Precisazione: Robert ha
due anni circa, mentre sua sorella Joanna ha sei mesi. Non sono brava
in matematica e sono diventata matta per far quadrare i tempi della mia
storia con quelli originali della serie tv, però penso di
esserci riuscita.
Per il nuovo re del Nord non era cambiato nulla, ma sua madre dubitava
che i lord e le lady del Nord lo considerassero il loro re, siccome era
pur sempre un bastardo e stava crescendo in mezzo ai leoni. Senza
contare che sua madre ora era una Lannister, sebbene lei avrebbe fatto
a meno di sposare Tyrion se non fosse stato l’unico modo di
salvare suo figlio, anche se Tyrion era un buon marito e trattava
entrambi i suoi figli con grande gentilezza. Non si sarebbe sorpresa se
alla fine Robert lo avrebbe chiamato
“papà”, anche se non era il suo padre
biologico e temeva che Cersei e Tywin non avrebbero gradito molto.
Mancavano pochi giorni al matrimonio tra Margaery Tyrell e Joffrey
Baratheon e molti degli ospiti erano giunti per le nozze. Tra loro
c’era anche il principe Oberyn Martell e la sua amante
Ellaria Sand. Mancava solamente una cerimonia di nozze a quei due per
potersi definire sposati a tutti gli effetti, però lei era
una bastarda e quindi non poteva sposarsi. Tuttavia a loro sembrava non
importare, non avevano bisogno di un rito religioso per stare insieme a
tutti gli effetti.
Cersei Lannister aveva mandato Emily a controllare se la coppia si
trovasse bene e le stanze fossero di loro gradimento. La giovane non
sapeva come mai avesse deciso di spedire lei. Forse, visti i trascorsi
tra la sua famiglia e quella dei Martell e i preparativi per il
matrimonio da ultimare, aveva preferito mandare lei.
In ogni caso, la rossa avrebbe preferito passare del tempo con Sansa
piuttosto che andare da quei due, tuttavia non aveva altra scelta.
Camminò per i corridoi come un’anima in pena.
Quando arrivò davanti alla porta della camera da letto di
Oberyn ed Ellaria, bussò alla porta e sul suo viso apparve
il più bel sorriso finto che potesse ottenere. Pochi secondi
dopo la porta si aprì, mostrando una giovane e affascinante
donna dai lunghi capelli scuri e mossi, che la fissava allibita con i
suoi occhi neri. La sua pelle era di colore olivastro. Il suo vestito
era di colore arancione e le arrivava fino ai piedi, dove portava dei
sandali di cuoio marrone. Le spalline del vestito erano quasi
inesistenti e gran parte delle braccia, della pancia e del seno era
lasciata scoperta.
« Scusate, ma voi chi siete? » chiese interrogativa
la donna.
« Sono lady Alicia Lannister, la moglie di lord Tyrion, il
Primo Cavaliere del Re. » rispose, cercando di non
manifestare il grande disagio che stava provando in quel momento.
Ellaria rimase un attimo in silenzio e poi sul suo volto apparve un
sorriso caloroso.
« Ah, giusto. Entrate pure. » la invitò
la donna, spostandosi per lasciarla passare. Alicia si
sistemò una ciocca dietro all'orecchio ed entrò
nella stanza. Questa non appariva tanto diversa dalla sua, sebbene
fosse di dimensioni minori. Oberyn Martell si trovava davanti alla
grande finestra presente nella parete e la guardava curioso.
« Oberyn, ti presento lady Alicia Lannister. »
spiegò la donna, avvicinandosi all'uomo e sistemandosi alla
sua destra.
« Ho sentito parlare di voi: la bastarda che è
diventata una principessa! Anche se immagino sarebbe, forse,
più opportuno dire lady. » osservò
sorridendo anche il bruno. La Vipera Rossa era un uomo di circa
cinquant'anni, sebbene Alicia non sapesse la sua età esatta.
L'uomo aveva capelli neri, mossi, con un evidente picco della vedova,
che secondo le voci avevano ereditato tutte le sue figlie. I suoi occhi
erano di colore nero e la pelle olivastra. Non sembrava un uomo
particolarmente affascinante, però si diceva in giro che
fosse un amante passionale, sebbene di questo alla rossa non importava.
« Non sono una principessa, anche se ormai la regina Cersei
mi ha dato il suo stesso titolo di regina madre. »
spiegò, sperando di non averlo confuso.
« Sì, ho sentito dire che secondo i Lannister
vostro figlio è il legittimo re del Nord. »
osservò il principe, prima di avvicinarsi al tavolo presente
nella stanza per prendere una brocca piena di chissà cosa e
rovesciarne un po’ del contenuto, che si rivelò
essere del vino, dentro a un calice d’argento. Con sua grande
sorpresa glielo allungò. Esitò prima di prenderlo
a causa della sorpresa e sul volto di lui apparve un sorriso divertito.
« Giuro che non l’ho avvelenato. »
affermò, trattenendo a stento una risata divertita.
« Lo spero. » ribadì, cercando di
prenderla anche lei sul ridere.
« Ellaria, per favore, puoi andare da lord Baelish? Sai, per
quella cosa... » lui e la sua amante si scambiarono
un’occhiata di intesa. Dopo aver sorriso ad Alicia, Ellaria
uscì fuori dalla camera lasciandoli lì da soli.
La bastarda doveva ammettere, sebbene non l’avrebbe mai detto
a voce, che si sentiva un po’ a disagio nel ritrovarsi sola
con quell'uomo. Bevette un grosso sorso di vino. Questo si
rivelò essere un grosso errore, siccome per poco non le
andò di traverso a causa del sapore fortissimo e
tossì portandosi una mano alla bocca.
« Scusate, avrei dovuto avvertirvi che si trattava di vino di
Dorne. Sapete, è più forte rispetto al vostro.
» si scusò Oberyn, nonostante non riuscisse a
trattenere nuovamente una risata divertita. Lei lo fulminò
con lo sguardo, ma poi scoppiò a ridere seguita a ruota dal
bruno.
« Non importa, è solo che è decisamente
troppo forte. » rispose, asciugandosi la bocca con il dorso
del braccio. « Ah, me ne stavo dimenticando! Cersei mi ha
mandata qua per chiedervi come vi trovavate e se la sistemazione
è di vostro gradimento. » ricordò solo
in quel momento. L’altro si guardò attorno e poi
annuì.
« Perfetta! » affermò infatti con aria
sinceramente soddisfatta. Lei finì il suo calice di vino e
lo posò sul tavolo.
« Bene, allora io vado. » fece per raggiungere la
porta ed uscire, ma prima che potesse fare anche solo un passo
avvertì la sua presa stretta sul suo braccio e si
voltò a fissarlo sorpresa. « Ehm… Vi
serve qualcosa? » chiese temendo di sciogliersi davanti allo
sguardo seduttore che le stava lanciando. Se lo ritrovò poi
a pochissimi centimetri di distanza, tanto che i loro corpi per poco
non si toccavano, e lei trattenne il fiato ammutolita.
« Perdonatemi. » la lasciò andare. Lei
avvertì un forte senso di sollievo e tirò un
sospiro.
« Non importa. » rispose, fingendo un tono
tranquillo. « Ora scusate, ma devo proprio andare.
» continuò, però prima che potesse
avvicinarsi alla porta per uscire l’uomo parlò.
« Un attimo, lady Alicia. Vi prego, bevete qualcosa con me.
» affermò e le sue labbra si curvarono in un
grande sorriso. « Mi piacerebbe pure visitare il castello. Mi
hanno sempre insegnato che bisogna essere gentili con gli ospiti, a voi
noi? » chiese allungandole il calice.
« Sì, me lo hanno sempre detto, principe Oberyn.
» rispose con sguardo incerto. Oberyn era indubbiamente un
uomo dal grande fascino, sebbene non si potesse definire fisicamente
attraente. Sembrava una persona decisa, che sapeva perfettamente quello
che voleva. In quel momento Alicia non credeva di sapere cosa volesse,
specialmente da lei.
« Bene, perciò potete accompagnarmi in giro per il
castello e a visitare il giardino. » propose con un tono che
non ammetteva repliche. Lei rimase in silenzio non sapendo cosa fare e
dire.
« Va bene, penso che si possa fare. »
acconsentì, anche se sentiva che se ne sarebbe pentita.
Aveva come un brutto presentimento e con la sua fortuna si sarebbe di
sicuro messa in qualche guaio.
« Bene, perciò dopo pranzo potremmo vederci.
» propose e lei bevette un sorso del suo vino, finendolo
nuovamente e posandolo sul tavolo.
« Siamo d’accordo. Ci vedremo dopo pranzo e vi
mostrerò il castello e i giardini. » rispose
sempre più certa che avrebbe finito per pentirsi di quella
decisione.
« Però diamoci del tu, va bene? »
propose l'uomo. La rossa scosse la testa, agitando la lunga chioma.
« Non penso che la mia cara cognata e suo padre gradirebbero,
senza contare che credo sia meglio mantenere le distanze. »
esclamò, posandogli una mano sul petto. La sua camicia ne
lasciava scoperta la parte iniziale e poté in quel modo
avvertire il calore della sua pelle, così
allontanò velocemente la mano. Uscì fuori dalla
stanza senza aggiungere una parola e ripetendo tra sé e
sé: "sei sposata, non te lo dimenticare! La tua
sopravvivenza e quella dei tuoi figli dipende anche da questo". Lo
ripeté diverse volte, mentre ritornava nella sua camera da
letto. Tuttavia questo non l’aiutò a dimenticare
la Vipera Rossa che, inutile dirlo, l’aveva ammaliata con la
sua calda voce e i modi galanti.
Qualche minuto dopo
Quando Ellaria Sand rientrò nella sua stanza,
trovò il suo amante seduto al loro tavolo intento a
rigirarsi tra le dita un coltello dalla lama piuttosto lunga e
dall'elsa foderata di cuoio nero. La donna si chiuse la porta alle
spalle e si avvicinò all'uomo.
« Spero che tu non intenda conficcarlo nello stomaco di
quella bella e giovane lady che è venuta a darci il
benvenuto. » osservò, afferrandogli le spalle e
iniziando a massaggiargliele piano. Il bruno posò
l’arma sul tavolo di legno e si voltò verso
Ellaria.
« Lo sai che non mi piace versare del sangue innocente, e poi
Tyrion Lannister non è responsabile di quello accaduto a mia
sorella e ai miei nipoti. » commentò alzandosi in
piedi. Afferrò la bruna per la vita e
l’attirò a sé.
« Pensavo che considerassi tutti i Lannister colpevoli, ma
forse lunghi capelli rossi come il fuoco e occhi marroni, con le
pagliuzze dorate, ti ha ammaliato. » il suo tono non suonava
accusatorio, anzi sembrava trovare la cosa divertente. «
Quanti anni ha? Venti? » domandò sorridendo
divertita. L’altro le accarezzò la schiena.
« Diciannove, credo. » l’altra
scoppiò a ridere e cominciò a lavorare con i
lacci della sua camicia.
« Non è un tantino giovane? » lo prese
in giro, sebbene non lo pensava per davvero, anche se in effetti era
così. « Ti caccerai in un mare di guai, lascia
perdere. » lo avvertì, togliendogli la camicia e
accarezzandogli il petto.
« Andrà tutto bene, ne sono sicuro. » la
bastarda scosse la testa, siccome era in disaccordo con le sue parole.
« I Lannister non saranno contenti e a rimetterci
sarà quella povera ragazza. » esclamò e
stavolta lui non disse nulla. La lasciò andare dirigendosi
verso il letto e sedendosi sopra di esso.
« Hai ragione. » rispose infine. La donna gli si
avvicinò, sedendosi vicino a lui sul letto, e gli prese le
mani tra le sue stringendogliele leggermente.
« Beh non devi rinunciare per forza a lei. »
osservò. Il bruno si voltò verso di lei,
guardandola sorpreso. La bruna allungò le mani fino alla
parte superiore del vestito e lentamente iniziò a farselo
scivolare verso il corpo sottile. Una volta che la seta fu arrivata
alla vita, lasciando liberi i seni, si sistemò sopra di lui.
« Cosa intendi dire? » chiese confuso e un sorriso
divertito apparve sul volto di Ellaria.
« Basterà fare un po’ attenzione ed
impedire che altri lo scoprano. Non sarà poi tanto difficile
e magari capelli rossi potrebbe gradire la mia presenza. »
non sarebbe stata la prima volta che dividevano un’amante,
però bisognava vedere se la giovane in questione sarebbe
stata d’accordo. Oberyn temeva che Emily non avrebbe
acconsentito ad una cosa del genere, o almeno non subito, sebbene
potesse essere divertente in un certo senso. « Naturalmente
dovrà bere il Té della Luna, altrimenti
sarà un po’ difficile spiegare
l’eventuale nascita di una bambina dai capelli e gli occhi
neri, oltre che dalla pelle olivastra. » scherzò.
Tuttavia il principe non lo trovava particolarmente divertente. Non
disse nulla e la baciò con passione sulle labbra.
« Un vero peccato che sia sposata, perché
altrimenti sarebbe stato tutto più facile. »
considerò l’uomo. Ellaria sorrise divertita e lo
baciò nuovamente sulle labbra.
Poco tempo dopo
Mezzogiorno era passato da diverso tempo e Oberyn si chiedeva quando
sarebbe arrivata la sua guida, però non dovette aspettare
tanto prima di sentire bussare alla porta. Si precipitò
verso di essa per aprirla e dinanzi a lui apparve Alicia.
« Buongiorno. » la salutò e le labbra
della giovane si curvarono in un timido sorriso.
« Allora, vogliamo iniziare il nostro giro? »
appariva meno timida di quella mattina e di questo la Vipera Rossa ne
era contento.
|