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- E ci sono giorni in cui mi sento soffocare.
- In cui mi sento tremendamente fragile, bombardata da delusioni che forse mi feriscono più di quanto dovrebbero.
- Mi manca il respiro se ricordo come alcune cose erano così perfette da non sembrare vere, prima.
- Credo sia normale, però. Non lo è? Guardare indietro e vedere allontanarsi ricordi, sensazioni, amicizie e amori che … sembravano perfetti?
- Chiudendo gli occhi spero quasi che le cose si risolvano da sole per poi riaprirli e vedere che è tutto dannatamente uguale, che la mia mente non può niente contro la realtà.
- Posso sognare e sostituire con la mente momenti deludenti con momenti … stupendi, ma fino a che punto rifiutare ciò che mi ferisce mi aiuterà?
- Per quanto posso restare lì ferma a sognare? Qualche minuto o, in casi eccezionali, posso concedermi qualche ora.
- Ma dopo?
- Dopo che succede? Quando lui ricomincia a ferirmi, quando ogni minimo dettagli rischia di farmi male, quando mi sembra di non potermi fidare proprio di nessuno?
- I sogni vanno a farsi fottere e, nell’istante stesso in cui torno con i piedi per terra, l’unico pensiero coerente che la mia mente riesce a formulare è “Sono proprio una stupida..”
- E quella sensazione di vuoto che mi avvolge è così reale da ricordarmi come funzionano le cose e da far ripetere a me stessa quanto sia stupido illudersi.
- Ma ci sono cose però che mi fanno amare la mia realtà…come mio fratello.
- E mi sento in colpa per questo mio voler evadere, come se tutto questo fosse una prigione.
- Perché sbarre non ce ne sono … sono io che intreccio reti con i fili sbagliati, quelli spinati che continuano a pungermi fino a farmi sanguinare.
- E perdo di vista le cose davvero importanti sbattendo sempre la testa contro le stesse cose, contro chi speravo sarebbe riuscito ad amarmi e invece non l’ha fatto, contro la mia continua paura di perdere anche le ultime vere e belle amicizie che mi sono rimaste…
- Forse il momento peggiore è proprio quello che in tutto questo mi sembra il migliore.
- Quello in cui mi convinco che non me ne frega niente, che niente e nessuno possa scalfirmi.
- E fingo.
- Fingo un’indifferenza che non mi appartiene e se solo di sfuggita vedo i miei occhi riflessi mi rendo conto di quanto sia inutile fingere e cedo, improvvisamente.
- E quello che appunto prima sembrava il modo più indolore per affrontare le cose, è quello che fa maggior danno.
- E arrivo a dovere per forza sfogarmi.
- Farlo da sola non mi svuota dai miei pensieri e…devo chiedere aiuto.
- E mi odio se mi rivedo lì, a piangere come una stupida ragazzina ingenua pur sapendo che nessuno può risolvere le cose per me e tenendo per questo gran parte dei miei pensieri al sicuro nella mia mente, dove nessuno può scovarli e dove rimarranno.
- Ed è come un puzzle senza dei pezzi, incompleto, ciò che si presenta alla malcapitata che ha dovuto sorbirsi i miei lagni.
- E chissà proprio nei momenti in cui tutto sembra crollare…anche le persone su cui faccio affidamento e alle quali mi aggrappo pensano bene di buttarmi ancora più giù…e allora ho davvero paura di crollare.
Nella sua testa c'era qualcosa di inspiegabile e , ne era certa, nessuno avrebbe mai capito pur andandoci, talvolta, vicino.