Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Anown    21/12/2017    1 recensioni
Courtney appariva inusualmente nervosa quel giorno, aveva una notizia importante da dare a Scott... ma non era così semplice...
Brevissima long, avrà solo due capitoli. Doveva essere un oneshot inizialmente ma rischiava di diventare troppo lunga...
I pareri sono bene accetti, anche perché mi è venuta abbastanza difficile e strana come storia da scrivere quindi un parere esterno sarebbe abbastanza apprezzato...
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I giorni passarono e Courtney continuava a sentirsi oggetto di curiosità e malelingue da parte dei pochi abitanti della zona. Parlando con la zia fuggitiva aveva dovuto ascoltare i suoi assurdi sproloqui su quanto sarebbe stata una bella cosa per lei la vita di fattoria, su quanto sarebbe stata l’aria più pulita, l’ambiente meno stressante ecc... “Fatto sta che quella squilibrata se ne scappata ad Honolulu! Mentre io mi ritrovo nelle disperse praterie d’Alberta! L’aria pulita sa di letame fumante, la fattoria è completamente isolata e  io mi ritrovo qui con la sola compagnia di animali destinati al macello e i genitori di Scott, mentre quando scendiamo al paese più vicino mi viene sempre l’impressione che ogni persona che passa mi fissi incuriosita come se fossi un esemplare esotico e nuovo migrato qui chissà per quale motivo e tutto ciò è veramente stressante! Come si può stare sereni in un posto in cui le persone sono talmente poche che tutti conoscono tutti e tutto di loro?! E no, non sono io ad avere le manie di persecuzione!” l’ambiente rustico le sembrava più soffocante che salutare... Inoltre i genitori del fidanzato la mettevano a piuttosto a disagio... si sentiva sotto pressione all’idea di dover essere in debito con loro così cominciò a lavorare anche lei a presso a Scott per dare l’impressione che stesse facendo qualcosa per guadagnarsi vitto e alloggio e non ricevere più commenti acidi. Peccato che Annie, la fulva madre di Scott, non fosse d’accordo... E fu così che un giorno Courtney si ritrovò la porta della sua stanza chiusa a chiave.
-Che razza di scherzo è mai questo?!- urlò a pieni polmoni percuotendo la porta con forza.
-Mi spiace cara, ma nelle tue condizioni non posso proprio lasciarti faticare, metti che poi accada l’irreparabile...- spiegò irremovibile la donna.
-Non ci posso credere... ma dirlo a parole invece di murarmi viva?!-
-Ci ho provato, mica è colpa mia se sei così ottusa...- sopirò -E poi... murata viva? Non ti sembra di esagerare? Sei semplicemente chiusa a chiave...- Ma mentre la donna si allontanava dalla porta contenta di aver svolto il suo dovere, sentì un rumore fortissimo alle proprie spalla... e poi uno ancora più forte accompagnato da polvere e pezzi d’intonaco che sfrecciavano attraverso l’aria come proiettili... Girandosi per poco non perse i sensi…
Nei giorni seguenti alla casa venne a far visita un prete un po’ particolare... un esorcista…
-Non posso credere che l’abbia fatto davvero...- disse esausta la ragazza dopo essere riuscita a esorcizzare l’intruso.
-Mia madre non è mai stato un tipo particolarmente religioso, ma dopo aver visto una ragazza sfondare una porta... Beh, non puoi proprio biasimarla!- per poco non scoppiò a ridere... la ragazza invece si allontanò con i nervi a fior di pelle... non era proprio in vena quel giorno.
-Comunque non credo che abbia così torto.- si azzardò a dire il ragazzo, come previsto la ragazza lo incenerì con lo sguardo. -Courtney, dovresti riguardarti.- spiegò il ragazzo.
-Mia madre mi ha detto che nella sua famiglia non ci sono mai state gravidanze problematiche… e poi ci si deve preoccupare maggiormente nei tre mesi precedenti il parto ed io sono ancora al quarto!- sbuffò Courtney.
-Oh… Quindi hai sentito tua madre?- domandò cautamente il ragazzo…
-Sì… sembra che né lei né mio padre siano più così sconvolti ora, anche se sembrano un po’ preoccupati per la mia salute e il mio umore…- sospirò la ragazza poi guardò indecisa il  fidanzato, come se non sapesse se continuare o no. -Scott, se vuoi posso ritornare da loro per ora.-
-Perchè? Non stai bene qui?-
-N-non è questo… E che non voglio essere di disturbo...- rispose con un tono leggermente titubante.
-Ma non lo sei.- la ragazza si sentì un po’ rassicurata dal tono del fidanzato. -Dobbiamo essere entrambi per occuparci del bambino…-
-Già ma non… non voglio rimanere ad abitare qui per sempre...-
-Beh, visto che ora sono più tranquilli potremmo andare a vivere dai tuoi.- Courtney sgranò gli occhi e una palpebra cominciò addirittura a pulsargli. Non voleva neanche immaginarsi i suoi genitori e Scott nella stessa casa, anche se a detta loro erano disposti anche a quello per fare in modo che figlia e nipote avessero un posto dove stare… preferibilmente vicino a loro. -V-volevo dire accanto ai tuoi!- si corresse Scott. -Se no sbaglio la vostra vecchia vicina è sulla strada giusta per tirare le cuoia, no? Potremmo prenderci la sua casa...-
-Hai idea di quanti soldi ci vogliano? Inoltre potrebbe avere parenti a cui lasciarla...-
-Ok, forse è meglio pensare al da farsi dopo il parto...-
-...Già.- Courtney deglutì.
-…Tutto bene?-
-Si… sta’ tranquillo...- Nonostante la madre avesse speso molte parole al telefono per tranquillizzarla riguardo al parto, lei ne rimaneva comunque terrorizzata… da una parte voleva che quel momento non arrivasse mai, ma dall’altra sapendo che era comunque inevitabile non era meglio togliersi il pensiero il prima possibile? Ma la realtà è che le gravidanze hanno i loro tempi, non è possibile accelerarle o ritardarle a secondo della propria volontà…

-Sai mamma, credo che Courtney si stia abituando a stare qui...- disse un pomeriggio Scott. -Mi sembra meno agitata anche se penso che studi troppo… anche più del solito...-
-Sarà il modo che ha quella bizzarra ragazza di gestire l’ansia.- sospirò la donna, poi lo osservò in volto con attenzione… -Ma dimmi… tu come ti senti?- Scott ci pensò un po’, poi parlò.
-Un po’ ignorato in realtà… volevo che capisse che anche io avevo paura per quanto riguarda la sua gravidanza e tutto il resto. Ma in fondo sono stato io a non dirle mai niente in proposito, a fingere che per me fosse tutto a posto… però ora mi sta ignorando un po’ troppo! Sembra così concentrata su se stessa.- sospirò il ragazzo un po’ incupito.
-Perchè, non lo è sempre?- Sorrise subdolamente la donna.
-Hey… lei non è realmente così terribile… o, non lo è di solito… è che ci vuole tempo per capirla e in questo momento è molto in difficoltà...- spiegò riflettendoci un po’ su. “Già… si tratta solo di un momento di difficoltà.” Pensò, aveva imparato a conoscere e interpretare abbastanza bene da capire che non era una situazione così grave.
-Scherzavo...- disse con leggerezza la donna. -Ma è vero, le gravidanze posso essere fonte di grande stress, soprattutto quando sono impreviste, bisogna avere pazienza...-
-Già, papà me lo ha detto.- disse ingenuamente Scott mentre la donna aggrottava per un attimo le sopracciglia chiare.
-Comunque… quindi come ti senti veramente riguardo al bambino?- preferì cambiare discorso.
-All’inizio in realtà era nel panico… ma ora… anche se continuo a non sentirmi pronto… beh… in realtà l’idea mi piace! Mi ci sono abituato e sarebbe strano e deludente se ora mi dicessero che è stato tutto un sogno e non ci sarà nessun bambino.- poi il ragazzo ci riflettè un attimo. -E questo che intendono quando dicono che sono un sempliciotto?- si disse dubbioso e leggermente infastidito. La donna rise e lo abbracciò.
-Ah, ora sto molto meglio. Rischiavo mi venissero i capelli bianchi di quanto ero preoccupata per il mio bambino… stai proprio crescendo bene.- Scott si allontanò disorientato dalle improvvise premure. -Beh, mi sentirei più tranquilla se la tua fidanzata non fosse una spiona del cavolo ma...- disse indicando la ragazza nascosta dietro la porta. -Immagino che non si possa avere tutto dalla vita, no?-
-...Courtney?- la ragazza si grattò nervosamente la nuca… si vergognava come una ladra per essere stata scoperta in quel modo…
-Tranquilli, ora vi lascio alla vostra discussione madre e figlio…-
-Emh… in realtà siete voi due che dovreste parlare...- la corresse la madre rassegnata.
-Sai Scott, in realtà me ne ero resa conto…- disse la ragazza rimando vicino alla porta e cercando di evitare le occhiate della futura suocera. -Però pensavo che non fosse proprio il momento adatto per discutere… temevo che qualcuno di noi dicesse la cosa sbagliata e… insomma essendo in una situazione così delicata…- la ragazza stava facendo veramente molta fatica a spiegarsi, per un attimo si morse anche la lingua -Ahi!-
-Sarebbe stata una discussione inutile.- disse Scott. -Tanto non ti avrei mai lasciata sola con un bambino, l’avevo già deciso, quindi, dubbi o no, non avevo proprio nulla di cui discutere. Cosa avrei dovuto fare? Un piagnisteo sul fatto che avere un figlio ora non era nei miei piani? Poi magari avresti fatto un piagnisteo pure tu pensando che volessi dire che ti avrei lasciata e si, sarebbe potuto andare veramente tutto a rotoli.- spiegò Scott, mentre sia sua madre che Courtney lo osservavano impietrite. -…Ma cosa vi prende?- commentò a disagio.
-Sei veramente intelligente.- disse Courtney sorridendo.
-Perché? C’erano dubbi? Nostro figlio sarà proprio un genio a giudicare dalla materia grigia dei genitori.- annuì Scott. Courtney smise di sorridere e si fece più seria.
-Ricordati che non sono un mostro… quindi… se ci fossero problemi in futuro parliamone. Siamo due persone mature in fin dei conti.- disse inizialmente, poi sospirò e si corresse. -Beh, ovviamente ci potrebbero essere momenti in cui non è il caso perché il tutto potrebbe semplicemente portare a piatti che volano da una parte all’altra della stanza…- disse vaga. -Forse sarebbe meglio mettere tutto nero su bianco per chiarire quali sono i momenti “no”…- condivise ad alta voce i suoi pensieri mentre Annie alzava confusa un sopracciglio. -Però non sono un mostro, un’arpia, niente del genere. Quindi non devi per forza fare finta di niente in caso di problemi.-
-Umh… dice così però poi se la da a gambe...- disse la madre osservandola mentre se la svignava.
-In realtà non credo ci fosse altro da dirci, non se l’è svignata…-
-Dici?-
-E in ogni caso credo che intendesse che possiamo anche discutere… ma non quando è nervosa.-
-Praticamente quella ragazza è tutta da interpretare...- commentò sarcasticamente.
-In un certo senso… ma io sono abbastanza capace e intelligente da riuscirci.- disse con fierezza consapevole di essere riuscito a tenere un comportamento maturo contro ogni previsione di chiunque lo conoscesse. E Forse era anche merito dello stare vicino ad una ragazza difficile.

Alla fine Courtney dovette fare un parto cesareo, il bambino era posizionato di piedi… da una parte non era così dispiaciuta di non aver fatto un parto naturale… ma dall’altra l’ossitocina le avrebbe fatto scordare gran parte del dolore del parto naturale, senza questo effetto probabilmente le donne si sarebbero categoricamente rifiutate di avere più di un figlio… ora invece si ritrovava bloccata a letto.
-Peccato, ero curiosa di sentire che insulti avresti rivolto al nostro caro Scott durante il parto.- Commentò Annie. Nonostante fosse convalescente Courtney le avrebbe scippato le orecchie. Poi si ricordò della flebo e del taglio ricucito sul ventre così si fermò… tra l’altro teneva anche la bambina in braccio che nel frattempo si stava svegliando.
-A proposito… Com’è che alla fine si tratta di una bambina?-
-In realtà non ci siamo mai fatti dire di che sesso fosse.- spiegò Scott.
-Già, lui preferiva che fosse una sorpresa… non so che senso abbia però ho preferito fargli questo  favore dato che ci teneva.-
-Che carina… avrà gli occhi di Scott...- concluse allegra la donna osservando gli occhietti sgranati della bambina.
-In realtà capita che i neonati abbiano gli occhi grigiastri e poi si scuriscano crescendo...- sentenziò un uomo entrando nella stanza. Finalmente erano arrivati anche i genitori di Courtney.
-Papà, mamma!- esclamò felice la ragazza, loro si avvicinarono e abbracciarono calorosamente la figlia e la bambina per cui quella stanza si stava facendo anche troppo affollata.
-No, sono proprio come quelli di Scott quando era piccolo.- insistette la donna e si avvicinò ulteriormente per guardare la bambina che dopo poco si mise a piangere.
-Che cos’ha?- si chiese Scott.
-Niente, è normale che i bambini piangano… - disse Courtney cercando di confortare l’esserino. “Tranquilla piccola, la nonna non piace neanche a me.” Courtney sorrise.

Alla fine, soprattutto inizialmente, furono più le coppie dei giovani nonni ad occuparsi di Maya che i genitori. Spesso i genitori di Courtney venivano a trovarli alla fattoria e a volte si portavano la bambina da loro così Courtney poté continuare gli studi per poi interromperli temporaneamente… a detta sua si prendeva una pausa per stare più vicino alla figlia… ma in realtà aveva finito per studiare e seguire tutte le materie insieme sovraccaricandosi di lavoro e concludendo un nulla di fatto se non l’ottenere l’esaurimento nervoso… normalmente non avrebbe mai fatto un errore simile, ma quella bambina imprevista era stata come un bug nel suo sistema e l’aveva spinta a impegnarsi il triplo per dimostrare che poteva comunque proseguire i suoi studi… invece aveva dimostrato che anche i suoi calcoli sull’utilizzo del tempo potevano contenere errori e portare disastri… inizialmente era andata nel panico, poi subentrò la rassegnazione, ma alla fine quel tempo di sospensione  con la famiglia del suo fidanzato le fu d’aiuto e la rese più calma…
Una mattina di sei anni dopo, Courtney, mentre aspettava l’arrivo dei genitori a pranzo, si mise a cercare la figlia, la piccola stava prendendo lezioni di violino e lei avrebbe voluto far vedere ai suoi i progressi di Maya, ma quest’ultima sembrava essersi volatilizzata… sentì degli strani rumori provenire dalla soffitta così, anche se un po’ esitante salì… Courtney non potè accorgersi che nonostante i suoi timori la soffitta risultava stranamente priva di polvere e sistemata, nonostante  in teoria non ci saliva più nessuno da anni… era troppo concentrata su quei suoni spettrali… era come se degli spiriti dalle voci bizzarre e inumane stessero cercando di cantare… “Già, o magari è solamente il vento…” di disse cercando di restare lucida… anche se quel rumore era decisamente forte e artificioso per essere dovuto al vento… la donna in un certo senso ne fu irresistibilmente attratta, nonostante avesse la pelle d’oca e seguì le voci finché dietro un mucchio di scatoloni non scorse una specie di lama luminescente che vibrava…
-Maya? Ma che fai?- esclamò la donna.
-M-mamma?!-
-Cos’è quella cosa?- disse osservando lo strano oggetto di cui la bambina teneva ferma con le ginocchia un’estremità mentre con una mano impugnava di arco tipo quello utilizzato per suonare i violini. - Quello stumento musicale è… Una sega canterina?- pronunciò agitata.
 -No, tranquilla! È una lama sonora, non una sega, non ha i denti guarda!- disse la bambina mostrandole tempestivamente lo strumento musicale. Courtney si sentì un po’ sollevata. -S-sapevo che ci tenevi che io imparassi a suonare il violino… ma questo strumento mi piace molto di più...- disse nervosa la bambina. Courtney sospirò.
-Beh… non c’è problema...-
-D-davvero? Posso continuare con le lezioni?!-
-Ma certo… se lo preferisci… non c’era certo bisogno che me lo nascondessi.- accarezzò affettuosamente i capelli castani della bambina. “Sembro anche io un genitore intransigente su ogni stranezza, con cui si fa fatica a parlare come lo erano i miei?” riflettè sovrappensiero. -Senti… ma come lo hai scoperto uno strumento strano come quello?- domandò curiosa.
-Oh! Mi ha portato ad ascoltarlo papà! Ha detto che era incredibilmente fico per essere suonato come un violino...-
-Ah… e immagino che sia stato lui ad aiutarti a tenere la cosa nascosta...-
-E già...- “Poi facciamo i conti Scott caro...” -Posso farlo vedere ai nonni?- chiese entusiasta Maya
-Certo, perché no...-

Note.
La sega sonora è una sega che si suona con un arco come quelli usati per i violini ed i violoncelli, a quanto ho capito si tratta di una normale sega da lavoro, può essere suonata anche percuotendola con un martello, fa un suono molto strano… ma a me piace! Mentre la lama sonora è una sega modificata apposta per essere uno strumento musicale, non ha i denti della sega, ha una forma più triangolare e due manici… dovrebbe essere più maneggevole della sega ma a quanto ho capito alcuni preferiscono quest’ultima perché… fa più effetto?
In ogni caso… qualcuno a parte me conosceva questo curioso strumento?
Spero vivamente che questa seconda parte non sia deludente… se volete darmi un parere, segnalarmi errori e difetti, siete ben accetti e un parere esterno è sempre d’aiuto.
Ho postato un disegno su deviantart sulla bambina, purtroppo non sono granchè neanche a disegnare, ma va beh... ecco qua:
Lame sonore
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Anown