l'arena di Gulp
L'arena
di Gulp
Lo scontro tra i due avversari si stava portando per le lunghe, tanto
da urtare i nervi del basso Ripto, sempre più sprofondato nel
trono
mentre le dita ne tamburellavano i braccioli con impazienza.
Gulp, un ottuso ed obeso lucertolone corazzato, era un avversario
forte, e avrebbe schiacciato quel fastidioso drago viola in un
battito di ciglia, se non fosse per le munizioni di cui veniva
costantemente rifornito da Elora... quella ribelle di un fauno!
Poi qualche cosa spezzò il copione: mentre Gulp spiccava un
salto
per schiacciare l'avversario, un lampo gigantesco fagocitò la
scena
e avvenne qualche cosa che mai aveva avuto precedenti in tutta la
storia di Avalar.
Sballottato dagli oscuri venti del vortice, Spyro era certo di
rigurgitare fuori le budella da un momento all'altro; poi tutto si
fermò e lui si ritrovò abbandonato su un terreno
sabbioso, stordito
ed ansimante.
Con la coda dell'occhio avvertì una sagoma nera che si stava per
schiantare su di lui.
Fu più l'istinto a guidarlo che un lucido ragionamento: estrasse
lo
scudo dalla bardatura e lo mise tra sè e il corpo che gli stava
cadendo addosso.
Il
peso della creatura era enorme tanto che lo inchiodò al suolo,
eppure, con uno sforzo poderoso dei muscoli d'acciaio, il drago
riuscì ad alzarsi e ad assestare una spinta immane allo scudo,
tanto
che il lucertolone (ormai poteva vederlo), venne sospinto in alto e
lanciato in aria.
Nel mentre, il barbaro non perse tempo.
Con un movimento fluido e veloce impugnò l'ascia con entrambe le
zampe anteriori e abbattette la lama contro il ventre del mostro con
un montante.
Il corpo di Gulp si divise in due come una mela colpita da una
freccia, schizzando sangue in ogni dove e riversando le interiora sul
terreno dell'arena.
L'acre odore della bile ammorbò l'aria.
Il gigantesco drago viola guardò per alcuni istanti la
carneficina,
prima di rivolgere la sua attenzione verso due piccole figure
abbracciate, che lo osservavano con orrore e paura.
Sangue?
Chi lo aveva mai visto?
Da sempre, quando un nemico moriva, il suo corpo si limitava a
sparire con un “puf”!
La situazione era così orrenda da indurre due acerrimi nemici a
gettarsi l'uno nelle braccia dell'altro e a stringersi a vicenda per
non lasciarsi sopraffare dalla follia dell'accaduto.
Così Spyro e Ripto se ne stavano avvinghiati, entrambi con gli
occhi
spalancati e le membra tremanti, le bocche contorte in un urlo che
non voleva uscire fuori.
Erano terrorizzati, mentre lo straniero li soppesava con lo sguardo,
immobile e terribile, con quelle chiazze cremisi che ne rigavano le
scaglie e gli macchiavano la grigia pelliccia di lupo gigante, che
indossava come mantello.
-State calmi bambini, non voglio farvi del male-
Aveva detto il gigante, riponendo l'ascia e lo scudo dietro la
schiena.
-Non avevo intenzione di spaventarvi... mi sono sentito minacciato ed
ho reagito d'impulso... tutto qui...-
Tutto qui?!
Quale essere perverso potrebbe mai liquidare una carneficina con un
semplice “tutto qui”?
Queste ed altre considerazioni, unito all'accento pesante con cui
l'essere aveva parlato, sconvolgevano le menti del ranocchio rosso e
del draghetto.
Poi quella figura parve farsi meno minacciosa, mentre si accovacciava
al suolo stancamente e si guardava attorno confusa.
-Dove sono finito?-
Parte della paura si dissipò ed i due si resero finalmente conto
di
starsene abbracciati come due innamorati; subito si scostarono con
uno spintone energico , mettendo parecchi metri di distanza tra di
loro mentre si guardavano in cagnesco con odio rinnovato.
Riavutasi, la mente opportunista di Ripto ricominciò a lavorare
a
dovere, trovando nel nuovo venuto un più che utile sostituto dei
suoi scagnozzi, entrambi deceduti.
-Nel mio regno, Riptonia-
Si era così fatto avanti, mascherando la fifa dietro un
sorrisetto
altezzoso ed un portamento regale che male si accoppiavano con la
buffa figura tozza con tanto di testone dal quale spuntava un solo e
storto corno.
Il barbaro alzò un sopracciglio e ne abbassò l'altro, a
metà
strada tra il perplesso e il divertito.
-Ma quale re e re, usurpatore! Tu sei solo un parassita che si è
stabilito qui con la prepotenza!-
Aveva risposto il cucciolo di drago, con le narici fumanti per la
furia.
-Non dare ascolto a Spyro, è lui il vero traditore!-
-A sì, fatti avanti piccoletto!-
-Arrg! Come osi darmi del piccoletto!-
Dimentichi del minaccioso nuovo venuto, i due ingaggiarono battaglia
tra pugni, morsi e fiammate.
-Basta con questa pagliacciata!-
Spyro adulto aveva separato i due litiganti; uno ghermendolo con la
coda e l'altro afferrandolo con le gigantesche grinfie degli arti
superiori.
Ora li teneva entrambi avanti al suo sguardo stizzito, con i piedi
sospesi dal suolo e gli arti bloccati, incapaci di difendersi, mentre
il terrore faceva nascere tra di loro una nuova e muta alleanza.
Avrebbero collaborato per salvarsi la pelle, la resa dei conti poteva
benissimo aspettare...
-Così va bene, mocciosi!-
-Per prima cosa, non ho ancora ricevuto una risposta adeguata alla
mia domanda: dove sono? Seconda cosa, sbaglio o tu ti chiami Spyro-
Il draghetto deglutì e sarebbe diventato lilla se i draghi
avessero
potuto impallidire, mentre Ripto ringraziava il cielo di non essere
lui al centro dell'attenzione.
-S-sì.. C'è qualche cosa c-che non v-va?
Aveva balbettato con voce tremante.
Due enormi occhi viola, tale e quali ai suoi lo squadrarono, con
un'espressione uguale a quella che era solito assumere nei momenti di
confusione.
Questa volta toccò al gigante essere sconvolto.
Con un breve urlo li lasciò cadere a terra, quasi fossero stati
dei
serpenti velenosi.
-Per le scaglie degli antenati! No! Non è possibile! Sei me in
miniatura ed hai anche il mio stesso nome!-
Spyro cucciolo ebbe un moto di repulsione quando un'idea atroce gli
si fece largo nella mente...
-Dio! Non dirmi che tu sei me da adulto!-
-Per gli antenati! No! Io da cucciolo non sono mai stato un ammasso
molliccio e frignante come te...-
Spyro ringhiò il proprio ego offeso, mentre Ripto se la stava
spassando alla grande.
-Tu, ranocchio!-
-Ranocchio....?-
-Sì ranocchio, in quale infernale posto sono capitato, che fine
hanno fatto Cinerea, Ember, Flame e Bianca?-
-Be...-
Cominciò a dire, tormentandosi la base dell'ampio colletto alla
conte Dracula del mantello, mentre gocce di sudore freddo gli
imperlavano la fronte rossiccia.... da rospo...
-Siamo ad Avalar, nei sotterranei del Castello delle Pianure
d'Autunno-
-Ah, finalmente qualche cosa di coerente, ho sentito parlare di
queste terre... si trovano all'estremo Ovest delle paludi abitate dai
troll, oltre i confini dei Denti Ghiacciati: quelle maledette
montagne...-
-Cheeeeeeeee!? In quanto a quei tizi che hai nominato, non ho la
benché minima idea di chi possano essere...-
Il barbaro diede uno sguardo al di là del trono di pietra che si
ergeva nel mezzo di un'ampia finestra che dava su di un cielo tinto
dai colori del tramonto che si stava avvicinando.
-Torno subito, voi aspettatemi qui, ho altre cose da chiedervi-
Detto questo si lanciò oltre la finestra, e sfoggiando la
ragguardevole apertura alare, cabrò verso l'alto e poi verso il
basso, sfrecciando nel vuoto come un gigantesco pipistrello, mentre
esplorava i dintorni.
Spyro e Ripto rimasero a guardarlo per qualche istante, quasi
ipnotizzati dai guizzi aerei del gigante.
-Che si fa?-
Aveva chiesto il draghetto al nemico.
-Ovvio, scappiamo finché siamo in tempo!-
Entrambi si voltarono e si precipitarono sull'arena verso l'uscita.
Disgrazia volle che un fauno facesse il suo ingresso proprio in quel
momento.
È
difficile descrivere lo stupore di Elora quando si vide correre
incontro Spyro, il paladino della giustizia, al fianco di quel lurido
furfante di un Ripto.
-Cosa sta succedendo?-
-Scappa Elora! Te lo
spiegherò
più tardi, quando saremo al sicuro e ben nascosti...-
-Aspetta un momento...-
Elora aveva afferrato Spyro per
un'ala e Ripto per la manica della camicia.
-Cosa sta succedendo qui? Da cosa
dobbiamo metterci al sicuro?-
-Aaaarg! Sta tornando!-
I due nemici afferrarono a loro
volta il fauno e tentarono di trascinarla via mentre questa si
opponeva ai loro sforzi puntando gli zoccoli sul terreno ed esigendo
immediatamente una risposta.
-Non è il momento di fare la
testarda, stupido fauno! Se ci prende... aaaaaah!-
Il barbaro li aveva visti ed ora
stava divorando la distanza che li separava con possenti falcate; in
men che non si dica gli fu addosso, li scavalcò con un agile
balzo
e gli bloccò l'unica via di fuga con la propria ragguardevole
mole.
-Queste non sono le Pianure
d'Autunno, nessuna terra di Avalar o del mondo se ne sta sospesa in
aria! Questo è praticamente impossibile!-
Poi si accorse della presenza del
fauno, le spalle gli sobbalzarono appena mentre una sinistra luce
malevola gli fece brillare le iridi.
-Tu!-
-I-io?-
-Già! Cosa ci fai qui
soldatessa
dei miei stivali … e vedo anche che il tuo braccio è
completamente
guarito... non lo avrei mai detto...-
Elora guardò gli altri due
compagni con aria interrogativa e questi le risposero con uno sguardo
di rimprovero; se solo gli avesse prestato ascolto, ora si sarebbero
già tratti fuori dalla portata di quello svitato.
-Forse quello che farfugliavano
Ember e Flame corrispondeva a verità, dopotutto... per quanto
paradossale e difficile da credere...-
Ora erano in tre ad avvinghiarsi:
un drago, un rospo ed un fauno nel mezzo, mentre si chiedevano quale
cosa passasse mai nella mente contorta del gigante, mentre
farfugliava frasi assurde.
-Altri mondi, innumerevoli! Altri
noi stessi...-
Parlando tra sé e sé,
il barbaro si diresse verso la finestra e spiccò il volo,
lasciando
finalmente soli i tre.
-Se n'è andato?-
Disse con voce speranzosa il
fauno.
-Credo di sì-
Le rispose Ripto.
-Ragazzi, dobbiamo sbarazzarci di
lui! Non possiamo lasciare quella macchina da guerra a vagare libera
per Avalar!-
-Povera la mia patria!-
-Povero il mio futuro regno! Su
cosa governerò?-
-Quando riuscirò a
raggiungere
le Spiagge del Drago e farmi questa benedetta vacanza?-
I tre se ne stavano in circolo,
le spalle afflosciate e le menti intrise di scontento e malinconia,
fu Elora a rompere l'atmosfera pesante con una schiarita di voce:
-Ok, uniremo le nostre forze per
far fronte alla nuova minaccia-
-Già, ma cosa potremo mai
fare?-
-Per prima cosa rechiamoci dal
Professore, lui saprà sicuramente darci degli utili consigli...-
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