CAPITOLO
46
«Che
bello! Almeno adesso c’è qualcuno che mi capisce e
che sa
come ci si sente ad avere una ragazza più forte!»
esclamò Crilin esaltato,
guardando David.
«Perché,
cambia qualcosa?» chiese Chichi, in tono scettico.
«Ma
scherzi?! Cambia tutto!» affermò Crilin
« Io molte volte mi
sento in difetto perché è come se non potessi
proteggerla… Anche perché di
fatto, non posso. E questa non è una cosa molto positiva per
un uomo. Non è
molto bello sapere che lei è più forte di
te!»
«Beh
sì è vero» confermò David
«Però è anche vero che io sono
sempre tranquillo, quando siamo insieme ma soprattutto quando lei
è da sola,
anche perché so che almeno se la sa cavare benissimo senza
di me.
Anzi,
molte volte è positivo perché per esempio se
vogliamo andare
a fare una passeggiata io e lei di sera, oppure di notte, non ci
facciamo
nessun problema. Una volta è capitato che ci si era
avvicinato qualcuno con
cattive intenzioni, ma lei gli aveva dato un pugno e lo aveva lasciato
a terra
stordito»
«Beh
questa è la cosa positiva delle nostre famiglie»
disse Videl
sorridendo «le nostre figlie non corrono praticamente nessun
pericolo, qui
sulla Terra. Perfino Bra, che non si allena, ha comunque una forza
superiore a
quella di noi terrestri, quindi non ha nessun tipo di problema per
quanto
riguarda la sicurezza!»
«Eh
già!» disse Bulma, pensierosa.
«E
dimmi» intervenne di nuovo Crilin, rivolto a David
«anche Rose,
quando si arrabbia, diventa insopportabile e ti urla contro come una
matta
esattamente come molte delle donne qui presenti?»
All’improvviso
Crilin, che fissava David curioso in attesa della
sua risposta, si sentì addosso gli sguardi minacciosi di
Bulma, Chichi, Videl e
C-18.
«Rose?!»
disse David, sorridendo sarcasticamente «No no,
assolutamente, anzi quando si arrabbia lei diventa…
silenziosa. Il che secondo
me è ancora peggio che se mi urlasse addosso…
Perché almeno se una ragazza
urla, capisci perché è arrabbiata, invece lei
no…
Una
volta, per esempio, è capitato che la avessi fatta
arrabbiare:
eravamo in macchina e lei all’improvviso si era ammutolita.
Non diceva proprio
più niente. Quindi io la guardavo intimorito
perché non avevo idea di cosa le
passasse per la testa…
Io
le facevo delle domande e lei non rispondeva più. Mi ricordo
che aveva gli occhi chiusi, si vedeva che era arrabbiata con me, ma non
diceva
proprio più niente…
Poi,
all’improvviso, tutti i vetri della mia macchina esplosero, e
lei, sempre continuando a stare in silenzio, uscì dalla
macchina così, senza
dire nulla, e se ne andò…
Io
avevo provato a rincorrerla e farle delle domande, ma quella
volta l’unica risposta che ricevetti fu “Lasciami
in pace che è meglio”. E
seguii il suo consiglio. Credo sia stata la cosa migliore che avessi
mai
fatto!»
«Perché?
Sennò che cosa ti avrebbe fatto?»
domandò Pan «ti avrebbe
picchiato?»
«Picchiato?
No no, Rose non mi ha neanche mai alzato un dito.
Anche perché se lo avesse fatto, credo che a
quest’ora non sarei neanche qui!»
Alcuni
dei presenti ridacchiarono.
«Ah
beh, allora meno male che non ha preso da sua nonna!»
esclamò
Goku con un mezzo sorriso «E’ stata
fortunata!»
«Goku,
che cosa vorresti dire? Che io sono petulante??» gli chiese
Chichi, stizzita.
«Giusto
un pochetto…» disse Goku ridacchiando.
«Mph»
Chichi emise un o sbuffo infastidita «Non è
assolutamente
vero, e poi io mi arrabbio solo quando è
necessario!»
«Se
lo dici tu» disse Goku.
Scoppiò
di nuovo una risata generale.
«No
no, Rose non è per niente violenta»
continuò a spiegare David
«so che può sembrare una contraddizione visto che
pratica arti marziali, però è
così. Lei è veramente una delle persone
più buone che io abbia mai conosciuto.
Appena vede qualcuno in difficoltà, si sente sempre in
dovere di andare ad
aiutare»
«Già,
ce ne siamo accorti» disse Gohan, sorridendo.
«Beh,
è di famiglia!» disse Chichi, con aria orgogliosa.
«Quindi
tu conosci anche Ellen, giusto?» gli domandò Pan.
«Certo»
rispose il ragazzo «le conosco entrambe da quando eravamo
piccoli: eravamo tutti e tre compagni di classe alle elementari.
Mi
ricordo che non ci consideravamo tanto, eravamo solo compagni
di giochi. Però, c’era stata una volta che
entrambe mi erano rimaste molto
impresse: ricordo che era intervallo, e che avevo sentito delle voci di
due
persone che sembrava stessero litigando giusto dietro al giardino della
scuola,
quindi ero andato a vedere che cosa stesse accadendo. Mi ero appostato
dietro
ad un muretto per non essere visto; all’inizio la situazione
mi pareva normale,
perché avevo visto queste due bambine, una dai capelli
castani e l’altra
bionda, che si urlavano addosso perché stavano litigando.
All’improvviso, però,
mi ricordo che rimasi di stucco perché vidi che queste due
bambine avevano
cominciato a lanciarsi addosso quelle che adesso chiamerei onde
energetiche, ma
che allora non sapevo che cosa fossero. Vedevo queste sfere di luce che
uscivano dai palmi delle loro mani e che andavano a
finire o su un albero o per terra provocando
un piccolo boato, e poi avevo anche cominciato a vedere queste due
bambine che
si erano alzate da terra e che galleggiavano in aria, tirandosi calci e
pugni,
anche molto forti.
Io,
osservando quella scena ricordo di essere rimasto
terrorizzato, perché non mi aspettavo minimamente di vedere
una cosa del
genere!
Addirittura
da quella volta in poi ricordo che evitavo di giocare
con loro perché avevo cominciato ad avere paura di
loro!» alcuni ridacchiarono
«E comunque, fu da quel momento in poi che non me le sono mai
dimenticate»
«E
ci credo!» esclamò Bulma, sorridendogli
«Comunque anche i loro
padri, Trunks e Goten, erano esattamente così alla loro
età! Sempre a fare
combattimenti tra loro e a lanciarsi onde!»
«Sì,
ma immagino che per voi sia normale vedere tutto questo.
Ormai lo è anche per me, però all’epoca
ero veramente rimasto scioccato!»
«Beh,
anche io lo ero la primissima volta che conobbi Goku!» disse
Bulma «Comunque, poi com’è che tu e Rose
vi siete ritrovati?»
«Alle
superiori avevamo degli amici in comune con i quali uscivamo
entrambi assieme, quindi ci siamo rivisti. Entrambi ci ricordavamo
dell’uno e
dell’altro, anche se ci eravamo conosciuti quando eravamo
molto piccoli»
«E
–se posso chiederti- » intervenne Crilin
«come mai poi ti sei
messo con Rose e non con Ellen?»
«Beh,
perché Ellen è completamente diversa da
Rose.» rispose il
ragazzo, come se la sua fosse la risposta più scontata del
mondo «A me è sempre
piaciuta Rose perché è una ragazza molto
tranquilla, pacata, onesta, e poi
perché è anche divertente e simpatica. Anche
Ellen è molto simpatica, però lei
è una ragazza molto espansiva, energica, ma soprattutto
molto casinista: ne
combina veramente tante, quella ragazza. E’ un vulcano: di
solito è sempre in
giro, fa sempre come le dice la testa, è molto impulsiva.
Poi, diciamo che è
una ragazza che ascolta molto poco i consigli degli altri
–soprattutto quelli
del padre- e ne combina di tutti i colori. Ma comunque è una
ragazza molto
intelligente, come il resto della sua famiglia, ed è anche
molto solare,
allegra…»
«Ma
quindi le conosci bene entrambe?» chiese Bulma, leggermente
stupita.
«Sì
sì, io ed Ellen siamo molto amici»
«Eh
beh, mica scemo!» intervenne il Genio delle Tartarughe, che
fino a quel momento se n’era stato a dormire su una sedia a
sdraio con uno sei
suoi soliti “giornalacci” sulla testa
«anche io, se avessi due ragazze così
belle vicino a me, me le terrei strette come lui… Ah, quanto
vorrei avere di
nuovo la tua età, giovanotto, io sì che alla tua
età…»
Non
fece in tempo a finire la sua frase che ricevette una sberla
da Chichi.
«Senti
Genio, perché non torni a farti un’altra bella
dormita?
Preferisco non sapere che cosa facevi tu alla sua
età!»
Tutti
si misero a ridere di fronte a quella scena, compreso David,
che conosceva già alla perfezione il carattere del Genio
delle Tartarughe, per
cui non rimase molto scandalizzato da ciò che aveva detto,
anzi forse da ciò
che il Genio stava per dire.
«Ma…
i tuoi genitori sanno che sei qui?» gli chiese Videl, che, da
madre, si mise per un attimo nei panni dei genitori del ragazzo, tutta
preoccupata.
«No.
Io sono praticamente andato via di casa poco più di un mese
e
mezzo fa per sfuggire da Ludir, come ben sapete. Sapete anche che mi
sono
nascosto e che poi ho fatto il viaggio nel tempo per venire qui,
però loro non
sanno niente di tutto questo. Un giorno ho solamente preso alcune delle
mie
robe e sono partito. Ho solo lasciato loro un bigliettino con scritto
“Tornerò
presto”, nient’altro»
«O
mio dio, tua madre deve essere davvero in pena per te!» disse
Chichi.
«Lo
so. Però non ho potuto fare altrimenti. Non avrei mai potuto
dire loro la verità, anche perché li avrei messi
in pericolo, e poi non
avrebbero capito»
«Ma
loro conoscono Rose?» chiese Bulma.
«Sì,
certo. E hanno saputo anche che ci siamo lasciati. Chissà,
magari pensano che sono un pazzo e che sono scappato di casa per stare
con lei!
Tra
l’altro, che io sappia, mia madre e Rose si sentivano anche
dopo che io e lei ci siamo lasciati, anche perché loro due
hanno sempre avuto
un ottimo rapporto»
«Tu
hai dei fratelli?» chiese Chichi.
«Sì,
un fratello più piccolo» fece una piccola pausa
durante la
quale parve riflettere su qualcosa, dopodiché disse:
«Mi mancano già molto,
però adesso non ci devo pensare.
L’unica
cosa che importa, adesso, è portare a compimento questa
missione, in modo da eliminare quel farabutto di Ludir e sperare di
riuscire a
tornare nel futuro sani e salvi»
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