I giorni passarono e Courtney continuava a sentirsi oggetto di
curiosità e malelingue da parte dei pochi abitanti della
zona. Parlando con la zia fuggitiva aveva dovuto ascoltare i suoi
assurdi sproloqui su quanto sarebbe stata una bella cosa per lei la
vita di fattoria, su quanto sarebbe stata l’aria
più pulita, l’ambiente meno stressante ecc...
“Fatto sta che quella squilibrata se ne scappata ad Honolulu!
Mentre io mi ritrovo nelle disperse praterie d’Alberta!
L’aria pulita sa di letame fumante, la fattoria è
completamente isolata e io mi ritrovo qui con la sola
compagnia di animali destinati al macello e i genitori di Scott, mentre
quando scendiamo al paese più vicino mi viene sempre
l’impressione che ogni persona che passa mi fissi incuriosita
come se fossi un esemplare esotico e nuovo migrato qui
chissà per quale motivo e tutto ciò è
veramente stressante! Come si può stare sereni in un posto
in cui le persone sono talmente poche che tutti conoscono tutti e tutto
di loro?! E no, non sono io ad avere le manie di
persecuzione!” l’ambiente rustico le sembrava
più soffocante che salutare... Inoltre i genitori del
fidanzato la mettevano a piuttosto a disagio... si sentiva sotto
pressione all’idea di dover essere in debito con loro
così cominciò a lavorare anche lei a presso a
Scott per dare l’impressione che stesse facendo qualcosa per
guadagnarsi vitto e alloggio e non ricevere più commenti
acidi. Peccato che Annie, la fulva madre di Scott, non fosse
d’accordo... E fu così che un giorno Courtney si
ritrovò la porta della sua stanza chiusa a chiave.
-Che razza di scherzo è mai questo?!- urlò a
pieni polmoni percuotendo la porta con forza.
-Mi spiace cara, ma nelle tue condizioni non posso proprio lasciarti
faticare, metti che poi accada l’irreparabile...-
spiegò irremovibile la donna.
-Non ci posso credere... ma dirlo a parole invece di murarmi viva?!-
-Ci ho provato, mica è colpa mia se sei così
ottusa...- sopirò -E poi... murata viva? Non ti sembra di
esagerare? Sei semplicemente chiusa a chiave...- Ma mentre la donna si
allontanava dalla porta contenta di aver svolto il suo dovere,
sentì un rumore fortissimo alle proprie spalla... e poi uno
ancora più forte accompagnato da polvere e pezzi
d’intonaco che sfrecciavano attraverso l’aria come
proiettili... Girandosi per poco non perse i sensi…
Nei giorni seguenti alla casa venne a far visita un prete un
po’ particolare... un esorcista…
-Non posso credere che l’abbia fatto davvero...- disse
esausta la ragazza dopo essere riuscita a esorcizzare
l’intruso.
-Mia madre non è mai stato un tipo particolarmente
religioso, ma dopo aver visto una ragazza sfondare una porta... Beh,
non puoi proprio biasimarla!- per poco non scoppiò a
ridere... la ragazza invece si allontanò con i nervi a fior
di pelle... non era proprio in vena quel giorno.
-Comunque non credo che abbia così torto.- si
azzardò a dire il ragazzo, come previsto la ragazza lo
incenerì con lo sguardo. -Courtney, dovresti riguardarti.-
spiegò il ragazzo.
-Mia madre mi ha detto che nella sua famiglia non ci sono mai state
gravidanze problematiche… e poi ci si deve preoccupare
maggiormente nei tre mesi precedenti il parto ed io sono ancora al
quarto!- sbuffò Courtney.
-Oh… Quindi hai sentito tua madre?- domandò
cautamente il ragazzo…
-Sì… sembra che né lei né
mio padre siano più così sconvolti ora, anche se
sembrano un po’ preoccupati per la mia salute e il mio
umore…- sospirò la ragazza poi guardò
indecisa il fidanzato, come se non sapesse se continuare o
no. -Scott, se vuoi posso ritornare da loro per ora.-
-Perchè? Non stai bene qui?-
-N-non è questo… E che non voglio essere di
disturbo...- rispose con un tono leggermente titubante.
-Ma non lo sei.- la ragazza si sentì un po’
rassicurata dal tono del fidanzato. -Dobbiamo essere entrambi per
occuparci del bambino…-
-Già ma non… non voglio rimanere ad abitare qui
per sempre...-
-Beh, visto che ora sono più tranquilli potremmo andare a
vivere dai tuoi.- Courtney sgranò gli occhi e una palpebra
cominciò addirittura a pulsargli. Non voleva neanche
immaginarsi i suoi genitori e Scott nella stessa casa, anche se a detta
loro erano disposti anche a quello per fare in modo che figlia e nipote
avessero un posto dove stare… preferibilmente vicino a loro.
-V-volevo dire accanto ai tuoi!- si corresse Scott. -Se no sbaglio la
vostra vecchia vicina è sulla strada giusta per tirare le
cuoia, no? Potremmo prenderci la sua casa...-
-Hai idea di quanti soldi ci vogliano? Inoltre potrebbe avere parenti a
cui lasciarla...-
-Ok, forse è meglio pensare al da farsi dopo il parto...-
-...Già.- Courtney deglutì.
-…Tutto bene?-
-Si… sta’ tranquillo...- Nonostante la madre
avesse speso molte parole al telefono per tranquillizzarla riguardo al
parto, lei ne rimaneva comunque terrorizzata… da una parte
voleva che quel momento non arrivasse mai, ma dall’altra
sapendo che era comunque inevitabile non era meglio togliersi il
pensiero il prima possibile? Ma la realtà è che
le gravidanze hanno i loro tempi, non è possibile
accelerarle o ritardarle a secondo della propria
volontà…
-Sai mamma, credo che Courtney si stia abituando a stare qui...- disse
un pomeriggio Scott. -Mi sembra meno agitata anche se penso che studi
troppo… anche più del solito...-
-Sarà il modo che ha quella bizzarra ragazza di gestire
l’ansia.- sospirò la donna, poi lo
osservò in volto con attenzione… -Ma
dimmi… tu come ti senti?- Scott ci pensò un
po’, poi parlò.
-Un po’ ignorato in realtà… volevo che
capisse che anche io avevo paura per quanto riguarda la sua gravidanza
e tutto il resto. Ma in fondo sono stato io a non dirle mai niente in
proposito, a fingere che per me fosse tutto a posto…
però ora mi sta ignorando un po’ troppo! Sembra
così concentrata su se stessa.- sospirò il
ragazzo un po’ incupito.
-Perchè, non lo è sempre?- Sorrise subdolamente
la donna.
-Hey… lei non è realmente così
terribile… o, non lo è di solito…
è che ci vuole tempo per capirla e in questo momento
è molto in difficoltà...- spiegò
riflettendoci un po’ su.
“Già… si tratta solo di un momento di
difficoltà.” Pensò, aveva imparato a
conoscere e interpretare abbastanza bene da capire che non era una
situazione così grave.
-Scherzavo...- disse con leggerezza la donna. -Ma è vero, le
gravidanze posso essere fonte di grande stress, soprattutto quando sono
impreviste, bisogna avere pazienza...-
-Già, papà me lo ha detto.- disse ingenuamente
Scott mentre la donna aggrottava per un attimo le sopracciglia chiare.
-Comunque… quindi come ti senti veramente riguardo al
bambino?- preferì cambiare discorso.
-All’inizio in realtà era nel panico…
ma ora… anche se continuo a non sentirmi pronto…
beh… in realtà l’idea mi piace! Mi ci
sono abituato e sarebbe strano e deludente se ora mi dicessero che
è stato tutto un sogno e non ci sarà nessun
bambino.- poi il ragazzo ci riflettè un attimo. -E questo
che intendono quando dicono che sono un sempliciotto?- si disse
dubbioso e leggermente infastidito. La donna rise e lo
abbracciò.
-Ah, ora sto molto meglio. Rischiavo mi venissero i capelli bianchi di
quanto ero preoccupata per il mio bambino… stai proprio
crescendo bene.- Scott si allontanò disorientato dalle
improvvise premure. -Beh, mi sentirei più tranquilla se la
tua fidanzata non fosse una spiona del cavolo ma...- disse indicando la
ragazza nascosta dietro la porta. -Immagino che non si possa avere
tutto dalla vita, no?-
-...Courtney?- la ragazza si grattò nervosamente la
nuca… si vergognava come una ladra per essere stata scoperta
in quel modo…
-Tranquilli, ora vi lascio alla vostra discussione madre e
figlio…-
-Emh… in realtà siete voi due che dovreste
parlare...- la corresse la madre rassegnata.
-Sai Scott, in realtà me ne ero resa conto…-
disse la ragazza rimando vicino alla porta e cercando di evitare le
occhiate della futura suocera. -Però pensavo che non fosse
proprio il momento adatto per discutere… temevo che qualcuno
di noi dicesse la cosa sbagliata e… insomma essendo in una
situazione così delicata…- la ragazza stava
facendo veramente molta fatica a spiegarsi, per un attimo si morse
anche la lingua -Ahi!-
-Sarebbe stata una discussione inutile.- disse Scott. -Tanto non ti
avrei mai lasciata sola con un bambino, l’avevo
già deciso, quindi, dubbi o no, non avevo proprio nulla di
cui discutere. Cosa avrei dovuto fare? Un piagnisteo sul fatto che
avere un figlio ora non era nei miei piani? Poi magari avresti fatto un
piagnisteo pure tu pensando che volessi dire che ti avrei lasciata e
si, sarebbe potuto andare veramente tutto a rotoli.- spiegò
Scott, mentre sia sua madre che Courtney lo osservavano impietrite.
-…Ma cosa vi prende?- commentò a disagio.
-Sei veramente intelligente.- disse Courtney sorridendo.
-Perché? C’erano dubbi? Nostro figlio
sarà proprio un genio a giudicare dalla materia grigia dei
genitori.- annuì Scott. Courtney smise di sorridere e si
fece più seria.
-Ricordati che non sono un mostro… quindi… se ci
fossero problemi in futuro parliamone. Siamo due persone mature in fin
dei conti.- disse inizialmente, poi sospirò e si corresse.
-Beh, ovviamente ci potrebbero essere momenti in cui non è
il caso perché il tutto potrebbe semplicemente portare a
piatti che volano da una parte all’altra della
stanza…- disse vaga. -Forse sarebbe meglio mettere tutto
nero su bianco per chiarire quali sono i momenti
“no”…- condivise ad alta voce i suoi
pensieri mentre Annie alzava confusa un sopracciglio. -Però
non sono un mostro, un’arpia, niente del genere. Quindi non
devi per forza fare finta di niente in caso di problemi.-
-Umh… dice così però poi se la da a
gambe...- disse la madre osservandola mentre se la svignava.
-In realtà non credo ci fosse altro da dirci, non se
l’è svignata…-
-Dici?-
-E in ogni caso credo che intendesse che possiamo anche
discutere… ma non quando è nervosa.-
-Praticamente quella ragazza è tutta da interpretare...-
commentò sarcasticamente.
-In un certo senso… ma io sono abbastanza capace e
intelligente da riuscirci.- disse con fierezza consapevole di essere
riuscito a tenere un comportamento maturo contro ogni previsione di
chiunque lo conoscesse. E Forse era anche merito dello stare vicino ad
una ragazza difficile.
Alla fine Courtney dovette fare un parto cesareo, il bambino era
posizionato di piedi… da una parte non era così
dispiaciuta di non aver fatto un parto naturale… ma
dall’altra l’ossitocina le avrebbe fatto scordare
gran parte del dolore del parto naturale, senza questo effetto
probabilmente le donne si sarebbero categoricamente rifiutate di avere
più di un figlio… ora invece si ritrovava
bloccata a letto.
-Peccato, ero curiosa di sentire che insulti avresti rivolto al nostro
caro Scott durante il parto.- Commentò Annie. Nonostante
fosse convalescente Courtney le avrebbe scippato le orecchie. Poi si
ricordò della flebo e del taglio ricucito sul ventre
così si fermò… tra l’altro
teneva anche la bambina in braccio che nel frattempo si stava
svegliando.
-A proposito… Com’è che alla fine si
tratta di una bambina?-
-In realtà non ci siamo mai fatti dire di che sesso fosse.-
spiegò Scott.
-Già, lui preferiva che fosse una sorpresa… non
so che senso abbia però ho preferito fargli questo
favore dato che ci teneva.-
-Che carina… avrà gli occhi di Scott...- concluse
allegra la donna osservando gli occhietti sgranati della bambina.
-In realtà capita che i neonati abbiano gli occhi grigiastri
e poi si scuriscano crescendo...- sentenziò un uomo entrando
nella stanza. Finalmente erano arrivati anche i genitori di Courtney.
-Papà, mamma!- esclamò felice la ragazza, loro si
avvicinarono e abbracciarono calorosamente la figlia e la bambina per
cui quella stanza si stava facendo anche troppo affollata.
-No, sono proprio come quelli di Scott quando era piccolo.- insistette
la donna e si avvicinò ulteriormente per guardare la bambina
che dopo poco si mise a piangere.
-Che cos’ha?- si chiese Scott.
-Niente, è normale che i bambini piangano… -
disse Courtney cercando di confortare l’esserino.
“Tranquilla piccola, la nonna non piace neanche a
me.” Courtney sorrise.
Alla fine, soprattutto inizialmente, furono più le coppie
dei giovani nonni ad occuparsi di Maya che i genitori. Spesso i
genitori di Courtney venivano a trovarli alla fattoria e a volte si
portavano la bambina da loro così Courtney poté
continuare gli studi per poi interromperli temporaneamente…
a detta sua si prendeva una pausa per stare più vicino alla
figlia… ma in realtà aveva finito per studiare e
seguire tutte le materie insieme sovraccaricandosi di lavoro e
concludendo un nulla di fatto se non l’ottenere
l’esaurimento nervoso… normalmente non avrebbe mai
fatto un errore simile, ma quella bambina imprevista era stata come un
bug nel suo sistema e l’aveva spinta a impegnarsi il triplo
per dimostrare che poteva comunque proseguire i suoi studi…
invece aveva dimostrato che anche i suoi calcoli
sull’utilizzo del tempo potevano contenere errori e portare
disastri… inizialmente era andata nel panico, poi
subentrò la rassegnazione, ma alla fine quel tempo di
sospensione con la famiglia del suo fidanzato le fu
d’aiuto e la rese più calma…
Una mattina di sei anni dopo, Courtney, mentre aspettava
l’arrivo dei genitori a pranzo, si mise a cercare la figlia,
la piccola stava prendendo lezioni di violino e lei avrebbe voluto far
vedere ai suoi i progressi di Maya, ma quest’ultima sembrava
essersi volatilizzata… sentì degli strani rumori
provenire dalla soffitta così, anche se un po’
esitante salì… Courtney non potè
accorgersi che nonostante i suoi timori la soffitta risultava
stranamente priva di polvere e sistemata, nonostante in
teoria non ci saliva più nessuno da anni… era
troppo concentrata su quei suoni spettrali… era come se
degli spiriti dalle voci bizzarre e inumane stessero cercando di
cantare… “Già, o magari è
solamente il vento…” di disse cercando di restare
lucida… anche se quel rumore era decisamente forte e
artificioso per essere dovuto al vento… la donna in un certo
senso ne fu irresistibilmente attratta, nonostante avesse la pelle
d’oca e seguì le voci finché dietro un
mucchio di scatoloni non scorse una specie di lama luminescente che
vibrava…
-Maya? Ma che fai?- esclamò la donna.
-M-mamma?!-
-Cos’è quella cosa?- disse osservando lo strano
oggetto di cui la bambina teneva ferma con le ginocchia
un’estremità mentre con una mano impugnava di arco
tipo quello utilizzato per suonare i violini. - Quello stumento
musicale è… Una sega canterina?-
pronunciò agitata.
-No, tranquilla! È una lama sonora, non una sega,
non ha i denti guarda!- disse la bambina mostrandole tempestivamente lo
strumento musicale. Courtney si sentì un po’
sollevata. -S-sapevo che ci tenevi che io imparassi a suonare il
violino… ma questo strumento mi piace molto di
più...- disse nervosa la bambina. Courtney
sospirò.
-Beh… non c’è problema...-
-D-davvero? Posso continuare con le lezioni?!-
-Ma certo… se lo preferisci… non c’era
certo bisogno che me lo nascondessi.- accarezzò
affettuosamente i capelli castani della bambina. “Sembro
anche io un genitore intransigente su ogni stranezza, con cui si fa
fatica a parlare come lo erano i miei?” riflettè
sovrappensiero. -Senti… ma come lo hai scoperto uno
strumento strano come quello?- domandò curiosa.
-Oh! Mi ha portato ad ascoltarlo papà! Ha detto che era
incredibilmente fico per essere suonato come un violino...-
-Ah… e immagino che sia stato lui ad aiutarti a tenere la
cosa nascosta...-
-E già...- “Poi facciamo i conti Scott
caro...” -Posso farlo vedere ai nonni?- chiese entusiasta Maya
-Certo, perché no...-
Note.
La sega sonora è una sega che si suona con un arco come
quelli usati per i violini ed i violoncelli, a quanto ho capito si
tratta di una normale sega da lavoro, può essere suonata
anche percuotendola con un martello, fa un suono molto
strano… ma a me piace! Mentre la lama sonora è
una sega modificata apposta per essere uno strumento musicale, non ha i
denti della sega, ha una forma più triangolare e due
manici… dovrebbe essere più maneggevole della
sega ma a quanto ho capito alcuni preferiscono quest’ultima
perché… fa più effetto?
In ogni caso… qualcuno a parte me conosceva questo curioso
strumento?
Spero vivamente che questa seconda parte non sia deludente…
se volete darmi un parere, segnalarmi errori e difetti, siete ben
accetti e un parere esterno è sempre d’aiuto.
Ho postato un disegno su deviantart sulla bambina, purtroppo non sono
granchè neanche a disegnare, ma va beh... ecco
qua:
Lame sonore
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