The lost rogue 6
Ivarstead
25. Primo mese, 4E 201
''Oh
cielo, è stata una pessima idea-''
''Thane,
invece è stata una buona idea.''
Il
sole era al suo picco quando Damien e Lydia, a bordo di un carro,
stavano raggiungendo Ivarstead. Il piccolo villaggio era situato nel
territorio del rift, completamente diverso da quello di Whiterun. Era
una terra composta da pianure decorate da magnifici alberi, le cui
foglie richiamavano tonalità calde come il giallo,
il
rosso, e l'arancio. Il tutto era come se fosse perennamente autunno, e
anche l'aria pareva leggermente più calda rispetto alle zone
più nord di Skyrim.
Ad un certo punto dovettero proseguire a piedi, siccome il carro non
poteva arrivare direttamente al villaggio ma solo a metà
strada.
Arrivarono lì in poco tempo, e decisero di consumare un
veloce
pasto prima di intraprendere il sentiero verso Hrogtar Alto. O
Pellegrinaggio, come teneva a precisare spesso Lydia; a quanto pare era
con tale spirito che i nord affrontavano la scalata alla Gola del Mondo.
Probabilmente per via di Talos, ovvero l'imperatore Tiber Septim che a
sua volta aveva scalato Hrogtar Alto per recarsi dai Barbagrigia e
apprendere i loro insegnamenti. Conosceva più o
meno la storia
di Talos, sapeva che era stato elevato a divinità dopo la
sua
morte, ma che fosse un sangue di drago... non ne aveva idea. Chiedendo
informazioni tra la gente, appresero che i Barbagrigia
non erano soliti a ricevere visite, e che la scalinata poteva risultare
più pericolosa di quanto sembrasse. Scalini scivolosi e
ricoperti di ghiaccio, e anche possibili lupi feroci che attaccavano i
pellegrini lungo il sentiero.
''Quindi, quanti scalini sono, esattamente?'' domandò il
giovane
mentre superavano il ponte che li separavano dalla scalinata.
''Settemila, thane.'' Lui si fermò di scatto, voltandosi
verso la donna con gli occhi strabuzzati. Aveva sentito bene? ''Settemila!?'' chiese
come da conferma. Lei sorrise,
''Si, thane.''
''E non me l'hai detto?''
''Non l'avevi chiesto, thane.''
''Oh... giusto. Giusto.''
Cominciarono a salire i primi gradini, e Lydia parlò ancora.
''Bisogna guadagnarsi l'accesso a Hrotgar Alto con devozione, e sudore
della fronte. Ma sono certa che tu ce la farai.'' esclamò
sicura
di se', mentre lui si lasciava scappare una risatina che trapelava
tutta la sua agitazione torturandosi le mani fasciate da guanti di
pelle. Beh, o la va'...
Passarono almeno dieci minuti o poco più quando
si
imbatterono in un uomo che se ne stava in piedi davanti a quella che
sembrava una tavoletta di pietra scolpita. Forse un cacciatore, o un
semplice pellegrino, sta di fatto che questi si accorse della loro
presenza, e gli si rivolse con un sorriso cordiale. ''Anche voi in
pellegrinaggio?'' chiese.
''Uhm, si.'' rispose Damien un po' esitante. ''Fate attenzione, ci sono
parecchi lupi più in alto.'' fece l'uomo rimettendosi lo
zaino
in spalla. L'attenzione di Damien venne catturata dalla tavola di
pietra, leggendone l'incisione che riportava.
'Prima
delll'avvento degli uomini, i draghi regnavano su tutto il Mundus
La
loro parola era la Voce, e parlavano solo per le Vere
Necessità
Perchè
la Voce poteva oscurare il cielo e inondare la terra'
''Non
ne avevi mai vista una?'' chiese l'uomo notando l'espressione di
Damien. ''No.'' egli rispose. ''Cosa sono questi emblemi?''
''Riportano
la storia di come la Dea Kyne, o Kynareth, abbia concesse il
potere della Voce agli uomini.'' rispose l'uomo. ''Leggili tutti, se
vuoi. Ne incontrai altri lungo la strada. Mi fermo a meditare davanti
ognuno di essi, mi fanno... sentire in sintonia col posto. Buona
giornata, e state attenti.''
Damien
e Lydia salutarono l'uomo, e proseguirono per la loro strada. Le parole
di quella pietra non gli diedero molto conforto. Insomma, sapere che
possedeva lo stesso potere, che poteva addirittura portare cataclismi,
gli ha dato un pochino di brividi.
'Gli
uomini apparvero e si diffusero su tutta la superficie del Mundus
I
draghi presiedevano alle masse
Gli
uomini erano deboli, e non avevano voce'
Il resto della salita, a dirla tutta, fu abbastanza noioso, ma davvero
estenuante. All'inizio pareva affascinante siccome si poteva, man mano
che si saliva, ammirare un bellissimo panorama dall'alto. Ma
più
salivano di quota, più faceva freddo, e la neve
inziò a
cadere con più insistenza, offuscandogli la vista.
'Nei tempi antichi
lo spirito primigenio degli uomini era forte
Non
temevano di affrontare i Draghi e le loro Voci
Ma i draghi, con
un semplice Urlo, li abbatterono nello spirito e nel corpo'
La
fatica iniziava a farsi sentire, e il freddo era pungente. Diversi lupi
li attaccarono, lupi dei ghiacci. Più resistenti, grossi e
difficili da
abbattare rispetto a dei lupi comuni. Lui e Lydia ci avevano impiegato
un po' più del solito per eliminarli.
'Kyne
invocò Paarthurnax, che ebbe compassione dell'uomo
Insieme insegnarono agli uomini
a usare la Voce
Allora scoppiò la
Guerra dei Draghi, drago contro lingua'
Non
furono i lupi il problema, quanto l'inaspettato troll delle nevi che si
trovava quasi in cima. Si scagliò contro i due con un
grugnito
rabbioso, e ci mancò poco che ferì entrambi con
una
zampata. Lydia sfoderò spada e scudo iniziando un
combattimento
ravvicinato contro l'essere, mentre Damien lo colpì da
lontano
con l'arco, prima le gambe e, infine, un ultima freccia dritta
in testa, uccidendolo definitivamente.
'Gli uomini
vinsero e cacciarono Alduin dal mondo,
dimostrando a tutti che la loro voce era forte
Ma in molti si sacrificarono'
I due non parlarono molto durante la salita, entrambi assorti nei
propri pensieri. Lydia pareva quasi emozionata, lui l'aveva notato
dallo strano luccichio che emanavano i suoi occhi scuri, e dal passo
determinato con cui stava affrontando la salita. Damien invece ancora
doveva abituarsi a tutto quello che era accaduto in poco tempo, la
testa piena di tante domande, le cui risposte sperava di
trovare
da questi Barbagrigia.
'Con
Lingue ruggenti, i figli del cielo conquisteranno tutto
fondando
il primo impero con la spada e con la Voce
mentre
i draghi sparivano da questo mondo'
''Lydia,
tu credi che io sia... davvero un sangue di drago?''
La donna volse lo sguardo al giovane, e lo squadrò per un
momento ''Si.'', rispose poi con un sorriso. ''Perchè lo
chiedi?''
''Beh... non credo di avere qualche tratto distintivo. Non sono,
esattamente, il guerriero valoroso che si aspettavano tutti.'' lui
rispose. Lei ridacchiò sotto i baffi. ''Non devi essere un
guerriero per essere un sangue di drago,'' rispose. ''Poteva essere
chiunque; un guerriero, un ladro... o anche un mago, chi
può dirlo. Invece il destino ha scelto te...''
'Le
Lingue andarono umilmente alla Montagna Rossa
Jurgen
Windcaller cominciò la sua meditazione dei Sette Anni
per
comprendere come le forti Voci potessero fallire'
''Mm...'' borbottò lui guardando verso terra. ''Non credi
nel
destino?'' chiese Lydia. ''Cerco di essere il più razionale
possibile.'' rispose lui. ''Non voglio credere
che la mia vita sia già stata scritta da qualcosa
più
grande di me, ancor
prima che nascessi. La vita dovrebbe essere
mia, e di nessun'altro. Eppure...''
''Cosa...?''
''...ora non ne sono più tanto sicuro.''
'Jurgen
Windcaller scelse il silenzio e ritornò
I
diciassette avversari non riuscirono ad abbatterlo urlando
Jurgen
il Calmo costruì la sua casa sulla Gola del Mondo'
''Io credo che alcuni sono nati per compiere scopi che noi,
gente
comune, non potremmo portare avanti con la giusta devozione e
forza.'' rispose Lydia. ''Gli Dei sanno che al mondo servono persone
coraggiose e altruiste che siano d'esempio a tutti noi. La gente li
aspetta, li acclama, grida i loro nomi! E anni dopo racconterrano di
come ammiravano colui che gli insegnò a tenere duro un
secondo
di più. Penso che ci sia un eroe in tutti noi, che ci
mantiene
onesti, ci da forza, ci rende nobili... e alla fine ci permette di
morire con dignità, anche se a volte dobbiamo mostrare
carattere
e rinunciare alle cose che vogliamo di più, anche ai nostri
sogni.''
'Dopo
anni di silenzio, i Barbagrigia pronunciarono un nome
Tiber
Septim, allora un fanciullo, fu convocato a Hrothgar Alto
Lo
benedirono, e lo chiamarono Dovahkiin'
Raggiunsero infine l'imponente struttura che si stagliava davanti a
loro. La dimora dei Barbagrigia si presentava come un grande tempio
antico, costruito con solida roccia che aveva resistito perfettamente
agli anni e alla corrosione atmosferica. Sembrava molto austero, come
posto, ma vista la sua funzionalità era perfettamente
appropriato.
''Bellissimo...'' esclamò sottovoce Damien, mentre
saliva i grandini che lo separavano dall'enorme portone d'entrata.
''Quindi... ci siamo.'' disse in poco più che un sussurro.
''Fatti coraggio, thane. Oltre quelle porte ti aspetta il tuo
destino.'' Il ragazzo si volse per guardarla, ''...Grazie,'' le disse.
''per... sai, il discorso di prima e... per avermi accompagnato. Credo
mi abbia fatto bene.'' la donna gli sorrise. ''Non devi, thane. Forza,
vai.''
Il giovane si volse nuovamente verso l'entrata e, dopo un lungo
sospiro, posò entrambe le mani su quel pesante portone.
''Va bene. Allora andiamo!''
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