Si torna a combattere, ma sarà tutto come prima? di Crystal eye (/viewuser.php?uid=130782)
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NOTE
DELL'AUTRICE: Salve!!!! Ecco qui il 17 capitolo!!!
Capitolo
17
Poi
fu come se qualcosa
martellasse a forza nella mia testa diverse immagini.
Era
molto peggio delle normali
visioni che avevo, e mi accorsi che Phoenix non era più
rilegato ad essere una
presenza ai margini della mia coscienza, ma era come se fossero fusi
insieme,
tanto che, aprendo per un istante gli occhi, che non mi ero accorta di
avere
chiuso, vidi davanti a me le colonne della sesta casa.
Ritornai
il secondo dopo alla
realtà, avevo ancora una mano fatta di pura ombra al collo,
ma davanti ai miei
occhi vedevo la spiaggia dove io e Crystal avevamo parlato la prima
volta, con
il mare che bagnava la sabbia in un moto tranquillo e regolare, poi
l’immagine
si allargò, mostrando due ragazzi, vestiti con pantaloncini
e canottiera, di
spalle rispetto al mare, da dove sembrava partire la mia visuale; uno
dei due è
molto pallido, nonostante sia al sole, con molti tatuaggi sulla pelle
visibile,
di diverse forme, tutti neri, che sembravano macchie scure e lividi
sulla sua
pelle, e per me risulta avere qualcosa di molto familiare, come se ci
fossimo
già incontrati.
Phoenix,
nella mia mente, ebbe un
moto di fastidio di cui non compresi appieno la ragione,
perché, ora che avevo
visualizzato il mio obiettivo, il futuro cominciava a delinearsi
davanti a me.
I
due ragazzi, il moro con gli
occhi neri e i tatuaggi e l’altro con i capelli rosso fuoco e
gli occhi che
sembravano dorati ridevano e scherzavano, ma sarebbero stati attaccati
entro
pochi minuti dai rakshasa e dal loro generale, Yaksha di Ravanna.
Li
vidi venire feriti e torturati
e uccisi e sperai che Phoenix riuscisse ad avvisare gli altri per
intervenire prima
che la visione si realizzasse.
Purtroppo,
Shiva si accorse di
quei pensieri e mi attaccò con delle scosse di pura energia
oscura, che mi fecero
gridare in agonia, mentre sentivo nelle orecchie una sorta di eco, come
se
qualcuno gridasse con me, poi avvertii un po’ di sollievo
dalla stretta di
quell’oscurità che formava il corpo del
distruttore.
“Credi
davvero che il tuo
amichetto o chiunque altro possa fermarci?” mi
domandò, stringendo ancora di
più la presa sul mio collo. “Ora che sappiamo chi
sono i due Guardiani rimasti,
nessuno potrà impedirci di tornare!”
esclamò, scoppiando in una risata sinistra
prima di svanire, lasciando dietro di sé una scia oscura che
mi impediva di
fare qualsiasi cosa che non fosse combatterla.
-Phoenix!
Avvisa gli altri!
Presto! Phoenix! Vai!- gli gridai mentalmente.
Lui
comparve davanti a me,
confuso e preoccupato, la tensione evidente nella postura rigida.
-Non
riesco! Non sono in grado di
uscire da qui! Non so come devo fare e non posso lasciarti qui da
sola!- mi
disse, cercando di avvicinarsi, solo per rimanere bloccato da una
barriera,
probabilmente lasciata da Shiva. Ma non avevo il tempo di pensare anche
a
quello, dovevamo avvisare gli altri prima che fosse troppo tardi
perciò
dovevamo sbrigarci.
-Ti
fidi di me?- gli chiesi,
guardandolo dritto negli occhi, per qualche istante incurante degli
attacchi di
melma oscura che potevano colpirmi.
Phoenix
ricambiò il mio sguardo
con espressione mortalmente seria e annuì. Gli sorrisi,
schivando per un pelo
una lancia di pura energia oscura, che, anche se non poteva ferirmi
fisicamente, avrebbe comunque potuto rallentarmi di molto e lasciarmi
senza
forze. Chiusi gli occhi, decidendo di usare un potere che avrei
preferito non
avere e sentii distintamente l’energia che emanavo cambiare.
Le mie mani, fino
a quel momento coperte da una debole luce, furono circondati da lampi
di
energia oscura, potente quasi quanto quella proveniente da Shiva.
Il
cavaliere della fenice guardò
affascinato quell’energia, ma non commentò,
né sembrò troppo sorpreso da essa.
Feci crepitare le folgori contro la barriera che mi bloccava, facendola
tremolare, poi mi concentrai per creare una sfera dove racchiusi tutta
l’energia possibile e disperdere quella che Shiva aveva
lasciato dietro di sé
per farci perdere tempo prezioso.
I
muscoli di tutto il corpo
cominciarono a dolermi, ricordandomi che, anche se lo potevo usare
senza troppe
difficoltà, quel potere non mi apparteneva.
Resistetti
il più possibile,
accumulando e concentrando l’oscurità in un
piccolo spazio, per poi rilasciarla
tutta insieme in un’esplosione che distrusse la mia gabbia e
la barriera che
bloccava Phoenix lontano da me.
Appena
avvertii le barriere
cedere, gli gridai.
-Torna
indietro, subito! Dì agli
altri che gli ultimi due Guardiani sono alla spiaggia e stanno per
subire un
attacco! Fa presto!-
Lui
annuì, prima di svanire,
fissandomi dritto negli occhi fino all’ultimo istante, con
uno sguardo talmente
intenso che mi fece tremare.
°°°
Pov
Phoenix
Aprì
gli occhi e si rese conto di
essere nella camera di Shaka, vagamente consapevole di essersi
concentrato su
Kaeyla mentre era vicino alla sesta casa prima, quanto tempo prima? Non
aveva
un secondo da perdere in futili pensieri.
Cercò
di alzarsi, senza
risultato, le membra pesanti come macigni. Prima che potesse avere la
possibilità di riprovare o di cominciare a gridare nella
speranza che qualcuno
lo sentisse e accorresse, vide l’aureola bionda dei capelli
di Shaka, che
annunciava l’arrivo del cavaliere della vergine.
“Oh!
Finalmente ti sei svegliato!
Erano tutti preoccupati per te, sai?” disse Shaka,
guardandolo. “Come è andato
l’incontro mentale con la Guardiana della Luce?”
domandò poi, stupendo Phoenix.
“Come…?
No, non importa, dobbiamo
andare subito alla spiaggia, gli ultimi due Guardiani sono in pericolo!
Stanno per
essere attaccati da uno dei generali di Shiva! Dobbiamo fare in
fretta!”
rispose, riprovando ad alzarsi mentre parlava, venendo subito aiutato
dal
cavaliere d’oro.
Questi
lo aiutò ad alzarsi,
contattando telepaticamente i cavalieri e le Guardiane dicendogli di
accorrere
in armatura alla prima casa.
Arrivati
lì, Andromeda abbracciò
stretto il fratello, sorreggendolo al posto di Shaka e Phoenix
rispiegò
velocemente che dovevano dirigersi alla spiaggia, accanto
all’hotel dove aveva
alloggiato Kaeyla assieme alle gemelle e salvare i due Guardiani,
quello del
fuoco e quello dell’ombra.
Tutti
si precipitarono alla
spiaggia e Phoenix e Andromeda si avvicinarono ai due che aveva visto
nella
visione di Kaey.
Il
giovane con i capelli rossi li
guardò con curiosità, mentre l’altro
gli lanciò un’occhiataccia per nulla
amichevole.
“Scusate,
io sono Andromeda,
mentre lui è mio fratello, Phoenix, vorremmo parlarvi di una
cosa molto
importante… ed è necessario che veniate con
noi…. In fretta…” disse Andromeda,
allungando una mano per presentarsi e guardandosi attorno un paio di
volte con
aria preoccupata.
“Io
sono James e lui è Ian. Mi dispiace,
ma, qualunque cosa sia, non siamo interessati.” Rispose il
rosso, stringendo la
mano del cavaliere e facendo per alzarsi dal muretto dove stava seduto
con il
suo amico.
Phoenix
intervenne prima che
completasse il movimento.
“Sappiamo
che siete in grado di
fare cose incredibili, che nessun altro può fare e lo sa
anche qualcuno che
vuole togliervi di mezzo!” esclamò, facendo
spalancare gli occhi ai due
ragazzi, prima che Ian si chiudesse in un’espressione cupa e
arrabbiata.
“Si
può sapere chi sei tu? Eh? Fatti
gli affari tuoi! Per quanto ne sappiamo chi ci vuole togliere di mezzo
potreste
essere voi! Ora sparite se non volete fare una brutta fine!”
rispose, con gli
occhi neri che pulsavano di energia repressa a stento mentre li sfidava.
Nessuno
fece però in tempo a dire
altro, perché decine e decine di creature mostruose, alcune
dal colore
giallastro, con denti granitici, capelli arruffati, grandi ventri e
lunghe
unghie velenose, altre giganti, nere come la fuliggine, con due grosse
zanne
nella parte superiore della bocca sporgenti verso il basso e unghie
affilate
come artigli comparvero attorno a loro, circondandoli.
I
cavalieri e le guardiane si
disposero a cerchio attorno ai due Guardiani, che osservavano con
orrore quelle
creature che li stavano lentamente accerchiando, per poter arrivare a
loro.
Phoenix
si mise in posizione di
difesa, pronto a respingere qualunque attacco fosse partito da quegli
esseri,
ma sapeva anche che , considerato il loro numero, dovevano trovare il
modo di
arrivare al Grande Tempio il prima possibile, perché, anche
volendo, non
avrebbero potuto reggere troppo a lungo contro tutti quei mostri.
Sopra
di loro comparve un altro
essere, dalle fattezze antropomorfe, vestito con un’armatura
verde cupo fatta
da scaglie che copriva quelle che sembravano dieci teste e decine di
braccia
che fuoriuscivano dal corpo snello e longilineo, coperto interamente
dall’armatura
e avente in ogni mano un’arma diversa. Questi disse qualcosa
in una lingua che
nessuno di loro comprese e i mostri si avventarono tutti insieme su di
loro,
con artigli e zanne e strani colpi d’energia.
“Dobbiamo
portare i ragazzi
lontano da qui il prima possibile!” esclamò
Selenia, creando barriere d’energia,
che rallentavano il maggior numero di mostri possibile, mentre
Francesca le
dava manforte e dava loro fuoco o li faceva a pezzi con lame infuocate.
Su-lee,
creando vortici d’aria
tanto forti e sferzanti da ferire profondamente pelle, carne e muscoli,
si
avvicinò a Phoenix e Andromeda, rimasti, insieme a Ilde e a
Lucy a difendere i
due dai nemici che oltrepassavano la guardia dei cavalieri
d’oro per dire loro
di portarli via.
Andromeda
all’inizio tentennò,
preoccupato di non potercela fare, ma poi sia Su-lee che Ilde lo
scossero.
La
Guardiana dell’energia in
particolare lo riprese pesantemente, rischiando anche di essere
affettata da
uno dei mostri.
Intanto
i ringhi e i suoni
stridenti emessi dai rakshasa si unirono alle grida di dolore dei
cavalieri che
venivano feriti.
Il
cavaliere di Atena e Guardiano
dell’Aria annuì e si portò accanto ai
due, ancora impietriti dall’orrore e
dalla paura. Lo guardarono con gli occhi spalancati e sussultarono
quando li
afferrò per gli avambracci e lasciò la sua
energia libera di avvolgerli e
condurli al Grande Tempio, dove sarebbero stati al sicuro.
Phoenix
nello stesso istante
venne raggiunto da una mano artigliata al fianco destro, che gli
aprì la carne
come fosse burro e lo lanciò a diversi metri di distanza,
lasciandolo senza neanche
la forza di tentare di fermare l’emorragia o fare qualsiasi
cosa che non fosse
cercare di respirare e lasciarsi avvolgere
dall’oscurità.
°°°
Pov
Kaeyla
Non
sapeva se ce l’avesse fatta,
ma era riuscito ad andare, perciò sperava fosse anche
riuscito ad avvisare gli
altri dell’attacco imminente. Cercai anche io di tornare
indietro, ma mi trovai
bloccata dal vampiro, che voleva farmi perdere tempo per evitare che
potessi
interferire con il piano del suo signore, convinto che solo io
conoscessi il
piano del suo padrone.
Gli
sorrisi quando lui cercò di
trattenermi con un blocco di ghiaccio nero, che io feci sciogliere
senza troppe
difficoltà.
“Se
pensi davvero di potermi
trattenere senza l’appoggio del tuo padrone sei davvero un
illuso!” dissi,
chiudendo gli occhi e ritornando nel mio corpo in un lampo di luce,
trovandomi
sdraiata su di un letto, con mio fratello accanto a me che mi guardava
con
preoccupazione.
Gli
sorrisi debolmente, mentre
sentivo il mio corpo fiacco e privo di energia.
Provai
a chiedere di Ilda e
informazioni su cosa era accaduto a Phoenix e gli altri, ma la voce si
rifiutò
di uscire e i miei occhi si richiusero contro la mia
volontà, riportandomi tra
le braccia di Morfeo, cullata dalla mano di mio fratello che mi
accarezzava
dolcemente i capelli.
Mi
risvegliai qualche ora dopo in
preda al panico, senza riuscire a percepire più il calore
dell’energia di Phoenix.
Crystal,
ancora accanto a me, mi
afferrò per le braccia e mi abbracciò stretta,
mormorandomi rassicurazioni,
mentre io sussurravo qualcosa, anche se nemmeno io ero sicura di cosa.
Nella
mia mente continuai a
chiamare il cavaliere della fenice per ore, finché Sophia
non entrò nella
stanza, informandoci che i due Guardiani erano al sicuro e che tra i
cavalieri
c’erano stati dei feriti, ma tutti si sarebbero rimessi e
sarebbero stati bene.
Quelle
parole mi fecero
preoccupare un poco, poi risentii nuovamente il leggero pulsare
dell’energia
infuocata di Phoenix e mi tranquillizzai.
“Ilda?”
chiesi, incapace di
organizzare una domanda più articolata.
Mio
fratello mi rispose
continuando ad abbracciarmi.
“Sta
bene! Si è svegliata diversi
minuti prima di te. Adesso si sta riprendendo dagli effetti di quella
maledizione.”
Io
sorrisi, rilassandomi
completamente.
“Adesso
riposa anche tu. Presto dovremmo
ripartire!” mi disse, sciogliendo l’abbraccio e
dandomi un bacio sulla fronte.
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