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FOREVER TOGETHER
(epilogo)
Quella mattina Ginny si
svegliò avvolta da due braccia forti; ricordava di aver passato una serata
travagliata, tra l’acqua della pioggia che le bagnava il viso schiarendole le
idee, e la dura verità che le veniva sbattuta davanti agli occhi da Draco,
dolcemente però.
Adesso non le interessava
che quel giorno: avrebbe dovuto affrontare suo fratello e tutta la scuola,
certamente contro la sua storia con Draco.
Voleva solo stare con lui e
si vergognava un po’ di averci messo così tanto tempo per capirlo, sprecando una
settimana in cui avrebbe potuto passare tutto il tempo insieme a lui.
Probabilmente il ragazzo
immaginava quali fossero i suoi pensieri, perché la strinse maggiormente a se.
-Cosa affligge la mia
Gioia?-
-Niente di che….- gli
rispose, voltandosi e soffocando il viso nell’incavo della sua spalla, alzando
la testa per stampargli un dolce bacio sul collo.
-Meglio così… sei pronta per
il grande rientro?- le chiese ancora, con voce bassa appena sussurrata al suo
orecchio.
-Tu lo sei…?-
Il suo silenzio valeva più
di mille parole.
Si alzarono dal letto,
inciampando negli zaini che erano stati perfettamente preparati.
-Hai fatto tu tutto questo
lavoro?- domandò Ginny sorpresa.
-Ehm… andiamo a fare
colazione, dopo ti dovrei dire una cosa…- ammise Draco, dileguandosi velocemente
dalla stanza per ricomparire in cucina.
-Cosa mi devi dire?- chiese
ancora la ragazza leggermente alterata: certo che con lui le sorprese non
finivano mai!
-Ehm… mi è passata la fame e
a te? Che ne dici se ci avviamo?-
-No aspetta…- esclamò,
inginocchiandosi a terra per estrarre una macchina fotografica dal suo zainetto.
Fotografò la cucina, con
particolare attenzione al ripiano per cucinare; andò in camere sua e ne scattò
un’altra, come in camera di Draco e nei rispettivi bagni, facendo però un primo
piano al tubo dell’acqua; immortalò anche il grembiulino rosa di Draco e le
scale di legno dove aveva sprecato un’intera confezione di detersivo.
Lui sorrideva, guardandola
mentre si spostava velocemente da un posto all’altro; quando ebbe finito gli
sorrise e ripose l’oggetto nella sacca.
-Darò a Colin i rullino,
così lo svilupperà…- gli spiegò Ginny.
Lui annuì –Bene…-
Quando uscirono nella
foresta sentirono distintamente il profumo degli alberi dopo la pioggia e l’aria
fresca che accarezzava loro la pelle.
Il terreno era fangoso, ma
nessuno dei due vi fece caso, si presero semplicemente per mano percorrendo i
sentieri tortuosi che ormai conoscevano a meraviglia.
-Sai devo prendere un
appunto…- esclamò Draco.
-E quale?-
-Prendere a sberle tuo
fratello, cioè come si permette di darmi tutti quei nomignoli, brutto
straccione…- aggiunse di proposito, lanciando un’occhiata di sbieco a Ginny per
vedere la sua reazione.
Ginny sospirò, alzando gli
occhi al cielo –Quando la smetterai di provocarmi?- gli domandò.
In lontananza udirono un
batter d’ali fragoroso e un suono sordo sopra le loro teste; un gufo atterrò
sulla spalla di Ginny, rilasciandole una lettera da parte di…
-La Granger… mi sembrava
strano che non facesse la sua comparsa prima che arrivassimo ad Hogwarts…-
-O ma stai zitto…- gli disse
Ginny distrattamente, mentre apriva la busta con avidità –Hermione è mia amica e
se la cosa no ti piace… beh, vedi di fartela piacere…- concluse, gettandosi la
busta alle spalle e prendendo la sottile pergamena tra le sue mani tremanti.
“Cara Ginny,
ho appena dato origine
alla seconda guerra magica (che scarsa ironia, eh?) che vede me e Ron agli
estremi opposti sul campo di battaglia; se ti reputo pazza?
No ti reputo totalmente
folle, ma questo è un altro conto… se per te Malfoy è così importante, Ron lo
capirà, diciamo che dovrà fare qualcosa per dimostrargli che ti merita, ma penso
di avergli messo chiara in testa l’idea che ci tieni, deve solo capire cosa
significa, ma ripeto abbi fiducia… quello che puoi dire a lui è di non
pretendere le braccia di Ron al collo come se ne fosse innamorato, perché non
accadrà mai; l’ostilità c’è e rimane.
Hermione”
Ginny alzò il viso, dove un
sorrisino ebete occupava gran parte dello spazio.
Puntò il suo sguardo negli
occhi di Malfoy, cercando di fargli intendere che era felice e lui capì.
-Cosa dice di bello
la Granger?- le domandò con disinvoltura, riprendendola per mano e ricominciando
a camminare lentamente.
-Oh, le solite cose…- gli
rispose, sempre sorridendo.
Seguirono attimi di
silenzio, interrotti solo dal loro camminare tra i muschi della foresta che
imbrattavano ancora le loro scarpe.
Ormai del nero originale
delle loro calzature era rimasto ben poco, tutto era stato ricoperto dal verde
acido di quelle piante strane.
-Malfoy…- disse Ginny
seriamente, come se un’idea l’avesse sorpresa all’improvviso –Cosa dovevi dirmi
stamattina? Se scopro che è un’altra presa in giro, prendo una bella corda, te
la lego intorno al collo tipo fiocco natalizio e poi tiro, ponendo fine alla tua
miserabile vita da cavernicolo…- lo minacciò, come dolcissimo miele velenoso.
-Ehm… presa in giro? Ecco,
non so come dirtelo… Ricordi quando ti dissi che avevamo sbagliato strada, ma
che avrei saputo recuperare quella giusta perché avevo dato un’occhiata alla
cartina? E quando hai sentito l’odore di bruciato provenire dalla finestra? E
quando ho pulito la piscina da solo? E quando stamattina hai ritrovato lo zaino
ben preparato? Ecco, non so come dirtelo…- disse con fare quanto mai divertito.
Gli uccellini dell’albero
sopra le loro teste si ricordavano perfettamente di loro due; una settimana
prima infatti erano stati costretti ad emigrare a causa di un urlo devastante
che li aveva assordati; adesso, quando li avevano visti arrivare, avevano
preparato le valige, mettendoci dentro le preziosissime bricioline di pane.
E quando si dice che
l’istinto animale non sbaglia, è vero…
-COSA?!?- urlò Ginny, il cui
volto sfumava nella tonalità scarlatta e come luci ad intermittenza cambiava
colore, diventando viola, un grazioso rosso natalizio e anche un terribile verde
vomito.
-Si hai capito bene…-
-Per tutto questo tempo… per
tutto questo tempo tu hai avuto la bacchetta? Hai fatto sembrare che la colpa
fosse mia se ci eravamo perso, quando tu sapevi perfettamente come tirarci fuori
da quel guaio?-
-Sorvolando sul fatto che la
colpa era tua, perché la cartina l’hai demolita tu, ebbene si, io ho sempre
avuto la bacchetta con me…-
-Non posso crederci…-
affermò Ginny, andando a sedersi sul suo masso personale per non cadere a terra
dal colpo –Ma, la McGranitt ha ritirato le bacchette di tutti, come diavolo
facevi tu ad averla con te?-
-In effetti, ero stato
tentato di rubare la bacchetta a Pansy, per impedirle di giocare alla grande
maga; ero sicuro che mi avrebbe fatto qualche cosa a distanza, che ne so una
maledizione nelle mie mutande, o qualcosa di simile; ma poi ho cambiato
idea…Ieri mattina ho ricevuto comunque una sua lettera- continuò
precipitosamente, pronunciando le ultime parole con superficialità, credendo che
Ginny non le udisse –mi ha scritto che è felice per me, ma che continueremo ad
essere legati e bla, bla, bla…-
-Si ma…- proruppe Ginny.
-In ogni caso… la bacchetta
sono andato a riprendermela poco prima di partire; ricordi che arrivai in
ritardo? Beh, infondo il piccolo scontro con te, quella mattina, mi è servito
anche come scusa per giustificarmi- ammise, massaggiandosi la testa come per
discolparsi.
Ginny sembrò riflettere su
quello che le aveva detto; se avesse confessato prima di avere la bacchetta
magica avrebbero evitato un sacco di grattacapo non indifferenti.
-Malfoy…- lo chiamò.
-Si?-
-Sei un idiota-
-Grazie-
-Figurati è sempre bello
essere sinceri, da una sensazione di totale libertà…-
******
I portone di Hogwarts, con
inciso il blasone delle quattro casate, era ormai alle loro spalle, mentre le
luci del salone d’ingresso accecavano gli occhi.
Candele luminose erano
sospese magicamente a mezz’aria, illuminando un lungo tratto di corridoio.
Molti studenti vagavano per
la scuola fino a pochi minuti prima, ma quando avevano visto arrivare quel
gruppo di studenti mezzi scombussolati da tutta quella confusione, decisero di
andare loro incontro per aiutarli.
Draco guardò Ginny.
Ginny guardò Draco.
Un attimo dopo erano già
stati sommersi da tutti i loro compagni che pretendevano informazioni, e non
vedevano l’ora di stringerli per poterli abbracciare.
Ginny si ritrovò a fissare
per un attimo suo fratello Ron, il quale si limitò a darle un a piccola pacca
sulla schiena senza aggiungere alcuna parola; Hermione osservò il gruppetto di
Serpeverde poco più avanti e poi rivolse un bellissimo sorriso a Ginny.
La ragazza gliene fu molto
grata, era ancora tutta scombussolata dal viaggio, l’ultima cosa di cui aveva
bisogno era mettersi a litigare con i suoi amici per motivi che in teoria non li
riguardavano.
Harry da bravo ingenuo la
salutò con enfasi, ma chiaramente non si era accorto di niente e Ginny non poté
fare a meno di pensare che suo fratello, se voleva, sapeva essere più bugiardo
di qualunque serpente.
Voltò appena il capo per
incontrare due occhi color ghiaccio che la fissavano; da quello che sembrava non
si erano scostati da lei nemmeno un attimo e avevano osservato ogni sua mossa,
ogni suo sorriso, avevano ascoltato ogni sua parola, analizzandola.
Come se un fulmine avesse
appena squarciato il cielo, le sorrise: inclinò impercettibilmente le labbra,
lei se ne accorse e non poté fare a meno che contraccambiare, invasa da
un’ondata di puro calore gioioso.
Anche mentre saliva la
scalinata di marmo principale, continuò a guardarlo, anche se per un attimo i
suoi occhi fuggirono, andandosi a posare su un’esile figura accostata alla porta
dei sotterranei.
Pansy Parkinson era
appoggiata di schiena allo stipite del portone, con un sorrisetto impertinente
sul volto, mentre osservava la scenetta con un’espressione disgustata.
Quando tornò ad immergersi
in quegli occhi ghiacciati, notò che si erano incupiti e per un attimo
sfuggirono al suo controllo, andando ad osservare la zona che fino a pochi
istanti prima lei aveva incenerito.
Le rivolse poi un ghigno di
derisione, come se la stesse prendendo in giro per la sua gelosia, o quanto meno
preoccupazione.
Lei scosse il capo
esasperata, ma poco dopo fu costretta a distogliere il suo sguardo perché si
sentì strattonare da Hermione.
“Fai che non la condanni
a morte” pensò Ginny, immaginandosi
Draco che trascinava la sua amica ad una ghigliottina.
-Allora Ginny…? Raccontami
tutto- scattò Hermione allegra, mentre passavano davanti ad un dipinto che
rappresentava una foresta con un salice piangente.
-Hermione!- esclamò Ginny
che a malapena l’aveva ascoltata –Da quanti anni questo dipinto è qui?- domandò
invece.
-Da sempre, perché…?- chiese
l’altra sorpresa, senza capire il senso di quel discorso.
-Non l’avevo mai notato…-
spiegò Ginny affascinata.
-Beh… Comunque dovremmo
andare nel nostro dormitorio, ci dobbiamo preparare, disfare le valige e poi
vorrai farti una doccia, sei tutta sporca di fango…-
-Si…- le rispose l’altra
distratta, mentre si lasciava trasportare distrattamente dall’amica attraverso i
corridoi deserti di quella Hogwarts.
******
La Sala Grande era gremita
di studenti; tra i tavoli scorreva un chiacchiericcio concitato, il Preside
aveva annunciato che quella sera la cena sarebbe stata molto più sostanziosa per
gli studenti di Babbanologia che ritornavano dopo una settimana.
Ginny, aveva lo stomaco
chiuso, era sicura che avrebbero potuto metterle davanti agli occhi anche il
dolce più succulento del mondo, ma che a lei sarebbe rimasto del tutto
indifferente.
Quando si accomodò al tavolo
della sua casa le sembrava di essere stata stretta all’interno di una morsa
dolorosissima: aveva ai due lati Harry e Dean, di fronte Ron, che non perdeva
occasione per lanciarle occhiate fiammanti.
Hermione, l’unica che aveva
dimostrato di accettare nel bene o nel male la sua scelta, era seduta a parecchi
posti di distanza da lei e la poteva osservare mentre versava del succo di zucca
nel bicchiere di Neville, dopo che il ragazzo ne aveva già versata una buona
dose sulla tovaglia bianca.
Senza più poterne fare a
meno puntò i suoi occhi sul tavolo dei Serpeverde, incontrando due pozze color
pece a ricambiare il suo sguardo: Pansy.
La ragazza le rivolse un
sorriso beffardo al quale Ginny rispose con un altro sguardo truce; passo lo
sguardo lungo il tavolo dei Serpeverde in cerca di una testa bionda che però non
trovò.
Fu solo per un silenzio
attonito caduto nella sala., che intuì che il discorso del preside era iniziato;
tutti gli studenti pendevano dalle sue labbra, mentre lui raccontava le eroiche
imprese che i ragazzi avevano dovuto affrontare, come l’intricatissima foresta o
case inizialmente prive di qualunque comodità.
A Ginny sembrò che stesse
sminuendo quello che lei e Malfoy avevano affrontato veramente, ma non
sollevò alcuna obiezione, ancora frastornata da quel vuoto rappresentato da
un'unica persona: Draco.
Quando uno schiocco le
annunciò l’inizio della cena si alzò, decisa ad andare a dormire mentre tutti
gli altri si saziavano a volontà.
-Io non ho fame, vado a
riposare un po’, sono davvero stanca- si giustificò.
Ron la osservò di sottecchi
annuendo con fare animalesco, ma non poté fare a meno che accettare, non poteva
certamente impedirle di fare quello che voleva.
In ogni caso Ginny preferì
il comportamento vero di suo fratello a quello falso di Dean e Harry che le
rivolsero un sorrisetto falso.
Hermione osservò Ginny
uscire a passo svelto dalla sala grande, passando davanti al tavolo dei
Tassorosso dove Hanna Abbot e Justin Finfletcher la salutarono con enfasi;
quando il portone si fu chiuso con un fragoroso tonfo, Hermione scattò in piedi,
andando ad occupare il posto lasciato vuoto dall’amica, puntò i suoi occhi in
quelli di Ron che la osservavano sorpresi e gli urlò contro tutta la rabbia che
provava in quel momento.
-Ronald Weasley, sei un
idiota- affermò, con fare superiore.
-Cosa?- le chiese lui
confuso.
-Sei un idiota, chi ti da
il diritto di trattare così tua sorella solo perché ha preso la prima scelta
importante della sua vita senza tenere conto a te?-
-Io sono suo fratello
maggiore, e voglio solo il meglio per lei!- le rispose iniziando ad infiammarsi
all’ennesima potenza.
-Non è vero, tu per lei vuoi
ciò che è meglio per te, ti sarebbe piaciuto che lei quest’anno si mettesse con
Harry, ma così non è successo e questo non ti va giù!- affermò, sferrando il
colpo come se avesse davvero una spada affilata in mano.
-Possiamo parlarne da
un’altra parte?- le domandò, quando si accorse che tutti si stavano girando ad
osservarli stupiti e curiosi.
-No, voglio che poi tutti
possano dirti che sei un idiota-
-Io non sono un idiota
Hermione!-
-Si, perché non riesci mai a
vedere quello che ti sta davanti con chiarezza quando è tutto talmente lampante
che…- iniziò con fervore, bloccandosi all’improvviso.
Ron la osservava sbalordito,
forse aveva capito male, ma poteva sentire l’imbarazzo della sua amica e quindi
la pregò di fermarsi.
-Hermione…- disse,
riacquistando un tono di voce normale, mentre la maggior parte degli studenti
tornava ad attaccare il proprio pollo con patate.
-Vai a parlarle Ron, vai da
lei e non rimarrai deluso, perché ti accorgerai che non è una semplice
cottarella adolescenziale e poi, quando dovrà dirlo al resto della famiglia sarà
da sola e se vuoi davvero bene a tua sorella non puoi permetterle di rovinarsi
così…- gli disse, sedendosi e senza più nemmeno osservarlo negli occhi.
Seguirono pesanti attimi di
silenzio, nei quali Harry passò lo sguardo prima da uno poi all’altra e
sembrava indeciso anche lui; sapeva bene che l’unica cosa che tratteneva Ron era
il grandissimo orgoglio, caratteristico di lui, ma sapeva anche che dentro di sé
bruciava dalla voglia di riabbracciare sua sorella e poter parlare di tutto con
lei.
-Va bene- affermò, alzandosi
e abbandonando il suo posto per seguire i consigli di Hermione.
La ragazza sorrise alle sue
spalle, pensando che anche per quel giorno il suo lavoro l’aveva fatto: portare
le pecorelle smarrite al pascolo.
******
Ginny osservava il fuoco
della sala comune sconsolata; era arrivata ad Hogwarts, con la mera illusione
che nulla sarebbe cambiato, che Ron sarebbe sempre stato lo stesso, che il suo
rapporto con Draco non avrebbe fatto un grinza e adesso si stava ricredendo.
Ringraziava Hermione, per
essere comprensiva e per aver capito tutto, ciò nonostante le sembrava che il
suo mondo fosse stato capovolto lasciando tutti i personaggi sconvolti.
Sentì qualcuno che apriva il
ritratto della Signora Grassa e decise di rimanere lì, avvolta del suo silenzio
per poter passare inosservata, ma questo qualcuno si andò ad accomodare proprio
accanto a lei e a quel punto non poté fare ameno di voltarsi per vedere chi
era.
-Ron!- esclamò sorpresa.
-Ciao Ginny- le disse lui
con un tono di voce che non aveva nulla a che fare con quello burbero usato poco
prima in Sala Grande; ora che ci pensava era anche il primo vero saluto che le
rivolgeva quel giorno.
-Sai…- intervenne lui, dopo
qualche attimo di silenzio in cui l’aria si era riempita dei loro sospiri -Ho
scoperto di essere idiota, ci ha pensato Hermione a fare luce su questa stramba
realtà, ma quando ho capito che comportandomi come mi stavo comportando
rischiavo di perdere la mia sorellina preferita… ho anche realizzato che aveva
ragione…- le disse, circondandole le spalle con un braccio.
-Oh Ron!- esclamò lei,
versando tutte le sue lacrime sulla sua camicia della divisa –Tu non sei un
idiota, sei solo un po’ zuccone, ma ti voglio bene per come sei…-
- Anch’io ti voglio bene
Gin, a volte meriterei di andare a fare visita alla piovra gigante infondo al
lago-
Lei annuì contro di lui e
una domanda ancora aveva voglia di porgli.
-Ron, quindi non sei più
arrabbiato perché io sono insieme a…- iniziò, ma lui fece scivolare una mano per
coprirle la bocca.
-Non posso negarti che la
cosa mi faccia venire la pelle d’oca, ma Gin, se è quello che vuoi, farò uno
sforzo per accettarlo, è arrivato il momento di lasciarti libera di prendere le
tue decisioni da sola-
-Grazie- gli rispose,
cercando di abbracciarlo ancora più stretto di quanto già non fosse.
-A proposito- proruppe Ron
–a cena quel relitto non c’era, dove si sarà andato a cacciare?-
-Non ne ho idea…-
-Beh Weasley, sono ancora le
sette e mezza, tu, in quanto studentessa del quinto anno, puoi rimanere fuori
fino alle dieci e quindi… Coraggio vai a divertirti o sarò costretto a togliere
punti alla tua casa perché non hai rispettato gli ordini di un Prefetto- le
disse Ron con fare autoritario, mentre dolcemente si districava dal suo
abbraccio e l’aiutava ad alzarsi.
-Ron sei uno stupido- gli
disse Ginny sorridendogli.
-Ma oggi ce l’avete tutti
con me, cos’ho fatto stavolta?- le domandò prendendola per mano e conducendola
fuori dalla sala comune, sotto gli occhi di una Signora Grassa che stava capendo
poco e niente di quella situazione.
-Niente stavo pensando a
quando hai detto che sono la tua sorellina preferita…- rispose prontamente
Ginny.
-Perché? Non è così?-
domandò Ron, mentre scendevano la scala a chiocciola, rischiando di scivolare a
causa dei gavettoni che qualche ora prima Pix aveva lanciato.
-Ron- intervenne lei –serve
a qualcosa ricordarti che sono l’unica sorella che hai?-
*****
Dopo un’ora a vagare per i
corridoi della scuola, interpellando ritratti e studenti, non era riuscita a
trovarlo.
Le erano venute in mente le
ipotesi più tragiche, come ad esempio che Pansy gli avesse davvero lanciato una
maledizione alle mutande o che fosse morto per qualche causa inspiegabile,
oppure… non voleva avere più niente a che fare con lei.
Questa idea le attraversò la
testa per un millesimo di secondo per abbandonarla immediatamente: da Malfoy non
si aspettava menzogne o sotterfugi, ma la pura verità detta con voce limpida
negli occhi e quindi realizzò che se non si era fatto vedere doveva aver avuto
le sue buone ragioni.
Si diede un’occhiata intorno
realizzando di trovarsi nel corridoio che conduceva alle cucine; infatti di
fronte a lei aveva il quadro con il cesto di frutta che come le avevano spiegato
Fred e George conduceva proprio alla loro miniera d’oro.
Si avvicinò di soppiatto
facendo il solletico alla pera, che dopo un piccolo fremito si rilassò lasciando
che si aprisse il passaggio.
Quando giunse nelle cucine
tutte le luci erano accese e alcuni elfi stavano chiacchierando mentre
preparavano quelle che Ginny riconobbe come le portate della colazione; quando
la videro si gettarono ai suoi piedi in attesa di ricevere degli ordini.
Ginny pensò: non aveva fame
e di certo l’ultima cosa che voleva era andare a mettere i bastoni tra le ruote
a quelle creature che si stavano già sufficientemente ammazzando di lavoro.
-Mi potreste portare delle
uova un po’ di farina, vi preparo l’impasto dei biscotti-
Gli elfi la osservarono
nello stesso modo in cui avevano guardato Hermione qualche anno prima, cioè come
se fosse una pazza; tuttavia lei aveva fatto loro una richiesta ben specifica e
furono costretti ad obbedire.
Qualche istante dopo Ginny
ruppe un uovo dentro una terrina e vi amalgamò lentamente la farina, dando
origine ad un impasto giallognolo.
Ripensando alla prima volta
che aveva fatto quell’operazione e a quello che aveva scatenato, non poté fare a
meno di commuoversi, e una lacrima iniziò a rigarle il viso; si asciugò
immediatamente quella piccola goccia che dimostrava la sua debolezza, ma
inevitabilmente a quella lacrima ne seguirono altre e si ritrovò con la vista
appannata.
Una mano fresca le accarezzò
le guance mentre un braccio gentile le scivolava intorno alla vita, cullandola
come se fosse una bambina bisognosa di coccole.
Ginny sobbalzò.
-Draco-
-In carne ed ossa- le
rispose lui all’orecchio, baciandole una tempia.
-Dove... dove sei stato, a
cena non ti ho visto, sono venuta a cercarti e non ti ho trovato, mi stavo
preoccupando- ammise, singhiozzando e cercando di non lasciar trasparire la
gioia di ritrovarsi tra le sue braccia.
-Beh, ho ricevuto una
lettera da mio padre, ho dovuto rispondere e quando sono salito alla gufiera
per spedirla, ho dovuto aspettare che il mio gufo facesse ritorno da un’altra
commissione; mi sono fatto una doccia e sono venuto a cercarti… mi pare ovvio
che entrambi abbiamo sbagliato il posto- spiegò con voce annoiata, come se tutto
quello che stava dicendo fossero solo particolari di poca importanza e
riflettendoci Ginny intuì che aveva ragione.
-E... cosa voleva tuo
padre?-
-Niente, problemi di
quotidiana amministrazione; tu invece cosa hai fatto?- le domandò sempre in un
sussurro, continuando ad accarezzarle la guancia con una mano.
-Sono andata a mangiare e
prima ancora che i piatti si riempissero ero tornata del mio dormitorio… ero a
terra, non ti ho visto arrivare-
-Mi piace sapere che la tua
felicità dipende dalla mia presenza- affermò Malfoy orgoglioso, ricevendo una
piccola gomitata nello stomaco.
-E sono stata seguita a
ruota da mio fratello Ron-
A queste parole Ginny sentì
che Draco s’irrigidiva contro di lei.
-Cosa voleva?- domandò
distaccato.
-Abbiamo chiarito, davvero
adesso va tutto bene, ha accettato che io e te…- spiegò ma per la seconda volta
in poche ore una mano scivolò sulla sua bocca impedendole di continuare a
parlare.
-Sono felice per te
Weasley.. e diciamolo pure, anche per me, almeno questo fatto mi eviterà di
ricorrere alle tanto decantate plastiche facciali babbane- ammise con un ghigno,
facendo un po’ di forza sulle spalle della ragazza e costringendola a voltarsi.
-Perché dovresti ricorrere
ad una plastica facciale?- domandò Ginny confusa.
-Perché tuo fratello mi
ucciderebbe-
Lei rise –Sei uno stupido-
gli disse, attirandolo verso di sé per deporgli un piccolo bacio a fior di
labbra; anche quando si staccò da lui gli rimase comunque molto vicina, poteva
sentire il calore del suo respiro ce le accarezzava sensualmente la pelle del
collo –Come hai fatto a trovarmi qui?- gli domandò infine.
-Intuito maschile- le
rispose e stavolta il bacio che lei ricevette non fu per nulla delicato,
selvaggio semmai, ma sempre con quella nota di dolcezza che li rendeva tutti
irripetibili.
-O mio Dio Weasley- esclamò,
lanciando uno sguardo lampeggiante alle sue spalle –cosa stai combinando?-
domandò ancora, scostandola per osservare più da vicino l’impasto su cui fino a
poco prima stava lavorando.
Dopo poco si voltò a
guardarla ancora negli occhi e aggiunse –Weasley, sei una frana, credo proprio
che sarò costretto a darti ripetizioni di cucina per tutta la vita- le disse,
per poi riprendere a baciarla come solo lui sapeva fare.
******
Finita! Ragazzi, chiedo umilmente perdono per l’atroce
ritardo, ma prima ho avuto gli esami (e capirete che ho preferito poter
riprendere a scrivere in una situazione di totale tranquillità) e poi mi ha
colto il blocco dello scrittore, tutto particolare, perché le idee c’erano
eccome, mancavano le parole per svilupparle; spero che comunque il finale sia
stato all’altezza delle aspettative.
Come capita ormai spessissimo, ringrazio Eva_elamela, che
ha letto il chap a velocità super e mi ha dato tantissimi consigli per
migliorarlo (e diciamo la verità) è stata proprio lei ad aiutarmi a trovare
qualcosa di carino per questo finale, e di fatti credo di non aver sbagliato a
darle ascolto ^_______^
Passiamo ai thanks personali:
Lele90: grazie mille! ^.^ E’ davvero fantastico leggere la tua
recensione, perché far venire bene una ff è sempre un po’ difficile, ma se
comunque vedi che gli altri l’apprezzano ti riempie di gioia!
Ginny88: tesoro!! Dimmi come sono andati i tuoi
esami (sappi che ti ho fatto compagnia, affrontando la stessa croce °.°) Ma
adesso, finalmente, leggerò qualcosa di tuo! Ups, Draco e Ginny si chiamano per
cognome perché comunque hanno sempre il loro caratterino ( e affoghiamo
nell’orgoglio personale) , non ci rinuncerebbero per nulla al mondo, non trovi?
Un baciottolone!! Ciao ^_______^
Terry: ups.. **le lacrimucce iniziano a sgorgare
dagli occhini miei e ale immagina di avere terry tra le braccia per poterla
stritolare in un abbraccio** grasssssie!! Che bello, i personaggi in modo
originale? Wow, non credevo di esserne capace!! Un bacio, ciao tessy ^.-
Seyenne: la mia amorina!! ^^ guarda, ti dico che
mentre scrivevo la scena dell’albero parlante mi sembrava di ricordare di averla
già vista, ma non mi ricordavo dove, ora tu mi dici Pochaontas, hai
perfettamente ragione °.° e meno male che no ho fatto parlare il salice
piangente!! Botto, si, ma di dolcezza, Draco lo adoro quando si comporta così,
cavoli è talmente cocciuto!! Un baciottolo, ciao!^^
Angi: sorellona!! ^_______^ ihihihihih Draco sa fare
tante cose, pretendere, dare ordini, criticare… ma cucinare è decisamente la
cosa migliore che lo rappresenta e anche adesso lo ha dimostrato, no? ^.^ un
baciottolo tesoro, la ff è finita si, ma io sono sempre al lavoro, lo sai, vero?
Avril Lavigne: anche a me dispiace che la ff
finisca, ma era proprio necessario, cioè la settimana forestiera è finita anche
per i nostri amici!! Ti mando un bacione grande, in nome della nostra pace
fatta, ciao!! ^________^
Eva_elamela: amore!! Tu sei un angelo, lo sai vero?
Allora il grazie per la prima rec allo scorso chap ci sta tutto tuttissimo,
tuttavia il mio grande ringraziamento va al fatto che con me sei sempre stra
comprensiva con me, che non mi volti mai le spalle e l’aiuto che mi hai dato con
questa ff lo dimostra; perciò ti dico che la dedica è il minimo e già non vedo
l’ora che ritorni dalle tue vacanze (dove te ne vai vagabonda?) per poterti
risentire un po’, visto che in questo ultimo periodo siamo state un po’
sfortunate! Un bacio amore, ti voglio tantissimo bene anch’io (ho i lucciconi)
^_____^ StellinaX: amorino! Ma che fine hai fatto, come sono andati gli
esami e… Ok, ho capito, dopo ti scrivo una mail! Allora dimmi come ti è sembrato
questo “gran” finale? In effetti Ginny non è rimasta per sempre li con lui, ma è
sempre con lui a scuola, lo dimostra il fatto che lo cercava disperatamente *.*
E poi che senso avrebbe il titolo della ff ? Bacettissimi
FraFra: e Dean lo sfigato si è comportato come tale!
Il suo grande amore per Ginny si è dissolto nel nulla non appena ron ha vuotato
il sacco, che grande amore *.* !!! L’alberò parlante ho notato che è piaciuto
parecchio, non hai idea da quanto tempo ci stavo pensando, ma mi serviva
qualcuno che facesse da coscienza a Ginny! Un bacionone tesoro! ^_________^
Cassandra: a chi lo dici! Sarà per questo che io detesto Ginny? Adesso ti
dico, io Ginny non la sopporto proprio, cioè come personaggio non la concepisco,
ma non ce la vedo proprio sfortunata in amore! Lei sa quello che vuole e
soprattutto sa come ottenerlo e quindi mi sono servita di questo mio
personalissimo punto di vista per tratteggiarla! Grazie comunque dei
complimenti, sei un tesoro, bacissimi ^_____________^
AlexGranger: peccato, è un capitolo solo! Sono
comunque al settimo cielo dalla gioia nel sapere che non ti ho delusa e che ti
piace, perché non è stata affatto semplice da scrivere, anche se mi sono
divertita come una matta! Baci ^_____^
DarkEyes: ma grasssie! *.* Tutti i complimenti di cui mi riempi ogni
volta mi fanno sempre arrossire, poi detti da te che sei bravissima sono davvero
toccanti! ^.^ Sono contenta di averti trasmesso dolcezza e di aver scritto tutto
bene (cosa non semplicissima)! Appena trovo il tempo devo andare a leggere il
new chappy della tua ff, mi piace tantissimo!!! Bacetti ^________^
Maripotter: piccola! Non pensavo di ritrovarti qui, ma colgo l’occasione
per rispondere alla tua domanda; l’insegna della coppia H/H l’ho tolta per un
motivo: se fossi una fan esclusivamente di questa coppia la cosa mi sembrerebbe
corretta, ma siccome io parteggio anche per le H/R m sembrava scorretto…. Adesso
però non mi uccidere ok, io continuerò ad essere una H/H shipper in primo luogo,
in secondo forse…. Scherzo! Tantissimi bacettini anche a te, ciao! ^.^
E questa bella lista di ringraziamenti e per me l’augurio
di buone vacanze; spero vivamente di aver fatto un buon lavoro con questa ff, in
ogni caso non è la fine della mia “carriera” di scrittrice perché mi metterò al
lavoro al più presto!
Bacetti a tutti
Ale69
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