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Autore: Crystal eye    25/07/2017    1 recensioni
Tre anni dopo lo scontro con Ade, i cavalieri sono richiamati a combattere da alcune vecchie conoscenze. All'inizio sembra essere una battaglia come le altre, ma quando in mezzo si mettono l'amore e delle scoperte che lasciano senza fiato, l'unica cosa che possono fare è cercare di non farsi sopraffare. Tra battaglie, amori e nuove parentele, il destino del mondo si posa, come sempre, sulle spalle di cinque ragazzi.... ma saranno davvero da soli?
Dro questa è dedicata a te che mi hai dato la giusta ispirazione per scriverla!!! ti adoro!!!!!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16
 
Eravamo tutti pronti a partire, l’unico a mancare ancora all’appello era mio fratello, ma sia Anne che Jasmine sembravano sentirsi estremamente magnanime in quel momento, poiché non si scomposero minimamente quando Sophia chiese se qualcuno di noi doveva andarlo a chiamare.
Quando arrivò, una decina di minuti dopo, con il viso impassibile, le due Guardiane a malapena lo degnarono di uno sguardo, troppo occupate a parlare a bassa voce tra loro.
“Bene! Ora che ci siamo tutti possiamo partire!” esclamò Jasmine all’improvviso, interrompendo il discorso con le altre Guardiane, sorprendendo tutti.
“Credevo dovessero partire solo loro…” disse Pegasus, indicando il punto dove ci trovavamo io, Crystal, Sophia e Anne.
“Infatti, ma per avere l’alleanza definitiva con Nettuno è necessario che qualcuno, in questo caso io, si occupi della clausola che lui ha posto! E uno dei modi più diretti è partire da Asgard. Viaggeremo insieme fino a destinazione, poi ci divideremo.” Rispose lei in tono sbrigativo, guadagnandosi sguardi di disapprovazione da parte di tutte le sue compagne.
“Smettete di guardarmi così! Lo sapete bene che spostarci tutte insieme è più pericoloso! E, per di più inutile, ora come ora.” le riprese, alzando gli occhi al cielo.
Prima che qualcuna delle altre potesse dire qualcosa, si mise in cammino, facendo cenno a noi di muoverci.
Io e Phoenix sapevamo quale era la clausola che Nettuno aveva posto e probabilmente era stato riferito che agli altri, tuttavia non capivo perché le guardiane sembravano così contrariate dal fatto che Jasmine se ne occupasse da sola.
Anne, come leggendo i miei pensieri, mi si avvicinò.
“Il problema non è semplicemente riportarli in vita. Su-lee ha fatto lo stesso con i Cavalieri d’oro, ma lei aveva un legame diretto con uno di loro, che l’ha collegata a tutti gli altri. In questo modo li ha potuti richiamare con più facilità. Quello che Jasmine si appresta a fare è molto più pericoloso, perché con i Generali del Mare non ha mai avuto contatti e anche se Siria sarà con lei, i legami tra loro sono labili e indefiniti e non sono molto sicura che sarà d’aiuto.” Mi sussurrò, fissando la schiena della rossa.
Sgranai gli occhi nel comprendere ciò che stava dicendo.
“Pensi che da sola possa farcela?” domandai con preoccupazione.
“È forte, molto più di quanto lascia trasparire, ma anche lei ha dei limiti e non sono certa che riuscirà a non superarli.” Mormorò, stringendo le labbra in una linea stretta.
Spostai lo sguardo da lei a Jasmine un paio di volte, chiedendomi perché, se era così tanto pericoloso, non seguiva la Guardiana della Terra nel regno di Nettuno per aiutarla, invece di venire con noi ad Asgard.
Scossi la testa, cominciando a correre verso Asgard alla velocità della luce.
La sensazione che provai fu quasi quella di entrare in un portale in Grecia, per uscirne nelle lande gelide e deserte del regno di Ilda di Polaris.
Davanti alle porte del palazzo della Celebrante di Odino e Regina di Asgard ci aspettavano i due cavalieri della Tigre del Nord e Flare, sorella di Ilda e vecchia fiamma di mio fratello.
Ci accolsero con gioia mista a preoccupazione, invitandoci subito ad entrare per riscaldarci e prepararci ad aiutare la loro signora a tornare al suo posto.
Mio fratello si occupò di fare le presentazioni, prima che Jasmine si allontanasse verso l’ingresso al regno di Nettuno.
“Flare, Mizar, Alcor, loro sono la Guardiana della Terra, Jasmine,” disse, indicando la rossa, che chinò il capo in segno di rispetto, ricevendo un inchino dai due cavalieri e un cenno del capo dalla reggente di Asgard. “La Guardiana dell’acqua e la sua erede, Anne e Sophia;” continuò Crystal, spostando il braccio verso le due, che salutarono i tre, poi mi venne vicino e mi mise un braccio attorno alle spalle. “Lei, invece, è mia sorella gemella, Kaeyla, Guardiana della Luce!” esclamò.
Flare, che si era irrigidita vedendolo abbracciarmi, si rilassò un poco e mi sorrise, Alcor e Mizar invece mi salutarono con un piccolo inchino, che io ricambiai.
Crystal era felice di rivedere i due cavalieri, come loro lo erano di rivedere lui, anche se in circostanze funeste; chiesero anche notizie degli altri cavalieri suoi compagni.
Flare, al contrario, rimase per qualche istante in disparte, ansiosa e gioiosa nel vedere il cavaliere del cigno, volendo parlargli, ma timorosa di ricevere un rifiuto.
Ci accomodammo in un salotto, per parlare di Ilda e capire come potevo aiutarla a risvegliarsi.
Lasciando che mio fratello parlasse un po’ con i due cavalieri di Asgard, mi avvicinai a Flare.
“Flare? Scusami, volevo sapere se potevi darmi qualche informazione in più rispetto a Ilda e a come sia caduta in questo sonno incantato.” Le chiesi, volendo fare chiarezza sulla situazione, prima di intervenire e rischiare di rimanerne coinvolta pure io.
“Certo!” esclamò, tenendo le mani giunte sollevate davanti al petto. “Beh… ecco, in realtà, non è accaduto nulla di eclatante o di strano, prima che ci accorgessimo che nessuno riusciva a svegliarla. Non abbiamo pensato subito ad un incantesimo, ma…” disse, facendo una piccola pausa per ricordare meglio cosa era accaduto. “Ilda ha detto, qualche tempo fa, che avvertiva un’energia negativa, non sapeva da dove provenisse, ma la sentiva diventare sempre più forte. La sua intenzione, se non mi sbaglio, proprio il giorno in cui è stata maledetta, era di contattare Lady Isabel e avvertirla e domandarle se ne sapeva qualcosa… sperava potesse aiutarci a risolvere questa faccenda.” Rispose alla fine, abbassando lo sguardo, preoccupata per la sorte di sua sorella, per poi rialzarlo su mio fratello, con gli occhi che sembravano illuminarsi e riempirsi di speranza.
“Ma scusami, se voleva contattare Atena, perché avete aspettato un intero giorno prima di chiamarci?” domandai ancora, confusa.
“Beh… mia sorella ha lamentato per diversi giorni di avere forti mal di testa e di non sentirsi troppo bene, tanto che spesso è uscita solo per pregare Odino. È stato quando non è uscita dalla sua camera neanche per quello che ci siamo preoccupati seriamente… è già accaduto una volta che mia sorella abbia smesso di svolgere il suo ruolo di celebrante ed era perché un dio malvagio aveva piegato la sua volontà.” Mi disse, riabbassando gli occhi, come se non riuscisse a sostenere il mio sguardo troppo a lungo.
La lasciai stare, accomodandomi su una poltrona e lasciandomi trasportare dai miei pensieri. Mi serviva un po’ di tempo per capire quello che Flare mi aveva detto. A quanto sembrava, Ilda aveva resistito per un bel po’ a chiunque le avesse fatto quell’incantesimo, perciò era possibile che ora che lei sembrava farsi più debole questo qualcuno avrebbe potuto non aspettarsi un contrattacco esterno.
Ripensai alla visione di lei che aveva avuto il giorno precedente e a quanto mi aveva lasciata scombussolata. Dovevo riuscire ad evitare di finire colpita anche io da quel mostro.
Avvertii del movimento vicino a me e ritornai alla realtà, aprendo gli occhi che non mi ero accorta di avere chiuso, per guardarmi interno: Jasmine era in piedi davanti alla porta e parlava con Alcor, o forse era Mizar?, e gli stava chiedendo se la poteva accompagnare in un punto preciso della foresta, dove si sarebbe dovuta incontrare con Siria.
Mi alzai e la guardai negli occhi versi, lei ricambiò lo sguardo per alcuni secondi.
Restammo in silenzio, comunicando senza parole, anche se io ne avrei avute tante da dire.
L’unica cosa che feci fu chinare il capo con aria solenne, promettendole che avrei fatto attenzione anche io, come lei, a non superare i miei limiti.
Poco dopo, anche Anne e Sophia si allontanarono, la prima doveva prendere il posto di Ilda come Celebrante e pregare Odino affinché i ghiacci di Asgard non si sciogliessero e la seconda per cercare di proteggerla da eventuali attacchi.
Sapevo che Nettuno, dal suo regno sottomarino, avrebbe fatto in modo di rallentare lo scioglimento dei ghiacci e darci, in questo modo, quanto più tempo possibile per aiutare la regina di Asgard, tuttavia era necessario che cominciassi con il mio contro incantesimo.
Mi alzai anche io, seguita da tutti gli altri e chiesi di essere accompagnata da Ilda.
Più mi avvicinavo alla stanza della regina e più sentivo un freddo gelido penetrarmi dentro, cercando di avvolgermi in un torpore fisico e mentale.
Mi stupii di questa sensazione, perché, nonostante il rigido clima di Asgard, il palazzo era abbastanza caldo.
Flare ci guidò dentro una stanza elegantemente arredata, con un grande letto a baldacchino con pesanti tende grigio azzurro e una pelliccia come coperta che troneggiava nell’angolo più illuminato.
Un tavolino da caffè con attorno un paio di poltrone e un divanetto, rivestiti di pelliccia, morbida e calda, e un grande comò addossato al muro accanto ad uno specchio a figura intera era tutto ciò che si vedeva dagli appartamenti di Ilda di Polaris, che in quel momento si trovava distesa al centro del letto con un’espressione sofferente.
La osservai per qualche istante, lasciandomi circondare dal gelo che proveniva da lei, accompagnata dall’eco di un’energia estremamente familiare, ma che non riuscivo ad identificare ancora.
“Potreste lasciarmi sola con mio fratello e Ilda?” domandai alle persone presenti, che anche se non stavano causando una vera e propria interferenza, mi distraevano o avrebbero potuto farlo se avessero pensato che qualcosa fosse andato storto nel rituale.
Flare strinse le labbra e i pugni, preparandosi a protestare, venendo fermata dai due cavalieri, che la accompagnarono fuori, facendomi un cenno e chiedendomi con lo sguardo di salvare la loro regina e fare in modo che non le venisse fatto del male.
Ricambiai gli sguardi per qualche attimo, poi li ignorai, preparandomi ad affrontare qualunque nemico si nascondesse nel mondo onirico di Ilda.
Mi sedetti accanto al letto, prendendole una mano gelida e chiusi gli occhi, concentrandomi ed escludendo tutto ciò che avevo attorno.
Immediatamente mi sommerse il freddo polare che emanava da lei; vi resistetti, spingendo il mio potere verso l’interno, seguendo l’eco di quell’energia oscura e, dopo pochi istanti, mi ritrovai ad essere trascinata verso il cuore dell’incantesimo, dove nella mia visione avevo visto trovarsi Ilda.
Cercai di oppormi a quelle sferzate di energia che mi spingevano in trappola, provando ad incantarmi come avevano fatto con la regina di Asgard, tuttavia, anche se i miei poteri di luce erano, tecnicamente, più potenti di quell’incanto, non riuscivo a far svanire la sensazione di gelo che mi attanagliava, intorpidendomi i sensi.
Andai, istintivamente, alla ricerca del fuoco che bruciava ai limiti della mia anima, lì dove si trovava il legame con il cavaliere della fenice e mi aggrappai con tutte le forze a quel calore, perché mi aiutasse a combattere il freddo e salvare me e Ilda dal Vampiro, generale di Shiva e Kalì.
°°°
Pov Phoenix
 
Phoenix avvertì all’improvviso una presenza nella mente, come se qualcuno bussasse alle porte della sua anima ed era qualcuno che conosceva bene.
Lasciò perdere tutto quello che stava facendo e si concentrò consapevolmente sul legame che aveva con Kaeyla, nel tentativo di raggiungerla e aiutarla; qualunque cosa le stesse succedendo, non l’avrebbe cercato tramite quella connessione se non fosse stato importante. Non era sicuro di cosa stesse facendo, dato che quando si era ritrovato nella sua mente la prima volta non era stato volontario, né cosciente, perciò non sapeva cosa fare esattamente per aprire la sua mente e raggiungerla.
Si mise a seguire la luce che riusciva a sentir pulsare ai limiti della coscienza, cercando di entrarvi in contatto.
Capì di esserci riuscito quando, improvvisamente, sentì diffondersi dentro di lui un freddo innaturale, che riuscì a tenere a bada espandendo il suo cosmo infuocato, sforzandosi di riscaldare anche Kaey, che poteva vedere perfettamente.
“Kaeyla!” la chiamò, cercando di approfondire il contatto tra loro due.
“Phoenix?” domandò la sua voce, leggermente stordita e piena di sollievo. “Phoenix, io…” provò ad aggiungere, fermandosi improvvisamente.
Il cavaliere della fenice avvertì distintamente qualcosa cambiare.
Una terza energia si stava inserendo nel loro legame e ed era un’energia potente, antica, oscura, che lo  fece tremare internamente, preda della stessa paura provata quando aveva visto il suo fratellino posseduto da Ade.
Non sapeva cosa stava facendo quell’entità a Kaey, ma, pur sentendo ancora forte e chiara la sua presenza nella sua mente, avvertiva anche di non poterci più parlare, di non poterla raggiungere e non si accorse del capannello di persone che si era formato attorno a lui, attirato dal suo cosmo che bruciava e si espandeva come fosse in un combattimento.
°°°
Pov Kaeyla
 
Quando Phoenix mi aveva avvolta nel suo cosmo, scacciando il gelo che mi ingabbiava i sensi, mi riempii di gioia e sollievo, nonostante provassi ancora un po’ di stordimento.
Avevo approfittato della liberazione da quel freddo per salvare Ilda.
Riuscii ad individuare delle catene di pura oscurità che si avvolgevano attorno al corpo onirico della regina di Asgard.
Mi avvicinai e cominciai a scioglierle con le mani ricoperte di energia di luce, che si districavano con apparente facilità quelle costrizioni.
Mi resi conto che in realtà mi stavo stancando più di quanto fosse sicuro solo quando avvertii qualcuno insinuarsi nella connessione tra me e Phoenix, permettendo al gelo del vampiro di tornare ad avvolgermi tra le sue spire, anche se con molta meno forza ed effetto di prima.
Potevo ancora sentire forte e chiara e sicura la presenza del cavaliere, ma non ero in grado di contattarlo.
Ebbi paura, perché non mi ero assolutamente resa conto che, tramite Ilda, Shiva e Kalì sarebbero stati in grado di attraversare le mie barriere e accedere alla mia mente e, tramite essa, a Phoenix.
Avrei dovuto essere più cauta, evitare che lui rimanesse coinvolto e invece…
“Bene, bene, giovane Guardiana. Vedo che hai finalmente compreso perché ho voluto che uno dei miei generali perdesse parte del suo tempo con la sciocca e debole serva di Odino? Non siete ancora riusciti a trovare i due Guardiani mancanti. Ora, tu mi mostrerai dove trovarli, cosicché il mio generale di Ravanna e i suoi fedeli soldati li possano eliminare!” disse Shiva, dritto nella mia mente, spaventandomi ancora di più.
Se fosse riuscito nel suo intento sarebbero stati guai e non ero sicura di poter avvisare Phoenix o qualcun altro prima che fosse troppo tardi.
Non ebbi comunque il tempo di pensare a come evitare che riuscisse nel suo scopo che mi ritrovai con una mano sconosciuta stretta attorno alla gola e un occhio semi chiuso posto al centro di un viso in ombra con vicino un crescente di luna, poi sentii di nuovo la voce nella mia testa.
“Avanti, giovane Guardiana! Mostrami!” ordinò.
Poi fu come se qualcosa martellasse a forza nella mia testa diverse immagini.
  
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