VII
Per prima cosa voglio
ringraziare i miei lettori, che finalmente stanno dimostrando di
esistere. Poi voglio rispondere ad alcni dei commenti:
x vegeta_thebest 94: sono felice che la mia vecchia fiction "The last
fight " ti sia piaciuta; immagino che avrai notato qualche somiglianza
nell'idea di fondo con questa.
x Vale_93:
x Vegetina ssj 94: mai visto nessuno dispiacersi per Majin Bu!!!
x Dea Nemesis: grazie dei complimenti! Ammetto che la metafora della
bilancia mi è venuta sul momento!
x Super Sirod: non sono molto sicuro di aver capito cosa
intendi...però se ho inteso bene, direi che nella mia
fiction potrebbero, a seconda delle interpretazioni, essere utilizzate
entrambe le note ( "What if..." e OOC) o nessuna delle due; io non le
ho messe perché credo di non star facendo uscire Vegeta dai
binari, visto che nella direzione in cui sto andando io non ci sono
binari!
In ogni caso, in modo da non far venire un colpo a nessuno, vi avverto
che questo capitolo sarà probabilmente il più OOC
di tutta la fiction; nel senso che perfino per la mia interpretazione
siamo un po' al limite. Mettiamola così: se siete molto
legati allo stereotipo di Vegeta, preparatevi ad uno shock.
Buon divertimento e a presto!
TRADIMENTO
Vegeta era seduto ai piedi del
trono, le braccia incrociate sul petto, lo sguardo torvo.
Suo padre entrò nella stanza e si avvicinò a
lui:- Pensieroso, figlio?
Vegeta non rispose.
- Qual'è il problema?
Il Saiyan più giovane alzò gli occhi:- Padre, non
riesco a capire il senso di quello che abbiamo fatto.
Il re inarcò un sopracciglio:- Il senso di...non dirmi che
ti dispiace per quell'umano!
Se possibile, Vegeta divenne ancora più torvo:- Non mi
importa
nulla di quell'umano, e tantomeno mi importa di quello sgorbio rosa.
Solo non riesco a capire a cosa sia servito quell'attacco.
Il re si lisciò la barba:- Tu sai meglio di me che gli unici
su
questo pianeta a poterci dare dei problemi sono i tuoi compagni; alcuni
di loro sono molto forti, e anche se non credo che lo siano quanto noi,
se li devo affrontare preferisco farlo da una posizione di vantaggio. E
il fatto che non sappiano con chi devono vedersela è un
vantaggio.
- Quindi...- iniziò Vegeta.
- Quindi- lo interruppe il padre,- noi ora torneremo buoni e tranquilli
a casa tua e ci faremo una bella dormita; poi, quando domattina la tua
banda scoprirà ciò che è successo,
faremo finta di
non sapere niente. Dalla tua memoria ho visto quello che fanno di
solito in queste situazioni, quindi noi per non destare sospetti
parteciperemo all'inevitabile riunione, e alla prima occasione
colpiremo. E colpiremo per uccidere.
Pensando a ciò che quella frase implicava, Vegeta fu
costretto a reprimere un tremito.
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Bulma entrò in cucina, sbadigliando.
Aveva avuto una nottataccia, agitata da incubi, e si era svegliata
più stanca di quando era andata a dormire. E la cosa
più deprimente era che neppure ricordava cosa aveva sognato.
Quando si era guardata allo specchio ed aveva visto le borse che aveva
sotto gli occhi, si era convinta che quella sarebbe stata una giornata
schifosa. La sola cosa positiva era che Vegeta sembrava essersi
calmato. Il giorno prima sembrava assorto nei pensieri più
profondi della sua vita; quella mattina invece la donna lo aveva
lasciato a letto che russava come un orso in letargo.
Trascinando alla meglio le gambe, Bulma arrivò in cucina,
accese distrattamente la televisione, poi si mise a litigare con la
macchina del caffé. Bulma Briefs era capace di costruire e
riparare un'astronave, ma aveva sempre trovato difficoltà
con il caffé. Vegeta aveva sempre detto che le razioni
d'emergenza delle astronavi dell'esercito di Freezer erano molto meglio
della brodaglia che Bulma spacciava per caffé.
Finalmente riuscì a tirare fuori dalla macchinetta qualcosa
che somigliava ad un espresso; con la tazza in mano, si
voltò, chiedendosi cosa fare per colazione. Qualsiasi cosa
avesse scelto, avrebbe dovuto farne una quantità
industriale. Sfamare tre membri della razza più vorace
dell'universo era sempre un'impresa.
La tazza gli cadde di mano, spaccandosi sul pavimento e spargendo
ovunque il caffé, ma Bulma non ci fece neppure caso:
perché per la prima volta le erano caduti gli occhi sulla
televisione, ed aveva visto cosa stavano trasmettendo.
Era un'edizione speciale del telegiornale; la didascalia diceva:"In
diretta da Satan City".
Solo che le immagini mostravano solo una distesa di macerie costellata
di cadaveri, con al centro un enorme cratere.
- VEGETA!!! TRUNKS!!! SVEGLIATEVI!!! SUBITO!!!
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Nonostante fosse enorme, il salotto di casa Briefs era pieno come un
uovo; per quella specie di consiglio di guerra era stata chiamata a
raccolta tutta la vecchia banda.
Seduti su uno dei divani c'erano Goku, Goten e Chichi, che si era
rifiutata di lasciar partire il marito e il figlio senza di lei;
l'altro divano era occupato dalla famiglia di Gohan, che aveva portato
con se Videl e Pan. Le tre poltrone erano occupate da Bulma, dal
vecchio Genio delle Tartarughe e Oscar e da Marron. In piedi,
appoggiati ad una delle pareti, c'erano Yamcho, con Puar su una spalla,
e Junior, che avevano miracolosamente trovato al palazzo del Supremo. A
poca distanza da loro c'erano Crilin e C-18. Appoggiato alla parete
opposta, con un ginocchio piegato e le braccia incrociate sul petto,
c'era Vegeta, lo sguardo cupo. Bra si era seduta sul davanzale della
finestra. Nessuno era riuscito a trovare Tensing e Rif.
In mezzo al salotto c'era Trunks, che stava raccontando della
perlustrazione che lui e Goten avevano compiuto a Satan City un'ora
prima. Era passata appena un'ora e mezza da quando Bulma aveva visto il
telegiornale.
- Non c'era molto da vedere.- disse Trunks, - Era tutto distrutto;
nessun superstite; o almeno, noi non ne abbiamo trovati. Nessuna
traccia che potesse dici chi fosse stato.
- Hai detto che non ci sono superstiti.- lo interruppe Goku,- Questo
vuol dire...?
- Esatto, papà.- intervenne Goten,- Non abbiamo trovato
traccia di Majin Bu, e poiché non è mai stato
capace di nascondere la sua aura, credo proprio che sia da considerarsi
morto.
Goten lesse negli occhi pieni di lacrime di Videl una domanda, e ci
volle un grosso sforzo per concludere:- Abbiamo trovato...il cadavere
di Mister Satan.
Videl scoppiò in lacrime, seguita subito da Pan; Gohan le
abbracciò, tentando di consolarle.
Per un po' il silenzio regnò sovrano sulla sala, rotto solo
dai singhiozzi di Videl e Pan; poi finalmente Crlin riuscì a
chiedere:- Chi può essere stato?
Trunks scosse la testa:- Non c'erano indizi di alcun genere. Non
abbiamo avvertito aure insolite per tutto il giorno. Non abbiamo
neppure una remota idea di chi possa essere il colpevole.
Goku, con un'aria pensierosa, disse:- Quindi tutto ciò che
sappiamo è che abbiamo a che fare con un nemico capace di
nascondere la propria aura, e abbastanza potente da far fuori
facilmente Majin Bu, che era tutto tranne che un dilettante.
nteressante...anche se certo questo non ci aiuta molto.
- In pratica siamo costretti ad aspettare che si faccia vivo di nuovo
per trovarlo.- aggiunse Yamcho,- Cioè siamo costretti ad
aspettare che ricominci ad uccidere.
Prima che qualcuno potesse replicare Vegeta si staccò dal
muro e si diresse verso la porta.
- Dove stai andando?- gli chiese Bulma.
- A sistemare questa storia.- replicò secco Vegeta.
- Tu sai chi è il nemico?- chiese Crilin stupefatto,- Sai
dove trovarlo?
Vegeta sembrò non riuscire a rispondere per qualche secondo,
poi disse, sempre con una voce secca come un colpo di pistola:- No.
- E allora come pensi di trovarlo?
- Con il vecchio sistema. Cercandolo. Inizierò dalle rovine
di Satan City.- e tornò a dirigersi verso la porta.
Prima che chiunque potesse reagire, Goku si alzò dal divano;
sulla sua faccia era dipinta un'allegria che contrastava con
l'atmosfera triste che si era creata nella sala dopo la notizia della
morte di Mister Satan. Il Saiyan più giovane si
affiancò a quello più anziano.
- Non cercare di fermarmi, Kaaroth.- gli disse Vegeta.
Il sorriso di Goku si accentuò:- Fermarti? Non ci penso
neanche. Anzi, credo proprio che verrò con te!
Vegeta sbuffò, infastidito, ma non disse altro. I due
uscirono assieme dalla porta, sotto gli sguardi depressi delle loro
mogli, e non appena fuori spiccarono il volo.
Mentre quasi nessuno dei presenti sembrava trovare parole per
descrivere quell'azione, Bulma e Chichi si guardarono, ognuna
comprendendo quello che passava per la mente dell'altra, poi sbuffarono
in contemporanea:- Saiyan!
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Il re Vegeta fissava
compiaciuto l'immagine del corpo di suo figlio che volava a fianco di
Kaaroth verso le rovine della città che avevano demolito
durante la notte.
- I miei complimenti, Vegeta. Avevi ragione su tutta la linea. Avevi
detto che se ci fossimo comportati in quel modo Kaaroth avrebbe reagito
seguendoci, e così è stato. Siamo riusciti a
separarlo dagli altri con impressionante facilità. Tutto
procede secondo i miei piani.
Vegeta sembrava tutto tranne che compiaciuto: sul suo volto era dipinto
un misto di rabbia e delusione.
- Che ti prende, figlio? Sta andando tutto bene, no?
Vegeta alzò gli occhi:- Padre, non mi va giù
quello che stiamo facendo. Non è...da Saiyan.
Il re inarcò un sopracciglio, incuriosito.
- Kaaroth è sempre stato il mio migliore avversario. Per
decenni la mia sola ragione di vita è stata superarlo. E
adesso che ne ho l'occasione...tu me la togli?
Il re incrociò le braccia sul petto; si aspettava una
resistenza da suo figlio; sapeva che il suo orgoglio gli avrebbe
causato qualche grattacapo, quano alcune delle bugie che gli aveva
raccontato per convincerlo ad unirsi a lui sarebbero venute a galla;
rapidamente cercò le parole giuste per convincerlo senza
mettere in pericolo il suo piano. In fondo non gli importava nulla di
quello che pensava, la sola cosa importante era che facesse quello che
lui aveva già stabilito.
- Vegeta, so quello che provi. Sono un Saiyan anch'io, e credimi, nulla
mi attirerebbe più di un combattimento all'ultimo sangue
contro un avversario al nostro livello. Ma puoi riuscire a pensare da
re e non soltanto da guerriero?
Vegeta strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche.
- Kaaroth è il solo che può crearci qualche
problema, e anche se credo che non possa batterci, a questo punto del
nostro piano non possiamo permetterci di rischiare la vita. Non ne va
solo del nostro onore, ma del futuro della nostra razza. Riesci a
capire, figlio?
Vegeta abbassò lo sguardo; poi, con una voce che sembrava
privata di ogni sentimento, riuscì a mormorare:- Va bene. Se
deve essere fatto...così sia.
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Dopo che i due Saiyan furono partiti, dentro la Capsule
Corporation si scatenò una discussione sulla possibile
identità di quel misterioso avversario e sulle loro
probabilità di sconfiggerlo.
Non tutti però vi partecipavano: il vecchio Genio delle
Tartarughe era uscito nel giardino, nonostante le nubi stessero
coprendo il cielo e un vento freddo spazzasse la città
dell'Ovest. La barba che sbatteva nel vento, il bastone stretto dietro
la schiena, lo sguardo cupo sotto gli occhiali da sole, il vecchio
maestro di arti marziali fissava l'orizzonte.
- A cosa pensi, Genio?
Il vecchio si voltò: Crilin era uscito dalla Capsule
Corporation.
Il Genio tornò a fissare le nubi che si addensavano:- Sta
per scatenarsi la tempesta.
Crilin comprese subito che non stava parlando del tempo atmosferico:-
mi pare che si sia già scatenata.- disse, pensando al
massacro avvenuto quella notte.
Poi, recuperando il sorriso, disse:- Dai, Genio! Ci siamo
già trovati in situazioni simili, e ne siamo sempre usciti.
Ne usciremo anche questa volta! In fondo, è sempre la solita
storia!
- No, Crilin.- disse cupamente il vecchio,- Io sono molto
più vecchio di te, e ho imparato a fidarmi delle mie
sensazioni. Qualcosa di brutto si sta preparando, lo sento arrivare.
C'è il male nell'aria. Credimi, questa volta non
sarà la solita storia.
Il brivido che corse lungo la schiena di Crilin non aveva nulla a che
fare con il freddo.
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Goku atterrò a Satan City, proprio sull'orlo del cratere;
Vegeta si posò accanto a lui dopo pochi secondi.
Lo spettacolo era desolante: il centro di Satan City era scomparso; al
suo posto c'era solo un cratere circolare largo diversi chilometri;
lì non c'erano neppure cadaveri o macerie; tutto era stato
polverizzato; all'esterno di quel cerchio, invece, erano sparpagliati i
resti delle costruzioni e degli abitanti di Satan City; niente di vivo
o di intatto era rimasto, fino all'estrema periferia della grande
metropoli. Non c'erano neppure mezzi di soccorso: se ne erano
già andati. Era stato chiaro praticamente da subito che non
c'erano superstiti.
- Mamma mia, che desolazione.- disse Goku, fissando tristemente lo
scenario irreale che aveva davanti.
Vegeta non disse nulla. Il cielo era ormai totalmente coperto di nubi,
e in lontananza si sentiva rimbombare il tuono.
Il Saiyan più giovane si sporse sopra la voragine:- Quello
che ha fatto questo doveva essere decisamente potente!
Vegeta rimase ancora in silenzio. Intanto dal cielo iniziarono a cadere
le prime gocce d'acqua.
Goku sembrò concentrarsi:- I ragazzi avevano ragione: non si
sente nessun'aura sconosciuta. Questo tipo deve essere veramente bravo
a nascondersi. La Terra è tutto tranne che piccola. Se non
ci da almeno una traccia, trovarlo mi sembra un'impresa difficile.
All'improvviso i sensi di Goku entrarono in allarme: un'aura strana,
mai sentita, era improvvisamente comparsa; ed era vicina, molto vicina.
E molto potente. Possibile che il colpevole fosse rimasto
lì, sul luogo del delitto? A Goku vennero i brividi: era
un'aura come non ne aveva mai sentite: gli dava la stessa sensazione di
un alveare di api infuriate.
- Ci siamo, Vegeta! Lo senti? E' quì! Stai pronto!
Gli rispose solo il silenzio.
- Vegeta, che ti prende?- chiese Goku, e si voltò.
Il sangue gli si congelò nelle vene: vide gli occhi del
Principe dei Saiyan, che sembravano essersi improvvisamente oscurati, e
comprese in un lampo che quell'aura stranissima proveniva da lui. Per
la prima volta, la paura si impadronì di lui.
- V...Vegeta...tu?- riuscì a stento a balbettare; sembrava
che le sue corde vocali si rifiutassero di collaborare.
Vegeta alzò un braccio, la mano alzata rivolta verso Goku;
nella sua voce non c'era trionfo quando parlò; anzi, era
facile avvertirvi una nota di profonda tristezza:- Mi dispiace,
Kaaroth; non avrei voluto che andasse così.
- Vegeta...no...- balbettò ancora Goku, come
svuotato.
Il Big Bang Attack eruppe dalla mano del Principe dei Saiyan,
trapassando da parte a parte Goku, che neanche aveva tentato di
difendersi.
Crollò in ginocchio; non c'era dolore sul suo volto mentre
guardava Vegeta voltarsi e alzarsi in volo; solo una tragica
incredulità. Poi i suoi occhi divennero ciechi. Poco dopo
iniziarono a riempirsi di pioggia.
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