Videogiochi > Spyro
Segui la storia  |       
Autore: dragoargento    18/10/2009    1 recensioni
Questa volta ho voluto prendere i personaggi del gioco per inserirli in un contesto diverso: non più i Regni dei Draghi ma un mondo sterminato, dove i draghi non sono altro che una delle tante specie che lo popolano. La magia qui non esiste ed il susseguirsi dei fatti è determinato dalla forza delle armi... ma quaclhe cosa di inspiegabile sta accadendo ovunque e due male assortiti draghi guerrieri, opposti per carattere e cultura, si ritrovano a lottare assieme per ripristinare un equilibrio. Diciamo pure che si tratta di una prova. Buona lettura! Fatemi sapere...
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
l'arena di Gulp

L'arena di Gulp


Lo scontro tra i due avversari si stava portando per le lunghe, tanto da urtare i nervi del basso Ripto, sempre più sprofondato nel trono mentre le dita ne tamburellavano i braccioli con impazienza.

Gulp, un ottuso ed obeso lucertolone corazzato, era un avversario forte, e avrebbe schiacciato quel fastidioso drago viola in un battito di ciglia, se non fosse per le munizioni di cui veniva costantemente rifornito da Elora... quella ribelle di un fauno!

Poi qualche cosa spezzò il copione: mentre Gulp spiccava un salto per schiacciare l'avversario, un lampo gigantesco fagocitò la scena e avvenne qualche cosa che mai aveva avuto precedenti in tutta la storia di Avalar.


Sballottato dagli oscuri venti del vortice, Spyro era certo di rigurgitare fuori le budella da un momento all'altro; poi tutto si fermò e lui si ritrovò abbandonato su un terreno sabbioso, stordito ed ansimante.

Con la coda dell'occhio avvertì una sagoma nera che si stava per schiantare su di lui.

Fu più l'istinto a guidarlo che un lucido ragionamento: estrasse lo scudo dalla bardatura e lo mise tra sè e il corpo che gli stava cadendo addosso.

Il peso della creatura era enorme tanto che lo inchiodò al suolo, eppure, con uno sforzo poderoso dei muscoli d'acciaio, il drago riuscì ad alzarsi e ad assestare una spinta immane allo scudo, tanto che il lucertolone (ormai poteva vederlo), venne sospinto in alto e lanciato in aria.

Nel mentre, il barbaro non perse tempo.

Con un movimento fluido e veloce impugnò l'ascia con entrambe le zampe anteriori e abbattette la lama contro il ventre del mostro con un montante.

Il corpo di Gulp si divise in due come una mela colpita da una freccia, schizzando sangue in ogni dove e riversando le interiora sul terreno dell'arena.

L'acre odore della bile ammorbò l'aria.

Il gigantesco drago viola guardò per alcuni istanti la carneficina, prima di rivolgere la sua attenzione verso due piccole figure abbracciate, che lo osservavano con orrore e paura.

Sangue?

Chi lo aveva mai visto?

Da sempre, quando un nemico moriva, il suo corpo si limitava a sparire con un “puf”!

La situazione era così orrenda da indurre due acerrimi nemici a gettarsi l'uno nelle braccia dell'altro e a stringersi a vicenda per non lasciarsi sopraffare dalla follia dell'accaduto.

Così Spyro e Ripto se ne stavano avvinghiati, entrambi con gli occhi spalancati e le membra tremanti, le bocche contorte in un urlo che non voleva uscire fuori.

Erano terrorizzati, mentre lo straniero li soppesava con lo sguardo, immobile e terribile, con quelle chiazze cremisi che ne rigavano le scaglie e gli macchiavano la grigia pelliccia di lupo gigante, che indossava come mantello.

-State calmi bambini, non voglio farvi del male-

Aveva detto il gigante, riponendo l'ascia e lo scudo dietro la schiena.

-Non avevo intenzione di spaventarvi... mi sono sentito minacciato ed ho reagito d'impulso... tutto qui...-

Tutto qui?!

Quale essere perverso potrebbe mai liquidare una carneficina con un semplice “tutto qui”?

Queste ed altre considerazioni, unito all'accento pesante con cui l'essere aveva parlato, sconvolgevano le menti del ranocchio rosso e del draghetto.

Poi quella figura parve farsi meno minacciosa, mentre si accovacciava al suolo stancamente e si guardava attorno confusa.

-Dove sono finito?-

Parte della paura si dissipò ed i due si resero finalmente conto di starsene abbracciati come due innamorati; subito si scostarono con uno spintone energico , mettendo parecchi metri di distanza tra di loro mentre si guardavano in cagnesco con odio rinnovato.

Riavutasi, la mente opportunista di Ripto ricominciò a lavorare a dovere, trovando nel nuovo venuto un più che utile sostituto dei suoi scagnozzi, entrambi deceduti.

-Nel mio regno, Riptonia-

Si era così fatto avanti, mascherando la fifa dietro un sorrisetto altezzoso ed un portamento regale che male si accoppiavano con la buffa figura tozza con tanto di testone dal quale spuntava un solo e storto corno.

Il barbaro alzò un sopracciglio e ne abbassò l'altro, a metà strada tra il perplesso e il divertito.

-Ma quale re e re, usurpatore! Tu sei solo un parassita che si è stabilito qui con la prepotenza!-

Aveva risposto il cucciolo di drago, con le narici fumanti per la furia.

-Non dare ascolto a Spyro, è lui il vero traditore!-

-A sì, fatti avanti piccoletto!-

-Arrg! Come osi darmi del piccoletto!-

Dimentichi del minaccioso nuovo venuto, i due ingaggiarono battaglia tra pugni, morsi e fiammate.

-Basta con questa pagliacciata!-

Spyro adulto aveva separato i due litiganti; uno ghermendolo con la coda e l'altro afferrandolo con le gigantesche grinfie degli arti superiori.

Ora li teneva entrambi avanti al suo sguardo stizzito, con i piedi sospesi dal suolo e gli arti bloccati, incapaci di difendersi, mentre il terrore faceva nascere tra di loro una nuova e muta alleanza.

Avrebbero collaborato per salvarsi la pelle, la resa dei conti poteva benissimo aspettare...

-Così va bene, mocciosi!-

-Per prima cosa, non ho ancora ricevuto una risposta adeguata alla mia domanda: dove sono? Seconda cosa, sbaglio o tu ti chiami Spyro-

Il draghetto deglutì e sarebbe diventato lilla se i draghi avessero potuto impallidire, mentre Ripto ringraziava il cielo di non essere lui al centro dell'attenzione.

-S-sì.. C'è qualche cosa c-che non v-va?

Aveva balbettato con voce tremante.

Due enormi occhi viola, tale e quali ai suoi lo squadrarono, con un'espressione uguale a quella che era solito assumere nei momenti di confusione.

Questa volta toccò al gigante essere sconvolto.

Con un breve urlo li lasciò cadere a terra, quasi fossero stati dei serpenti velenosi.

-Per le scaglie degli antenati! No! Non è possibile! Sei me in miniatura ed hai anche il mio stesso nome!-

Spyro cucciolo ebbe un moto di repulsione quando un'idea atroce gli si fece largo nella mente...

-Dio! Non dirmi che tu sei me da adulto!-

-Per gli antenati! No! Io da cucciolo non sono mai stato un ammasso molliccio e frignante come te...-

Spyro ringhiò il proprio ego offeso, mentre Ripto se la stava spassando alla grande.

-Tu, ranocchio!-

-Ranocchio....?-

-Sì ranocchio, in quale infernale posto sono capitato, che fine hanno fatto Cinerea, Ember, Flame e Bianca?-

-Be...-

Cominciò a dire, tormentandosi la base dell'ampio colletto alla conte Dracula del mantello, mentre gocce di sudore freddo gli imperlavano la fronte rossiccia.... da rospo...

-Siamo ad Avalar, nei sotterranei del Castello delle Pianure d'Autunno-

-Ah, finalmente qualche cosa di coerente, ho sentito parlare di queste terre... si trovano all'estremo Ovest delle paludi abitate dai troll, oltre i confini dei Denti Ghiacciati: quelle maledette montagne...-

-Cheeeeeeeee!? In quanto a quei tizi che hai nominato, non ho la benché minima idea di chi possano essere...-

Il barbaro diede uno sguardo al di là del trono di pietra che si ergeva nel mezzo di un'ampia finestra che dava su di un cielo tinto dai colori del tramonto che si stava avvicinando.

-Torno subito, voi aspettatemi qui, ho altre cose da chiedervi-

Detto questo si lanciò oltre la finestra, e sfoggiando la ragguardevole apertura alare, cabrò verso l'alto e poi verso il basso, sfrecciando nel vuoto come un gigantesco pipistrello, mentre esplorava i dintorni.

Spyro e Ripto rimasero a guardarlo per qualche istante, quasi ipnotizzati dai guizzi aerei del gigante.

-Che si fa?-

Aveva chiesto il draghetto al nemico.

-Ovvio, scappiamo finché siamo in tempo!-

Entrambi si voltarono e si precipitarono sull'arena verso l'uscita.

Disgrazia volle che un fauno facesse il suo ingresso proprio in quel momento.

È difficile descrivere lo stupore di Elora quando si vide correre incontro Spyro, il paladino della giustizia, al fianco di quel lurido furfante di un Ripto.

-Cosa sta succedendo?-

-Scappa Elora! Te lo spiegherò più tardi, quando saremo al sicuro e ben nascosti...-

-Aspetta un momento...-

Elora aveva afferrato Spyro per un'ala e Ripto per la manica della camicia.

-Cosa sta succedendo qui? Da cosa dobbiamo metterci al sicuro?-

-Aaaarg! Sta tornando!-

I due nemici afferrarono a loro volta il fauno e tentarono di trascinarla via mentre questa si opponeva ai loro sforzi puntando gli zoccoli sul terreno ed esigendo immediatamente una risposta.

-Non è il momento di fare la testarda, stupido fauno! Se ci prende... aaaaaah!-

Il barbaro li aveva visti ed ora stava divorando la distanza che li separava con possenti falcate; in men che non si dica gli fu addosso, li scavalcò con un agile balzo e gli bloccò l'unica via di fuga con la propria ragguardevole mole.

-Queste non sono le Pianure d'Autunno, nessuna terra di Avalar o del mondo se ne sta sospesa in aria! Questo è praticamente impossibile!-

Poi si accorse della presenza del fauno, le spalle gli sobbalzarono appena mentre una sinistra luce malevola gli fece brillare le iridi.

-Tu!-

-I-io?-

-Già! Cosa ci fai qui soldatessa dei miei stivali … e vedo anche che il tuo braccio è completamente guarito... non lo avrei mai detto...-

Elora guardò gli altri due compagni con aria interrogativa e questi le risposero con uno sguardo di rimprovero; se solo gli avesse prestato ascolto, ora si sarebbero già tratti fuori dalla portata di quello svitato.

-Forse quello che farfugliavano Ember e Flame corrispondeva a verità, dopotutto... per quanto paradossale e difficile da credere...-

Ora erano in tre ad avvinghiarsi: un drago, un rospo ed un fauno nel mezzo, mentre si chiedevano quale cosa passasse mai nella mente contorta del gigante, mentre farfugliava frasi assurde.

-Altri mondi, innumerevoli! Altri noi stessi...-

Parlando tra sé e sé, il barbaro si diresse verso la finestra e spiccò il volo, lasciando finalmente soli i tre.

-Se n'è andato?-

Disse con voce speranzosa il fauno.

-Credo di sì-

Le rispose Ripto.

-Ragazzi, dobbiamo sbarazzarci di lui! Non possiamo lasciare quella macchina da guerra a vagare libera per Avalar!-

-Povera la mia patria!-

-Povero il mio futuro regno! Su cosa governerò?-

-Quando riuscirò a raggiungere le Spiagge del Drago e farmi questa benedetta vacanza?-

I tre se ne stavano in circolo, le spalle afflosciate e le menti intrise di scontento e malinconia, fu Elora a rompere l'atmosfera pesante con una schiarita di voce:

-Ok, uniremo le nostre forze per far fronte alla nuova minaccia-

-Già, ma cosa potremo mai fare?-

-Per prima cosa rechiamoci dal Professore, lui saprà sicuramente darci degli utili consigli...-


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Spyro / Vai alla pagina dell'autore: dragoargento