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Autore: Marco1989    08/09/2009    8 recensioni
Quando il passato torna, e ti invita a riprendere la vecchia strada, riuscirai a restare sulla nuova?
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VII Per prima cosa voglio ringraziare i miei lettori, che finalmente stanno dimostrando di esistere. Poi voglio rispondere ad alcni dei commenti:

x vegeta_thebest 94: sono felice che la mia vecchia fiction "The last fight " ti sia piaciuta; immagino che avrai notato qualche somiglianza nell'idea di fondo con questa.

x Vale_93:
x Vegetina ssj 94: mai visto nessuno dispiacersi per Majin Bu!!!

x Dea Nemesis: grazie dei complimenti! Ammetto che la metafora della bilancia mi è venuta sul momento!

x Super Sirod:  non sono molto sicuro di aver capito cosa intendi...però se ho inteso bene, direi che nella mia fiction potrebbero, a seconda delle interpretazioni, essere utilizzate entrambe le note ( "What if..." e OOC) o nessuna delle due; io non le ho messe perché credo di non star facendo uscire Vegeta dai binari, visto che nella direzione in cui sto andando io non ci sono binari!

In ogni caso, in modo da non far venire un colpo a nessuno, vi avverto che questo capitolo sarà probabilmente il più OOC di tutta la fiction; nel senso che perfino per la mia interpretazione siamo un po' al limite. Mettiamola così: se siete molto legati allo stereotipo di Vegeta, preparatevi ad uno shock.

Buon divertimento e a presto!



TRADIMENTO


Vegeta era seduto ai piedi del trono, le braccia incrociate sul petto, lo sguardo torvo.

Suo padre entrò nella stanza e si avvicinò a lui:- Pensieroso, figlio?

Vegeta non rispose.

- Qual'è il problema?

Il Saiyan più giovane alzò gli occhi:- Padre, non riesco a capire il senso di quello che abbiamo fatto.

Il re inarcò un sopracciglio:- Il senso di...non dirmi che ti dispiace per quell'umano!

Se possibile, Vegeta divenne ancora più torvo:- Non mi importa nulla di quell'umano, e tantomeno mi importa di quello sgorbio rosa. Solo non riesco a capire a cosa sia servito quell'attacco.

Il re si lisciò la barba:- Tu sai meglio di me che gli unici su questo pianeta a poterci dare dei problemi sono i tuoi compagni; alcuni di loro sono molto forti, e anche se non credo che lo siano quanto noi, se li devo affrontare preferisco farlo da una posizione di vantaggio. E il fatto che non sappiano con chi devono vedersela è un vantaggio.

- Quindi...- iniziò Vegeta.

- Quindi- lo interruppe il padre,- noi ora torneremo buoni e tranquilli a casa tua e ci faremo una bella dormita; poi, quando domattina la tua banda scoprirà ciò che è successo, faremo finta di non sapere niente. Dalla tua memoria ho visto quello che fanno di solito in queste situazioni, quindi noi per non destare sospetti parteciperemo all'inevitabile riunione, e alla prima occasione colpiremo. E colpiremo per uccidere.

Pensando a ciò che quella frase implicava, Vegeta fu costretto a reprimere un tremito.



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Bulma entrò in cucina, sbadigliando.

Aveva avuto una nottataccia, agitata da incubi, e si era svegliata più stanca di quando era andata a dormire. E la cosa più deprimente era che neppure ricordava cosa aveva sognato. Quando si era guardata allo specchio ed aveva visto le borse che aveva sotto gli occhi, si era convinta che quella sarebbe stata una giornata schifosa. La sola cosa positiva era che Vegeta sembrava essersi calmato. Il giorno prima sembrava assorto nei pensieri più profondi della sua vita; quella mattina invece la donna lo aveva lasciato a letto che russava come un orso in letargo.

Trascinando alla meglio le gambe, Bulma arrivò in cucina, accese distrattamente la televisione, poi si mise a litigare con la macchina del caffé. Bulma Briefs era capace di costruire e riparare un'astronave, ma aveva sempre trovato difficoltà con il caffé. Vegeta aveva sempre detto che le razioni d'emergenza delle astronavi dell'esercito di Freezer erano molto meglio della brodaglia che Bulma spacciava per caffé.

Finalmente riuscì a tirare fuori dalla macchinetta qualcosa che somigliava ad un espresso; con la tazza in mano, si voltò, chiedendosi cosa fare per colazione. Qualsiasi cosa avesse scelto, avrebbe dovuto farne una quantità industriale. Sfamare tre membri della razza più vorace dell'universo era sempre un'impresa.

La tazza gli cadde di mano, spaccandosi sul pavimento e spargendo ovunque il caffé, ma Bulma non ci fece neppure caso: perché per la prima volta le erano caduti gli occhi sulla televisione, ed aveva visto cosa stavano trasmettendo.

Era un'edizione speciale del telegiornale; la didascalia diceva:"In diretta da Satan City".

Solo che le immagini mostravano solo una distesa di macerie costellata di cadaveri, con al centro un enorme cratere.

- VEGETA!!! TRUNKS!!! SVEGLIATEVI!!! SUBITO!!!



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Nonostante fosse enorme, il salotto di casa Briefs era pieno come un uovo; per quella specie di consiglio di guerra era stata chiamata a raccolta tutta la vecchia banda.

Seduti su uno dei divani c'erano Goku, Goten e Chichi, che si era rifiutata di lasciar partire il marito e il figlio senza di lei; l'altro divano era occupato dalla famiglia di Gohan, che aveva portato con se Videl e Pan. Le tre poltrone erano occupate da Bulma, dal vecchio Genio delle Tartarughe e Oscar e da Marron. In piedi, appoggiati ad una delle pareti, c'erano Yamcho, con Puar su una spalla, e Junior, che avevano miracolosamente trovato al palazzo del Supremo. A poca distanza da loro c'erano Crilin e C-18. Appoggiato alla parete opposta, con un ginocchio piegato e le braccia incrociate sul petto, c'era Vegeta, lo sguardo cupo. Bra si era seduta sul davanzale della finestra. Nessuno era riuscito a trovare Tensing e Rif.

In mezzo al salotto c'era Trunks, che stava raccontando della perlustrazione che lui e Goten avevano compiuto a Satan City un'ora prima. Era passata appena un'ora e mezza da quando Bulma aveva visto il telegiornale.

- Non c'era molto da vedere.- disse Trunks, - Era tutto distrutto; nessun superstite; o almeno, noi non ne abbiamo trovati. Nessuna traccia che potesse dici chi fosse stato.

- Hai detto che non ci sono superstiti.- lo interruppe Goku,- Questo vuol dire...?

- Esatto, papà.- intervenne Goten,- Non abbiamo trovato traccia di Majin Bu, e poiché non è mai stato capace di nascondere la sua aura, credo proprio che sia da considerarsi morto.

Goten lesse negli occhi pieni di lacrime di Videl una domanda, e ci volle un grosso sforzo per concludere:- Abbiamo trovato...il cadavere di Mister Satan.

Videl scoppiò in lacrime, seguita subito da Pan; Gohan le abbracciò, tentando di consolarle.

Per un po' il silenzio regnò sovrano sulla sala, rotto solo dai singhiozzi di Videl e Pan; poi finalmente Crlin riuscì a chiedere:- Chi può essere stato?

Trunks scosse la testa:- Non c'erano indizi di alcun genere. Non abbiamo avvertito aure insolite per tutto il giorno. Non abbiamo neppure una remota idea di chi possa essere il colpevole.

Goku, con un'aria pensierosa, disse:- Quindi tutto ciò che sappiamo è che abbiamo a che fare con un nemico capace di nascondere la propria aura, e abbastanza potente da far fuori facilmente Majin Bu, che era tutto tranne che un dilettante. nteressante...anche se certo questo non ci aiuta molto.

- In pratica siamo costretti ad aspettare che si faccia vivo di nuovo per trovarlo.- aggiunse Yamcho,- Cioè siamo costretti ad aspettare che ricominci ad uccidere.

Prima che qualcuno potesse replicare Vegeta si staccò dal muro e si diresse verso la porta.

- Dove stai andando?- gli chiese Bulma.

- A sistemare questa storia.- replicò secco Vegeta.

- Tu sai chi è il nemico?- chiese Crilin stupefatto,- Sai dove trovarlo?

Vegeta sembrò non riuscire a rispondere per qualche secondo, poi disse, sempre con una voce secca come un colpo di pistola:- No.

- E allora come pensi di trovarlo?

- Con il vecchio sistema. Cercandolo. Inizierò dalle rovine di Satan City.- e tornò a dirigersi verso la porta.

Prima che chiunque potesse reagire, Goku si alzò dal divano; sulla sua faccia era dipinta un'allegria che contrastava con l'atmosfera triste che si era creata nella sala dopo la notizia della morte di Mister Satan. Il Saiyan più giovane si affiancò a quello più anziano.

- Non cercare di fermarmi, Kaaroth.- gli disse Vegeta.

Il sorriso di Goku si accentuò:- Fermarti? Non ci penso neanche. Anzi, credo proprio che verrò con te!

Vegeta sbuffò, infastidito, ma non disse altro. I due uscirono assieme dalla porta, sotto gli sguardi depressi delle loro mogli, e non appena fuori spiccarono il volo.

Mentre quasi nessuno dei presenti sembrava trovare parole per descrivere quell'azione, Bulma e Chichi si guardarono, ognuna comprendendo quello che passava per la mente dell'altra, poi sbuffarono in contemporanea:- Saiyan!



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Il re Vegeta fissava compiaciuto l'immagine del corpo di suo figlio che volava a fianco di Kaaroth verso le rovine della città che avevano demolito durante la notte.

- I miei complimenti, Vegeta. Avevi ragione su tutta la linea. Avevi detto che se ci fossimo comportati in quel modo Kaaroth avrebbe reagito seguendoci, e così è stato. Siamo riusciti a separarlo dagli altri con impressionante facilità. Tutto procede secondo i miei piani.

Vegeta sembrava tutto tranne che compiaciuto: sul suo volto era dipinto un misto di rabbia e delusione.

- Che ti prende, figlio? Sta andando tutto bene, no?

Vegeta alzò gli occhi:- Padre, non mi va giù quello che stiamo facendo. Non è...da Saiyan.

Il re inarcò un sopracciglio, incuriosito.

- Kaaroth è sempre stato il mio migliore avversario. Per decenni la mia sola ragione di vita è stata superarlo. E adesso che ne ho l'occasione...tu me la togli?

Il re incrociò le braccia sul petto; si aspettava una resistenza da suo figlio; sapeva che il suo orgoglio gli avrebbe causato qualche grattacapo, quano alcune delle bugie che gli aveva raccontato per convincerlo ad unirsi a lui sarebbero venute a galla; rapidamente cercò le parole giuste per convincerlo senza mettere in pericolo il suo piano. In fondo non gli importava nulla di quello che pensava, la sola cosa importante era che facesse quello che lui aveva già stabilito.

- Vegeta, so quello che provi. Sono un Saiyan anch'io, e credimi, nulla mi attirerebbe più di un combattimento all'ultimo sangue contro un avversario al nostro livello. Ma puoi riuscire a pensare da re e non soltanto da guerriero?

Vegeta strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche.

- Kaaroth è il solo che può crearci qualche problema, e anche se credo che non possa batterci, a questo punto del nostro piano non possiamo permetterci di rischiare la vita. Non ne va solo del nostro onore, ma del futuro della nostra razza. Riesci a capire, figlio?

Vegeta abbassò lo sguardo; poi, con una voce che sembrava privata di ogni sentimento, riuscì a mormorare:- Va bene. Se deve essere fatto...così sia.



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Dopo che i due Saiyan furono partiti, dentro la Capsule Corporation si scatenò una discussione sulla possibile identità di quel misterioso avversario e sulle loro probabilità di sconfiggerlo.

Non tutti però vi partecipavano: il vecchio Genio delle Tartarughe era uscito nel giardino, nonostante le nubi stessero coprendo il cielo e un vento freddo spazzasse la città dell'Ovest. La barba che sbatteva nel vento, il bastone stretto dietro la schiena, lo sguardo cupo sotto gli occhiali da sole, il vecchio maestro di arti marziali fissava l'orizzonte.

- A cosa pensi, Genio?

Il vecchio si voltò: Crilin era uscito dalla Capsule Corporation.

Il Genio tornò a fissare le nubi che si addensavano:- Sta per scatenarsi la tempesta.

Crilin comprese subito che non stava parlando del tempo atmosferico:- mi pare che si sia già scatenata.- disse, pensando al massacro avvenuto quella notte.

Poi, recuperando il sorriso, disse:- Dai, Genio! Ci siamo già trovati in situazioni simili, e ne siamo sempre usciti. Ne usciremo anche questa volta! In fondo, è sempre la solita storia!

- No, Crilin.- disse cupamente il vecchio,- Io sono molto più vecchio di te, e ho imparato a fidarmi delle mie sensazioni. Qualcosa di brutto si sta preparando, lo sento arrivare. C'è il male nell'aria. Credimi, questa volta non sarà la solita storia.

Il brivido che corse lungo la schiena di Crilin non aveva nulla a che fare con il freddo.



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Goku atterrò a Satan City, proprio sull'orlo del cratere; Vegeta si posò accanto a lui dopo pochi secondi.

Lo spettacolo era desolante: il centro di Satan City era scomparso; al suo posto c'era solo un cratere circolare largo diversi chilometri; lì non c'erano neppure cadaveri o macerie; tutto era stato polverizzato; all'esterno di quel cerchio, invece, erano sparpagliati i resti delle costruzioni e degli abitanti di Satan City; niente di vivo o di intatto era rimasto, fino all'estrema periferia della grande metropoli. Non c'erano neppure mezzi di soccorso: se ne erano già andati. Era stato chiaro praticamente da subito che non c'erano superstiti.

- Mamma mia, che desolazione.- disse Goku, fissando tristemente lo scenario irreale che aveva davanti.

Vegeta non disse nulla. Il cielo era ormai totalmente coperto di nubi, e in lontananza si sentiva rimbombare il tuono.

Il Saiyan più giovane si sporse sopra la voragine:- Quello che ha fatto questo doveva essere decisamente potente!

Vegeta rimase ancora in silenzio. Intanto dal cielo iniziarono a cadere le prime gocce d'acqua.

Goku sembrò concentrarsi:- I ragazzi avevano ragione: non si sente nessun'aura sconosciuta. Questo tipo deve essere veramente bravo a nascondersi. La Terra è tutto tranne che piccola. Se non ci da almeno una traccia, trovarlo mi sembra un'impresa difficile.

All'improvviso i sensi di Goku entrarono in allarme: un'aura strana, mai sentita, era improvvisamente comparsa; ed era vicina, molto vicina. E molto potente. Possibile che il colpevole fosse rimasto lì, sul luogo del delitto? A Goku vennero i brividi: era un'aura come non ne aveva mai sentite: gli dava la stessa sensazione di un alveare di api infuriate.

- Ci siamo, Vegeta! Lo senti? E' quì! Stai pronto!

Gli rispose solo il silenzio.

- Vegeta, che ti prende?- chiese Goku, e si voltò.

Il sangue gli si congelò nelle vene: vide gli occhi del Principe dei Saiyan, che sembravano essersi improvvisamente oscurati, e comprese in un lampo che quell'aura stranissima proveniva da lui. Per la prima volta, la paura si impadronì di lui.

- V...Vegeta...tu?- riuscì a stento a balbettare; sembrava che le sue corde vocali si rifiutassero di collaborare.

Vegeta alzò un braccio, la mano alzata rivolta verso Goku; nella sua voce non c'era trionfo quando parlò; anzi, era facile avvertirvi una nota di profonda tristezza:- Mi dispiace, Kaaroth; non avrei voluto che andasse così.

- Vegeta...no...- balbettò ancora Goku, come svuotato.

Il Big Bang Attack eruppe dalla mano del Principe dei Saiyan, trapassando da parte a parte Goku, che neanche aveva tentato di difendersi.

Crollò in ginocchio; non c'era dolore sul suo volto mentre guardava Vegeta voltarsi e alzarsi in volo; solo una tragica incredulità. Poi i suoi occhi divennero ciechi. Poco dopo iniziarono a riempirsi di pioggia.
 
  
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