Parte Sesta
- Foglie e Vento-
.
Nam serpens sinu terpore vires
recepit
et morsum virum misericordem
necavit
Allora la serpe con il
torpore del seno recuperò le forze
E con un morso uccise l’uomo misericordioso.
(Fedro)
.
Divitarum gloria fluxa est.
La gloria della
ricchezza è effimera
(Sallustio)
.
L’aria è fredda ed il cielo uggioso, come sempre a novembre.
Il lago ove riposa la piovra gigante sembra solo una
distesa scura e calma.
Continuo ad osservarlo distratto, pensando ai miei problemi e respirando la
penetrante atmosfera fredda, traendo piacere dai brividi che percorrono il mio
corpo.
Esco di rado dal castello, ma ogni
tanto, quando ormai gli alunni non sono più in giro con il loro vociare
festoso, esco, in silenzio a godermi il buio e la pace.
La discussione con Black, degenerata in argomenti che non
sono disposto a
trattare, specialmente con lui, mi ha innervosito, lasciandomi bruciare di
rabbia.
Ma devo essere capace di collaborare anche con lui, per
quanto questo possa sembrarmi doloroso. Facciamo, ahimé, parte della stessa squadra.
È bello restare a pensare in questa calma rasserenante. È
bello se hai pensieri piacevoli.
Ma se è l’angoscia quella che ti
preme dentro, se è l’inquietudine a soffocarti, neanche il più ameno dei
paesaggi può risollevarti.
-Professore? Professor Piton?- una voce melliflua mi chiama. Mi volto
per vedere la testa bionda di un ragazzino stretto nel suo mantello, brillare nel paesaggio scuro.
-Che fai a quest’ora fuori
Malfoy?- domando con
voce priva d’astio, che con lui mi viene naturale.
-Avevo bisogno di fare due passi, di stare solo.- mi confida
biascicando, come è solito fare, le parole, una volta
raggiunto me sulla sponda del lago.
Fissa anche lui, con gli occhi grigi apparentemente assenti,
la distesa
placida e luccicante d’acqua.
Restiamo in silenzio, non posso fare a meno di pensare a suo
padre, di chiedermi se non ci fosse stato anche lui,
il mio vecchio e caro amico, questa mattina e se magari Draco non è al corrente
di tutto.
Se si sente fiero di suo padre.
Se vuole, quanto prima, imitare le
sue gesta.
O se, magari, una nascosta e temuta vergogna lo rode, un
rifiuto dentro di sé si fa strada, silenzioso.
Non ho ancora capito una cosa di lui,
per quanto bene lo possa conoscere.
Non ho capito se è come suo padre o se si limita ad
imitarlo.
-Che ti turba, Draco?- mi accorgo
troppo tardi d’aver utilizzato il suo nome di battesimo.
Lui corruga impercettibilmente le sopracciglia, ma non
ribatte.
-Nulla.- mormora – Ciò che mi turba non vale la pena di essere
discusso.-
Non replico di fronte alla sua ferma risposta, ma una morsa
di tristezza mi stringe lo stomaco.
Povero Draco, un destino già segnato.
Non mi è mai sembrato che però lo rifiutasse. Il contrario
forse.
Ma è un ottimo attore, con lui non
sai mai se finge o se è naturale.
Eppure, ora che guardo il suo
profilo preoccupato e che ho sentito la sua voce malinconica, inizio a credere
che, l’ammaliante sibilo del serpente abbia spezzato la sua magia dentro di lui
precocemente.
E forse si è reso conto di quello
che io ho capito dopo molto, troppo tempo.
Vedete, spesso conosciamo, percepiamo, dentro di noi delle
verità, realtà differenti da quelle che stiamo vivendo, che non ci piacciono.
Le nascondiamo dentro di noi, le ignoriamo, fingiamo di non conoscerle.
Poi, un brusco avvenimento le rende note, nude.
Ed, in quel momento, assalito dal
panico e dalla fredda consapevolezza, smetti di prenderti in giro.
Ormai tutto è diventato inutile.
Sei costretto a scegliere.
*
La verità si presentò davanti a me sotto forma di un
bambino.
Gli occhi di colore indefinito, sbarrati ed asciutti di
lacrime, le pupille che tremavano d’orrore.
“Uccidilo Severus!”la voce di Lucius
non mi stregava più.
Sapevo che, in quel mondo barcollante c’era una sola
certezza. Io non l’avrei ucciso.
“È un bambino” mormorai, incapace di distogliere lo sguardo
dai quegli occhi innocenti.
Perché in quelle iridi c’era scritta la
verità. Ed io la stavo leggendo.
“No, no, Severus! Non è un bambino, è
un mezzosangue!” sbottò Lucius esasperato. “uccidilo”.
Non potevo farlo. Ormai non avrei potuto farlo più.
Mi odiavo, mi disgustavo.
A quel punto l’incantesimo fu rotto.
Io non ero chi mi avevano fatto credere di essere.
Io ero io. E basta.
Solamente Severus Piton.
Non Severus Piton il mangiamorte.
“Ma che ti prende?” nulla era più sgradevole di quella confusione.
Mi ero svegliato. Ma in quel
destarsi, erroneamente a come si potrebbe pensare, mi ero ritrovato
nell’incubo.
“Avada Kedavra” la sua voce, così simile ad il sibilo del serpente.
Continuai a fissare gli occhi del bambino. La verità stava
ancora lì.
Erano spalancati ma non fissavano
nulla.
Non lacrimavano.
Non tremavano.
Erano spenti.
Ed in quel momento capì che i serpenti mordono.
Che ciò non doveva accadere. Che
dovevo essere capace d’impedire che quel veleno letale scorresse lungo il mio
corpo.
*
Ed ora, guardando il profilo di
Draco penso a questo. Ricordo quella sera, ubicata in una parte latente della
mia mente.
E voglio aiutarlo. Voglio provarci
almeno.
-Non devi farlo se non vuoi.- mormoro a mezza voce, appena
udibile.
Nessuno stupore, nessun disprezzo,
nessun sentimento appare sul suo volto. Non mi risponde subito.
-La vede-
strascica piano le parole, indicando con un dito una foglia tirata via dal vento. Annuisco- È il vento che decide
dove portarla. E lei non ha volontà. Può forse
ribellarsi al vento? Non è esso più forte di lei? Non ha altra scelta che
lasciarsi trasportare. Ed io sono come quella
foglia. Non posso scegliere.-
Rifletto un secondo, con le sue parole che rimbombano dentro
di me, provando una forte pena per lui, benché questa
l’offenderebbe.
-Ma, ma tu non sei una foglia – ribadisco
infine. - Sei un persona. Sei Draco Malfoy.-
Fino a quando camperò non potrò mai dimenticare il sorriso
che gli si disegna sul volto. Sprezzante, ironico…rassegnato.
-Appunto. Malfoy.-
S’allontana, la sua testa chiara scompare
avvolta nel buio.
E capisco che per lui non c’è
speranza.
Perché, anche se è suo padre,
l’istinto della serpe sarà sempre quello di mordere.
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Buon Pomeriggio! Ho
ancora il PC fuori uso e sono gentilmente ospitata…. Ma
voglio inviare in fretta i capitoli di questa ff,
tanto ormai ne mancano solo due….
Bene, bene, non vi nasconderò che questo è uno dei mie capitoli preferiti, perché inserisco il personaggio
di Draco, che m’immagino un po’ come quello che ho creato per “Le
Stagioni
del Dubbio”. Ma, d’altronde i personaggi di Draco e Severus sono
invertibili nell’una e nell’altra ff (infatti nelle Stagioni
del Dubbio c’è un Piton molto filosofico, un po’ come qui).
Ma prima che mi andiate tutti contro dandomi della
fatalista, voglio assicurarvi che non solo in questa,
ma anche in tante altre mie fanfiction i protagonisti
la fanno in barba al destino e decidono di scegliere loro il proprio futuro….
Un grazie a LadySnape e blackdavil che hanno gentilmente
commentato la precedente parte.
Ci vediamo!