This is not a fuckin' friendship, you know it. di Ashestoashes (/viewuser.php?uid=91336)
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Titolo: This is not
a fuckin' friendship, you know it.
Prompt: 090. Home
Serie: Dark hair
and white skin: I love you, mozzarella!
Autrice: Ash
POV: Terza persona
Rating: Pg - 13
Warnings: Female-slash
(sottinteso), abuso di alcol
Note: Sono così
depressa in questo periodo che posso tranquillamente affermare che
tutto ciò che segue è merda. Davvero, non sono affatto soddisfatta, ma
comunque...
Un
commento è sempre gradito, grazie.
Enjoy
it!
Capitolo
2
Andrea guidava in
maniera suicida. Sembrava volesse andarsi a spiaccicare in qualche palo
della luce o muro, oppure, più semplicemente, era troppo ubriaca per
capire che doveva alzarlo, il piede dall'accelleratore.
Viviana non se ne
curava più tanto. Certo, stava stringendo il sedile come se avesse
paura di volare fuori dal finestrino e sì, aveva anche gli occhi
sbarrati quando Andrea sorpassò un camion ad almeno centoventi all'ora,
ma era in macchina con lei. E stava andando a casa sua. Poteva
tranquillamente rischiare la vita, si disse.
Erano mesi che sperava
almeno di poterla guardare negli occhi senza arrossire. Mesi che
pregava il fratello per presentarle. Mesi di mezzi pedinamenti e
domande indiscrete ai suoi amici, quelli che conosceva.
Era diventata la sua
cazzo di ossessione.
Aveva scoperto che
suonava il basso in una band dal nome impronunciabile che non
ricordava, che era fissata con i teschi e cose carine come lo splatter
e il sangue. Che era anche molto introversa e un pò acida, a detta di
Sara, la fidanzata di Samuel, suo fratello.
E che guidava come se
stesse girando una scena di Fast and Furious, anche.
S'infilarono allo Zen*
in maniera spettacolare, con tanto di sgommata. Andrea scese dalla
macchina e aspettò che Viviana facesse lo stesso. Quest'ultima
ringraziò Dio per avere ancora tutti gli arti al loro posto e la seguii
sulle gambe tramanti.
Una vocina nel
cervello le urlava: ci
siamo, ci siamo! Giocatela bene, Viv!
Salirono al sesto
piano di quel palazzotto fatiscente che Andrea aveva definito: "Il
ritrovo dei disadattati." Non parlarono, non ce n'era bisogno. Viviana
si sentiva elettrica e sapeva che se avesse parlato, dalla sua bocca
sarebbero uscite parole senza senso come "mi piaci" e
"oddioddioddioddio". Andrea sembrava troppo concentrata sull'atto del
camminare - un piede dietro l'altro, ricordatelo Andrea - per
intavolare una discussione. Solo una domanda le martellava il cervello: e adesso? Che diavolo faccio,
adesso?
Quando aprii la porta
di casa quella domanda continuava a girarle in mente, senza risposta e
inopportuna. Non era mai stata una persona impulsiva, dannazione.
Perchè cacchio si era portata quella mocciosa in casa?
"Bè, non è un granchè
ma per una persona sola è-
"Fantastico!", gridò
Viviana interrompendola.
Subito si mise a
girovagare per l'appartamento, guardando tutto da vicino, quasi
appiccicando la faccia ai poster appesi alle pareti mentre Andrea
mormorava un "Se lo dici tu..." poco convinto.
Viviana toccava tutto
se non con le mani, con gli occhi. Voleva capire che vita vivesse
Andrea dalla disposizione dei mobili, dai colori - praticamenti assenti
- della stanza.
Andrea si spostò verso
il frigorifero in fondo alla stanza.
"Vuoi qualcosa da
bere? - chiese ospitale mentre tirava fuori delle birre - Birra,
coca-cola, vodka?"
Viviana interruppe
l'ispezione e arrossì.
Non sono a casa mia, mi devo
calmare. Oddio, ma quello è un poster di Saw?!, pensò
distraendosi. Riuscii a mugugnare un "eh?" prima che Andrea le ficcasse
in mano una birra.
Viviana ringraziò e si
sedette al tavolo posto al centro della stanza.
"Quindi... quindi vivi
qui da sola?", chiese.
"Eh? Ah sì. Ti piace,
a quanto ho capito..."
Non è che Andrea si
sentisse molto presente.
Aveva bevuto qualcosa
come cinque birre...
"Sì, molto. Mi sembra
grande per una persona sola..."
... sei cocktail con -
che c'era dentro? - vodka? Tequia, probabilmente tequila...
"Vai all'università?
Che indirizzo?"
... forse c'era anche
del wisky, nel mezzo.
"Lettere.", rispose
atona.
Cazzo
Andrea, la prima regola di chi beve è mai mischiare...
Andava a rilento.
Vedeva la ragazza sfocata, le pareti della stanza farsi più lontane.
Viviana le vide
spalancare gli occhi e pensò dovesse vomitare. Si alzò immediatamente,
raggiungendola.
"Se, se devi vomitare
ti accompagno in bagno!", esclamò, una vena di preoccupazione nella
voce.
"Sto, sto benissimo.",
mormorò l'altra.
E poi le si afflosciò
fra le braccia.
* lo Zen è un
quartiere di Palermo.
Note di fine capitolo:
il capitolo non è finito, ma ho pensato di tagliarlo e intanto
pubblicare questa parte.
E
ora... i commenti!
stormCORE___:
Son contenta che ti sia piaciuta... io penso sia una cagata, ma vabbè
XD E sì, Viviana è dolce! *Ash afferra Viviana e la strizza*
Asterope: Your skin makes me feel
right dovrebbe collocarsi dopo questa storia o nel mezzo,
ma se ti ha aiutata a capirci qualcosa son contenta XD (Dio, sembra un
pò incasinato perfino a me! XD)
A
chiunque commenta, legge e fa il fantasma, un grazie di cuore!
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