4 modern love
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- E ci sono giorni in cui mi sento soffocare.
- In cui mi sento tremendamente fragile, bombardata da
delusioni che forse mi feriscono più di quanto dovrebbero.
- Mi manca il respiro se ricordo come alcune cose erano così
perfette da non sembrare vere, prima.
- Credo sia normale, però. Non lo è? Guardare indietro e vedere allontanarsi
ricordi, sensazioni, amicizie e amori che …
sembravano perfetti?
- Chiudendo gli occhi spero quasi che le cose si risolvano da
sole per poi riaprirli e vedere che è tutto dannatamente uguale, che la mia
mente non può niente contro la realtà.
- Posso sognare e sostituire con la mente momenti deludenti
con momenti … stupendi, ma fino a che punto
rifiutare ciò che mi ferisce mi aiuterà?
- Per quanto posso restare lì ferma a sognare? Qualche minuto
o, in casi eccezionali, posso concedermi qualche ora.
- Ma dopo?
- Dopo che succede? Quando lui ricomincia a ferirmi, quando
ogni minimo dettagli rischia di farmi male, quando mi sembra di non potermi
fidare proprio di nessuno?
- I sogni vanno a farsi fottere e, nell’istante stesso in cui
torno con i piedi per terra, l’unico pensiero coerente che la mia mente riesce
a formulare è “Sono proprio una stupida..”
- E quella sensazione di vuoto che mi avvolge è così reale da
ricordarmi come funzionano le cose e da far ripetere a me stessa quanto sia
stupido illudersi.
- Ma ci sono cose però che mi fanno amare la mia realtà…come
mio fratello.
- E mi sento in colpa per questo mio voler evadere, come se
tutto questo fosse una prigione.
- Perché sbarre non ce ne sono … sono io che intreccio reti
con i fili sbagliati, quelli spinati che continuano a pungermi fino a farmi
sanguinare.
- E perdo di vista le cose davvero importanti sbattendo sempre
la testa contro le stesse cose, contro chi speravo sarebbe riuscito ad amarmi e
invece non l’ha fatto, contro la mia continua paura di perdere anche le ultime
vere e belle amicizie che mi sono rimaste…
- Forse il momento peggiore è proprio quello che in tutto
questo mi sembra il migliore.
- Quello in cui mi convinco che non me ne frega niente, che
niente e nessuno possa scalfirmi.
- E fingo.
- Fingo un’indifferenza che non mi appartiene e se solo di
sfuggita vedo i miei occhi riflessi mi rendo conto di quanto sia inutile
fingere e cedo, improvvisamente.
- E quello che appunto prima sembrava il modo più indolore per
affrontare le cose, è quello che fa maggior danno.
- E arrivo a dovere per forza sfogarmi.
- Farlo da sola non mi svuota dai miei pensieri e…devo
chiedere aiuto.
- E mi odio se mi rivedo lì, a piangere come una stupida
ragazzina ingenua pur sapendo che nessuno può risolvere le cose per me e
tenendo per questo gran parte dei miei
pensieri al sicuro nella mia mente, dove nessuno può scovarli e dove
rimarranno.
- Ed è come un puzzle senza dei pezzi, incompleto, ciò che si
presenta alla malcapitata che ha dovuto sorbirsi i miei lagni.
- E chissà proprio nei momenti in cui tutto sembra crollare…anche
le persone su cui faccio affidamento e alle quali mi aggrappo pensano bene di
buttarmi ancora più giù…e allora ho davvero paura di crollare.
Joey buttò il diario per terra e lo spinse distrattamente
sotto il letto come faceva sempre per poi lasciarsi cadere sul
materasso e chiudere gli occhi.
Nella sua testa c'era qualcosa di inspiegabile e , ne era certa,
nessuno avrebbe mai capito pur andandoci, talvolta, vicino.
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