Per Boopsie: Tesoro, buon
qualsiasi-ora-sia-lì-da-te ;)! Aww, Harley e Nigma,
specialmente quest'ultimo, che per il momento è
più morto che vivo ç_ç.
Chissà se sopravvivrà ù_ù!
Puah, minacce vuote le mie, sai che mi piange il cuore ad uccidere i
miei personaggi (dopo Pinguino, poveretto, penso che non
ucciderò più nessuno). Per quanto riguarda
Selina, povera, lei è la più 'sana' di tutti in
questa storia, ha preso il posto di Harvey insomma, una volta era lui
quello responsabile xD. Ivy pagherà anche per la brutta
uscita con Crane (sguardo malizioso) e *proprio* in questo capitolo!
Eee... tutto per te, il nuovo capitolo ^^! Spero ti piaccia, si
sentiamo presto!
Per Sychophantwhore: Tesoro, che piacere
finalmente, dopo tanto tempo, aggiornare questa storia xD! Ancora una
volta sono senza beta e si noterà ma non fa niente
è_é! Dunque, povero Harvey... sta scivolando
anche nell'alcolismo adesso ç_ç oltre tutto,
visti i suoi problemi di controllo della rabbia non è buono,
ed i bicchieri che rompe ogni sera dovrebbero saperlo
ù_ù. Purtroppo per lui - e per te, che dici di
iniziare a tenere a lui - ne avrà ancora da soffrire, sono
stata piuttosto sadica un po' con tutti in questa storia. Per quanto
riguarda la linguaccia lunga di Ivy, come promesso, lei
*pagherà per tutto*, e proprio in questo capitolo
(espressione maliziosa e soddisfatta). Ma povero Crane...
vabè non ti anticipo nulla xD! Ahh, il vomito dal naso mi ha
stesa, ma non sentirti sola, ho condiviso con te questa triste
esperienza più di una volta -_-, per via delle sbronze
colossali che prendo di tanto in tanto. Ma nuuu, tutta sola
ç_ç! Se fossi stata lì, ti avrei
sorretta io, certo, non sarò un clown ma posso rimediare un
po' di cerone, volendo ç_ç! Sono contenta che ti
piaccia Harley, ogni volta che scrivo di lei sono nervosa, pensando
terrorizzata *chissà se Sycho apprezzerà*! La
famosa chiacchierata a tre tra i clown e Nigma, dovrà
attendere ancora purtroppo, ma ci sarà e come hai indovinato
già, per Joker in problema non sussiste davvero, ma
tranquilla non sarà un *che si scannino pure, loro*, anzi in
questo caso ho dato al Joker un taglio piuttosto... serio? Beh,
insomma... vedrai comunque xD. Sono contenta che il sogno ti sia
piaciuto O_ò! Il significato che gli hai attribuito
è proprio quello che intendevo, quel siparietto era
vagamente personale, visto che a mio tempo ho fatto un incubo simile
ù_ù. Solo che il fatto di Spaventapasseri, non
è che ora siano tutt'uno... solo che, nella sua testa,
Harvey non riesce ad avere un quadro preciso di Crane, nonostante tutto
non l'ha mai avuto e se ne renderà presto conto. Ora ti
lascio al capitolo, tesoro ^^! Sperando che ti piaccia, a presto!
Per Ilaria1993: Tesoro, buondì
^^! Aww, sono felice di vedere che anche tu apprezzi Canali, nonostante
tutti dicano che l'ultimo album sia al di sotto degli altri, io non
sono d'accordo e *respira ancora* ne è la prova
più lampante, ecco è_é! Joker si sta
mostrando molto sentimentale, eh? Lui ama davvero Eddie, ma anche
Harley questo è sicuro e se lei è stata
accantonata per un po', è solo perché al momento,
è Nigma ad aver più bisogno d'aiuto... povero,
è più morto che vivo! Eh sì, Harvey
è ancora pieno di rabbia e dolore per il suo Johnny
ç_ç... povero, mi fa una pena! Massì
dai, sono stata molto sadica un po' con tutti in questa storia xD! Per
quanto riguarda lo stupro... beh, non si avvicinava molto anche al
nostro piano originale, per quanto riguarda il piccolo Cillian
(espressione soddisfatta e maliziosa)? I vermi del sogno, rappresentano
i sentimenti ed i fatti negativi, che Harvey non vuole far notare a
Johnny, come illudendosi che così facendo, tutto vada bene.
Se Crane non vede che le cose vanno male, allora si può
andare avanti ù_ù, ma nel sogno, Dent non ha il
coraggio di affrontare i problemi proprio per non ammettere che
esistono! Comunque, spero che andando avanti con la storia, le cose si
chiariscano ;). Per quanto riguarda Ivy, pagherà e mooolto
presto ;)! Ora ti lascio, ci sentiamo presto spero! Mi auguro che il
capitolo ti piaccia xD.
Per LadyBlack: Ciao
^^! Finalmente mi son decisa ad aggiornare, eh? Per te esiste solo
Harvey/Crane... come ti capisco, per me è uguale xD! Harley,
Joker e Nigma parleranno, ma non molto presto, purtroppo
ç_ç. Ci sono ancora un paio di capitoli da
postare prima di questo, comunque il clown ama entrambi e non vorrebbe
veder soffrire nessuno di loro, quindi... beh, vedrai ;)! Per quanto
riguarda Catwoman, in questo capitolo sono stata un po' più
gentile con lei... diciamo che in questa storia è *lei* la
parte più sana di mente dei gruppi vari xD. Puah, Ivy sta
per pagare, e caro tutto ciò che ha fatto
è_é! Leggerai in questo stesso capitolo, come ci
si è vendicati di lei *_*! Ehh, povero Harvey,
sta scivolando nell'alcolismo... ce la farà a riprendersi in
tempi utili? ù_ù Non ti anticipo nulla, ma anche
Crane ha i suoi problemucci, azz, avevo appena detto di non voler
anticipare niente -_-. Ma visto che sono una che ama rispondere ai
commenti *di getto*, non correggo xD! Riusciranno a ritrovarsi
ç_ç? Mwuahahahh! Ora ti lascio al capitolo
sperando che ti piaccia e di ricevere altre tue recensioni, sono sempre
adorabili ;)!
Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX
PRETEND THE WORLD HAS ENDED:
La canzone inserita nel
capitolo è “Not the nicest guy” dei
Lordi.
Capitolo 5, parte 1: Not
the nicest guy.
Intro.
Freeze
era addirittura meno contento di Ivy ora che l’aveva dalla
sua parte piuttosto che prima, quando erano nemici; l’Edera
aveva più istinto che cervello, un pessimo tempismo, scarsi
freni e sospettava addirittura che riuscisse ad agire ancor prima
di pensare. Altrimenti, non si sarebbe spiegato un atto sciocco come
quello della sera precedente, con Spaventapasseri.
Dopo
la burrascosa lite, l’ex psichiatra sembrava non aver nulla
da dire, era diventato ancor più taciturno del solito, ma
Dio solo sapeva quanto odio si portava dentro e nessuna della
rassicurazioni o promesse di Freeze aveva contribuito ad allentare la
tensione; purtroppo, questa sua improvvisa chiusura a riccio lo rendeva
scarsamente utile al momento, anche se dovevano ritenersi fortunati di
non aver dovuto avere a che fare con Spaventapasseri, quel lato letale
ed irragionevole della personalità di Jonathan che grazie a
Dio, non aveva ancora preso il sopravvento.
Con
Ivy - non il cervello più brillante, questo era appurato -
era riuscito infine a mettere a punto un piano d’azione quasi
decente per procurarsi dei diamanti, mentre Crane aveva spontaneamente
deciso di restare indietro per lavorare in laboratorio; meglio
così, pensava Freeze, almeno per un po’ era
consigliabile tenere i suoi due alleati il più lontano
possibile l’uno dall’altro, nonché
Spaventapasseri fuori dall’azione violenta, per evitargli un
incontro con Duefacce, cosa che avrebbe realmente rischiato di farlo
crollare o esplodere, a questo punto.
Ormai
Dent sembrava davvero essersi messo di punta per metterli tutti in
ginocchio e se non avessero prestato attenzione, Freeze lo sapeva,
avrebbe potuto perfino riuscirci.
Just for spite, every day,
every night
(Giusto per dispetto,
ogni giorno, ogni notte)
You still wonder, you
wonder
(Ancora ti domandi, ti
chiedi)
Il
furgone correva spedito lungo la strada che li avrebbe portati alla
gioielleria più esclusiva di Gotham, a quell’ora
chiusa, che avrebbe dovuto ospitare uno dei diamanti più
grossi e puri dello stato e, quando il mezzo arrivò a
fermarsi, Freeze scese, posando gli stivali gelidi
sull’asfalto umido di pioggia, che si congelò a
chiazze sotto i suoi passi, lasciando una scia perlacea al suo
passaggio.
Freddo.
Letale. Appena giunto sulla soglia della gioielleria,
cancellò ogni precedente pensiero; Ivy raggiunse in fretta
il suo fianco in una posizione sensuale che Freeze, per suo sommo
rammarico, non degnò di uno sguardo, intento a calcolare la
grandezza del portone di fronte a loro: non poteva permettersi di
sprecare troppe energie, visto che per quel piano aveva dovuto armarsi
dell’ultimo diamante delle scorte di emergenza, quindi
dosò quanto più poté la forza del suo
cannone, tese il braccio contro l’entrata
dell’edificio e sparò il micidiale colpo
congelante, così che la porta divenne abbastanza fragile da
permettere ai rami di Ivy di sbriciolarla con facilità.
Quella
prima parte del piano pareva essere andata liscia come
l’olio, l’allarme aveva iniziato a suonare, ma i
suoi uomini erano professionisti abili e veloci; aveva dato loro un
solo, categorico imperativo: i diamanti venivano prima di tutto il
resto, così, quando Freeze fece il suo ingresso a passi
lenti, seguendo i suoi sottoposti, uno di loro gli si fece
immediatamente incontro per mostrargli, orgoglioso, un diamante della
grandezza di una piccola lampadina.
L’uomo di ghiaccio
ghignò ampiamente e con cautela lo prese dalla sua mano,
inserendolo nella tuta di contenimento e vide il quadrante che segnava
l‘energia - fino a poco prima brillava ad intermittenza di
rosso - ricaricarsi velocissimo, fino ad uno stabile, brillante verde.
Finalmente era tornato al massimo, nessuno sarebbe sopravvissuto ad uno
scontro con lui, ora. Era più che soddisfatto.
Dopo
appena un minuto, carichi di denaro e preziosi, tutti uscirono
dalla gioielleria, ma restarono immobilizzati per qualche attimo,
davanti a loro la bocca enorme di una stramba pistola.
“Cu-cù!”
From the ashes I rise, by
the roll of the dice,
(Dalle ceneri mi alzo,
dal tiro del dado)
You’ll go under,
go under!
(Tu cadrai, cadrai!)
Esclamò
la figura colorata di una donna, per poi sparare quello che sembrava
essere un fuoco d‘artificio, che si precipitò
contro di loro per poi prendere quota all’ultimo momento,
velocissimo, andando ad esplodere in cielo in una brillante fontana
verde e rossa; tutti si sparpagliarono tranne Ivy e Freeze, che a sua
volta sollevò il suo
cannone contro quell’Arlecchina, tentando di prendere la mira
sulla figura in perenne movimento. Non riuscì a sparare il
suo colpo, si sentì urtare da qualcosa, o meglio qualcuno,
che si era improvvisamente appeso, urlante, alla sua gamba; quando il
re del gelo abbassò lo sguardo, riconobbe il suo autista,
che - oddio! - non aveva più gli occhi: due orbite vuote e
sanguinanti lo fissavano, le urla, soffocate da una striscia di grosso
nastro isolante, che Freeze strappò via in un impeto di
furia.
“Dinamite!
Dappertutto, ti prego, aiutami!”
Freeze era al colmo
dell’ira, afferrò l’uomo per il colletto
e lo lanciò lontano per almeno tre metri, poi si diede alla
fuga, le urla isteriche di Ivy gli riempivano le orecchie, dandogli sui
nervi, ma restò in silenzio nonostante la situazione
imprevedibile; avrebbe voluto prendere a calci la sua alleata fino al
giorno seguente… perché diavolo non correva via,
visto che avevano ottenuto ciò per cui erano venuti in primo
luogo? Specie contando che la sua avversaria la stava prendendo
visibilmente in giro, coperta dalla testa ai piedi e munita di maschera
antigas? Tornò indietro per trascinare l’Edera
lontano da quell’inutile battaglia ed appena
riuscì ad afferrarla, quella che sembrava una freccia si
conficcò nell’altra spalla della donna, che
lanciò un urlo asciutto e breve; Freeze si voltò
e vide l’Arlecchina ridere, agitando una balestra da caccia
che probabilmente aveva tenuto appesa dietro la schiena.
Una
risata, lenta e stavolta maschile rese nota un’altra presenza
e Freeze seguì quel suono con lo sguardo, per trovarsi davanti due occhi brucianti
di odio; quello era il famoso Joker, poteva riconoscerlo nonostante la
maschera antigas che nascondeva la parte inferiore del suo viso. Era la
prima volta che si trovavano faccia a faccia, ma l’uomo di
ghiaccio restò impassibile.
Come
diavolo avevano fatto a rintracciarli, a prevedere il loro piano? Per
essere intervenuti così in fretta, dovevano essere
lì davanti già prima del loro arrivo, nascosti
chissà dove, ma se quello era i caso, chi aveva fatto la
spia? Chi li aveva avvertiti?
You never realized
I’m back here to stay,
(Non hai mai capito che
sono tornato per restare)
Like a fungus that grows
on your side,
(Come un fungo che cresce
sul tuo fianco)
You never realized I
won’t go away.
(Non hai mai capito che
non me ne andrò)
Non tonight.
(Non stanotte)
“Allora
ghiacciolo, che ne dici di, ahh… lasciare la zavorra?
Scommetto che ne hai già mille,
di piante grasse a casa tua!” Esclamò il clown,
indicando Ivy con la punta di un coltello che stringeva in mano.
“Joker!
- gridò lei isterica, ribellandosi alla stretta del suo
alleato, come volendo fiondarsi sull’uomo - Non ti basta
avermi rubato Nigma?! Ti estirperò
come nulla fosse!”
Di questo Freeze aveva i suoi
dubbi, quell’uomo era… abbagliante nella sua
follia, troppo abbagliante perché Ivy potesse competervi,
l’avrebbe bruciata fino agli ultimi sterpi secchi se solo si
fosse avvicinata, e per questo la trattenne con ancor più
forza.
Sentirono
di nuovo il clown scoppiare a ridere con sguaiato trasporto, un suono
spaventoso davvero, che il dottore sopportò,
conscio del fatto che per lui,
il signore dei ghiacci, uno scontro faccia a faccia col clown non
rappresentava un pericolo così mortale.
“Ma che bella
coppietta! - esclamò di nuovo il clown, indicandoli con la
punta della lama, in un gesto vago. - Non è vero Harley,
tesoro?”
“Oh,
mister J! Mi verrebbe voglia di cospargerli di sciroppo e mangiarli,
come una granita alla menta!” Rispose la sua compagna,
sfarfallando le ciglia e sorridendo con aria giuliva.
“Ma
che bell’idea! Ahh… me lo farei volentieri un
ghiaccioletto adesso, ma allora che ne dici, ahh…
uomo-granita, mi consegni Ivy? Ma decidi in fretta. Sai non vorrei che
la signora Ghiacciolo facesse le spese, ahh… dei tuoi
indugi. Non so se ti ho già detto che Harv e la piccola
Kitty stanno rapendo la tua congelata
metà proprio in questo momento.”
“Oh,
non parlare male di loro mister J! Anche loro sono una bella
coppia… un po’ freddi, ma carini!” Finse
di rimproverarlo lei, per poi ridacchiare malignamente di fronte
all’espressione furiosa del loro avversario.
Il
cuore gelido di Freeze sembrò palpitare per un secondo
nonostante, in teoria, dovesse essere già morto da tempo.
“Mia
moglie?!” Disse solo, nel panico ed in quel momento, con un
altro grido isterico, Ivy scatenò una gittata di quelle che
sembravano essere spore contro il clown, che si limitò ad
estrarre l’altra mano da dietro la schiena ed aprire un
grande ombrello viola, che lo riparò dagli acidi della rossa.
“Inutile,
non puoi scappare, a meno che non ci batti o che lasci Ivy a giocare
con noi. Ma pensa, quale sarebbe la via più
breve?” Cantilenò Harley, di nuovo puntando la
balestra e lasciando che una freccia si piantasse ai loro piedi, come
avvertimento. Freeze si sentì accecato dalla rabbia,
alzò il suo cannone contro di loro ma dalla mano di Joker,
il coltello volò rapido e preciso, arrivando a recidere il
tubo che collegava il refrigeratore con la sua arma, non poteva
più sparare. No. Doveva riuscire ad andarsene, e subito.
L’attenzione di tutti si spostò, attirata
dall’oscura figura dell’uomo pipistrello che
planava fino ad atterrare sull’asfalto. Ci mancava solo lui.
**
I’ll never leave
you lonely
(Non ti
lascerò mai sola)
I’ll be there,
tryin’ to grab a hold, yeah.
(Sarò
lì, cercando di tenere duro, sì)
“Ohh
Batsy…! Sapevo che saresti venuto appena visto quel fuoco
d‘artificio!” Esclamò Joker, divertito
dalla sua entrata in scena ma a Batman bastò uno sguardo per
capire che qualcosa non andava nel clown, aveva di nuovo quello
sguardo, ma stavolta ancor più pericoloso e non ne capiva il
motivo. Sembrava pieno di rabbia anche nei suoi confronti, non gli
aveva mai rivolto contro un odio simile, prima.
Quello,
comunque, non era il momento giusto per le osservazioni; si
fiondò su Freeze, il più vicino ed il
più pericoloso nell’immediato futuro e
l’uomo di ghiaccio finalmente lasciò andare
l’Edera per contrattaccare il vigilante, mentre la donna non
perse un momento per precipitarsi contro i due pagliacci:
scatenò l’agente velenoso più potente
di cui disponesse, ma con sua disdetta, i suoi avversari non avevano
neppure il più piccolo lembo di pelle scoperto, Joker
utilizzò nuovamente l’ombrello viola, con una
risata e poi la caricò, spedendola a terra e sovrastandola
immediatamente, con le ginocchia le schiacciava le braccia contro la
terra, ed estrasse un pugnale da sotto la giacca.
I’m not the
nicest guy, you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo, sai)
“Qui
c’è dell’erba cattiva che deve imparare
a morire.
Allora vediamo, che dovrei farti per aver ridotto Eddie in fin di vita,
mmh?” La sua voce era quasi carezzevole mentre le sfiorava il
viso col piatto della lama.
“Che
c’è pagliaccio, hai qualcosa da recriminare
nonostante la dottoressa Quinzell? Ti mancava proprio il cazzo di
Edward, eh? Ma come biasimarti, dopo averlo provato io
stessa?!” Joker non capì cosa stesse tentando di
ottenere Ivy, pronunciando quelle parole molto più volgari
che offensive, ma se ne fregò visto che, quella notte, non
era una conversazione che voleva, da lei, bensì sangue.
Rise ancora, più forte di prima.
“Peccato
tu debba arrangiarti da sola adesso, piantina.”
Rispose, divertito mentre le spingeva la lama del coltello tra le
labbra. “Ahh, ma perché così seria,
tesoro? Mettiamo un sorriso
su questo faccino!”
Esclamò, la voce
più profonda e velata di rabbia mentre la lama si faceva
strada nella carne di lei, aprendole per metà un sorriso di
Glasgow simile al suo. Il sangue iniziò a sgorgare a fiotti,
ed il grido lacerante di Ivy avrebbe graffiato le orecchie di
chiunque, ma non quelle del clown, lui avrebbe voluto farci il bagno,
in quelle urla. Era un dolore devastante e per un folle attimo, la
donna fissò le cicatrici del suo torturatore, chiedendosi
come avesse fatto lui,
a sopravvivere ad una cosa simile.
Che
significava, aprirle un sorriso simile? Non era certo una psicologa,
l’unica cosa cui riusciva a pensare era
l’indicibile sofferenza cui la stava sottoponendo,
sentì la lama spostarsi all’altra guancia per
finire il lavoro e, se non avesse urlato tanto, sarebbe riuscita a
sentire le risa di Joker, le avrebbero bruciato ogni traccia di
sanità mentale.
La
stava facendo implorare e gridare senza ascoltarla, la stava
deturpando, facendo agonizzare e per questo, Ivy non lo avrebbe mai
perdonato, mai in vita sua! Quando sentì la lama ritirarsi
dal suo viso, si sentì sollevata, pensò fosse finita ma
ben presto capì che non era così:
sentì quella punta affilata spostarsi sul suo petto e
temette che Joker volesse ammazzarla e compiere così la sua vendetta.
Il
clown però non la uccise, si limitò a piantare il
coltello nel suo petto, ad una profondità che non risultasse
mortale e mentre Ivy ancora gridava e soffriva, un pensiero la colse:
quel sadico stava scrivendo
qualcosa su di lei, la stava letteralmente incidendo,
come il tronco di un albero.
L’ennesimo
grido uscì, disperato, dalla sua bocca insanguinata ma
stavolta non per il dolore, bensì l’umiliazione di
un simile gesto e soffriva tanto da non riuscire più a
controllare i suoi poteri; dovette lottare contro il suo corpo per
trattenere all’interno tutte le geneticità di cui
disponeva e conservare così le energie per sopravvivere, il
clown l’aveva resa impotente, indifesa proprio come un albero.
Questo
mostro era Joker? Nessuna delle voci che aveva sentito su di lui gli
rendeva giustizia, nessuna storia avrebbe mai potuto trasmettere
ciò che provava in quel momento, davanti a quello sguardo,
quelle cicatrici, quel sorriso di sincero divertimento mentre la
torturava, ed i suoi occhi, Dio, così spaventosi.
Ivy aveva paura. Ivy era terrorizzata, arrabbiata, e… invidiosa.
Lei, che era perfetta, si era ridotta davvero ad invidiare la potenza
di un essere
umano? Anche questo faceva
parte della vendetta di quel bastardo? E lui continuava a ridere in
maniera sconvolgente, ora riusciva a sentirlo, quel suono le faceva
accapponare la pelle.
You’ll never
leave me, darling,
(Non mi lascerai mai,
tesoro)
Now hear my tender warning:
(Ora ascolta il mio
tenero avvertimento)
“Può
anche darsi che il tuo corpo, ahh… non possa mantenere
cicatrici, signorina Isley. Ma secondo me, non basterà la
morte per farti scordare questa.
Spero che bruci talmente da mandarti a fuoco!” Le disse,
serio per poi tornare a sorridere, portare la mano, coperta del suo
sangue violetto alle labbra soffiarle un bacio. “Da parte di
Eddie.” Concluse, e si alzò finalmente, lasciando
ad Ivy, per la seconda volta, la speranza che finalmente fosse finita,
ma il clown tese una mano verso sua compagna Harley Quinn, che si
avvicinò, guidata dal delicato tocco di lui.
Dopo
qualche attimo di indecisione, la donna iniziò a scaricare
una raffica di calci su di lei, picchiandola senza pietà.
L’ultima cosa che vide, fu il suo stesso sangue. Su Harley,
sul Joker e poi tutto si fece scuro. Fu contenta di aver infine perso i
sensi.
**
I’m not the
nicest guy, you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo, sai)
Non
era abbastanza ancora, non lo sarebbe stato mai. Per gli stolti ed i
cretini non c’era soluzione se non questa e Joker si sentiva
pieno d’orgoglio, guardando la sua Harley massacrare quella
insignificante illusa. Chaos. Solo questa parola gli girava in mente
ora, ed era stato lui a portarlo a Gotham, a diffondere
quell’ideale come un morbo, generosamente regalandolo a
chiunque ne avesse bisogno: l’aveva donato Batman, a Eddie,
ad Harley ed ora anche ad Ivy, e si stava divertendo
come un matto, coperto di sangue, non riusciva più a
smettere di ridere.
**
Catwoman
non aveva paura, figurarsi, in fondo quello era proprio il mestiere che
si era scelta, no? Penetrare in una casa altrui per sottrarre qualcosa
ai suoi proprietari non era nulla di nuovo per lei, solo non si sarebbe
mai immaginata di trovarsi, un giorno, nella condizione di dover rapire
una donna sconosciuta, chiusa all’interno di un blocco di
ghiaccio - e già quello, di per sé, faceva
impressione - ma ormai non aveva altra scelta, così
continuò ad esplorare l’enorme villa deserta in
cerca della signora Fries.
Erano
là dentro - lei ed Harvey - da quasi mezz’ora e
c’era voluta la mano di Cristo per fermare Duefacce dallo
sfondare rumorosamente ogni porta coi poderosi colpi del suo fucile a
pompa. Dent aveva già ammazzato - lo faceva con una
velocità impressionante, non era riuscita a fermarlo - due
uomini di Freeze, rimasti indietro a sorvegliare la struttura e Selina
non voleva nemmeno sapere quanti ne avesse già fatti fuori
Joker.
Questo,
all’uomo del ghiaccio non sarebbe piaciuto affatto. Li
avrebbe voluti morti e sepolti e, perdio, perché solo lei
riusciva a notare il pericolo in tutto questo, che tra
l’altro era tutta
opera di Joker?!
You’ll see me
again, in the thunder and rain,
(Mi vedrai ancora, nel
fulmine e nella pioggia)
I come crawlin’
I come crawlin’.
(Io arrivo strisciando,
arrivo strisciando)
“Ci
sono!” Sentì la voce di Duefacce chiamarla da poco
lontano e si sbrigò a raggiungerlo. Sì, faceva
impressione vedere quell’enorme contenitore con dentro la
signora Fries… Selina pensò che lei era - no, è.
Nonostante tutto era viva - bella. Un’ancora affascinante
donna sulla quarantina e dall’aspetto gentile. Certe cose si
rispecchiavano chiaramente nella fisionomia delle persone, dal taglio
degli occhi, dalle lievi rughe sulle sue guance, si vedeva che era una
donna abituata a sorridere.
Non
sentiva di avere il coraggio prima, ma ora ne era più che
certa, se l’avesse rapita non se lo sarebbe mai perdonato per
tutta la vita, sarebbe stato come dissacrare un cimitero o cose
così, quindi lanciò uno sguardo di sbieco al suo
alleato e fu sollevata nel vedere che anche in lui, almeno un briciolo
di cuore era rimasto: Harvey sembrava perso tanto quanto lei.
All’improvviso
lo vide tirar fuori una moneta dalla tasca, lanciarla ed osservare in
silenzio il suo responso.
“Sbrighiamoci
a staccare.” Ordinò lapidario, mentre riponeva il
mezzo dollaro in tasca. Selina non poteva crederci.
“No!”
gridò, orripilata. In fondo, lei aveva un cuore di donna.
“Non
ricominciare a frignare le tue assurdità, adesso!”
Le gridò di rimando Harvey, come sempre la rabbia scritta su
tutto il suo essere, ma stavolta la gatta non si sarebbe lasciata
intimorire, no, non poteva permetterlo, non in questa occasione.
“Questo
è immorale,
Harvey! Ed a me non basta tirare una moneta per compiere
simili atrocità!”
“Oh, mi creda
signorina, riesce a compierne benissimo anche senza.”
I’ve got eyes
everywhere,
(Ho occhi ovunque)
From the shadows I stare
at you, darling.
(Dalle tenebre ti fisso,
tesoro)
My darling!
(Tesoro mio!)
Sobbalzarono
e si voltarono all’istante, contemporaneamente, per trovarsi
davanti la figura ben poco rassicurante di Spaventapasseri, il viso
coperto dalla maschera di tela, dietro la quale si vedevano benissimo
due occhi azzurri, tanto chiari da sembrare innocenti e spaventosi allo
stesso tempo; li teneva sotto tiro con una Desert Eagle IMI e Selina
dubitava che, perfino da inesperto, l’altro avrebbe potuto
mancarli con un’arma così precisa e maneggevole.
Lo
sapeva accidenti, se lo sentiva
che le cose sarebbero andate male, perché diavolo non aveva
seguito il suo istinto ed era rimasta a casa? Aveva perfino inventato
una scusa con Bruce Wayne, che l’aveva invitata a cena quella
sera, a quest’ora magari sarebbe stata in dolce compagnia,
davanti ad un piatto di frutti di mare, in uno dei ristoranti migliori
di tutta Gotham ma no, da brava donna quale era, doveva seguire sempre il più stronzo
di tutti, Harvey Dent, quello che le
avrebbe portato più guai!
You never realized
I’m back here to stay,
(Non hai mai capito che
sono tornato per restare)
Like a fungus that grows
on your side.
(Come un fungo che cresce
sul tuo fianco)
“Vattene.”
Si voltò a guardare Duefacce con espressione basita, quasi
convinta di aver solo immaginato quella parola. Come diavolo faceva ad
andarsene, secondo lui? Spostò lo sguardo su
Spaventapasseri, fissando con apprensione la pistola che gli teneva
puntata contro. “Lui vuole me, levati di mezzo.”
Nonostante non se la sentisse di abbandonare Harvey in una situazione
simile, una parte di lei sperava di riuscire a sopravvivere quella
notte, quindi lanciò un ultimo sguardo a Crane, che
effettivamente, fissava solo Duefacce, sembrando totalmente
disinteressato a lei.
Beh,
magari se fosse riuscita ad allontanarsi, avrebbe potuto chiamare
aiuto, avvertire Joker, qualcosa! Fece qualche passo indeciso verso la
porta alle spalle dell’ex psichiatra e poi spiccò
una corsa, ma non appena gli fu a fianco, l’altro
sollevò un braccio e la spruzzò col suo micidiale
gas.
“Perché?!
- gridò Duefacce, furioso - è me che vuoi,
no?!” Fu l’ultima frase coerente che Selina
riuscì a sentire, prima di venire invasa da una paura folle,
ogni cosa attorno a lei si stava deformando, sentì le gambe
cedere mentre cadeva a terra, improvvisamente una pozza di sangue si
stava allargando sul pavimento, c’erano creature in agguato
nel buio, mani che uscivano dalla terra per afferrarla, le mura le si
chiudevano attorno e Jonathan Crane era diventato un mostro, il
suo viso bruciava e dalla sua bocca vedeva uscire piccoli diavoli
armati di forconi che si calavano poi lungo il suo corpo, o
svolazzavano con le loro alette fino a raggiungerla, le sue orecchie si
riempirono delle sue stesse grida mentre strisciava sul pavimento, in
cerca di una via di fuga da quell’incubo.
**
You never realized I
won’t go away.
(Non hai mai capito che
non me ne andrò)
Non tonight.
(Non stanotte)
“Perché?!
- fu il grido immediato di Duefacce, i suoi occhi spalancati su Crane.
- è me che vuoi, no?!” Chiese poi, una furia cieca
chiaramente impressa nella sua voce, un po’ per la povera
Selina - che in effetti non c’entrava nulla con loro - ma
soprattutto, si vergognò ad ammetterlo, non tollerava che
Jonathan avesse indirizzato la sua violenza su qualcuno che non fosse
lui: era la loro lotta, lo
era sempre stata, proprio come un tempo era stato il loro
amore. Ma Jonathan non rispose nulla a quella domanda, continuando a
tenere l’altro sotto tiro, lo minacciò.
“Butta
a terra il fucile, Harvey.”
La
sua voce era così differente da come la ricordava,
più stanca, più arrabbiata, più
decisa, eppure Cristo…
come riusciva a pronunciare il suo nome sempre in quello stesso
modo? Ogni volta che lo chiamava gli dava i brividi, era come tornare,
per un attimo, indietro nel tempo e la voce che Jonathan gli riservava
allora, l’aveva ancora in mente, li sognava così
spesso quei toni limpidi ed avvolgenti, leggeri, nervosi e sempre con
quella piccola vena di fretta a delinearne gli angoli.
“Tu
togliti quella maschera!” Contrattaccò, arrabbiato
e con nessuna intenzione di lasciargli un vantaggio. Aveva sempre
odiato la maschera di Spaventapasseri, come anche il costume e la
falce, che usava solo nelle grandi occasioni.
“Oh,
sì! Il giorno che getterai la tua moneta in un
tombino.”
**
I’ll never leave
you lonely,
(Non ti
lascerò mai da solo)
I’ll be there,
tryin’ to grab a hold, yeah.
(Sarò
lì, tentando di tenere duro, sì)
I’m not the
nicest guy you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo, sai)
Sentì
Harvey ringhiare, lo vide gettare a terra il fucile e credette di
averlo fatto arrendere, ma un secondo dopo l’altro estrasse
una pistola da sotto la giacca, gesto talmente privo di senso che per
un attimo Jonathan restò confuso. Sentì il boato
riempire l’aria ma non avvertì nessun dolore
perciò sparò anche lui, mirando dritto al petto
eppure aveva colpito di striscio all’altezza del torace,
facendogli a malapena un graffio. Com’era possibile? Si era
allenato, aveva un’arma molto leggera e precisa, come aveva
potuto mancarlo?
Una
strana sensazione iniziò a partirgli dall’addome,
ad ondate leggere e fastidiose, velocemente spostò una mano
al ventre e ritirandola, la scoprì coperta di sangue;
abbassò lo sguardo ai suoi piedi, sul pavimento una piccola
pozza rossa si allargava lentamente.
Le
gambe non lo reggevano più, cadde su un ginocchio con lo
sguardo attonito. Com’era possibile? Era stato colpito,
eppure non sentiva nulla. Era la prima volta che prendeva una
pallottola, era così che funzionava? Risollevò
l’arma davanti a sé, con l’intenzione di
esplodere un altro colpo contro Duefacce, ma l’altro lo aveva
raggiunto, ce l’aveva davanti, venne colpito con un calcio,
che gli fece volare l’arma dalla mano.
Crane
lasciò andare a malapena un gemito. Avrebbe voluto urlare,
l’umiliazione di aver perso contro Harvey bruciava, ma non
poteva, non
voleva dargli nessuna
soddisfazione.
Si
sentì afferrare per i capelli, dietro la nuca e costringere
ad alzare lo sguardo, per un attimo incontrò il viso
deformato dalla rabbia del suo ex compagno e poi il dolore esplose, sul
viso - dove l’ex magistrato l’aveva colpito con un
pugno - e all’addome - dove il dolore per la pallottola
iniziava a farsi sentire.
Duefacce
lo colpì ancora, una, due, tre volte e poi lo
lasciò ricadere a terra per stagliarsi su di lui, si
sentì strappare la maschera dal volto e tornò a
guardare il suo assalitore, non aspettandosi di certo
quell’espressione di stupore, di realizzazione, come se solo
in quel momento si fosse reso conto che c’era qualcuno,
dietro la sua maschera.
You’ll never
leave me, darling,
(Tu non mi lascerai mai,
tesoro)
Now hear my tender warning:
(Ora ascolta il mio
tenero avvertimento)
“Jonathan…”
lo sentì mormorare, incredulo e Spaventapasseri
stupì se stesso, rispondendo con un sorriso cattivo. Strano
a dirsi, ma quella paradossale situazione lo divertiva sinceramente;
finalmente e solo in quel momento, aveva capito qual era stato il vero
motivo che lo aveva spinto così irrimediabilmente a non
fidarsi più di Harvey: lui non si era mai preso nessuna
responsabilità, capace solo di chiedere scusa e scansare i
problemi, ogni volta lo pregava di perdonarlo come se in
realtà gli stesse dicendo fai qualcosa tu, io non
so dove mettere le mani. Il
tutto, con quello stesso sguardo che aveva sul viso in quel momento.
Non
poteva farci niente, gli veniva da ridere e ad ogni sobbalzo sentiva il
sangue sgorgare a fiotti dalla ferita. L’ennesima che Harvey
gli aveva lasciato ma di certo non la più dolorosa.
I’m not the
nicest guy, you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo, sai)
**
Got ya!
(Preso!)
Joker
stava facendo sul serio, mai tanto quanto in quel momento e stavolta
neanche Batman avrebbe avuto possibilità di fermarlo, se
solo avesse provato a mettersi tra lui e la sua vendetta,
l’avrebbe ammazzato senza pensarci due volte,
perché tutto quello che era successo era anche colpa sua!
Nessuno poteva spaventarlo, né il Cavaliere Oscuro
né tautomero Freeze, anzi, l’avrebbe tritato fino
a ridurlo in granita.
Ma
all’uomo del ghiaccio stava pensando Harley ora, ed anche se
non era abbastanza forte da poterlo effettivamente battere, con le sue
invidiabili doti ginniche riusciva benissimo a tenerlo a bada,
saltellando e danzandogli intorno mentre lo prendeva in giro; poteva
sentire lo scampanellio del cappello indossato dalla sua donna ad
ogni suo movimento brusco.
“È
parecchio che non ci facciamo una chiacchierata, vero Batsy?
Perché non ti, ahh… levi di mezzo?”
“Non
ti permetterò di ucciderla, Joker. Anche se è una
criminale.”
“Ahh…
anche
se è una criminale
Bats, non mi sembra di averti mai visto correre a catturarla,
è… corretto
quello che dico?”
I’ll never leave
you lonely,
(Non ti
lascerò mai solo)
I’ll be there,
tryin’ to grab a hold, yeah.
(Sarò
lì, cercando di tenere duro, sì)
Disse
il clown in tono conversativo, leggero mentre invece i suoi occhi
dicevano un mondo: quelle parole avevano colpito il vigilante proprio
sul suo punto debole; no, non aveva fermato Ivy, si era sempre limitato
ad arginare i danni che quella guerra stava causando, ma non aveva
avuto abbastanza spirito
per lottare come si deve e lo sapeva, ma sentirselo sbattere in faccia
proprio da Joker faceva tutto un altro effetto, era doloroso, come lo
era anche notare che il clown non aveva mai perso l’abitudine
di riuscire ad indovinare tutte le sue paure, trovava i suoi punti
deboli con una facilità estrema, ma mai prima
d’ora gli aveva fatto pesare un suo peccato,
o almeno mai sputando letteralmente il suo nome con un tono
così velenoso.
Non
riusciva a capire, cos’era accaduto a Joker per renderlo
così diverso? Di nuovo, si sentiva punito, sempre da quello sguardo.
Il
vigilante strinse gli occhi, scrutando il suo avversario con quanta
dignità riuscisse ad ottenere.
“Torturarla
fino alla morte non è una soluzione!” Gli
gridò, di rimando, se c’era un momento in cui doveva
avere ragione, era proprio quello ma non fece quasi in tempo a finire
di parlare, che ancora Joker urlò il suo dissenso, con una
rabbia ed una disperazione che mai prima Bruce aveva percepito nella
sua voce, solitamente così svagata e divertita in ogni
situazione.
“Tu
non
c’eri! Tu hai
lasciato che tutto ciò accadesse e per questo non
perdonerò mai neppure te! Dov’è finito
il Cavaliere Oscuro, eh?! Tu non sei Batman!”
I’m not the
nicest guy, you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo, sai)
Ed
immediatamente gli si lanciò contro, coltello alla mano,
sperando di fare cosa, nemmeno Batman lo sapeva. Afferrò al
volo il polso del clown prima che potesse affondare la lama nella sua
armatura, poi intercettò un altro colpo,
immobilizzò anche l’altra mano, in cui Joker stava
stringendo qualcos’altro nel pugno chiuso. Il vigilante fece
appena in tempo a sentire un sinistro click,
poi notò qualcosa cadere a terra; una spoletta.
Strinse
con più forza la presa sul polso di Joker, doveva fargli
cadere l’ordigno, lanciarlo il più lontano
possibile, e non trovò così strano che, perfino
in quel momento, dopo ciò che il clown gli aveva detto, la
sua priorità restasse sempre la stessa: salvaguardare quanto
più poteva l’incolumità di quello che
era stato il suo amante.
Non
ci riusciva; Joker stringeva quella bomba come la cosa più
importante che avesse mai avuto e gli si era praticamente incollato
addosso! Si distrasse, lasciò che la lama penetrasse la sua
difesa e cadde su un ginocchio, si sentì colpire sul viso e
finì con la schiena a terra, immediatamente il clown si
accomodò su di lui, circondandogli la vita con le gambe.
“Spero proprio che
tu ne esca vivo, Batsy.”
Lo sentì dire, e
si raggelò. Sperava che sopravvivesse per portare per sempre
il rimorso di ciò che era accaduto a causa sua? Il dolore di
non essere stato in grado di fare nulla per impedire la morte della persona che - ancora adesso, sì - amava, alla
fine? Ma improvvisamente, il peso di Joker si sollevò, la
bomba gli cadde di mano e Batman vide Nightwing lottare contro la furia
del clown, mentre tentava di trascinarlo lontano da lui.
Non
perse tempo, afferrò la bomba e la lanciò con
tutta la sua forza, sentì l’eco
dell’esplosione e la leggera onda d’urto
travolgerlo; si rialzò, dolorante, molti frammenti della
granata si erano schiantati contro la sua armatura, facevano molto
più male delle pallottole.
Quando
tornò con lo sguardo a Joker, vide che con una gomitata si
liberava di Dick, costringendolo a mollare la presa su di lui per poi
iniziare a scontrarsi; il clown aveva già in mano un altro
coltello, mentre Nightwing aveva sfoderato i suoi bastoni metallici,
possibile che quei due avessero tanta rabbia in corpo?
**
Joker era un osso
più duro di quanto Dick pensasse. Non che avesse una forza o
un’agilità particolari, però sembrava
instancabile e lottava con una furia sconfinata, ma dopo un
po’ il vigilante riuscì a colpirlo, prima tra le
scapole, poi sull’ultima parte della schiena e vide il clown
finire a terra, per poi voltarsi velocissimo, e fargli uno sgambetto.
Joker,
tornò in piedi quasi subito, colpì il suolo con
tallone, lasciando così che una lama fuoriuscisse dalla
suola della sua scarpa e tentò quindi di ferire Nightwing,
ma questo riuscì ad afferrargli una caviglia, facendogli
quasi perdere l’equilibrio.
Poi
Dick si alzò, senza lasciar andare la presa sul clown e lo
colpì sul naso con la fronte, finalmente gli
lasciò andare la caviglia, e prima che cadesse lo
riafferrò per un braccio, lo manovrò fino a farlo
voltare ed iniziò a sollevargli l’arto dietro la
schiena, più che poteva senza rischiare di romperglielo:
aveva idea che Bruce non gradisse vederlo ferito, ma poi un dolore
acuto lo distrasse, il clown gli aveva pestato un piede e tirando la
testa indietro, lo colpì in faccia, restituendogli
così la testata di poco prima, non se lo aspettava davvero.
Dovette
mollare la presa, sentì Joker afferrargli le spalle ed
attirarlo a sé, per colpirlo allo stomaco col ginocchio.
You’ll never
leave me, darling,
(Non mi lascerai mai,
tesoro)
Now hear my tender warning:
(Ora ascolta il mio
tenero avvertimento)
I’m not the
nicest guy you know.
(Non sono esattamente un
bravo ragazzo)
“Ma
cosa
credi?! - più che
un grido era un ruggito, raramente Dick aveva sentito nulla di simile,
prima - Che basti un ragazzino
come te per stendermi?! Torna dalla mamma, è troppo presto
per te, per giocare coi bimbi grandi!”
Quelle
parole erano taglienti per Nightwing, che non aveva fatto altro che
lottare per anni, tentando di liberarsi dell’ombra di Bruce,
di spiccare come una persona e non un’appendice;
sentì la furia montare in un secondo, doveva dimostrare di
essere capace, a sé stesso, a Bruce e a tutti quelli che
ancora si ostinavano a chiamarlo ragazzino!
Di nuovo lo afferrò, stavolta lo lasciò cadere e
lo immobilizzò sotto il suo peso, con un ringhio stampato
sul viso, lo colpì sul viso con un pugno, che
caricò di tutta la sua forza.
L’unica
risposta che ebbe da Joker fu una lunga, soffocata risata.
“Ohh!
Il piccolo principe, ahh… si è arrabbiato. Vuoi
andare a piangere sotto il mantello di papà sorcio
per caso? - Dick lo colpì di nuovo, se possibile con ancor
più forza di prima, ma neppure stavolta servì -
Se vuoi possiamo fare un break,
i bambini sai, ahh… hanno bisogno d’affetto
costante!” Lo picchiò di nuovo, e poi ancora e
ancora finché, finalmente, non vide il clown smettere di
ridere, privo di sensi. Come faceva? Come riusciva ad indovinare
cos’avevano, le persone dentro? Si erano incontrati solo due
volte in vita loro, eppure Joker aveva dato voce a tutti i suoi tasti
più dolenti, lo aveva preso in giro, urtandolo come nessuno
prima, e senza mai neppure parlargli!
Lo trovava odioso e non gli piaceva averci a che fare, però
a quanto pareva, aveva vinto lui.
Finalmente
Dick si alzò con un sorriso, un po’ gli era
passata, si voltò e con lo sguardo incontrò la
figura spaventata di Harley Quinn.
“No, alzati Mister
J! La bomba sta per…” non finì la
frase, portò di corsa le mani alla bocca ma ormai aveva
parlato.
“Che
bomba?!” Chiesero tutti, praticamente all’unisono,
fissando l’Arlecchina con occhi spalancati e sarebbe stato
addirittura comico, non fosse stato terribilmente vero, ed infatti il
primo pensiero di Harley, fu che il suo Puddin’ avrebbe
trovato esilarante quella scena, ma si riscosse subito. Poteva parlare,
ma a Joker non sarebbe affatto piaciuto, l’avrebbe
rimproverata, forse mandata via per un tradimento simile,
però non le interessava, l’unica cosa che contava
ora, era salvare la vita dell’uomo che amava.
“Tra
meno di un minuto esploderà!” Gridò, e
dopo appena un attimo di smarrimento in cui nessuno si mosse, si
sentirono le sirene della polizia.
Ognuno
prese una direzione, conscio del fatto che c‘era pochissimo
tempo: Nightwing si precipitò su Harley, afferrandola e
gettandosela in spalla, per allontanarsi da lì il
più velocemente possibile mentre Freeze faceva la stessa
cosa col corpo martoriato di Poison Ivy. Infine Batman, naturalmente,
prese tra le braccia il corpo privo di sensi di Joker e si separarono,
l’uomo di ghiaccio fuggì a piedi mentre i due
vigilante scelsero i tetti, la voce di Harley, mentre si allontanava,
non smetteva di chiamare disperatamente il suo compagno svenuto,
pregandolo di svegliarsi.
Batman
arpionò il tetto di un palazzo ed una volta raggiunta
quell‘altezza, con la trasmittente avvisò le auto
del GPD dell‘imminente detonazione; li vide frenare e
bruscamente fare retromarcia, poi la gioielleria esplose,
fragorosamente e molto più brillante di quanto avrebbe
potuto immaginare. Si gettò sul corpo del Joker per
proteggerlo dall’onda d’urto e dai vari detriti che
li avrebbero raggiunti, il cielo si tinse di rosso e quando il
vigilante si risollevò, vide Joker sbattere velocemente le
palpebre, si stava risvegliando.
Lo sentì stirarsi
leggermente sotto di sé e restò incantato alla
vista del suo volto, bianco, invaso dai bagliori arancio delle fiamme e
l’unica cosa che riusciva a pensare era che non si sarebbe
mai aspettato di poter un giorno, stargli di nuovo così
vicino eccetto durante le loro lotte.
I’ll never leave
you lonely.
(Non ti
lascerò mai solo)
I’ll be there,
tryin’ to grab a hold, yeah.
(Sarò
lì, cercando di tenere duro, sì)
E adesso?
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