Parte Quarta
- L’avvicinarsi del crepuscolo-
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Et iam nox caelo
Praccipitat sadentque
cadentia siderea summos
E già l’umida notte in ciel declina
E tramontando invitan gli
astri al sonno.
(Virgilio Eneide II, 8-9)
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La sera è giunta, come ogni giorno il sole è caduto dietro
ai monti per lasciare spazio al buio di racchiudersi intorno al castello.
Anche questa giornata è finita, tirata avanti senza troppo problemi o novità.
Nel mio studio alcune candele rischiarano appena l’angolo
dove sono rannicchiato a leggere.
Il silenzio è fitto, cupo, raggelante ed al tempo stesso
confortante.
Ma la mia lettura lascia eccessivo
spazio ai timori ed ai dubbi del domani, omai sempre più incerto ed evasivo.
Quasi trasalgo quando sento due
colpi secchi alla porta.
Ho dimenticato della punizione assegnata stamane
a quei due Grifondoro.
Mi rassetto sulla
sedia e chiudo il libro.
-Avanti- dico quieto mentre il mio
cervello va a mille pur di trovare un castigo tanto repellente da essere ai
loro livelli.
La testa rossa di Weasley è la prima a passare dalla porta,
subito seguito dalla massa crespa della Granger. Lo
sguardo del primo è rassegnato, sembra quello di un condannato a morte, mentre
la ragazza non alza gli occhi da terra, come se fosse tuttora vergognosa del
suo errore. Sto passando ancora velocemente in rassegna le
possibili punizioni, mi serve appena qualche secondo.
-Vedo- esordisco con la mia voce insinuante – che ve la siete
presa comoda a venire. La puntualità a Grifondoro non
la conoscete proprio,
avete dato più volte prova di questo.- fingo un sospiro esasperato, mentre Weasley dischiude
la bocca come per dire qualcosa. – Bene- continuo quando vedo
che non ha intenzione alcuna d’interloquire. –Seguitemi,
c’è tanto lavoro da fare.-
Li porto nella stanza attigua e mi seguono senza fiatare.
Il mio mantello svolazza nel buio, quando,
di fronte ad un alto armadio a muro mi fermo voltandomi, con un ghigno
sadico in volto.
Vedo i due deglutire faticosamente.
L’armadio è aperto ed una moltitudine di colonne di fogli sono
riposti alla rinfusa. Non c’è
molto da dire, ma Weasley domanda con stupidità:
-Cosa dovremmo fare noi?-
-Credo sia scontato. Dovrete sistemarli ognuno nelle proprie
carpette - indico una serie di queste poste vuote sul primo scaffale
dell’armadio – sono compiti in classe, dimostrazioni
della vostra mente erudita da circa….cinque
anni. Dovete dividerli e posarli per dormitorio, classe ed argomento. Buon
lavoro.-
Mi volto, ma non prima di potermi gustare il viso sconsolato ed ancora
mortificato della Granger e quello letteralmente
sconvolto di Weasley, la cui mandibola sfiora il pavimento.
Torno alla mia lettura alleggerito
dalla soddisfazione d’aver dato un lavoro veramente pernicioso ai due ragazzi.
Come si suole dire ho preso due piccioni con una fava: i due passeranno una
serata a sgobbare su carte e fogli e faranno per me un lavoro che dovevo fare
da…un paio di anni. Meglio di così!
Mi stiracchio un po’, ritorno immerso nella lettura di
“Diecimila modi d’imbottigliare la morte”, libro sicuramente
interessante quanto impegnativo. Certo, per leggerlo bisogna avere una
mente ferma, se
dovesse cadere in mano a qualche pazzo o qualcuno che cade facilmente in
soggezione potrebbe essere pericoloso.
Ma senti chi parla! Io che sono
stato soggiogato come uno stupido dalle belle parole e dal luccichio degli
occhi di Lucius Malfoy!
Ammaliato dal sibilo del serpente, come un bambino resta
affascinato dagli
unicorni!
Quale ambizioso Serpeverde non
avrebbe ceduto? Chi non avrebbe ammesso sul momento la veridicità di quelle parole?
Anche un Grifondoro – per quanto se avessi davanti Potter Senior, paladino degli animi leali,
coraggiosi e stupidi, avrebbe di certo negato questa mia tesi, di fatti gli è
finita tradito da un amico- avrebbe creduto che quello era il vero, che noi
purosangue dobbiamo difendere la nostra
razza pura.
E poi io avevo bisogno di
riscattarmi. Riscattarmi da anni di soprusi, da una difficile vita famigliare.
Sentirmi, per una volta, superiore a tutti.
Avere potere, finalmente. Uscire dalla mia ombra per
infiltrarmi fra le ombre.
Ma le parole sono una cosa. I fatti
un’altra.
All’inizio sei ancora sotto l’illusione di essere convinto e
sicuro che stai facendo quello che la parte più profonda di te vuole, ti senti inebriato
dalle urla dei prigionieri torturati, dalla spietatezza di un Avada Kedavra, sussurrato dolcemente di fronte alle lacrime
innocenti di un uomo prostrato a chiedere pietà.
Ma un giorno, arriva quel momento
dove ti rendi conto di non avere più l’anima.
E devi scegliere. O chiuderti nella tua codardia, perdere te stesso e
continuare per la tua strada, oppure tornare faticosamente indietro, con più
valore di quanto non hai.
Arrivi ad un punto dove devi preporre.
E la scelta si può presentare sotto le forme più
strane.
Il sussurrare nella stanza attigua dei due ragazzi mi
riporta alla realtà.
So che molti miei alunni, e non solo, mi identificano come un “pipistrello”.
Sono ignari d’avere ragione.
Non sto dicendo d’essere un animagus. Non lo sono, anche se non mi spiacerebbe, a
dire il vero.
Potrei farci un pensierino… se ci sono riusciti Black, Potter e perfino quell’abbietto
di Minus perché non dovrei riuscirci io?
Non sono un pipistrello ma ho una
cosa in comune con loro. Un udito finissimo. Sono quindi capace di captare le
parole biascicate e smozzicate dei due
-Accidenti- la voce di Weasley sembra scocciata e furiosa –
ci sceglie sempre i passatempi migliori quel…-
Mi sarebbe piaciuto sapere qual era
la sua opinione, ma la solita “Perfettina Prefettina” non me lo permette.
-Shhhhh! Ron! È nella stanza a
fianco, potrebbe sentirti!-
-Che mi senta- sussurra velenoso –
cosa fa in quel caso?-
-Oh, non oso pensarci- geme la sua
amica.
Sorrido malignamente, è meglio se tacciono, non vorranno
stuzzicare la mia fantasia?
-Comunque sia questo è un lavoro da elfi dom….ehm,
no, è un lavoro che dovrebbe fare lui, ogni tanto.-
Non riesco a capire il motivo del suo timore nel dire “è un
lavoro da elfi domestici”, ma presuppongo c’entri
un’altra mania di quella folle della Granger.
-Be’, - ammette
lei – sembra strano, un tipo così ordinato come lui. È da anni che non
ci mette un dito in questa roba.-
-Andiamo Hermione, non ti facevo
così ingenua.- continua l’altro – è un’occasione fantastica per seviziare i
suoi alunni, soprattutto quelli che gli stanno simpatici…come noi ad esempio.-
Ogni tanto dà segno d’argutezza quel ragazzo, il che mi
stupisce.
-Accidenti- prosegue sempre lui. -
Ci sarà da
sgobbare tutta la serata. E pensare che devo ancora finire il compito di
trasfigurazione…-
-Ron!- la ragazza sfodera un tono di
rimprovero degno della stessa Minerva – hai avuto tutto il pomeriggio
per farlo, anziché giocare!-
-Perché, ora da quando gli allenamenti di Quidditch sono un gioco?- il tono della discussione
sta lentamente alzando.
-Il Quidditch è
un gioco- lo rimbecca lei placida.
-Mi sembra che faccia piacere anche a te vedere Grifondoro
vincere?- insinua velenoso.
-Certo che mi fa piacere, Ron- replica stizzita
– ma penso che lo studio sia più importante!-
-Come se non lo sapessi- le risponde con sarcasmo – per te
c’è qualcosa meno importante dello studio?-
-Smetticela!- sussurra lei rabbiosamente – Prima che Piton
arriva e ci mette in punizione per una settimana!-
-Tipico di Hermione.- borbotta
piano lui.
-Cosa sarebbe tipico di me?- chiede
ringhiando.
-Dare un taglio netto alla discussione quando arrivano
discorsi che non ti piacciono- ribatte secco.
-Non è vero.- mormora talmente piano che lo sussurra appena.
Se Weasley fosse dotato di un po’ di cervello
troncherebbe qui il dibattito determinato a deteriorare.
Ma si sa che ne possiede tanto poco
da renderlo incapace di tacere quand’è giusto.
Ma questo mi fa piacere. Ascoltare
quelle discussioni sciocche sta ravvivando la serata, oltre che darmi un ulteriore spunto di punizione.
-Sì, invece. Sempre così. Perché
adesso non sai che dire, no? Non sai ribattere? E lo sai perché, perché ho
ragione?-
-Ma sta zitto, Ron!- s’ode un
singhiozzo nella voce.
Weasley resta in silenzio, possibilmente a rosolarsi nei
sensi di colpa.
-Non c’è bisogno che piangi. Lo sai che dicevo così per dire.- prova a
sistemare la cosa. Lei non risponde, tira su con il
naso.
-Dai Hermione, non vorrai che arrivi Piton e ci faccia la festa ed entrambi!-
Breve silenzio.
-Sei uno stupido, Ron- nella sua voce c’è
ancora sapore di lacrime.
Il ragazzo sospira.
-Comunque, scusa.- brontola- anche per
stamattina. È colpa mia se ti ritrovi a fascicolate
questa robaccia. –
-La prossima volta vedi di non far cadere lo zoccolo
d’unicorno nella mia pozione-
Ora si scoprono gli altarini! Ci avrei scommesso. È stato
utile non interrompere la loro fatua conversazione. Almeno ho saputo la verità.
E, anche se mi duole ammetterlo, sono più tranquillo sapendo che
la Granger
è ancora incapace di sbagliare. Almeno fra i banchi di scuola.
-E perché mai non dovrei? Ho
saltato mezz’ora di lezione ed avuto compagnia stasera. Cioè
– si corregge visibilmente imbarazzato – non che volessi la tua compagnia, solo
che, fare tutto questo da solo...-
-Si capisco – conclude spiccia.
-Comunque grazie di non aver detto nulla a Piton.- dice tutto d’un fiato.
-Figurati, non m’avrebbe creduto. E poi, se non ci si aiuta
fra amici.-
-Già, fra amici…-
Le voci tacciono proprio quando
avevo intenzione d’alzarmi e rimproverarli. Potrei sempre punirli per aver
parlato, ma non lo faccio. Sono quasi stanco di queste
continue soverchierie,
ormai non sono più un ragazzino frustrato. Per questa volta lascerò perdere. E poi per oggi ho
fatto anche troppo.
C’è qualcosa di molto simile alla gelosia che si fa largo
dentro di me. Mi accorgo improvvisamente che non sono più tanto giovane. Che il
tempo, fra queste fredde mura, è passato anche per me. Che per quanto lontano e
chimerico possa sembrare si delinea in un fittizio
orizzonte un tramonto. E da solo sono stato capace di
rovinarmi molti anni di vita.
Loro, invece, sono ancora all’inizio.
Continuo a leggere sotto la luce
baluginante della candela anche quando i miei alunni, ultimato il lavoro e
smozzicando una buona notte poco sincera, vanno via. Continuo a leggere,
tentando di allontanare
i miei dubbi, fino a quando, con un ultimo flebile guizzo, anche l’ultimo
mozzicone di candela si spegne nella sua cera.
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Salve a tutti, cari amici, sono piacevolmente sorpresa nel
vedere aumentato il numero dei commentatori, che meritano doverosi
ringraziamenti.
blackdavil :diciamo che Severus aveva già i suoi
buoni motivi per abbracciare la causa dei mangiamorte e che non è stata tutta colpa di Lucius…! Grazie per il
commento
Manuel Lanhart: ormai sei un commentatore
fisso di ogni mio lavoro, ed il tuo affetto e la tua
disponibilità quasi mi commuovono! Diciamo che la
prima sostanziale differenza fra Draco e Severus sta nell’eta:
l’uno è un ragazzino confuso, l’altro un uomo, provato, temprato, maturo, deciso
e, soprattutto, libero di gestire le sue scelte senza vincoli. Grazie mille!
Ida59: Potevo non
citarti ripensando alle tue belle parole ed a quanto tu sia
stata una lettrice (e, soprattutto,
commentatrice!) importante di questa fanfiction?
Grazie mille per le recensioni, una più bella, profonda, stupenda
dell’altra! Grazie per averle inviate tutte e per dedicarmi il tuo tempo! Io
spero di riuscire a leggere presto”Trilogia d’amore e morte” e lasciare un
meritato commento, insieme a tutti gli altri tuoi lavori che non ho letto! Sì,
la fic. su Malfoy è un
tantino lunghetta, e un po’ diversa rispetto a
questa: d’altronde Draco ha meno della metà degli anni di Severus, fa qualche
cosa “stupida”, è un tantino immaturo
e ne sperimenta diverse… Grazie, grazie davvero!
LadySnape:
L’odio non è altro che una forma d’amore! Io non credo che Piton odi Harry: lui
odiava suo padre, ma così tanto che pensa (spera!) che
questo sentimento sia anche nei confronti del figlio…eppure, secondo me, non ci
riesce appieno. Se ti ricordo nel secondo capitolo egli dice a Minerva che
Potter deve essere necessariamente protetto, più di lui… se odiassi
una persona non direi questo. Eppure gli rende la vita
difficile, un po’ per “fargli fare le ossa”, un po’ per vendicarsi su di lui, d’altronde
quel bulletto di James l’ha
veramente trattato male per anni… Grazie, per la recensione!