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Autore: Thilwen    01/07/2005    4 recensioni
La vita continua a procedere come prima anche quando tutto è cambiato, mentre l’attesa d’agire può anche essere snervante. Perché, se è facile restar sedotti dal sibilo del serpente, ben più difficile è riparare gli errori commessi in gioventù…
Genere: Drammatico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parte Sesta

 

- Foglie e Vento-

.

Nam serpens sinu terpore vires recepit

et morsum virum misericordem necavit

 

Allora la serpe con il torpore del seno recuperò le forze

E con un morso uccise l’uomo misericordioso.

 

(Fedro)

 

.

 

Divitarum gloria fluxa est.

 

La gloria della ricchezza è effimera

 

(Sallustio)

.

 

L’aria è fredda ed il cielo uggioso, come sempre a novembre. Il lago ove riposa la piovra gigante sembra solo una distesa scura e calma.

Continuo ad osservarlo distratto, pensando  ai miei problemi e respirando la penetrante atmosfera fredda, traendo piacere dai brividi che percorrono il mio corpo.

Esco di rado dal castello, ma ogni tanto, quando ormai gli alunni non sono più in giro con il loro vociare festoso,  esco, in silenzio  a godermi il buio e la pace.

La discussione con Black, degenerata in argomenti che non sono  disposto a trattare, specialmente con lui, mi ha innervosito, lasciandomi bruciare di rabbia.

Ma devo essere capace di collaborare anche con lui, per quanto questo possa sembrarmi doloroso.  Facciamo, ahimé, parte della stessa squadra.

È bello restare a pensare in questa calma rasserenante. È bello se hai pensieri piacevoli.

Ma se è l’angoscia quella che ti preme dentro, se è l’inquietudine a soffocarti, neanche il più ameno dei paesaggi può risollevarti.

-Professore? Professor Piton?-  una voce melliflua mi chiama. Mi volto per vedere la testa bionda di un ragazzino stretto nel suo mantello, brillare  nel paesaggio scuro.

-Che fai a quest’ora fuori Malfoy?- domando  con voce priva d’astio, che con lui mi viene naturale.

-Avevo bisogno di fare due passi, di stare solo.- mi confida biascicando, come è solito fare, le parole, una volta raggiunto me sulla sponda del lago.

Fissa anche lui, con gli occhi grigi apparentemente assenti, la  distesa placida e luccicante d’acqua.

Restiamo in silenzio, non posso fare a meno di pensare a suo padre, di chiedermi se non ci fosse stato anche lui, il mio vecchio e caro amico, questa mattina e se magari Draco non è al corrente di tutto.

Se si sente fiero di suo padre.

Se vuole, quanto prima, imitare le sue gesta.

O se, magari, una nascosta e temuta vergogna lo rode, un rifiuto dentro di sé si fa strada, silenzioso.

Non ho ancora capito una cosa di lui, per quanto bene lo possa conoscere.

Non ho capito se è come suo padre o se si limita ad imitarlo.

-Che ti turba, Draco?- mi accorgo troppo tardi d’aver utilizzato il suo nome di battesimo.

Lui corruga impercettibilmente le sopracciglia, ma non ribatte.

-Nulla.- mormora – Ciò che mi turba non vale la pena di essere discusso.-

Non replico di fronte alla sua ferma risposta, ma una morsa di tristezza mi stringe lo stomaco.

Povero Draco, un destino già segnato.

Non mi è mai sembrato che però lo rifiutasse. Il contrario forse.

Ma è un ottimo attore, con lui non sai mai se finge o se è naturale.

Eppure, ora che guardo il suo profilo preoccupato e che ho sentito la sua voce malinconica, inizio a credere che, l’ammaliante sibilo del serpente abbia spezzato la sua magia dentro di lui precocemente.

E forse si è reso conto di quello che io ho capito dopo molto, troppo tempo.

Vedete, spesso conosciamo, percepiamo, dentro di noi delle verità, realtà differenti da quelle che stiamo vivendo, che non ci piacciono. Le nascondiamo dentro di noi, le ignoriamo, fingiamo di non conoscerle.

Poi, un brusco avvenimento le rende note, nude.

Ed, in quel momento, assalito dal panico e dalla fredda consapevolezza, smetti di prenderti in giro.

Ormai tutto è diventato inutile.

Sei costretto a scegliere.

*

La verità si presentò davanti a me sotto forma di un bambino.

Gli occhi di colore indefinito, sbarrati ed asciutti di lacrime, le pupille che tremavano d’orrore.

“Uccidilo Severus!”la voce di Lucius non mi stregava più.

Sapevo che, in quel mondo barcollante c’era una sola certezza. Io non l’avrei ucciso.

“È un bambino” mormorai, incapace di distogliere lo sguardo dai quegli occhi innocenti.

Perché in quelle iridi c’era scritta la verità. Ed io la stavo leggendo.

“No, no, Severus! Non è un bambino, è un mezzosangue!” sbottò Lucius esasperato. “uccidilo”.

Non potevo farlo. Ormai non avrei potuto farlo più.

Mi odiavo, mi disgustavo.

A quel punto l’incantesimo fu rotto.

Io non ero chi mi avevano fatto credere di essere.

Io ero io. E basta.

Solamente Severus Piton.

Non Severus Piton il mangiamorte.

“Ma che ti prende?” nulla era più sgradevole di quella confusione.

Mi ero svegliato. Ma in quel destarsi, erroneamente a come si potrebbe pensare, mi ero ritrovato nell’incubo.

Avada Kedavra” la sua voce, così simile ad il sibilo del serpente.

Continuai a fissare gli occhi del bambino. La verità stava ancora lì.

Erano spalancati ma non fissavano nulla.

Non lacrimavano.

Non tremavano.

Erano spenti.

Ed in quel momento capì che i serpenti mordono. Che ciò non doveva accadere. Che dovevo essere capace d’impedire che quel veleno letale scorresse lungo il mio corpo.

*

Ed ora, guardando il profilo di Draco penso a questo. Ricordo quella sera, ubicata in una parte latente della mia mente.

E voglio aiutarlo. Voglio provarci almeno.

-Non devi farlo se non vuoi.- mormoro a mezza voce, appena udibile.

Nessuno stupore, nessun disprezzo, nessun sentimento appare sul suo volto. Non mi risponde subito.

-La vede-  strascica piano le parole, indicando con un dito una foglia  tirata via dal vento. Annuisco-  È il vento che decide dove portarla. E lei non ha volontà. Può forse ribellarsi al vento? Non è esso più forte di lei? Non ha altra scelta che lasciarsi trasportare. Ed io sono come quella foglia.  Non posso scegliere.-

Rifletto un secondo, con le sue parole che rimbombano dentro di me, provando una forte pena per lui, benché questa l’offenderebbe.

-Ma, ma tu non sei una foglia – ribadisco infine. - Sei un persona. Sei Draco Malfoy.-

Fino a quando camperò non potrò mai dimenticare il sorriso che gli si disegna sul volto. Sprezzante, ironico…rassegnato.

-Appunto. Malfoy.-

S’allontana, la sua testa chiara scompare avvolta nel buio.

E capisco che per lui non c’è speranza.

Perché, anche se è suo padre, l’istinto della serpe sarà sempre quello di mordere.

 

- - - - - - - - -

 Buon Pomeriggio! Ho ancora il PC fuori uso e sono gentilmente ospitata…. Ma voglio inviare in fretta i capitoli di questa ff, tanto ormai ne mancano solo due….

Bene, bene, non vi nasconderò che questo è uno dei mie capitoli preferiti, perché inserisco il personaggio di Draco, che m’immagino un po’ come quello che ho creato per “Le Stagioni del Dubbio”. Ma, d’altronde i personaggi di Draco e Severus sono invertibili nell’una e nell’altra ff (infatti nelle Stagioni del Dubbio c’è un Piton molto filosofico, un po’ come qui).

Ma prima che mi andiate tutti contro dandomi della fatalista, voglio assicurarvi che non solo in questa, ma anche in tante altre mie fanfiction i protagonisti la fanno in barba al destino e decidono di scegliere loro il proprio futuro….

Un grazie a LadySnape e blackdavil che hanno gentilmente commentato la precedente parte.

Ci vediamo!

 

  
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