25.
Alain (e non solo)
Parigi, 20 maggio 1787
Madame,
Non
ho parole per esprimere il mio dispiacere per il fatto che io non fossi
ad
accogliere il Vostro servitore quando questi è giunto presso
la nostra umile
dimora. Tuttavia, auspico che la nostra vicina, che l’ha
udito bussare al
nostro uscio, e lo ha accolto al posto mio, abbia usato nei suoi
confronti
tutta la cordialità che si deve al più gradito
dei visitatori; perciò confido
nel fatto che il Vostro emissario abbia trovato ristoro e dignitosa
accoglienza.
Madame
Louise, donna di gran cuore, quasi una seconda Madre per me e mio
fratello, al
mio rientro a casa mi ha riferito le parole del messaggero e io posso
solo
sperare nella Vostra infinita gentilezza e bontà di cuore,
perché la Vostra
intenzione di prendermi a servizio non sia mutata a causa della mia
assenza.
Farò
in modo di trovarmi all’indirizzo indicatomi, nella dimora di
rue *** domani
stesso appena dopo l’alba e, se non sarà troppo
tardi per accogliere la Vostra
proposta, sarò onorata di servirVi con assoluta dedizione, impegno e tutta la mia
gratitudine.
Vi
ringrazio infinitamente, per la Vostra generosità
Diane
de Soisson
Non
ho potuto sottrarmi alle insistenze di mia sorella Diane e ho infine
ceduto, prestandomi
a scrivere quanto sopra sotto dettatura e con il suo stretto controllo.
Tuttavia,
sarebbe un vero peccato lasciare inutilizzato tutto questo bel foglio
(che ho sottratto
al nostro attuale comandante) perché, così come
le parole, nemmeno la carta va
sprecata (ho l’impressione che sul fatto che le parole non
vadano sprecate
qualcuno avrebbe bisogno davvero di riflettere a lungo; peraltro,
qualcuno che
Voi frequentate apparentemente con grande gradimento e trasporto). A
riprova di
questo, noto come una serata in presenza mia e del mio commilitone, con
la
possibilità di discutere e scambiare opinioni, non abbia
sortito gli effetti che
ha avuto invece il nostro intervento in occasione dei disordini alla
Caserma di
***. Siamo gente del popolo, la maggior parte di noi non conosce la
scrittura
né sarebbe in grado di leggere i testi delle grandi menti
illuminate con i
quali voi vi dilettate a trascorrere il tempo combattendo il tedio, ma
abbiamo
un grande senso del Dovere e della Giustizia, così come
sappiamo essere pieni
di dignità nel nostro essere soldati.
Nell’intervenire, eravamo mossi dalla
volontà di essere uomini corretti, così come lo
è stato chi ci ha comandato in
passato e ci ha insegnato il nostro valore di uomini del popolo, fieri
di
esserlo. Poche, pochissime parole, ma forti, vibranti di una
nobiltà d’animo
che va oltre il blasone di sangue che si acquista con la nascita, come
per uno
scherzo del destino, ma che si può perdere insieme agli
averi, quasi che il
denaro potesse fluire dalle tasche, portando con sé il
sangue.
Avete
ascoltato il racconto di quanto accaduto e per voi si
è trattato di un
episodio tale da colpirvi profondamente; per noi non è stato
che un intervento fra
i tanti che ci impegnano quotidianamente per le vie di Parigi. Siamo
uomini
forti; nessuno dei miei compagni è rimasto gravemente
ferito… e in ogni
caso ce la caveremo, come abbiamo sempre fatto; a
proposito… non vi
scomodate a inviarci altri ciarlatani, perché già
ne abbiamo abbastanza di
quello che talvolta (ben di rado, a dire il vero) sopportiamo in
caserma. Già
una volta, in passato, avemmo a che fare con il medico della famiglia
Jarjayes … e l’occasione
portò non poco disordine in caserma.
Voi
non mi dovete nulla, né a me, né ai miei
commilitoni. Più che altro, dovete
qualcosa a voi stessa: il concedervi di guardarci con occhi diversi,
così come,
forse, state già iniziando a fare.
Devo
rendervi giustizia: forse avete veramente ascoltato le parole del
Comandante, i
suoi racconti ma non solo, e se davvero il vostro animo è
turbato quanto leggo
nella vostra missiva, allora ancor di più siete in debito
con voi stessa.
D’altra
parte siete la sorella del Comandante: non è possibile che
siate davvero così
diverse l’una dall’altra. Forse allora
André non aveva torto … e avete
diritto ad una possibilità.
Non
posso che
ringraziarvi per la promozione a Sergente: forse non siete a conoscenza
del
fatto che impedimenti legati ai quarti di nobiltà mi
precludono qualsivoglia
avanzamento di grado, a prescindere da quale possa mai essere il mio
valore come
soldato; tuttavia … la prenderò come un
complimento.
Lo spazio è davvero
terminato. Alain
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Angolo
delle autrici.
Carissime
lettrici (ed eventuali lettori), con immenso piacere salutiamo e
ringraziamo la
nuova guest star del carteggio delle sorelle Jarjayes! Stavolta
è arrivata la
viva voce di Alain, che per l’occasione abbiamo affidato a
*zan zan zan* mgrandier!
Consapevoli di essere in una
botte di ferro e di vino bòno, ve la regaliamo come lei
l’ha regalata a noi!
Alla
prossima missiva,
Pamina71
& VeronicaFranco
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