14.
Allison
fu svegliata da uno squillo di tromba e le servì un attimo per ricordarsi dove
fosse. New Orleans... la città delle parate senza fine, il posto dove tutto era
un pretesto per festeggiare in pompa magna, persino un funerale. Sperava che
sarebbero tornati presto a Los Angeles, in fondo che motivo avevano di rimanere
lì ora che tutta quella follia di Inadu era stata risolta?
Lo
era davvero però? Allison aveva una strana sensazione, nonostante le parole di
Vincent. E doveva ad Hope un regalo, se lo era meritato per essere stata tanto
coraggiosa nonostante avesse paura. Sì, era decisamente il caso di andarsene
presto da lì... New Orleans era piena di troppi brutti ricordi e c’era il male
nelle sue radici.
Voltandosi
dall’altro lato di letto aprì gli occhi e si ritrovò davanti Hayley, stava
sdraiata supina a fissare il soffitto.
“Buongiorno
amore” le disse allungando la mano e afferrando la sua. “Sei parecchio cambiato
in una notte. Com’è potuto accadere?”
Hayley
rise scacciando la mano della sua amica e si mise a sedere sul letto. Allison
la imitò. “Ce ne hai messo di tempo a svegliarti.”
“Non
ho dormito molto stanotte, sono rientrata parecchio tardi” la donna sospirò.
“Marcel ha voluto mettere in chiaro alcune cose e visto che al momento sono
l’essere più potente nei paraggi, ha pensato bene di parlarne con me. È stata
una conversazione strana, ma ho fatto delle promesse che intendo mantenere.”
“Del
tipo?”
“Del
tipo che non gli daremo fastidio fino a quando rimarremo qui e, detto tra te e
me, spero che ce ne andremo il prima possibile. New Orleans è il passato e se
mi guardo indietro vedo più cose brutte che belle. Non voglio vivere così, non
più.”
Hayley
annuì. “Sono d’accordo con te e oltretutto Los Angeles è il posto che Hope
chiama casa; ha delle amicizie, la sua routine. Il punto è che non credo che
Klaus ed Elijah la pensino così.”
Allison
corrugò la fronte. “Che vuoi dire?”
“Vogliono
dare una festa.”
“Per
festeggiare cosa esattamente?”
“Il
nostro ritorno a casa. E nel caso non avessi capito, casa è qui a New Orleans
per loro.”
La
cacciatrice, ora Nephilim, serrò le mascelle mettendosi in piedi. “Col cavolo!”
esclamò uscendo dalla stanza. Hayley la seguì.
****
“Noi
non daremo una festa!”
Klaus
scambiò un’occhiata con Elijah mentre la voce di Allison riecheggiava
nell’atrio, calma ma decisa. Niente che loro due non avessero previsto.
Sapevano che una volta a conoscenza dei loro programmi si sarebbe ribellata.
“Sì
invece” disse voltandosi a guardarla. “I preparativi sono già in corso come
puoi vedere.”
Lei
ridacchiò. “Beh dai una mancia extra a chi ha lavorato fino ad ora e disdici
tutto, non ci sarà nessuna festa perché non c’è niente da festeggiare e Hope ha
bisogno di tornare alla sua quotidianità. E la sua vita non è qui.”
“Hope
ha sette anni. La sua vita è dove siamo io e sua madre.”
“Sbagliato!”
urlò quasi Allison guardandolo. “Non è Hope che deve adattarsi alle tue follie,
sei tu che devi adattarti a lei. Per cinque anni non ha fatto altro che
chiedere di suo padre, dei suoi zii, del perché non potessimo stare tutti
insieme. E ogni risposta faceva rima con New Orleans. Questo posto è
maledetto.”
“Questo
posto è casa nostra.”
“No
Klaus, tua figlia è la tua casa. Non questa dannata villa” si voltò a guardare
Elijah che rimaneva in silenzio. “E tu non dici nulla? Sei d’accordo con questa
follia?”
Lui
respirò a fondo. “Allison, Freya pensa che tutta questa storia con Inadu non
sia davvero risolta. Crede che ci sia qualcosa che Vincent e Marcel non ci
hanno detto, crede che ci siano ben altri nemici. Questa festa è strategica.”
La
donna ascoltò mentre lui parlava, mentre le diceva che quello che volevano
scoprire era quanti nemici ci fossero, quanti rapporti potevano ancora essere
recuperati.
“Esattamente
quale rispetto credete di recuperare rapendo Marcel?” lo interruppe e Elijah e
Klaus si guardarono per un istante. “Posso percepire la sua energia, posso
sentire distintamente il suono delle catene che lo tengono legato mentre prova
a liberarsi. Come hai potuto?” chiese a suo marito scuotendo il capo. “Come hai
potuto fare tutto questo alle mie spalle dopo aver saputo quello che gli avevo
promesso?”
Elijah
le si avvicinò di qualche passo. “Mi dispiace, ma è successo tutto di
improvviso e...”
“Improvviso,
certo” Allison scosse il capo. Guardò Hayley, poi entrambi i Mikaelson. “Hayley,
Matt e io abbiamo insegnato a Hope che ogni vita vale allo stesso modo. Lei è
buona, felice, innocente. È generosa ed è pura. Volete riprendervi New Orleans?
Bene! Ma fate in modo che la sua innocenza non vada perduta mentre lo fate.
Perché se dovesse accadere, vi assicuro che quello che avete passato negli
ultimi cinque anni sarà niente in confronto a quello che vi farò io stessa.”
Ci
fu un attimo di silenzio, poi Klaus si allontanò con un sorriso appena
accennato, Hayley fece lo stesso dopo un cenno di ringraziamento alla sua amica
e Allison ed Elijah rimasero soli. L’Originale rimase distante per un attimo,
poi le prese una mano e se la portò alle labbra.
“So
che sei arrabbiata e se non vorrai partecipare a questa festa lo capirò. Vorrei
che ci fossi però, vorrei la mia bellissima moglie al mio fianco mentre ci
riprendiamo quello che è nostro.”
Lei
respirò a fondo, gli prese il viso tra le mani e lo guardò. “Sono arrabbiata, è
vero. Credo che questa sia una pessima idea e che ci si ritorcerà contro. Ma
siamo sposati, quindi sarò al tuo fianco perché è quello che si fa per le
persone che si amano; gli si dà sostegno sempre e comunque.”
Elijah
la baciò. “A Marcel non verrà torto un solo capello, hai la mia parola. E se i
sospetti di Freya si riveleranno infondati ce ne andremo da questo posto. Te lo
prometto.”
Allison
annuì, furiosa con se stessa perché non riusciva davvero a rimanere arrabbiata
con lui per più di qualche minuto. Non dopo tutto quello che avevano passato.
“Okay. Devo avvisarti però, farò tardi alla festa.”
“Perché?”
“Perché
stasera ci sarà un party di beneficienza per la polizia, e Will è l’ospite
d’onore visto il grande contributo dato alla città quando era detective qui.
Mesi fa gli ho promesso che l’avrei accompagnato, non se la cava bene in queste
situazioni formali.”
“Stai
parlando di Will Kinney?”
“Sì.
Ma non preoccuparti, arriverò solo un po’ in ritardo. Devo andare ora, devo
sbrigare alcune commissioni e devo ancora fare una doccia” gli diede un bacio
veloce. “Ti amo, a dopo.”
Lui
la guardò andare via, infastidito senza sapere perché.
****
Keelin
stava sfogliando una rivista seduta sul letto quando Allison entrò nella sua
stanza. Era stato Matt a portargliele, insieme ad un frullato di frutta e a un
vassoio con la colazione. Non sapeva molto di lui, eccetto che era il fratello
di Allison e che in passato era stato un vero mostro.
Faticava
a crederci vedendolo ora, tanto gentile con lei, così premuroso con Hayley e
Hope. Chissà che rapporto c’era tra lui e l’Ibrida.
“Tuo
fratello e Hayley vanno a letto insieme per caso?” chiese alla donna quando
entrò.
Lei
si sistemò la giacca di pelle sulla t-shirt a pois, arricciò la bocca facendo spuntare
una fossetta e Keelin pensò che era davvero bella. E sexy... “Non che io
sappia” le rispose. “Onestamente credo che vorrebbero ma nessuno dei due ha
fatto la prima mossa.”
“Credi
che prima o poi uno dei due si deciderà a farla? Si percepisce molta tensione
sessuale tra loro.”
Allison
rise. “Credo che non siano affari nostri. A ogni modo, prendi una giacca,
stiamo per uscire.”
“E
dove andiamo?”
“In
questa casa ci sarà una festa stasera e quindi io, tu, Hayley e Freya andremo a
fare shopping. Le feste dei Mikaelson richiedono sempre un bell’abito.”
Keelin
sbuffò. “Perché devo partecipare anche io? Sono una prigioniera in fondo...”
“No,
non lo sei” precisò Allison. “Sei un’ospite e se qualcuno non ti fa sentire
tale allora devi dirmelo.”
“Scherzavo”
la lupa alzò le mani. “È solo che non amo le feste, soprattutto quelle eleganti
e formali.”
“Non
ti annoierai, te lo prometto. Ti aspetto di sotto” l’altra rispose al cellulare
allontanandosi. Era un certo Will ma non sentì altro. Allison era gentile con
lei, in realtà lo erano tutti tranne Freya che proprio sembrava non fidarsi di
lei. Sperò di riuscire a farle cambiare idea, magari proprio alla festa di
quella sera.