Capitolo 8: Fate Letali
Capitolo 8: Fate letali
Erano passati diversi giorni da quando i Tapu avevano avuto il loro
incontro. Da quel momento, ognuno era impegnato nella propria missione
cercando di non farsi scoprire da eventuali nemici. Tapu Lele che tra i
quattro era quella più indaffarata con la sua missione; infatti,
essa si recò in una parte della regione di Shinkiro facendo
attenzione a non essere scoperta. Dopo qualche ora di viaggio, aveva
raggiunto la sua destinazione: una cascata alta diversi metri dove a
una prima occhiata non c’era niente di strano. Ma Tapu Lele
riuscì ad attraversare la cascata come se niente fosse, merito
anche dei suoi poteri psichici il quale le fecero aprire un varco in
mezzo all’acqua che cadeva ad una velocità molto alta.
Quando attraverso la cascata il passaggio mostro quella che era una
sorta di grotta molto alta, da dove non si riusciva ad intravedere il
fondo. Tuttavia, il Pokémon Nume Locale dopo aver percorso circa
500 metri, arrivò sul fondo della grotta, dove ad attenderla
c’era un Pokémon dall’aria piuttosto amichevole, il
quale riusciva a rimanere in aria, grazie alla sua coda simile ad una
tavola da surf.
“Salve, Tapu Lele!” – disse il Pokémon.
“Salve, anche a lei mia cara!” – rispose il
Pokémon Nume Locale – “Come si sente oggi?”
“Bene, grazie! Come mai si trova qui? Oggi, non doveva venirmi a trovare. E fosse successo qualcosa!?”
“No, tutto bene. Ho solo avuto un incontro con i miei fratelli, tutto qua!”
“E di cosa avete parlato?”
Il Tapu era molto turbata, anche perché se parlava della
riunione avuta qualche giorno prima, non poteva sapere quali erano gli
effetti; ma dopo un po’ decise di parlarne: “Sai, mio
fratello Tapu Lele ha ricevuto la visita da parte di alcuni membri
della gilda di Decidueye!”
“La gilda di Decidueye? Non è quella della città di
Dream Town” – si domandò il Pokémon –
“E cosa volevano da tuo fratello?”
“Cercavano informazioni su quello che è successo al Villaggio Pika!”
Dopo aver sentito quel nome, era l’altro Pokémon a
rimanere in silenzio per qualche istante, poi disse:
“Dimmi… tra quei Pokémon, c’era qualcuno di
particolare?”
“Sì! Anche se Tapu Koko non è sicuro al 100%, in
quel gruppo c’era un Pikachu e, lui pensa che possa essere il
figlio del capo del Villaggio!”
“Co…Co…Cosa!? Nei sei sicura?”
“Sì, ne sono sicura Raichu! E c’è di
più! Pare che abbia con se un cerchio Z donatogli da mio
fratello!”
A quelle parole, Raichu non sapeva se dire qualcosa o restare in
silenzio ad ascoltare Tapu Lele, ma fu il Pokémon Nume Locale a
parlare per primo: “Allora… vuoi raccontarmi quello che
è successo?”
“Sì, è giusto che tu sappia! Vedi, 3 mesi fa il
nostro villaggio era in festa per l’incoronazione di mio
figlio!”
“Era il periodo successivo alla prova, dico bene?”
“Già, ed eravamo tutti molto felici. Sai, padroneggiare
una mossa Z in una sola settimana non è cosa da tutti; solo in
pochi sono riusciti a farcela.”
“OK, e cosa accadde dopo?” – domandò Tapu Lele.
“Il giorno della cerimonia, Pikachu si presentò
all’altare dove eravamo io e mio marito e, tutto sembrò
volgere per il meglio.”
“Ma poi ci fu l’attacco!”
“Dal nulla, sbucarono fuori dei Pokémon mai visti prima,
il quale ci attaccarono cogliendoci di sorpresa. Erano molto superiori
rispetto a noi e in breve ci sconfissero uno ad uno!”
“E tu... cosa avevi fatto?”
“Io, mio marito e Pikachu, cercammo di scappare più in
fretta ma gli assalitori ci raggiunsero in pochi istanti; così,
decidemmo di lottare con loro e di far guadagnare tempo a nostro figlio
per mettersi a riparo!”
“Fammi indovinare… si rifiutò perché voleva combattere con voi?”
“Sì! Voleva combattere, ma mio marito lo convisse a
scappare, dicendogli: “Ascolta, figlio mio! Un giorno noi tre ci
rincontreremo e, quando questo accadrà torneremo ad essere
quello che eravamo: una famiglia felice!”; furono queste le sue
parole che infusero coraggio a nostro figlio e lui se ne andò
piangendo dalla disperazione.”
“Ora è tutto chiaro! Ma, cosa successe nel combattimento?”
“Purtroppo i nostri avversari erano superiori di numero e, in
poco tempo ci fecero abbastanza danni. Ma, mentre stavano per sferrare
l’attacco decisivo, con un cenno d’intesa tra me e mio
marito mi teletrasportai in tempo, lasciando che lui si
sacrificò nel nome del Villaggio Pika.”
“Capisco… Tapu Koko mi aveva accennato a questo,
però non riuscivo a crederci all’inizio. Mi devo scusare
con te, se non ti avevo riconosciuto durante il nostro primo
incontro!”
“Non ti devi scusare!” – disse Raichu –
“Quando sono finita in questo posto ero ferita, senza nessuno che
mi soccorresse e stavo per svenire… ma all’improvviso vidi
una figura rosa molto sbiadita, fluttuare verso di me, solo dopo che mi
portasti qui ti riconobbi.”
All’improvviso, il dialogo tra le due venne interrotto da un
rumore molto forte, il quale venne percepito dal Pokémon Topo:
“Hai sentito anche tu?” – domandò Raichu a
Tapu Lele.
“Sì, ho sentito una cosa! Ma non so se… ehi, aspetta un attimo!”
Raichu si diresse a tutta velocità verso il rumore lasciando il
Pokémon Nume Locale sbalordito, che per poco non la perse di
vista.
“Anf…Anf… Si può… sapere… cosa ti è preso?”
“Mio figlio… è molto vicino!”
In tanto, sempre in quella mattinata a Dream Town, Pikachu si era
appena svegliato, pronto per affrontare un’altra missione.
“Buongiorno a tutti!” – disse Pikachu.
“Buongiorno, Pikachu!” – rispose Litten –
“Non vedo Popplio con te. È forse successo qualcosa tra
voi due?”
“Non è successo niente! Popplio è andata da sua
madre ad esercitarsi nell’utilizzo della mossa Z e io gli ho
detto che andava bene!”
“Già! Quando ci avete raccontato quello che è
successo Ieri, non riuscivamo a crederci. Adesso siete solo voi due a
saper utilizzare una mossa Z; chissà se ci riusciremo anche
noi!”
“A questo non saprei come rispondervi. Ma sono sicuro di una
cosa: un giorno anche voi saprete utilizzare una mossa Z e quando
arriverà sarete soddisfatti!”
“Ti ringrazio, Pikachu!” – disse Rockruff – “Ma per oggi, come intendi fare?”
“Nessun problema! Se ci sarà bisogno di me e Popplio per qualche missione, andrò a chiamarla!”
“Infatti… ho bisogno di voi due proprio adesso!”
All’improvviso, il capitano Decidueye comparì di fronte alle sue reclute sorprendendoli tutti, Pikachu compreso.
“Woh… ca-ca-capitano; ma le sembra questo il modo di
comparire di fronte a noi?” – domandò il
Pokémon Topo.
“Cosa ci posso fare… dopo tutto è la mia specialità!”
“O-OK! Comunque… stava dicendo che c’era una missione per me e Popplio, giusto?”
“Esattamente! Hai presente Air Town, la città dove siete
stati Ieri? A nord c’è un luogo chiamato Valle dei Draghi;
lì un gruppo di Pokémon di tipo Folletto sta recando
problemi e, voglio che risolviate il problema.
“Sì, signore!”
Così, Pikachu lasciò la gilda e si recò a casa
della sua compagna di squadra, pronto per andare ancora una volta in
missione.
L’abitazione si trovava vicino all’incrocio che portava
alla gilda ed era abbastanza grande rispetto alle case della zona. Una
volta giunto vicino alla porta d’ingresso il Pokémon Topo
poté udire un rumore molto forte provenire dal retro della casa,
il quale era piuttosto famigliare per il nostro amico. Quando raggiunse
il retro vide Popplio con sua madre, impegnata ad esercitarsi con
Idrovortice Abissale, la mossa Z di tipo Acqua. Restò ad
osservare con molta attenzione anche perché non voleva
disturbare l’amica durante il suo allenamento.
“OK, Popplio!” – disse Primarina – “Prova un’ultima volta!”
“D’accordo, mamma!” – rispose il Pokémon Otaria.
Popplio allora fece come quando Pikachu utilizza la sua mossa Z, ma
rispetto a lui muove le zampe anteriori in modo da sembrare delle onde
del mare e, dopo essersi caricata di energia esclamò:
“IDROVORTICE ABISSALE!”, così generò un gran
vortice d’acqua, il quale si scagliò contro il bersaglio
posto a 50 metri da dove il Pokémon Otaria stava. In un attimo,
il bersaglio venne avvolto da questo vortice e finì per
sbriciolarsi in piccoli frammenti.
“Ottimo lavoro, figlia mia! Continua così, e la mossa Z non avrà più segreti per te!”
“Grazie mamma!”
“Incredibile…” – disse Pikachu rimasto ad
osservare tutto il tempo – “Sapevo che ti stavi
allenando… ma non immaginavo che ti eri già
migliorata!”
“Pi-Pi-Pikachu! Da quanto tempo eri qui?” – domandò Popplio sorpresa nel vedere l’amico.
“Veramente sono arrivato da poco. Scusami, se non ti ho chiamato!” – rispose il Pokémon Topo.
“Non ti devi scusare!” – disse Primarina –
“Sei qui perché tu e Popplio avete una missione?”
“Sì, signora! Dobbiamo andare nella Valle dei Draghi per un’emergenza!”
“La Valle dei Draghi, dici!? Ci sono stata qualche volta e, i suoi abitanti sono molto gentili!”
“OK, lo terrò a mente. Forza Popplio, andiamo!”
“Arrivo subito! Allora io vado mamma, a stasera!”
“OK, Popplio! A stasera!”
E fu così, che il team Thunder Pop partì alla volta della
Valle dei Draghi pronto a svolgere ancora una volta il loro compito.
Il viaggio fu diviso in due parti: nella prima parte, i due visitarono
brevemente Air Town salutati dal sindaco Charizard e da sua figlia
Charmander, il quale gli indicarono la strada per arrivare alla Valle
dei Draghi dove Charizard era molto conosciuto. Tuttavia, la seconda
parte fu molto più ostica della precedente: tra i Pokémon
che abitarono quelle zone e le varie trappole disseminate lungo il
cammino, alla fine riuscirono a raggiungere la loro destinazione: la
Valle dei Draghi. Essi trovarono un paesaggio molto diverso rispetto a
Dream Town: la Valle era percorsa da un fiume che divideva in due la
città e, le poche casette poste vicine al fiume facevano da
contorno ad un paesaggio tra i più verdi della regione di
Shinkiro.
“Incredibile!” – esclamò Pikachu –
“Non immaginavo che esistessero luoghi di questo genere.”
“Hai ragione!” – rispose Popplio – “Devi
sapere una cosa: all’inizio gli abitanti di questo posto non
erano amichevoli.”
“Davvero!? E come mai?”
“Le varie frazioni in cui era divisa la Valle, entrarono quasi
sempre in lotta per il predominio del territorio e, nessuno aveva
intenzioni di cedere. Fino a quando…”
“Fino a quando?”
“All’improvviso, dal nulla comparì un drago di
colore verde come lo smeraldo; esso, grazie ad un suo potente ruggito
fece cessare tutte le varie lotte, dopodiché ordinò agli
abitanti di unirsi in un unico posto e vivere in pace e armonia con la
natura. Per questo motivo, questo posto si chiama Valle dei
Draghi!”
“Un racconto davvero incredibile. Ma questo drago disse come si chiamava?”
“Pare la gente lo chiami “colui che domina i cieli furiosi”, ma nessuno sa il suo nome preciso.”
“D’accordo! Comunque siamo arrivati!”
In effetti, i due mentre parlarono non si resero conto di quanto il
tempo fosse passato, che erano arrivati all’ingresso della Valle
prima del previsto.
Una volta varcato l’ingresso, i due si trovarono di fronte ad una
strana situazione; sembrava tutto tranquillo quasi come se non ci fosse
nessuno. I Pokémon stavano svolgendo le loro funzioni e, niente
sembrava turbarli. Ad un tratto, però un Pokémon molto
piccolo di colore blu con il petto bianco gli si avvicinò a loro
con molto timore, forse non era abituato a vedere dei Pokémon
non del suo stesso tipo.
“Ehm… salve! Siete voi… il team Thunder Pop?” – disse il Pokémon.
“Salve piccolo! Io sono Popplio e questo qui è il mio
compagno Pikachu. Sì, siamo noi il team Thunder Pop!”
“Meno male… che siete arrivati. Io… iniziavo a preoccuparmi.”
“Ma adesso siamo qui! Senti, come ti chiami piccolo?”
“Mi chiamo Dratini e, sono stato a chiedere il vostro aiuto.”
“Tu ci hai chiamato!?” – disse Pikachu –
“Scusami, ma dove sarebbe l’emergenza? Qui non trovo niente
di strano.”
“Se volete seguirmi, vi indicherò quale è il problema!”
Pikachu e Popplio si guardarono per un istante, mentre il
Pokémon Drago li accompagnava nel luogo dove c’era il
problema da risolvere.
“Siamo arrivati!” – disse Dratini.
All’improvviso sentirono uno strano rumore provenire da distanza
ravvicinata e, i tre si nascosero in un cespuglio quando comparì
un gruppo di Pokémon guidati da un altro Pokémon
più grande di loro.
“mmm…. Dimmi Dratini, sono loro quelli che creano problemi?” – disse Pikachu in sottovoce.
“Sì, sono loro!” – rispose Dratini.
Ad un certo punto, il pokémon più grande iniziò a
parlare agli altri: “Bene ragazzi! Siete pronti a spaventare uno
di quei piccoli draghi fastidiosi?”
“Sì, grande Granbull! – rispose uno di loro.
“Bene, muoviamoci!”
“Pikachu, quegli si stanno muovendo. Cosa facciamo adesso?” – domandò Popplio.
“Dobbiamo fermarli! Non possiamo lascargli arrivare alla
Valle!” – rispose il Pokémon Topo –
“Dratini, tu resta qui e non fare rumore è chiaro?”
“D’accordo!”
Così, i due amici uscirono dal loro nascondiglio e, si misero
davanti alla banda di Granbull il quale fu sorpreso nel vederli.
“Dannazione!” – gridò Granbull – “E voi chi diavolo siete?”
“Noi siamo il team Thunder Pop e, vi impediremo di compiere le vostre malefatte!”
“Pensi davvero di spaventarci! Ascoltami bene: o voi mocciosi ci
lasciate andare con le buone o saremo costretti a farvi molto
ma…”; dal nulla, Pikachu fece partire un Codacciaio che
colpì il Pokémon Fata di sorpresa.
“EHI! Questo non è corretto; forza Snubull all’attacco!”
Gli Snubull attaccarono i due Pokémon con Gelodenti e
Fulmindenti, ma i nostri due amici schivarono senza difficoltà;
tuttavia, i Snubull non si arresero e in poco tempo, anche grazie al
loro capo riuscirono a chiudergli in un angolo senza possibilità
di scappare. Così, i due Pokémon cercarono di lanciare i
loro attacchi venendo bloccati dalle mosse dei loro avversari, il quale
gli impedirono di trovare una soluzione.
“Anf… anf… sono degli ossi duri non
c’è che dire!” – disse Pikachu affaticato per
il combattimento.
“Hai ragione, ma non possiamo arrenderci!”
“Bene ragazzi, adesso lasciate a me il compito di finirli!”
Tutti i Snubull si levarono di mezzo e, il loro capo si preparò
a colpire con un attacco Morso molto potente: “Prendi questo,
piccolo topo insignificante!”
“Pikachu, stai attento!”; Popplio si mise in mezzo e la
mossa scaraventò il Pokémon nel fiume sottostante al
ponte dove erano situati.
“Così impara la tua amichetta ad intromettersi!”
Il Pokémon Fata caricò un altro attacco, ma Pikachu era
infuriato col Pokémon: “Tu! Come hai osato farle del male.
Adesso te ne pentirai!”
Pikachu si preparò a sferrare la sua mossa Z tra lo stupore dei
presenti: “Beccati questo: GICASCARICA FOLGORANTE!”;
l’attacco lanciato dal Pokémon Topo fu potente, ma al
dissolversi della nuvola di polvere scaturita dalla mossa, vide il
Pokémon Fata ancora in piedi, nonostante i danni ricevuti
fossero abbastanza.
“Devo dire che la tua mossa Z non era male, ma come vedi sono
ancora di fronte a te.” – disse Granbull – “Hai
un ultimo desiderio da esprimere?”
“Certo che c’è l’ho! Fatti un buon bagno!”
“Eh, ma cosa…!”; all’improvviso, Popplio salto
fuori dal fiume e lanciò il suo IDROVORTICE ABBISALE, il quale
colpì i Pokémon in pieno e mandandoli tutti KO.
“Ma come… avete fatto a colpirci?”
“Semplice: quando ci avete chiuso nel ponte, già sapevamo il piano in mente!”
“Quindi… quando la tua amichetta si è buttata…”
“Esatto! Faceva parte del nostro piano. Adesso andatevene altrimenti…”
“Giuro che ve la faremo pagare. Non finisce qui!”; in
breve, Granbull e i suoi scagnozzi se ne andarono via di fretta e,
Dratini poté uscire dal cespuglio.
“Vi ringrazio tanto!” – disse Dratini con aria felice
– “Penso che non torneranno qui per un po’ di
tempo!”
“Non devi ringraziarci!” – rispose Pikachu – “Abbiamo fatto il nostro dovere!”
“Posso dirvelo? Siete davvero la coppia più meravigliosa di questo mondo.”
“Da-Davvero!?” – disse Popplio arrosendo.
“Penso sia ora di tornare a casa e fare rapporto al capitano!”
I tre si diressero in direzione della Valle, non accorgendosi di essere
osservati da distanza: “Allora… adesso ne sei
convinta?”
“Sì! Quello… è mio figlio!”
Note dell’autore: Finisce un altro capitolo di questa storia.
Raichu, il quale pensava che suo figlio era scomparso, ora si è
ricreduta: ma come finirà questa vicenda? E i due si
ricongiungeranno? Chissà cosa riserveràò il
destino per il nostro eroe; il viaggio continua…
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