8- Sweet but Psycho
Angolo autrice:
Ed eccomi qua! Scommetto che non vi aspettavate che aggiornassi anche
questa raccolta ed invece eccomi con questo nuovo e assolutamente
delirante capitolo. Mi è stato ispirato appunto dalla
canzone Sweet but Psycho di Ava Max quindi, come facilmente intuibile,
sappiate che il capitolo è assolutamente no-sense ma spero
che vi piaccia comunque!
Spero di aggiornare nuovamente questa raccolta, che ho sempre a cuore,
e nel frattempo vi auguro buona lettura!
A presto bellezze ;)
8- Sweet But Psycho
Quando Kidd sentì qualcosa pungergli dolorosamente il fianco
spalancò gli occhi per capire cosa fosse e non immaginava di
certo di trovarsi faccia a faccia con Trafalgar Law. Il chirurgo della
morte teneva in una delle mani tatuate una siringa, dal cui ago
fuoriusciva qualche rimasuglio di uno strano liquido giallo dall'aria
poco rassicurante.
-Ben svegliato, Eustass-ya.- gli disse il moro voltandosi con uno
strano ghigno sul volto.
-Trafalgar, che cazzo stai facendo?- disse, ma quando provò
ad
alzarsi il suo corpo rimase bloccato sul letto, e notò solo
in
quel momento che aveva i polsi e le caviglie legate ai bordi
tramite delle spesse cinture di cuoio.
-Stai pure comodo, non riuscirai ad alzarti fino a quando non
svaniranno gli effetti del veleno di vipera che ti ho somministrato.-
-Veleno di vipera? Ma sei completamente pazzo o cosa?!-
-Non te n'eri ancora accorto?- disse con un sorriso storto - Ma
stavolta
te la sei proprio cercata Eustass-ya, lo sai che non è bene
provocarmi.-
-Provocarti? Ma se non ho fatto nulla!- sbraitò il
rosso
cercando di divincolarsi. Odiava il fatto che il suo corpo non
rispondesse ai suoi comandi. Guardò il carrellino che stava
davanti a Law, fatto completamente di ferro, e che avrebbe potuto usare
come arma con i suoi poteri.
-Non pensarci neppure, Eustass-ya. Siamo dentro la room quindi detto io
le regole.- rispose il moro mentre prendeva una bottiglia di liquore e
ne beveva un abbondante sorso.
-Visto che sono legato e completamente immobilizzato, potresti almeno
darmi da bere!- lo rimproverò il rosso.
-Ah certo, che maleducato che sono!- disse Law ghignando. Si
avvicinò al rosso, tenendo sempre la bottiglia tra le dita
sottili ed esperte, e si sedette a cavalcioni sopra i fianchi
dell'altro. Prese un altro abbondante sorso e si chinò verso
il
rosso. Con il dito gli aprì la bocca per farlo bere
direttamente
dalla sua. Gli passò poi la lingua sulle labbra scure per
catturare le goccioline che vi erano rimaste incastrate ma, proprio
mentre il rosso aveva iniziato a mordicchiargli le labbra e a giocare
con la lingua nel suo pizzetto scuro, Law si scostò.
Kidd ringhiò insoddisfatto. Quel grandissimo e fottuto
bastardo
stava giocando con lui e lo stava maledettamente provocando
promettendogli prima il paradiso, per poi toglierlo all'improvviso.
-Non siamo qua per questo Eustass-ya.- disse ilo moro tornando
improvvisamente serio. Distese la mano e vi apparve all'improvviso la
testa di una donna con lunghi ricci castano dorato e grandi occhi
chiari.
Se al posto di Kidd ci fosse stato qualcun altro ne sarebbe sicuramente
rimasto terrorizzato, ma lui conosceva bene i poteri di Law e non era
il
tipo che si spaventava facilmente.
-Ti ricorda niente questa?- gli disse il moro avvicinando la testa
della donna, che piagnucolava chiedendo dove si trovasse e cosa fosse
successo al suo corpo.
Kidd la guardò attentamente e riconobbe la giovane donna con
cui
stava bevendo la sera precedente e che aveva pensato di portarsi a
letto, prima di venire a sapere che sull'isola si trovavano anche gli
heart pirates; a quel punto era andato invece ad intrattenersi con il
moro che stava seduto sopra di lui.
-E allora?- fece lui che non capiva dove volesse arrivare il chirurgo.
-Mettiamo in chiaro una cosa, Eustass-ya. Quando sei per i fatti tuoi
puoi fare quello che ti pare con la tua ciurma di pidocchiosi, ma
quando
le nostre strade si incrociano sai bene che certe cose sono proibite.-
gli disse con fare minaccioso.
Kidd rimase per un attimo sbigottito, non gli pareva che lui e l'altro
avessero stipulato certi accordi, e rise di gusto.
-In pratica sei geloso.- concluse alla fine.
-Dillo un'altra volta e sei morto.- lo minacciò l'altro
sostituendo la testa della donna con un bisturi che puntò
alla
gola del rosso. Ma l'altro fu più lesto e, libero dal veleno
della vipera, lo afferrò per la collottola della felpa e lo
avvicinò a sé per baciarlo. Preso alla sprovvista
Law
perse per qualche istante il controllo sulla room ed il rosso, con il
suo Repel, fece volare via il bisturi e la cintura che circondava la
vita sottile del moro.
-Ed io invece credo di si.- disse prima di divorare nuovamente le
labbra del medico.
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