Harry
si trovava sul divano di Niall, mentre l'amico gli stava preparando un
the caldo.
-io
non so più che fare, quel ragazzo è impossibile-
borbottò, affondando di più nel divano.
-non
devi mollare con lui, è fatto così, ha bisogno di
qualcuno che gli stia sempre addosso- gli spiegò Niall.
-ma
non posso sempre andargli dietro!- esclamò il riccio.
Il
biondo sospirò. -proverò a parlarci io, okay? Ma
perchè avete discusso? -
ed
in quel momento Harry si ricordò di non avergli ancora detto
nulla riguardo il viaggio in Italia. Oops.
-e-ecco c'è qualcosa..che
forse non ti ho detto- balbettò, cercando di evitare gli
occhi dell'amico.
-Harry
Styles!- Battè un pide a terra, attirando la sua attenzione.
-cosa mi stai nascondendo?- gli chiese accusatorio.
-forse,tra
meno di tre settimane potrei, ecco, partire per l'Italia, per lavoro-
mormorò, nascondendo il viso nel cuscino.
Non
sentendo Niall reagire in qualche modo, magari urlandogli contro o
lanciandogli addosso oggetti, abbassò leggermente il
cuscino, giusto per far uscire gli occhi e vide il biondo con la bocca
spalancata.
-mi
dispiace- sussurrò.
Niall
si riscosse e la sua espressione passò da sorpresa a
sconvolta ed arrabbiata, molto arrabbiata.
-tu
mi hai nascosto una cosa del genere?! E perchè mai!?-
esclamò, stando in piedi davanti a lui.
-giuro
che volevo dirtelo, ti avevo chiamato lo stesso giorno, ma poi eri con
Louis, così...- borbottò nella federa del cuscino.
-metti
giù quel robo, che così sembri un bambino!- lo
sgridò Niall e subito lui eseguì, riappoggiando
il cuscino al suo posto.
-hai
avuto un sacco di giorni per dirmelo!- continuò furioso. -
cazzo Harry, non puoi uscire con ste cose come se fosse niente-
cercò di calmare il tono ed il riccio lo
ringraziò per questo: non gli erano mai piaciute le persone
che gli urlavano contro e poi quel giorno ci aveva già
pensato Louis.
-magari
mi sarebbe piaciuto che ti confrontassi anche con me, per la decisione-
e ora era deluso. Bene, un Niall deluso nessuno desidererebbe
trovarselo davanti, sopratutto se era deluso proprio di te.
-mi
dispiace..- ripetè Harry. Non sapeva che altro dire, non
aveva scuse. -mi perdoni?- gli chiese, facendogli la faccia da
cucciolo, sperando in una sua affermazione.
Niall
sospirò, per poi andarsi a sedere di fianco a lui.
-tu
sei il mio migliore amico Harry, non mi sarei mai aspettato una cosa
del genere- Niall diceva sempre la verità ed era una
qualità che Harry apprezzava molto. Non girava troppo
intorno ai concetti, te li diceva chiaro e tondo, subito. Quando si
sentiva di dirti grazie, te lo diceva, ma anche quando c'era bisogno di
una critica, non sprecava tempo. Era un amico davvero fantastico e
sincero, e non era nell'intenzione di Harry perderlo così
facilmente.
-scusa
se non ho chiesto un tuo parere... è un' occasione
imperdibile, potrebbe far crescere di molto la mia carriera- si
scusò di nuovo e gli spiegò il perchè
aveva accettato.
Niall
si voltò verso di lui. - tu non vuoi davvero questo, non
vuoi la fama, la ricchezza, almeno non in questo modo, non in questo mondo. È
per questo che non mi hai detto nulla? Perchè sapevi che ti
avrei fatto ragionare, pensando al tuo bene?-
ed
ecco un'altra qualità di Niall, sapeva cosa passasse per la
testa del ragazzo, sempre. Harry era un libro aperto per lui. Sapeva
colpire i punti giusti e fargli cambiare totalmente idea, riportandolo
sulla retta via ogni volta. Ma questa volta, non poteva fare nulla,
perchè Harry non poteva, non voleva fare nulla.
Harry
annuì, con lo sguardo rivolto alle sue mani.
-spero
che un giorno, potrai capire che la cosa più importante
è la tua felicità, nient'altro- gli disse a bassa
voce, sincero.
*
**
-quindi
fra tre settimane non ci vedremo più?- chiese Niall con il
broncio. L'atmosfera si era rilassata ed ora stavano mangiando una
pizza in cucina.
-no!
Ti verrò a trovare e tu verrai da me, assolutamente-
annuì forte il capo, per sottolineare la frase. L'unico
motivo per il quale sarebbe potuto non partire, era proprio Niall. Non
si era ancora abituato a vivere da solo, senza la sua presenza in giro
per casa, ma essere dall'altra parte del mondo, era completamente
differente.
-quanto
starai via?-
Harry
alzò le spalle. - dipende come va, sicuramente tre mesi e
poi tutto sarà nelle mani del destino-
-è
per questo che avete discusso tu e Louis quindi?- sembrava che gli
stesse facendo l'interrogatorio.
-esatto.
Lyana ha offerto anche a lui quest'opportunità e poi, ieri
mi invia un messaggio dicendomi che non può partire- gli
spiegò la situazione, raccontandogli meglio cos'era successo
dopo pranzo.
-e
poi non capisco perchè un attimo prima è tutto
sorridente ed allegro ed un attimo dopo, torna depresso ed apatico a
tutto- concluse.
Niall
sgranò gli occhi. -che c'è?- gli chiese Harry. Il
biondo finì di mandare giù il boccone di pizza,
bevette un sorso d'acqua e poi si voltò verso di lui.
-Harry,
è ovvio che con la sua famiglia non può tenere il
broncio tutto il giorno. Se si facesse vedere triste , o apatico come
dici tu, le sue sorelline ne risentirebbero. Poi quando non
è con loro, boom, tira giù la maschera-
Harry
lo fissò, sconvolto: come aveva fatto a non capire subito la
situazione? Era ovvio che Louis fosse molto più allegro in
presenza delle sue sorelle, se no non sarebbe un bravo fratello
-ma
si vedeva che era falso, come fanno a non accorgersene?-
-Lottie
l'ha capito, anche fin troppo bene...- disse Niall, tirando un sorriso
triste. Harry avrebbe voluto tanto chiedergli cos'era successo, ma
preferì rimandarlo.
-fizzy
invece è troppo impegnata a messaggiare con i suoi amici e
quindi lo ignora, ma sa anche lei. Le piccole invece sono ancora troppo
ingenue e Louis sa recitare molto bene- continuò Niall.
-bhè,
non è giusto- disse Harry. -nessuno dovrebbe fingere con la
propria famiglia-
Niall
annuì, ma poi sospirò.
-se
Louis non cambia idea riguardo al viaggio, che succede?- chiese Niall
dopo una manciata di minuti di silenzio.
-Louis
ha un contratto con Lyana, quindi se non parte con lei, il contratto si
annulla-
-e
quindi si ritorna alla situazione precedente- concluse il biondo ed
Harry annuì.
-senti...-cominciò
Niall. Gli si era illuminata la lampadina ed il riccio sperò
che fosse una buona idea. - ma se vi portaste Daisy e Phoebe con voi in
Italia? Tanto per la scuola materna non rimangono indietro, in
più starebbero lontane da quella casa e cambierebbero aria.
Louis non si dovrebbe preoccupare e passerebbe le giornate con loro-
alzò le spalle, come se non fosse nulla di che.
-okay...-
disse Harry non molto convinto. - non sono per niente sicuro che possa
funzionare, ma ne parlerò con Louis-
non
era sicuro nemmeno lui di quell'idea. Come sarebbero riusciti a badare
a loro, lavorando tutto il giorno? E poi, Harry non era pronto a
gestire due bambine tutti i giorni, sopratutto dopo lunghe giornate
passate a lavoro.
dopo
cena, Harry salutò Niall e poi si incamminò verso
la stazione. Gli piaceva camminare nel buio della notte, mentre tutto
il resto dormiva. Restare solo a pensare, senza che niente potesse
disturbarlo, era una cosa che ogni tanto ne sentiva il bisogno.
Ripensò alla sua vita, alle decisioni sbagliate che aveva
preso, per lui, ma giuste per altri. Pensò
a Louis e a quel sorriso falso che gli incorniciava il viso, eppure che
riusciva a far felici le persone attorno a lui. Ma lui l'aveva notato e
si era sentito male. lui
aveva notato tutta la verità che c'era dietro quella bugia. Una
semplice bugia, una
maschera, che riusciva a
far cambiare così tanto gli umori degli altri.
Non
riusciva a capirne il motivo, ma sentiva dentro di sé questo
costante desiderio di riuscire a far ritornare quel sorriso, che Louis
gli aveva donato il giorno prima inconsapevolmente.
Arrivò
a casa che Gemma era già a letto e l'appartamento era
avvolto dal silenzio. Si cambiò e si mise a letto, pensando
alle parole da dire l'indomani a Louis, per fargli cambiare idea. Si
addormentò con questi pensieri in testa, ma venne svegliato
da un suono fastidioso. Mugugnò qualcosa, sperando che la
smettesse di rimbombargli nelle orecchie, ma sembrava proprio
intenzionato a svegliarlo. Socchiuse un occhio e quando vide che era il
cellulare, sbuffò, affondando la testa nel cuscino.
Conosceva
solo una persona che poteva chiamarlo a quell'ora, ed era Louis. Niall
aveva bisogno della sua dose di sonno e non si sarebbe svegliato
nemmeno se una banda fosse entrata nella sua camera e avesse cominciato
a suonare, compresa di trombe e coro.
Avrebbe
tanto voluto lanciare il cellulare contro il muro, oppure rispondere e
mandarlo a quel paese, ma in mente aveva quella chiamata,
quando Louis sembrava così fragile e bisogno di aiuto.
-pronto?-
rispose con voce rauca. - mi dovrai spiegare questo diamine di vizio di
chiamare a quest'ora- biascicò qualche parola, ma dette la
colpa al ragazzo che aveva interrotto il suo sonno.
-sono
in stazione...puoi venirmi a prendere?- mormorò Louis. Il
riccio ci mise un secondo per riconoscerlo, non sembrava nemmeno lui.
Aveva una voce così...esausta e
scossa.
-intendi alla stazione, da me?- chiese
incredulo Harry.
-si,
io n-non so...-disse tremolante, ma la voce gli si ruppe prima di
finire la frase.
-aspettami
li, arrivo- e in un attimo era sveglissimo. Non sapeva che stava
succedendo, ma Louis aveva bisogno di lui. Stava male, questo era
ovvio, nessuno poteva dire che era solo una crisi da quella voce, c'era qualcosa di più.
Non
avendo la macchina, Harry chiamò un taxi. Se Louis era solo
per metà nelle condizioni in cui si poteva capire dalla sua
voce, non poteva certo andare a piedi fino a casa sua.
Appena
la macchina si fermò a destinazione, disse all'uomo alla
guida di attenderlo ed uscì di corsa.
Entrò
nella stazione, ma non vedendo nessuno, uscì. Mentre
riprendeva fiato, si guardò in giro e finalmente il suo
sguardo si posò su una figura accucciata su una panchina, al
buio.
Se
non fosse stato sicuro che quello fosse Louis, sarebbe corso
più lontano possibile.
Si
avvicinò trattenendo il fiato, lentamente.
-ho
pensato a me stesso- soffiò lui, probabilmente sentendo la
vicinanza del riccio.
Harry
storse le labbra a quella frase, non capendo, ma poi gli
tornò in mente le parole che gli aveva rivolto quel
pomeriggio.
"-pensa anche a te stesso qualche volta-"
Dopo
che il silenzio incombette su di loro, Harry decise che era meglio
spostarsi da li, sopratutto perchè stava cominciando ad
avere freddo.
-c'è
il taxi che ci aspetta, andiamo a casa mia- gli disse e lo vide alzarsi
e seguirlo, con la testa bassa.
Per
tutto il tragitto, Louis tenne lo sguardo voltato verso il finestrino e
quando arrivarono, uscì subito dall'abitacolo, fermandosi
sul giglio della strada, aspettando che Harry gli facesse strada. Il
riccio pagò l'uomo e lo ringraziò, poi
andò verso casa sua.
-mia
sorella dorme- lo avvisò quando si trovarono davanti alla
porta. Aprì e lo fece entrare. Louis non aveva aperto bocca
da quella frase e la situazione stava cominciando ad essere
imbarazzante.
Harry
accese la luce, voleva vedere gli occhi del ragazzo per capire se in
quel momento c'era o meno il muro innalzato.
-alza
il viso- gli sussurrò. Louis sembrò tentennare,
ma poi eseguì.
Harry
sgranò gli occhi. -cos'è successo?- gli chiese,
riferendosi all'occhio nero che si ritrovava.
-nulla-
mormorò lui, riabbassando il viso.
Il
riccio si avvicinò e lo prese per il mento, congiungendo i
loro occhi. Verde e azzurro.
-è-è
stato tuo padre?-
Louis
si allontanò con uno scatto. -che ne sai tu di mio padre?-
gli chiese accusatorio.
Harry
scosse la testa. Gli era scappato, non voleva che lo venisse a
scoprire. Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto parlare di quella
storia, ma non in quel momento.
-è
stato lui? Louis, parla – lo implorò quasi.
Lui
annuì una volta. Harry non perse tempo: gli prese il polso e
lo tirò fino al bagno, dove lo fece sedere sul bordo della
vasca e – aspetta qui- gli disse, prima di uscire dalla porta
e rientrare con le mani piene di batuffoli di cotone, ghiaccio e
disinfettante.
-non
ce n'è bisogno- disse Louis, ma Harry lo zittì
subito. Prese del cotone, lo imbevette di disinfettante e
cominciò a tamponare la parte lesa.
Louis
mugugnò qualcosa dal dolore.
-scusa-
gli disse Harry sincero, ma senza fermarsi. Dopo aver finito, gli mise
in mano il ghiaccio e Louis se lo mise sull'occhio.
-ti
ha fatto male da qualche altra parte?- gli chiese, quasi sicuro della
risposta.
Louis
scosse la testa.
-Louis,
ti sto aiutando. Dove ti ha fatto male?- ed ora la domanda la pose come
un ordine. Capì subito che stava fingendo: stava diventando
bravo a conoscere ogni suo dettaglio e movimento. Quando diceva una
bugia, i suoi occhi si sgranavano leggermente e diventavano opachi.
Il
ragazzo abbassò la testa. Tirò su lentamente la
maglietta, scoprendo il fianco e una parte della schiena.
Harry
trattenne il respiro. Sul fianco si stagliava un grosso livido e
sembrava che avesse graffiato contro qualcosa, mentre sulla schiena,
intravedeva dei graffi, alcuni rossi e altri in fase di guarigione.
Gli
si inumidirono gli occhi, osservando quei segni: aveva paura della
causa.
Prese
un batuffolo di cotone e con mano tremante, lo passo sul fianco.
Avrebbe voluto prendersi cura anche di quei graffi, che deturpavano
quella pelle così chiara, ma non poteva. Era sicuro che se
l'avesse fatto, sarebbe crollato e non poteva essere debole davanti a
lui, non se era in quella condizione.
Mise
una garza sul livido e poi gli tirò giù la
maglietta, cercando di ignorare la schiena.
Finito,lo
accompagnò nella sua stanza, gli diede in mano una delle
poche tute che teneva nell'armadio e gli disse di sistemarsi.
Harry
invece andò in balcone, a prendere una boccata d'aria. Si
calmò, si disse che doveva essere forte, che Louis aveva
bisogno di lui. Aurora miagolò, come per attirare la sua
attenzione. gli si strusciò sulla gamba, così lui
si abbassò e le accarezzò la testolina. Si
convinse a non pensare a quei graffi e dopo aver preso un grosso
respiro, rientrò. Mancavano ancora alcuni passi per entrare
in camera, quando sentì dei singhiozzi.
Anche
se non lo conosceva da molto, sapeva che tipo era Louis. Era quel tipo
che non mostrava a nessuno le sue emozioni e che non piangeva mai,
eppure in quel momento gli sembrava di non conoscerlo proprio.
Entrò
nella stanza e lo vide rannicchiato su se stesso, seduto sul materasso.
-ehi-
sussurrò, per non farlo spaventare,ma sussultò
comunque e lo guardò: aveva gli occhi rossi e pieni di
lacrime.
Harry
ebbe un tuffo al cuore a quella scena. Si avvicinò e si
sedette anche lui, ma più distante possibile, avendo paura
che potesse andarsene.
-ho
lasciato Phoebe e Daisy li- disse tra i singhiozzi, poi riprese dopo
qualche attimo di silenzio -gli avevo promesso che non le avrei mai
abbandonate, invece l'ho fatto-
Harry
rimase qualche secondo immobile, avrebbe voluto abbracciarlo, ma non
sapeva come avrebbe potuto reagire, così si
limitò ad avvicinarsi di poco.
-non
le hai abbandonate, ci sono le altre tue sorelle a badare loro-
lui
annuì e tirò su col naso. - ora riposati e poi
domani le andremo a riprendere, okay?- gli chiese conferma e lui
annuì di nuovo. Solitamente, non avrebbe accettato tutto
così, anzi, sarebbe saltato in piedi e avrebbe cominciato ad
urlargli che lui non poteva sapere, non poteva capire e che se diceva
che le aveva abbandonate, le aveva abbandonate. Ma quel Louis, che si
trovava sul suo letto, non era il suo Louis. Anche
se lo odiava quando faceva il presuntuoso e lo stronzo, lo preferiva
mille volte così, piuttosto di come si trovava ora.
Lo
osservò mentre si sdraiava sul letto, prendeva le coperte e
si nascondeva in esse.
-dormi
qui?- chiese ad un certo punto.
-il
divano è comodo, tranquillo- gli rispose Harry, dirigendosi
verso la porta.
-dormi
qui- e questa volta non era una domanda.
Il
riccio ne rimase sorpreso, mai avrebbe pensato che Louis potesse dire
frasi del genere.
In
silenzio, si rimise il pigiama e poi si sdraiò dall'altra
parte del letto.
Louis
stava ancora tremando per il pianto, Harry lo osservò,
finchè il ragazzo non alzò la testa.
-ho
pensato a me stesso, solo a me stesso e non alle mie sorelle-
sussurrò.
-le
tue sorelle stanno bene- lo rassicurò il riccio. -e se pensi
che hai sbagliato ad andartene da li solo per un po', allora non pensi
solo a te stesso-
Harry
pensò cosa avrebbe fatto lui in una situazione del genere.
Probabilmente se ne sarebbe andato, per sempre, o avrebbe ceduto,non
sopportando tutto quel male e quel peso.
-sei
forte Louis, più di quanto tu creda- gli
sussurrò, ma quando si voltò verso si lui, vide
che aveva già gli occhi chiusi e che il respiro si era
regolarizzato ed era più pesante.
Osservò
il suo viso, che ora aveva un'espressione più serena, anche
se notò che sulla sua fronte aleggiava ancora qualche
rughetta. Alzò la mano e passò le dita su di
esse, che subito si distesero.
Gli
spostò anche un piccolo ciuffo di capelli che gli copriva un
occhio, sorridendo: da sveglio, non si sarebbe mai permesso di compiere
un tale gesto.
-buonanotte
Louis- gli mormorò, per poi girarsi e finalmente poter
dormire.
Venne
svegliato da una mano sulla sua spalla, che continuava a scuoterlo.
Capì che non era giornata per il suo sonno. Socchiuse gli
occhi e la luce che veniva dalla finestra lo colpì. Si
portò un braccio agli occhi e poi guardò chi
aveva davanti. In piedi davanti a lui, c'era Gemma, che lo guardava con
un sorrisino e un sopracciglio alzato. -mi spieghi che ci fa Louis nel
tuo letto?- sussurrò ed Harry capì che il ragazzo
stava ancora dormendo.
-fuori
di qui, arrivo- gli disse e la guardò chiudere la porta.
Harry si girò e si ritrovò il viso di Louis a
pochi centimetri di distanza.
Sorrise.
Ogni
mattina si svegliava con il broncio, mentre spegneva quell'allarme
fastidioso che lo riportava alla realtà, mentre quella
mattina, dopo così tanto tempo, riuscì a
sorridere di nuovo,pronto ad iniziare una nuova giornata forse diversa
dalle solite.
-grazie-
sussurrò a Louis.
Si
alzò cercando di non fare rumore e uscì dalla
stanza, socchiudendo la porta.
-Louis
è nel tuo letto! Oh mio dio! Devo chiamare subit- Harry
venne travolto da sua sorella, che cominciò a straparlare,
fino a che lui la bloccò, tappandole la bocca.
-non
so chi devi chiamare, ma non c'è nulla da raccontare.
Calmati- le disse, per poi abbassare la mano.
-non
avete fatto nulla nulla?!- esclamò con voce delusa, facendo
sporgere il labbro inferiore. Harry scoppiò a ridere.
-no
sorella, scusaci. La prossima volta vedremo di rimediare per te
– le fece l'occhiolino, per poi andare verso la cucina, per
preparare la colazione a Louis.
°°
°°°°°°°°
chi
ama Louis quanto me?
okay,
nuovo capitolo e nuove scoperte! commentate e fatemi sapere cosa ne
pensate fino a questo punto ;)
al
prossimo capitolo,
-EmLy
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