuki bambina, sennò non avrebbe potuto morire per un semplice
taglio alla gola. Potrei però pararmi il sedere e dire che la lama magica ha un
effetto letale anche sul sangue di vampiro…
3-
Ho fatto un errore temporale nel capitolo precedente: Avalon in cui è capitata
Maeve è contemporanea alla nascita imminente di Shoryuki, non di Aiko. Messa
così, sembrerebbe che Maeve sia coetanea della madre di Aiko….
…
mi perdonate queste sviste, sì? XD
*
LOL! XD
Mi
spiace, è stato più forte di me! MWAWAWAH! Che posso dire, l’idea delle
fangirls di Nihon è nata da un commento che MystOfTheStars mi fece mesi fa: “Continuo
a pensare che questa storia sia una KuroFay travestita... e ciò mi induce a
pensare che :
o il KuroFay è talmente ovunque da esserci anche nelle
fiction NON KuroFay
o
io vedo il KuroFay anche dove non c'è e questo mi porta a riflettere su cose a
cui non voglio pensare... tipo, e se il KuroFay non esiste!? O___o”
beh,
mi ha fatto venir voglia di prendere in giro il “vedo e non vedo”
nelle shounen ai soft (e infatti TBT è piuttosto farcito di riferimenti
al Kurofay). ^_^
*Yuzuki
è la sorella di Minoru in Chobits
**
la frase è la stessa che Tomoyo, con sguardo serio, rivolge a Shaoran alla
partenza da Nihon nel manga, ma ovviamente è riferito al salvataggio di Sakura,
rapita da Kyle per conto di Fei Wong Reed. Tuttavia l’ho trovata appropriata
anche per il commiato in questa fanfiction, ecco perché l’ho usata.
***cosa
che è successo davvero nel capitolo 6 ^_^
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