Avventure di un'autrice

di Giulia_Dragon
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Studiare un nemico
 
Mi svegliai che il sole era scomparso oltre l'orizzonte. Avevo ancora nella mente le parole di Marik, non riuscivo a credere che fossi davvero rimasta incinta del faraone cinquemila anni fa, ma non era quello che mi preoccupava.
Conoscevo molto bene gli obiettivi del mio carceriere e, se davvero il mio destino era proteggere
Yami dovevo prima anticipare Marik.
 
Sapevo che possedeva il Drago Alato di Ra, la più potente delle divinità egizie. Forse soltanto le altre due divinità potevano reggere il confronto e il faraone, per ora, ne aveva soltanto una.
 
Non vi era traccia del mio carceriere nè di guardie.
 
Come mai si sentiva così sicuro? Pensava che non avrei provato a scappare dopo le rivelazioni che mi aveva fatto?
 
Oppure aveva in mente  un piano più ampio del quale io ero soltanto una parte?
 
Non era il momento di farmi domande esistenziali accidenti!
Dovevo evadere.
 
Mi guardai intorno. La stanza era spoglia, unica eccezione per il letto e una cassapanca. Dall'altra parte della camera c'era una porta finestra.
 
Mi avvicinai rendendomi conto che era aperta. Ero sempre più confusa.
 
-Non hai speranze di fuga.
 
Quella voce mi fece venire i brividi. Marik!
 
Non mi ero accorta che fosse entrato.
 
-Da dove sei arrivato?

-Dalla porta mia cara.
 
Digrignai i denti, lo avevo sottovalutato e non potevo più permettermelo!
 
-In passato eri una guerriera davvero straordinaria. Vorrei vedere se te la cavi ancora.
 
Cos'era, una sfida?
 
-Mi stai sfidando?
 
-Ovvio. Dimostrami che sei ancora una combattente provetta.
 
Lo odiavo. In quel momento lo odiavo. Nella mia vita attuale non avevo mai brandito una spada o imbracciato un'arco, Marik stava cercando di depistarmi.
 
-Accetto la sfida allora.
 
Mi morsi il labbro subito dopo, era un'occasione e dovevo coglierla al volo.
 
Marik non era stupido, mi avrebbe controllata e io avrei sfruttato al massimo quest'occasione per studiare lui.
Per carpire informazioni che non avrei mai potuto avere gurdando il cartone.
 
Una parte di lui era buona, probabilmente quella che mi aveva parlato il giorno prima. La seconda era malvagia.
 
Il problema era capire chi dei due avevo di fronte prima di agire e dovevo comprenderlo in fretta perchè il mio tempo stava per scadere.
 




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