Epilogo
~
Cuore
di Zingara
Sakura
canticchiava una canzone, osservando un'alba appena sorta... uno
spettacolo a dir poco stupendo. Trovava affascinante studiare le
sfumature del sole, dalla più scura alla più
chiara, in una scala
di colori, uno dopo l'altro; quel momento magico che preannunciava la
nascita di una nuova giornata, la sicurezza che era ancora nel mondo.
Ora
Sakura era lontana, distante dal luogo dove originariamente era nata
e vissuta. Aveva bisogno d'aria, di cambiamento, di sano ossigeno da
respirare. Proprio per questo inspirò ed espirò a
pieni polmoni,
sentendo quell'aria un po' frizzante tipica dei paesi nordici.
Ogni
tanto il vento le parlava...
Sussurrava
qualcosa: un flebile suono, armonico.
Cosa
diceva?
Beh,
non l'aveva mai capito.
Sembrava
una litania che si ripeteva senza fine, una strofa dopo l'altra...
forse solo la sua sciocca immaginazione, chissà.
Non
avrebbe più riavuto indietro ciò che le era stato
rubato. Poteva
cancellare i baci dolenti, le lacrime amare, i momenti di terrore.
Il
vento sibilava qualcosa, ancora.
Cercava
di afferrare il senso di quelle parole, ma le sfuggiva dalle mani.
Poi le parve di sentire una voce familiare, in lontananza; un brivido
corse lungo la sua colonna vertebrale. Ora, anche ora che era morto,
la tormentava? Giurò di aver appena udito la voce quasi
ultraterrena
dell'Uchiha. Poteva essere ancora illusione? Il sorriso
sfumò sulle
sue labbra, mentre un'espressione piuttosto scettica le copriva il
volto, sostituendosi a quella sensazione di beatitudine che aveva
provato prima.
Si
alzò in piedi, cercando di tenersi in equilibrio sul
rettangolo in
cemento, lungo e stretto. Certo, era un po' scomodo, ma era la
visuale più bella di tutte, quella... ecco
perché, ormai da anni,
ogni mattina si alzava poco prima dell'alba per osservare quel
pittoresco quadro di luci e colori che tingevano il cielo.
“Uchiha”,
le parve di vederlo, doveva essere illusione. Sì, non poteva
vedere
un defunto, che oltretutto aveva ucciso con le sue stesse mani; aveva
sentito il suo battito ormai assente, il suo respiro inesistente, il
suo corpo fermo, immobile. Gli rivolse un'occhiata algida,
lasciandolo parlare.
“Non
abbiamo ancora pareggiato i conti”.
Cosa
intendeva dire? Sakura arcuò un sopracciglio; poi
avvertì qualcosa
sgretolarsi sotto i suoi piedi ed ebbe un brutto presentimento.
Si
voltò dall'altra parte del muretto, ove c'era un grande
fiume.
Trasalì, decidendo di scendere... ma qualcosa la
frenò. Era il
braccio di Sasuke, la sua espressione dura, lo sguardo ostile.
“Cosa...”,
non finì la frase.
“Te
l'ho detto, gitana... non abbiamo ancora pareggiato i conti”,
e
sorrise sghembo, spingendola qualche centimetro più in
là. Quella
situazione era decisamente surreale, motivo per cui, in un primo
momento Sakura, non parve credere a quello spettro.
“Cosa
stai facendo?”, era al limite del muretto, sarebbe bastata
un'altra
spinta e sarebbe caduta giù, in un baratro.
E
chi lo avrebbe saputo? Nessuno.
Quella
era una delle zone più deserte, in assoluto.
Respirò a malapena,
cercando di spostarsi, di sfuggire dalla presa dell'Uchiha, ma lui
sembrava esercitare un potere troppo potente su di lei. Talmente
forte che poteva solo soccombere.
“Va'
all'Inferno!”, gli gridò, con le lacrime agli
occhi.
“Volentieri”,
disse lui, per niente toccato. “... ma non sarò il
solo”, e con
una leggera spinta Sakura fece un capitombolo, urtando le rocce
aguzze che incontrava lungo la discesa... e alla fine cadde nel
fiume, ma ormai aveva perso conoscenza.
Ormai
aveva perso la vita.
Sasuke
la osservava dall'alto. Quella figura galleggiante, sudicia, si
muoveva nell'acqua, che la stava trasportando sempre più in
là... e
una grande chiazza rossa si stava espandendo sempre di più.
Probabilmente la punta di una roccia era andata a urtare la sua
schiena, poi, con maggior potenza, si era spinta nella debole carne
della zingara, aprendole uno squarcio enorme.
“Ecco,
ora abbiamo pareggiato i conti”.
Si
voltò, camminò a passi lenti e cadenzati, poi la
sua figura si
smaterializzò.
When
our actions do not,
Our
fears do make us traitors
-Quando
non sono le nostre azioni, sono le nostre paure
a
farci apparire traditori- (**)
Fine.
(*)-(**):
Macbeth
Finita.
Posso
dire, senza alcun dubbio, che questa è la storia in cui ho
messo più
impegno <3. Non mi sto chiedendo perché nessuno abbia
commentato
lo scorso capitolo, non ho nemmeno intenzione di supplicare un
commento XD.
Mi
piace questa fan fiction, l'ho postata e ne sono felice... il resto
ha poca importanza <3. Grazie mille delle letture. Grazie a chi
mi
ha spronato ad andare avanti nei momenti d'abbattimento, a chi mi ha
detto che ne valeva la pena, chi ha apprezzato persino il mio modo di
disegnare °°. Per questo e per altri motivi...
Grazie
Efp <3.
Vostra
Kiki.
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