Si torna a combattere, ma sarà tutto come prima? di Crystal eye (/viewuser.php?uid=130782)
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Capitolo
16
Eravamo
tutti pronti a partire,
l’unico a mancare ancora all’appello era mio
fratello, ma sia Anne che Jasmine
sembravano sentirsi estremamente magnanime in quel momento,
poiché non si
scomposero minimamente quando Sophia chiese se qualcuno di noi doveva
andarlo a
chiamare.
Quando
arrivò, una decina di
minuti dopo, con il viso impassibile, le due Guardiane a malapena lo
degnarono
di uno sguardo, troppo occupate a parlare a bassa voce tra loro.
“Bene!
Ora che ci siamo tutti
possiamo partire!” esclamò Jasmine
all’improvviso, interrompendo il discorso
con le altre Guardiane, sorprendendo tutti.
“Credevo
dovessero partire solo
loro…” disse Pegasus, indicando il punto dove ci
trovavamo io, Crystal, Sophia
e Anne.
“Infatti,
ma per avere l’alleanza
definitiva con Nettuno è necessario che qualcuno, in questo
caso io, si occupi
della clausola che lui ha posto! E uno dei modi più diretti
è partire da
Asgard. Viaggeremo insieme fino a destinazione, poi ci
divideremo.” Rispose lei
in tono sbrigativo, guadagnandosi sguardi di disapprovazione da parte
di tutte
le sue compagne.
“Smettete
di guardarmi così! Lo
sapete bene che spostarci tutte insieme è più
pericoloso! E, per di più
inutile, ora come ora.” le riprese, alzando gli occhi al
cielo.
Prima
che qualcuna delle altre
potesse dire qualcosa, si mise in cammino, facendo cenno a noi di
muoverci.
Io
e Phoenix sapevamo quale era
la clausola che Nettuno aveva posto e probabilmente era stato riferito
che agli
altri, tuttavia non capivo perché le guardiane sembravano
così contrariate dal
fatto che Jasmine se ne occupasse da sola.
Anne,
come leggendo i miei
pensieri, mi si avvicinò.
“Il
problema non è semplicemente
riportarli in vita. Su-lee ha fatto lo stesso con i Cavalieri
d’oro, ma lei
aveva un legame diretto con uno di loro, che l’ha collegata a
tutti gli altri.
In questo modo li ha potuti richiamare con più
facilità. Quello che Jasmine si
appresta a fare è molto più pericoloso,
perché con i Generali del Mare non ha
mai avuto contatti e anche se Siria sarà con lei, i legami
tra loro sono labili
e indefiniti e non sono molto sicura che sarà
d’aiuto.” Mi sussurrò, fissando
la schiena della rossa.
Sgranai
gli occhi nel comprendere
ciò che stava dicendo.
“Pensi
che da sola possa
farcela?” domandai con preoccupazione.
“È
forte, molto più di quanto
lascia trasparire, ma anche lei ha dei limiti e non sono certa che
riuscirà a
non superarli.” Mormorò, stringendo le labbra in
una linea stretta.
Spostai
lo sguardo da lei a
Jasmine un paio di volte, chiedendomi perché, se era
così tanto pericoloso, non
seguiva la Guardiana della Terra nel regno di Nettuno per aiutarla,
invece di
venire con noi ad Asgard.
Scossi
la testa, cominciando a
correre verso Asgard alla velocità della luce.
La
sensazione che provai fu quasi
quella di entrare in un portale in Grecia, per uscirne nelle lande
gelide e
deserte del regno di Ilda di Polaris.
Davanti
alle porte del palazzo
della Celebrante di Odino e Regina di Asgard ci aspettavano i due
cavalieri
della Tigre del Nord e Flare, sorella di Ilda e vecchia fiamma di mio
fratello.
Ci
accolsero con gioia mista a
preoccupazione, invitandoci subito ad entrare per riscaldarci e
prepararci ad
aiutare la loro signora a tornare al suo posto.
Mio
fratello si occupò di fare le
presentazioni, prima che Jasmine si allontanasse verso
l’ingresso al regno di
Nettuno.
“Flare,
Mizar, Alcor, loro sono
la Guardiana della Terra, Jasmine,” disse, indicando la
rossa, che chinò il
capo in segno di rispetto, ricevendo un inchino dai due cavalieri e un
cenno
del capo dalla reggente di Asgard. “La Guardiana
dell’acqua e la sua erede,
Anne e Sophia;” continuò Crystal, spostando il
braccio verso le due, che
salutarono i tre, poi mi venne vicino e mi mise un braccio attorno alle
spalle.
“Lei, invece, è mia sorella gemella, Kaeyla,
Guardiana della Luce!” esclamò.
Flare,
che si era irrigidita
vedendolo abbracciarmi, si rilassò un poco e mi sorrise,
Alcor e Mizar invece
mi salutarono con un piccolo inchino, che io ricambiai.
Crystal
era felice di rivedere i
due cavalieri, come loro lo erano di rivedere lui, anche se in
circostanze
funeste; chiesero anche notizie degli altri cavalieri suoi compagni.
Flare,
al contrario, rimase per
qualche istante in disparte, ansiosa e gioiosa nel vedere il cavaliere
del
cigno, volendo parlargli, ma timorosa di ricevere un rifiuto.
Ci
accomodammo in un salotto, per
parlare di Ilda e capire come potevo aiutarla a risvegliarsi.
Lasciando
che mio fratello
parlasse un po’ con i due cavalieri di Asgard, mi avvicinai a
Flare.
“Flare?
Scusami, volevo sapere se
potevi darmi qualche informazione in più rispetto a Ilda e a
come sia caduta in
questo sonno incantato.” Le chiesi, volendo fare chiarezza
sulla situazione,
prima di intervenire e rischiare di rimanerne coinvolta pure io.
“Certo!”
esclamò, tenendo le mani
giunte sollevate davanti al petto. “Beh… ecco, in
realtà, non è accaduto nulla
di eclatante o di strano, prima che ci accorgessimo che nessuno
riusciva a
svegliarla. Non abbiamo pensato subito ad un incantesimo,
ma…” disse, facendo
una piccola pausa per ricordare meglio cosa era accaduto.
“Ilda ha detto,
qualche tempo fa, che avvertiva un’energia negativa, non
sapeva da dove
provenisse, ma la sentiva diventare sempre più forte. La sua
intenzione, se non
mi sbaglio, proprio il giorno in cui è stata maledetta, era
di contattare Lady
Isabel e avvertirla e domandarle se ne sapeva qualcosa…
sperava potesse
aiutarci a risolvere questa faccenda.” Rispose alla fine,
abbassando lo
sguardo, preoccupata per la sorte di sua sorella, per poi rialzarlo su
mio
fratello, con gli occhi che sembravano illuminarsi e riempirsi di
speranza.
“Ma
scusami, se voleva contattare
Atena, perché avete aspettato un intero giorno prima di
chiamarci?” domandai
ancora, confusa.
“Beh…
mia sorella ha lamentato
per diversi giorni di avere forti mal di testa e di non sentirsi troppo
bene,
tanto che spesso è uscita solo per pregare Odino.
È stato quando non è uscita
dalla sua camera neanche per quello che ci siamo preoccupati
seriamente… è già
accaduto una volta che mia sorella abbia smesso di svolgere il suo
ruolo di
celebrante ed era perché un dio malvagio aveva piegato la
sua volontà.” Mi
disse, riabbassando gli occhi, come se non riuscisse a sostenere il mio
sguardo
troppo a lungo.
La
lasciai stare,
accomodandomi su una poltrona e lasciandomi trasportare dai miei
pensieri. Mi
serviva un po’ di tempo per capire quello che Flare mi aveva
detto. A quanto
sembrava, Ilda aveva resistito per un bel po’ a chiunque le
avesse fatto
quell’incantesimo, perciò era possibile che ora
che lei sembrava farsi più
debole questo qualcuno avrebbe potuto non aspettarsi un contrattacco
esterno.
Ripensai
alla visione di lei che
aveva avuto il giorno precedente e a quanto mi aveva lasciata
scombussolata.
Dovevo riuscire ad evitare di finire colpita anche io da quel mostro.
Avvertii
del movimento vicino a
me e ritornai alla realtà, aprendo gli occhi che non mi ero
accorta di avere
chiuso, per guardarmi interno: Jasmine era in piedi davanti alla porta
e
parlava con Alcor, o forse era Mizar?, e gli stava chiedendo se la
poteva
accompagnare in un punto preciso della foresta, dove si sarebbe dovuta
incontrare con Siria.
Mi
alzai e la guardai negli occhi
versi, lei ricambiò lo sguardo per alcuni secondi.
Restammo
in silenzio, comunicando
senza parole, anche se io ne avrei avute tante da dire.
L’unica
cosa che feci fu chinare
il capo con aria solenne, promettendole che avrei fatto attenzione
anche io,
come lei, a non superare i miei limiti.
Poco
dopo, anche Anne e Sophia si
allontanarono, la prima doveva prendere il posto di Ilda come
Celebrante e
pregare Odino affinché i ghiacci di Asgard non si
sciogliessero e la seconda
per cercare di proteggerla da eventuali attacchi.
Sapevo
che Nettuno, dal suo regno
sottomarino, avrebbe fatto in modo di rallentare lo scioglimento dei
ghiacci e
darci, in questo modo, quanto più tempo possibile per
aiutare la regina di
Asgard, tuttavia era necessario che cominciassi con il mio contro
incantesimo.
Mi
alzai anche io, seguita da
tutti gli altri e chiesi di essere accompagnata da Ilda.
Più
mi avvicinavo alla stanza
della regina e più sentivo un freddo gelido penetrarmi
dentro, cercando di
avvolgermi in un torpore fisico e mentale.
Mi
stupii di questa sensazione,
perché, nonostante il rigido clima di Asgard, il palazzo era
abbastanza caldo.
Flare
ci guidò dentro una stanza
elegantemente arredata, con un grande letto a baldacchino con pesanti
tende
grigio azzurro e una pelliccia come coperta che troneggiava
nell’angolo più
illuminato.
Un
tavolino da caffè con attorno
un paio di poltrone e un divanetto, rivestiti di pelliccia, morbida e
calda, e
un grande comò addossato al muro accanto ad uno specchio a
figura intera era
tutto ciò che si vedeva dagli appartamenti di Ilda di
Polaris, che in quel
momento si trovava distesa al centro del letto con
un’espressione sofferente.
La
osservai per qualche istante,
lasciandomi circondare dal gelo che proveniva da lei, accompagnata
dall’eco di
un’energia estremamente familiare, ma che non riuscivo ad
identificare ancora.
“Potreste
lasciarmi sola con mio
fratello e Ilda?” domandai alle persone presenti, che anche
se non stavano
causando una vera e propria interferenza, mi distraevano o avrebbero
potuto
farlo se avessero pensato che qualcosa fosse andato storto nel rituale.
Flare
strinse le labbra e i
pugni, preparandosi a protestare, venendo fermata dai due cavalieri,
che la
accompagnarono fuori, facendomi un cenno e chiedendomi con lo sguardo
di salvare
la loro regina e fare in modo che non le venisse fatto del male.
Ricambiai
gli sguardi per qualche
attimo, poi li ignorai, preparandomi ad affrontare qualunque nemico si
nascondesse nel mondo onirico di Ilda.
Mi
sedetti accanto al letto,
prendendole una mano gelida e chiusi gli occhi, concentrandomi ed
escludendo
tutto ciò che avevo attorno.
Immediatamente
mi sommerse il freddo
polare che emanava da lei; vi resistetti, spingendo il mio potere verso
l’interno,
seguendo l’eco di quell’energia oscura e, dopo
pochi istanti, mi ritrovai ad essere
trascinata verso il cuore dell’incantesimo, dove nella mia
visione avevo visto
trovarsi Ilda.
Cercai
di oppormi a quelle
sferzate di energia che mi spingevano in trappola, provando ad
incantarmi come
avevano fatto con la regina di Asgard, tuttavia, anche se i miei poteri
di luce
erano, tecnicamente, più potenti di quell’incanto,
non riuscivo a far svanire
la sensazione di gelo che mi attanagliava, intorpidendomi i sensi.
Andai,
istintivamente, alla ricerca
del fuoco che bruciava ai limiti della mia anima, lì dove si
trovava il legame
con il cavaliere della fenice e mi aggrappai con tutte le forze a quel
calore,
perché mi aiutasse a combattere il freddo e salvare me e
Ilda dal Vampiro,
generale di Shiva e Kalì.
°°°
Pov
Phoenix
Phoenix
avvertì all’improvviso
una presenza nella mente, come se qualcuno bussasse alle porte della
sua anima
ed era qualcuno che conosceva bene.
Lasciò
perdere tutto quello che
stava facendo e si concentrò consapevolmente sul legame che
aveva con Kaeyla,
nel tentativo di raggiungerla e aiutarla; qualunque cosa le stesse
succedendo,
non l’avrebbe cercato tramite quella connessione se non fosse
stato importante.
Non era sicuro di cosa stesse facendo, dato che quando si era ritrovato
nella
sua mente la prima volta non era stato volontario, né
cosciente, perciò non
sapeva cosa fare esattamente per aprire la sua mente e raggiungerla.
Si
mise a seguire la luce che
riusciva a sentir pulsare ai limiti della coscienza, cercando di
entrarvi in
contatto.
Capì
di esserci riuscito quando,
improvvisamente, sentì diffondersi dentro di lui un freddo
innaturale, che
riuscì a tenere a bada espandendo il suo cosmo infuocato,
sforzandosi di
riscaldare anche Kaey, che poteva vedere perfettamente.
“Kaeyla!”
la chiamò, cercando di
approfondire il contatto tra loro due.
“Phoenix?”
domandò la sua voce,
leggermente stordita e piena di sollievo. “Phoenix,
io…” provò ad aggiungere, fermandosi
improvvisamente.
Il
cavaliere della fenice avvertì
distintamente qualcosa cambiare.
Una
terza energia si stava
inserendo nel loro legame e ed era un’energia potente,
antica, oscura, che
lo fece tremare
internamente, preda
della stessa paura provata quando aveva visto il suo fratellino
posseduto da
Ade.
Non
sapeva cosa stava facendo
quell’entità a Kaey, ma, pur sentendo ancora forte
e chiara la sua presenza
nella sua mente, avvertiva anche di non poterci più parlare,
di non poterla
raggiungere e non si accorse del capannello di persone che si era
formato
attorno a lui, attirato dal suo cosmo che bruciava e si espandeva come
fosse in
un combattimento.
°°°
Pov
Kaeyla
Quando
Phoenix mi aveva avvolta
nel suo cosmo, scacciando il gelo che mi ingabbiava i sensi, mi riempii
di
gioia e sollievo, nonostante provassi ancora un po’ di
stordimento.
Avevo
approfittato della
liberazione da quel freddo per salvare Ilda.
Riuscii
ad individuare delle
catene di pura oscurità che si avvolgevano attorno al corpo
onirico della
regina di Asgard.
Mi
avvicinai e cominciai a
scioglierle con le mani ricoperte di energia di luce, che si
districavano con
apparente facilità quelle costrizioni.
Mi
resi conto che in realtà mi
stavo stancando più di quanto fosse sicuro solo quando
avvertii qualcuno
insinuarsi nella connessione tra me e Phoenix, permettendo al gelo del
vampiro
di tornare ad avvolgermi tra le sue spire, anche se con molta meno
forza ed
effetto di prima.
Potevo
ancora sentire forte e
chiara e sicura la presenza del cavaliere, ma non ero in grado di
contattarlo.
Ebbi
paura, perché non mi ero
assolutamente resa conto che, tramite Ilda, Shiva e Kalì
sarebbero stati in
grado di attraversare le mie barriere e accedere alla mia mente e,
tramite
essa, a Phoenix.
Avrei
dovuto essere più cauta,
evitare che lui rimanesse coinvolto e invece…
“Bene,
bene, giovane Guardiana. Vedo
che hai finalmente compreso perché ho voluto che uno dei
miei generali perdesse
parte del suo tempo con la sciocca e debole serva di Odino? Non siete
ancora riusciti
a trovare i due Guardiani mancanti. Ora, tu mi mostrerai dove trovarli,
cosicché il mio generale di Ravanna e i suoi fedeli soldati
li possano
eliminare!” disse Shiva, dritto nella mia mente,
spaventandomi ancora di più.
Se
fosse riuscito nel suo intento
sarebbero stati guai e non ero sicura di poter avvisare Phoenix o
qualcun altro
prima che fosse troppo tardi.
Non
ebbi comunque il tempo di
pensare a come evitare che riuscisse nel suo scopo che mi ritrovai con
una mano
sconosciuta stretta attorno alla gola e un occhio semi chiuso posto al
centro
di un viso in ombra con vicino un crescente di luna, poi sentii di
nuovo la
voce nella mia testa.
“Avanti,
giovane Guardiana! Mostrami!”
ordinò.
Poi
fu come se qualcosa
martellasse a forza nella mia testa diverse immagini.
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