Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Thilwen    18/06/2005    5 recensioni
La vita continua a procedere come prima anche quando tutto è cambiato, mentre l’attesa d’agire può anche essere snervante. Perché, se è facile restar sedotti dal sibilo del serpente, ben più difficile è riparare gli errori commessi in gioventù…
Genere: Drammatico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Parte Quarta

 

- L’avvicinarsi del crepuscolo-

.

 

Et iam nox caelo

Praccipitat sadentque cadentia siderea summos

 

E già l’umida notte in ciel declina

E tramontando  invitan gli astri al sonno.

 

(Virgilio Eneide II, 8-9)

 

.

 

La sera è giunta, come ogni giorno il sole è caduto dietro ai monti per lasciare spazio al buio di racchiudersi intorno al castello.

Anche questa giornata è finita, tirata avanti senza troppo problemi o novità.

Nel mio studio alcune candele rischiarano appena l’angolo dove sono rannicchiato a leggere.

Il silenzio è fitto, cupo, raggelante ed al tempo stesso confortante.

Ma la mia lettura lascia eccessivo spazio ai timori ed ai dubbi del domani, omai sempre più incerto ed evasivo.

Quasi trasalgo quando sento due colpi secchi alla porta.

Ho dimenticato della punizione assegnata stamane a quei due Grifondoro.

 Mi rassetto sulla sedia e chiudo il libro.

-Avanti- dico quieto mentre il mio cervello va a mille pur di trovare un castigo tanto repellente da essere ai loro livelli.

La testa rossa di Weasley è la prima a passare dalla porta, subito seguito dalla massa crespa della Granger. Lo sguardo del primo è rassegnato, sembra quello di un condannato a morte, mentre la ragazza non alza gli occhi da terra, come se fosse tuttora vergognosa del suo errore. Sto passando ancora velocemente in rassegna le possibili punizioni, mi serve appena qualche secondo.

-Vedo- esordisco con la  mia voce insinuante – che ve la siete presa comoda a venire. La puntualità a Grifondoro non la conoscete proprio,  avete dato più volte prova di questo.- fingo un  sospiro esasperato, mentre Weasley dischiude la bocca come per dire qualcosa. – Bene- continuo quando vedo che non ha intenzione alcuna d’interloquire. –Seguitemi, c’è tanto lavoro da fare.-

Li porto nella stanza attigua e mi seguono senza fiatare.

Il mio mantello svolazza nel buio, quando, di fronte ad un alto armadio a muro mi fermo voltandomi, con un ghigno sadico in volto.

Vedo i due deglutire faticosamente.

L’armadio è aperto ed una moltitudine di colonne  di fogli sono riposti alla rinfusa. Non c’è  molto da dire, ma Weasley domanda con stupidità:

-Cosa dovremmo fare noi?-

-Credo sia scontato. Dovrete sistemarli ognuno nelle proprie carpette - indico una serie di queste poste vuote sul primo scaffale dell’armadio – sono compiti in classe, dimostrazioni della vostra mente  erudita  da circa….cinque anni. Dovete dividerli e posarli per dormitorio, classe ed argomento. Buon lavoro.-

Mi volto, ma non prima di potermi gustare il viso sconsolato  ed ancora mortificato della Granger e quello letteralmente sconvolto di Weasley, la cui mandibola sfiora il pavimento.

Torno alla mia lettura alleggerito dalla soddisfazione d’aver dato un lavoro veramente pernicioso ai due ragazzi. Come si suole dire ho preso due piccioni con una fava: i due passeranno una serata a sgobbare su carte e fogli e faranno per me un lavoro che dovevo fare da…un paio di anni. Meglio di così!

Mi stiracchio un po’, ritorno immerso nella lettura di “Diecimila modi d’imbottigliare la morte”, libro sicuramente interessante quanto impegnativo. Certo, per leggerlo bisogna avere una mente ferma,  se dovesse cadere in mano a qualche pazzo o qualcuno che cade facilmente in soggezione potrebbe essere  pericoloso.

Ma senti chi parla! Io che sono stato soggiogato come uno stupido dalle belle parole e dal luccichio degli occhi di Lucius Malfoy!

Ammaliato dal sibilo del serpente, come un bambino resta affascinato  dagli unicorni!

Quale ambizioso Serpeverde non avrebbe ceduto? Chi non avrebbe ammesso sul momento la veridicità  di quelle parole? Anche un Grifondoro – per quanto se avessi davanti Potter Senior, paladino degli animi leali, coraggiosi e stupidi, avrebbe di certo negato questa mia tesi, di fatti gli è finita tradito da un amico- avrebbe creduto che quello era il vero, che noi purosangue dobbiamo  difendere la nostra razza pura.

E poi io avevo bisogno di riscattarmi. Riscattarmi da anni di soprusi, da una difficile vita famigliare.

Sentirmi, per una volta, superiore a tutti.

Avere potere, finalmente. Uscire dalla mia ombra per infiltrarmi fra le ombre.

Ma le parole sono una cosa. I fatti un’altra.

All’inizio sei ancora sotto l’illusione di essere convinto e sicuro che stai facendo quello che la parte più profonda di te vuole,  ti senti inebriato dalle urla dei prigionieri torturati, dalla spietatezza di un   Avada Kedavra, sussurrato dolcemente di fronte alle lacrime innocenti di un uomo prostrato a chiedere pietà.

Ma un giorno, arriva quel momento dove ti rendi conto di non avere più l’anima.

E devi scegliere. O chiuderti nella tua codardia, perdere te stesso e continuare per la tua strada, oppure tornare faticosamente indietro, con più valore di quanto non hai.

Arrivi ad un punto dove devi preporre. E la scelta si può presentare sotto le forme più strane.

Il sussurrare nella stanza attigua dei due ragazzi mi riporta alla realtà.

So che molti miei alunni, e non solo,  mi identificano come un “pipistrello”. Sono ignari d’avere ragione.

Non sto dicendo d’essere un animagus.  Non lo sono, anche se non mi spiacerebbe, a dire il vero.

Potrei farci un pensierino… se ci sono riusciti Black, Potter e perfino quell’abbietto di Minus perché non dovrei riuscirci io?

Non sono un pipistrello ma ho una cosa in comune con loro. Un udito finissimo. Sono quindi capace di captare le parole biascicate e smozzicate dei due

-Accidenti- la voce di Weasley sembra scocciata e furiosa – ci sceglie sempre i passatempi migliori quel…-

Mi sarebbe piaciuto sapere qual era la sua opinione, ma la solita “Perfettina Prefettina” non me lo permette.

-Shhhhh! Ron! È nella stanza a fianco, potrebbe sentirti!-

-Che mi senta- sussurra velenoso – cosa fa in quel caso?-

-Oh, non oso pensarci- geme la sua amica.

Sorrido malignamente, è meglio se tacciono, non vorranno stuzzicare la mia fantasia?

-Comunque sia questo è un lavoro da elfi dom….ehm, no, è un lavoro che dovrebbe fare lui, ogni tanto.-

Non riesco a capire il motivo del suo timore nel dire “è un lavoro da elfi domestici”, ma presuppongo c’entri un’altra mania di quella folle della Granger.

-Be’, - ammette lei – sembra strano, un tipo così ordinato come lui. È da anni che non ci mette un dito in questa roba.-

-Andiamo Hermione, non ti facevo così ingenua.- continua l’altro – è un’occasione fantastica per seviziare i suoi alunni, soprattutto quelli che gli stanno simpatici…come noi ad esempio.-

Ogni tanto dà segno d’argutezza quel ragazzo, il che mi stupisce.

-Accidenti- prosegue sempre lui. - Ci  sarà da sgobbare tutta la serata. E pensare che devo ancora finire il compito di trasfigurazione…-

-Ron!- la ragazza sfodera un tono di rimprovero degno della stessa Minerva – hai avuto tutto il pomeriggio per farlo, anziché giocare!-

-Perché, ora da quando gli allenamenti di Quidditch sono un gioco?- il tono della discussione sta lentamente alzando.

-Il Quidditch è un gioco- lo rimbecca lei placida.

-Mi sembra che  faccia piacere anche a  te vedere Grifondoro vincere?- insinua velenoso.

-Certo che mi fa piacere, Ron- replica stizzita – ma penso che lo studio sia più importante!-

-Come se non lo sapessi- le risponde con sarcasmo – per te c’è qualcosa meno importante dello studio?-

-Smetticela!- sussurra lei rabbiosamente – Prima che Piton arriva e ci mette in punizione per una settimana!-

-Tipico di Hermione.- borbotta piano lui.

-Cosa sarebbe tipico di me?- chiede ringhiando.

-Dare un taglio netto alla discussione quando arrivano discorsi che non ti piacciono- ribatte secco.

-Non è vero.- mormora  talmente piano che lo sussurra appena.

Se Weasley fosse dotato di un po’ di cervello troncherebbe qui il dibattito determinato a deteriorare.

Ma si sa che ne possiede tanto poco da renderlo incapace di tacere quand’è giusto.

Ma questo mi fa piacere. Ascoltare quelle discussioni sciocche sta ravvivando la serata, oltre che darmi un ulteriore spunto di punizione.

-Sì, invece. Sempre così. Perché adesso non sai che dire, no? Non sai ribattere? E lo sai perché, perché ho ragione?-

-Ma sta zitto, Ron!- s’ode un singhiozzo nella voce.

Weasley resta in silenzio, possibilmente a rosolarsi nei sensi di colpa.

-Non c’è bisogno che piangi. Lo sai  che dicevo così per dire.- prova a sistemare la cosa. Lei non risponde, tira su con il naso.

-Dai Hermione, non vorrai che arrivi Piton e ci faccia la festa ed entrambi!-

Breve silenzio.

-Sei uno stupido, Ron- nella sua voce c’è ancora sapore di lacrime.

Il ragazzo sospira.

-Comunque, scusa.- brontola- anche per stamattina. È colpa mia se ti ritrovi a fascicolate questa robaccia. –

-La prossima volta vedi di non far cadere lo zoccolo d’unicorno nella mia pozione-

Ora si scoprono gli altarini! Ci avrei scommesso. È stato utile non interrompere la loro fatua conversazione. Almeno ho saputo la verità. E, anche se mi duole ammetterlo, sono più tranquillo sapendo che la Granger è ancora incapace di sbagliare. Almeno fra i banchi di scuola.

-E perché mai non dovrei? Ho saltato mezz’ora di lezione ed avuto compagnia stasera. Cioè – si corregge visibilmente imbarazzato – non che volessi la tua compagnia, solo che, fare tutto questo da solo...-

-Si capisco – conclude spiccia.

-Comunque grazie di non aver detto nulla a Piton.- dice tutto d’un fiato.

-Figurati, non m’avrebbe creduto. E poi, se non ci si aiuta fra amici.-

-Già, fra amici…-

Le voci tacciono proprio quando avevo intenzione d’alzarmi e rimproverarli. Potrei sempre punirli per aver parlato, ma non lo faccio. Sono quasi stanco di queste continue soverchierie,  ormai non sono più un ragazzino frustrato. Per questa volta lascerò perdere. E poi per oggi ho fatto anche troppo.

C’è qualcosa di molto simile alla gelosia che si fa largo dentro di me. Mi accorgo improvvisamente che non sono più tanto giovane. Che il tempo, fra queste fredde mura, è passato anche per me. Che per quanto lontano e chimerico possa sembrare si delinea in un fittizio orizzonte un tramonto. E da solo sono stato capace di rovinarmi molti anni di vita.

Loro, invece, sono ancora all’inizio.

Continuo a leggere sotto la luce baluginante della candela anche quando i miei alunni, ultimato il lavoro e smozzicando una buona notte poco sincera, vanno via. Continuo a leggere, tentando di  allontanare i miei dubbi, fino a quando, con un ultimo flebile guizzo, anche l’ultimo mozzicone di candela si spegne nella sua cera.

- - - - - - - - - - - - - - - -

 

Salve a tutti, cari amici, sono piacevolmente sorpresa nel vedere aumentato il numero dei commentatori, che meritano doverosi ringraziamenti.

blackdavil :diciamo che Severus aveva già i suoi buoni motivi per abbracciare la causa dei mangiamorte  e che non è stata tutta colpa di Lucius…! Grazie per il commento

 Manuel Lanhart: ormai sei un commentatore fisso di ogni mio lavoro, ed il tuo affetto e la tua disponibilità quasi mi commuovono! Diciamo che la prima sostanziale differenza fra Draco e Severus sta nell’eta: l’uno è un ragazzino confuso, l’altro un uomo, provato, temprato, maturo, deciso e, soprattutto, libero di gestire le sue scelte senza vincoli. Grazie mille!

Ida59: Potevo non citarti ripensando alle tue belle parole ed a quanto tu sia stata una lettrice (e, soprattutto,  commentatrice!) importante di questa fanfiction? Grazie mille per le recensioni, una più bella, profonda, stupenda dell’altra! Grazie per averle inviate tutte e per dedicarmi il tuo tempo! Io spero di riuscire a leggere presto”Trilogia d’amore e morte” e lasciare un meritato commento, insieme a tutti gli altri tuoi lavori che non ho letto! Sì, la fic. su Malfoy è un tantino lunghetta, e un po’ diversa rispetto a questa: d’altronde Draco ha meno della metà degli anni di Severus, fa qualche cosa “stupida”, è un tantino immaturo e ne sperimenta diverse… Grazie, grazie davvero!

LadySnape: L’odio non è altro che una forma d’amore! Io non credo che Piton odi Harry: lui odiava suo padre, ma così tanto che pensa (spera!) che questo sentimento sia anche nei confronti del figlio…eppure, secondo me, non ci riesce appieno. Se ti ricordo nel secondo capitolo egli dice a Minerva che Potter deve essere necessariamente protetto, più di lui… se odiassi una persona non direi questo. Eppure gli rende la vita difficile, un po’ per “fargli fare le ossa”, un po’ per vendicarsi su di lui, d’altronde quel bulletto di James l’ha veramente trattato male per anni… Grazie, per la recensione!

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Thilwen