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Autore: Ashestoashes    27/01/2010    1 recensioni
"Perchè mi hai tirato fuori dal locale?", la interruppe Andrea. Proprio logorroica quella biondina. "Ecco... mi andava di conoscerti." E l'imbarazzo coprì la stradina, le lattine di birra vuote, e anche la faccia di Viviana. Tanto per non farsi mancare niente, anche la brutta figura. Avrebbe fatto meglio a dichiarle quanto la trovasse maledettamente bella e affascinante e Dio, sì, mi sono presa una cotta che nemmeno le tredicenni. Sarebbe stata la stessa cosa.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dark hair and white skin: I love you, mozzarella!'
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Titolo: This is not a fuckin' friendship, you know it.
Prompt: 090. Home
Serie: Dark hair and white skin: I love you, mozzarella!
Autrice: Ash
POV: Terza persona
Rating: Pg - 13
Warnings: Female-slash (sottinteso), abuso di alcol

Note: Sono così depressa in questo periodo che posso tranquillamente affermare che tutto ciò che segue è merda. Davvero, non sono affatto soddisfatta, ma comunque...

Un commento è sempre gradito, grazie.

Enjoy it!

Capitolo 2


Andrea guidava in maniera suicida. Sembrava volesse andarsi a spiaccicare in qualche palo della luce o muro, oppure, più semplicemente, era troppo ubriaca per capire che doveva alzarlo, il piede dall'accelleratore.
Viviana non se ne curava più tanto. Certo, stava stringendo il sedile come se avesse paura di volare fuori dal finestrino e sì, aveva anche gli occhi sbarrati quando Andrea sorpassò un camion ad almeno centoventi all'ora, ma era in macchina con lei. E stava andando a casa sua. Poteva tranquillamente rischiare la vita, si disse.
Erano mesi che sperava almeno di poterla guardare negli occhi senza arrossire. Mesi che pregava il fratello per presentarle. Mesi di mezzi pedinamenti e domande indiscrete ai suoi amici, quelli che conosceva.
Era diventata la sua cazzo di ossessione.
Aveva scoperto che suonava il basso in una band dal nome impronunciabile che non ricordava, che era fissata con i teschi e cose carine come lo splatter e il sangue. Che era anche molto introversa e un pò acida, a detta di Sara, la fidanzata di Samuel, suo fratello.
E che guidava come se stesse girando una scena di Fast and Furious, anche.
S'infilarono allo Zen* in maniera spettacolare, con tanto di sgommata. Andrea scese dalla macchina e aspettò che Viviana facesse lo stesso. Quest'ultima ringraziò Dio per avere ancora tutti gli arti al loro posto e la seguii sulle gambe tramanti.
Una vocina nel cervello le urlava: ci siamo, ci siamo! Giocatela bene, Viv!
Salirono al sesto piano di quel palazzotto fatiscente che Andrea aveva definito: "Il ritrovo dei disadattati." Non parlarono, non ce n'era bisogno. Viviana si sentiva elettrica e sapeva che se avesse parlato, dalla sua bocca sarebbero uscite parole senza senso come "mi piaci" e "oddioddioddioddio". Andrea sembrava troppo concentrata sull'atto del camminare - un piede dietro l'altro, ricordatelo Andrea - per intavolare una discussione. Solo una domanda le martellava il cervello: e adesso? Che diavolo faccio, adesso?
Quando aprii la porta di casa quella domanda continuava a girarle in mente, senza risposta e inopportuna. Non era mai stata una persona impulsiva, dannazione. Perchè cacchio si era portata quella mocciosa in casa?
"Bè, non è un granchè ma per una persona sola è-
"Fantastico!", gridò Viviana interrompendola.
Subito si mise a girovagare per l'appartamento, guardando tutto da vicino, quasi appiccicando la faccia ai poster appesi alle pareti mentre Andrea mormorava un "Se lo dici tu..." poco convinto.
Viviana toccava tutto se non con le mani, con gli occhi. Voleva capire che vita vivesse Andrea dalla disposizione dei mobili, dai colori - praticamenti assenti - della stanza.
Andrea si spostò verso il frigorifero in fondo alla stanza.
"Vuoi qualcosa da bere? - chiese ospitale mentre tirava fuori delle birre - Birra, coca-cola, vodka?"
Viviana interruppe l'ispezione e arrossì.
Non sono a casa mia, mi devo calmare. Oddio, ma quello è un poster di Saw?!, pensò distraendosi. Riuscii a mugugnare un "eh?" prima che Andrea le ficcasse in mano una birra.
Viviana ringraziò e si sedette al tavolo posto al centro della stanza.
"Quindi... quindi vivi qui da sola?", chiese.
"Eh? Ah sì. Ti piace, a quanto ho capito..."
Non è che Andrea si sentisse molto presente.
Aveva bevuto qualcosa come cinque birre...
"Sì, molto. Mi sembra grande per una persona sola..."
... sei cocktail con - che c'era dentro? - vodka? Tequia, probabilmente tequila...
"Vai all'università? Che indirizzo?"
... forse c'era anche del wisky, nel mezzo.
"Lettere.", rispose atona.
Cazzo Andrea, la prima regola di chi beve è mai mischiare...
Andava a rilento. Vedeva la ragazza sfocata, le pareti della stanza farsi più lontane.
Viviana le vide spalancare gli occhi e pensò dovesse vomitare. Si alzò immediatamente, raggiungendola.
"Se, se devi vomitare ti accompagno in bagno!", esclamò, una vena di preoccupazione nella voce.
"Sto, sto benissimo.", mormorò l'altra.
E poi le si afflosciò fra le braccia.



* lo Zen è un quartiere di Palermo.

Note di fine capitolo: il capitolo non è finito, ma ho pensato di tagliarlo e intanto pubblicare questa parte.

E ora... i commenti!

stormCORE___:  Son contenta che ti sia piaciuta... io penso sia una cagata, ma vabbè XD E sì, Viviana è dolce! *Ash afferra Viviana e la strizza*

Asterope: Your skin makes me feel right dovrebbe collocarsi dopo questa storia o nel mezzo, ma se ti ha aiutata a capirci qualcosa son contenta XD (Dio, sembra un pò incasinato perfino a me! XD)

A chiunque commenta, legge e fa il fantasma, un grazie di cuore!
  
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