GREMBO
“Forse
dovresti prenderti un po' più di calma”.
Sgrani
gli occhi, immobilizzandoti all'istante. Non ti volti a guardare
Shinichi dopo l'ennesimo consiglio – non richiesto
– simile agli
ultimi cinque nell'arco di tre giorni.
Lo
ha scoperto, d'altronde saresti stupita del contrario, e la vostra
sta diventando una stupida lotta piena di non detti.
Non
avresti voluto dirlo, non ancora.
Non
così presto, quando hai appena iniziato ad assaporare la
libertà,
quella vera, e a capire cosa significhi realmente.
“Kudo,
sbaglio o sembra ci sia qualcosa che mi vuoi dire?”.
Con
la coda dell'occhio, vedi il ragazzo bloccarsi sul posto, le mani
nella tasca della giacca, gli occhi sollevati verso il soffitto in
cerca di una scusa da poter usare al momento.
“No,
niente. Notavo che ultimamente sei molto impegnata, non ti
fermi un minuto”.
Sospiri,
incrociando le braccia.
“Coraggio,
dimmi come hai fatto a scoprirlo”.
Shinichi
arrossisce, stupito dal fatto che tu abbia percepito ogni suo minimo
pensiero.
“Cosa
dici? Non capisco”
“Dai,
Kudo, smettila di fingere. Sono giorni che sei fin troppo premuroso
con me non appena mi muovo”.
Il
detective s'irrigidisce; probabilmente non ha mai messo in dubbio di
poter essere colto in flagrante a quel modo. Ripensi al momento in
cui ti ha obbligata a sederti in panchina esonerandoti dal giocare a
calcio con i bambini o quando ha deciso di cenare dal dottor Agasa
improvvisando addirittura una bugia con Ran.
“In
realtà, io... “
“Dai,
parla. Non inventare scuse”.
Ti
volti verso di lui e i vostri sguardi s'incrociano. La tenerezza del
blu dei suoi occhi ti trafigge in profondità e fa male,
nonostante
tu abbia voltato pagina.
“Ecco...
non è stato complicato. È da due settimane che
sei sempre stanca,
hai spesso fame e mangi di tutto. Non è da te,
ammettilo” riflette
lui, poggiandosi le mani sulla nuca, “inoltre, Agasa mi ha
detto
che non sei stata bene di stomaco”.
“Quindi
non basta il detective impiccione, devo preoccuparmi anche di
Agasa”
concludi, inarcando un sopracciglio.
Shinichi
ridacchia, tornando serio dopo pochi istanti.
“E
poi ti vediamo finalmente felice senza pressioni, né
paure”
afferma, facendoti un occhiolino, “questo significa che hai
trovato
la persona giusta”.
Il
cuore accelera all'improvviso, pieno di quel sentimento che hai fatto
di tutto per reprimere e che adesso ferma un magone in gola difficile
da fermare.
“A
dire la verità, io non ho ancora deciso” rispondi,
trattenendo
ogni tremolio nella voce, “mi trovo in una situazione a cui
non
avevo mai pensato. Ho bisogno di un po' di tempo per decidere, per
questo non l'ho detto a nessuno. E neanche tu lo farai”.
Sbuffi,
scrutando ogni suo movimento.
“D'accordo,
è comprensibile. Ma devi promettermi che farai attenzione e
che ti
riguarderai, perché-”
“Shinichi”.
Lo
chiami per nome, stavolta, e lui rimane a fissarti. Sorridi
perché
quella premura ti fa star bene, nonostante tutto.
“Grazie,
ma va tutto bene”.
Ti
allontani di pochi passi, ancora colma di quel calore. Lo percepisci
ancora, dietro di te.
“Ascolta
soltanto una cosa, Shiho” mormora, cogliendoti alla
sprovvista,
“non importa cosa sceglierai, ma qualunque cosa sia
sarà quella
giusta. Devi essere pronta a vivere e ne sei in grado”.
Ti
volti appena, le lacrime si riflettono nei tuoi occhi.
Ti
sfiori istintivamente il ventre mentre dentro di te hai già
deciso.
Grazie
a lui.
|