Il silenzio del vento

di shinepaw
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Castiel's point of view

- Oggi dobbiamo impegnarci, mia principessa - dico a Shine, baciandole il naso e facendole i grattini sulla fronte. Nitrisce in assenso, strappandomi una risata.

Oggi c'è una competizione di salto a cui io e Brook partecipiamo, ma non è l'avere il mio ragazzo come rivale il motivo per cui dobbiamo impegnarci: il motivo è che viene mio padre ad assistere. Per la prima volta.

Qualcuno mi abbraccia da dietro e io sorrido.

- Brook... - mormoro. Mi poggia il mento sulla spalla. - Sei venuto qui per farti augurare buona fortuna?

- Sono venuto qui per augurarla a te, tesoro - sbuffa, fintamente offeso. Strofino il volto contro il suo.

- Perché, ne ho bisogno, mio bel principe? - chiedo, sogghignando. Mi mordicchia la guancia.

- Smettila o ti bacio - mi minaccia, trattenendo a stento un sorriso. Rido sommessamente.

- Oh no.

Mi giro nel suo abbraccio e gli accarezzo il viso.

- Baciami - bisbiglio, facendolo sorridere. I suoi dolci occhi verdi sono colmi di affetto e tenerezza. Mi preme ulteriormente contro il suo corpo e mi ruba un bacio languido.

Poi mi prende il polso con delicatezza e scosta la giacca, posando le labbra vicino al braccialetto.

- Significa 'buona fortuna' e 'ti amo' - sussurra, cercando il mio sguardo. Arrossisco, sorpreso.

- B-brook... tu... ti ricordi? - domando, speranzoso. Il suo sorriso si fa dolce come i suoi occhi.

- Sì. Stavo bardando Wamblee e... e ho ricordato - dice, baciandomi la punta del naso. Sospira, piano, e io so cosa sta pensando.

- Un altro ricordo. È già un passo avanti - cerco di confortarlo, affondando le mani nei suoi ricci e rubandogli un secondo, rapido bacio.

Annuisce, sciogliendo l'abbraccio. Lo afferro per il polso e strofino le labbra vicino al suo braccialetto.

- Brook... sei il ragazzo che ha vinto il mio cuore. Non fa niente se non lo ricordi. È così e questo non cambierà. Mai - gli dico dolcemente. - Buona fortuna.

Gli bacio il palmo della mano e lui mi abbraccia di nuovo. Amo i suoi abbracci, sono così rassicuranti e confortevoli.

Ci separiamo per terminare di prepararci. Il turno di Brooklyn è molto prima del mio, così io posso guardare lui e Wamblee e lui può fare lo stesso con me e Shine.

Chiamano il suo nome all'altoparlante e io mi affretto a raggiungere il campo ostacoli per non perdermi lo spettacolo. Vederli saltare è sempre uno spettacolo, anche se spesso mi assale una paura tremenda, paura che l'incidente si ripeta e lo perda di nuovo, magari per sempre. Non potrei sopportarlo.

Il mio cuore si è fermato il giorno in cui Will gli ha permesso di tornare a saltare e Brook è caduto, sotto i miei occhi. Ma so di potergli solo chiedere di fare attenzione e nulla di più. Dopotutto è tornando a saltare che il suo rapporto con Wamblee è rifiorito.

E Wamblee ama saltare, si vede dall'energia e l'entusiasmo con cui affronta ogni ostacolo, sempre attento alle indicazioni del suo fantino, sempre obbediente e fiducioso che Brooklyn sappia il fatto suo.

Sospiro, quando volano oltre l'ultimo ostacolo. Hanno una penalità e gli altri concorrenti ne hanno almeno due, perciò io e Shining Tears dovremo essere impeccabili per batterli. Non che m'interessi particolarmente vincere, di solito... però voglio mostrare a mio padre di che pasta siamo fatti io e Shine. Voglio renderlo fiero di me.

È dura attendere il nostro turno, tuttavia tengo a bada il nervosismo canticchiando. La mia cavalla è rilassata e non sembra percepire il mio nervosismo.

Finalmente il mio nome viene detto all'altoparlante. Prendo un respiro profondo.

- Dimostriamo a papà che siamo la coppia migliore del mondo - bisbiglio, dando una pacca a Shining Tears sul collo dorato.

La coppia migliore... dopo me e Brook.

Sorrido con decisione e Shine drizza le orecchie, sentendo la mia rinnovata grinta.

Gli ostacoli non sono eccessivamente alti né complicati e io e la mia migliore amica a quattro zampe siamo ben preparati. La nostra relazione è inoltre estremamente profonda, io e Shine siamo così connessi da sfiorare la telepatia.

Superiamo ogni ostacolo con facilità, sempre mantenendo la concentrazione e senza farci montare la testa. Siamo bravi, è innegabile, ma la bravura non comporta il non sbagliare mai. E tutto ciò che non desidero è farmi male o che Shining Tears si faccia male.

Concludiamo la gara senza abbattere alcun elemento e con un ottimo tempo. Tiro un sospiro di sollievo. Ci sono due concorrenti, dopo di me, tuttavia le possibilità che facciano un percorso migliore di quello di Brook - o del mio - sono scarse, se non nulle.

Mio padre mi attende fuori dal campo ostacoli insieme al mio ragazzo. Smonto con un balzo.

- Papà! Siamo andati alla grande, vero? - esclamo, abbracciandolo di slancio. Lui sorride e mi stringe a sé.

- Siete stati bravissimi, tesoro - concorda, accarezzandomi la schiena. Mi stacco e torno da Shine, invitandola ad avvicinarsi.

- Puoi accarezzarla - dico, entusiasta. Papà allunga una mano e la poggia sul naso della mia cavalla. Lei nitrisce sommessamente e spinge il muso contro il suo palmo. - Si ricorda di te!

Brooklyn ci osserva a braccia conserte, le labbra stirate in un sorriso intenerito.

- Davvero? - mio padre sembra sorpreso, mentre le fa i grattini tra le froge. Inizio anch'io ad accarezzare Shining Tears.

- Sì! E le piaci, anche.

Shine nitrisce di nuovo, come a dirsi d'accordo. Le stampo un sonoro bacio sul muso. Sono così contento che mio padre le piaccia.

- Vieni, Castiel? - mi chiama Brook. - Tra poco ci sarà la premiazione.

- Arrivo! - rispondo. - Ci vediamo dopo, papà.

Gli faccio un cenno di saluto e vado dal mio ragazzo, seguito dalla mia compagna equina. Brooklyn prende il mio viso tra le mani e mi bacia appassionatamente. Davanti a mio padre. Arrossisco violentemente.

- Brook! Davanti a papà?! - sibilo, imbarazzatissimo. Non ho il coraggio di voltarmi. Lui esibisce un sorriso malandrino e mi prende per mano, trascinandomi da Wamblee.

- Dopo la mia performance mi sono seduto accanto a tuo padre - esordisce, passandosi una mano fra i ricci. Mi tolgo il cap. - Credevo mi avrebbe sbranato perché ti ho fatto soffrire... invece mi ha fatto i complimenti per l'ottimo percorso e mi ha concesso di accomodarmi vicino a lui. Gli ho fatto da cronista durante il tuo turno; non credo abbia capito molto, però era affascinato.

Sorrido e lo abbraccio.

- Sei un tesoro - mormoro, inspirando a fondo il suo odore di cavallo e sudore, per nulla schifato. - E una peste.

- Oh avanti, lo so che mi adori.

- Ma resti una peste - ribatto, ridacchiando. Mi culla per qualche istante.

- Tanto so che hai adorato anche quel bacio - bisbiglia, baciandomi una guancia. Sospiro e insinuo una mano tra i suoi meravigliosi, selvaggi capelli dorati, stringendoli tra le dita e strattonandoli leggermente per invitarlo a baciarmi.

- Non stiamo dimenticando qualcosa? - domando sulla sua bocca. Si ferma a riflettere.

- La premiazione!!!

Arriviamo appena in tempo per ricevere i premi: io la medaglia d'oro e Brook quella d'argento.

- Non importa - afferma con un sorriso. - Il premio più importante che abbia mai vinto sarà sempre il tuo cuore.

- Sì sì... vedremo quando tornerai con la tua medaglia olimpica - lo punzecchio, sbuffando.

- Castiel! - esclama, oltraggiato. - Lo sai che dico davvero!

Scoppio a ridere. Cos'ho fatto per meritarmi questo ragazzo? È troppo carino. Ed è mio.

Torniamo dai nostri cavalli. Mio padre sta accarezzando Shine mentre le parla a bassa voce. Le mie labbra s'increspano in un sorriso carico di tenerezza.

- Papà... - lo chiamo dolcemente, e lui si volta e s'illumina nel posare lo sguardo sulla medaglia al mio collo. Mi abbraccia di nuovo.

- Sono così fiero di te - mormora, posando un bacio affettuoso sul mio capo. Io sono tremendamente felice che sia qui, ed è grazie a Brooklyn: certo per uno sfortunato motivo, ma è grazie a lui. Se non fosse successo quello che è successo, forse col tempo ci saremmo allontanati sempre di più e il nostro rapporto si sarebbe sgretolato definitivamente.

- Brook! Facci una foto!

- U-una foto...? - chiede papà, lasciandomi andare. - Ma posso farvela io, ragazzi...

- No, papà, non di me e Brook, una foto di noi due - ribatto, implorandolo con lo sguardo. Annuisce, poco convinto. Io sollevo la medaglia verso l'obbiettivo e mio padre mi cinge le spalle con un braccio.

- Sorridete! - ordina Brook, armeggiando con il mio cellulare. - Fatto.

Mi passa il telefono. La foto è venuta bene: il mio sorriso è più luminoso e luccicante della mia medaglia e papà sfoggia un'espressione non proprio raggiante come la mia ma affettuosa.

- È bellissima - commento. - Grazie, Brook!

Diventerà un ricordo prezioso.

Saluto mio padre, siccome è ora di riportare i cavalli al maneggio. Lui mi bacia la fronte e mi lascia solo con il mio ragazzo.

- Stasera la stampo - asserisco, sbloccando il cellulare per osservare di nuovo la foto. - Sei proprio un bravo fotografo.

- Sono felice che tu riconosca le mie doti - replica Brooklyn. Ci guardiamo per un lungo istante negli occhi e poi scoppiamo a ridere.

- Brook... tu rendi tutto migliore - dico, circondandogli il collo con le braccia e premendo le labbra sulle sue.

-

Note dell'autrice:
avviso: queste note saranno piuttosto lunghe, ma vi pregherei di leggere fino in fondo, okay? Innanzitutto ci tengo a dire che mi dispiace che alcune persone vorrebbero che questa storia fosse più lunga e non verranno accontentate, ma sarebbe una forzatura. Seconda cosa, più importante, e parlerò in generale. Durante la mia ormai lunga permanenza su EFP/Wattpad ho incontrato diversi tipi di lettori, la maggior parte adorabili. Ma ci sono alcuni meno... insomma... diciamo che come lettori non sono peggiori. No. Ma il loro comportamento non è esattamente carino. Voglio dire... sono la prima a prendere in giro i miei personaggi. Ma i commenti sarcastici nei loro confronti... non sono divertenti, mi dispiace dirlo. Se invece è un dubbio espresso come commento sarcastico... chiedete. Giuro, non mordo. Sono pronta a rispondere a tutti i vostri dubbi riguardanti la trama o i personaggi. E un'altra cosa... io non vi bado tanto, ma moderate un pochettino il linguaggio. Giusto per non suonare maleducati e arroganti. I miei lettori di lunga data non hanno da preoccuparsi di queste note; però ci tenevo a dirlo, anche a costo di annoiarvi a morte, perché questa storia significa tanto per me. Grazie della comprensione.




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