Dark Alisia 1
“Per ordine dell’organizzazione uniamo le nostre forze a quelle dei predatori dell’abisso!”
I freddi occhi color del ghiaccio fissarono l’obiettivo
“Il primo bersaglio sarà l’Abissale nota come Riful dell’Ovest”
Un’esile figura si stagliava dinanzi il chiarore della luna piena,
sembrava quasi che qualcuno avesse ritagliato una sagoma all’interno
del corpo della Luna, buio profondo. Si sentiva solo il rumore della
risacca. Il mare che si infrangeva contro gli scogli.
La ragazza alzò le braccia e precipitò il suo corpo nudo in mare. Nuota
Alisia nuota, nuota con tutte le tue forze, nuota fino a stancarti,
finché non ce la farai più neanche a respirare. Se ne andrà, l’acqua
manderà via l’odore del sangue, lo sforzo sui movimenti controcorrente
manderà via il ricordo. O è impossibile dimenticare? Ricorderai tutto
una volta tornata a riva? Tornerà l’odore del sangue? Di certo quando
sorgerà un altro giorno ci sarà una nuova battaglia.
Ma lei laverà di nuovo da sé il dolore.
Riful l’aveva guardata in modo beffardo
“Certo che li hai chiamati in modo esagerato eh? E cosa pensi
possano fare due guerriere dell’organizzazione?”
Una grande energia avvolse il corpo di Alisia
“Ehy aspetta un attimo... questo...” Riful sembrava sorpresa
“Che stupida! Si è risvegliata!” fu l’ultima
cosa che udì, pronunciata da quel grosso bestione che
accompagnava Riful
Ora era in completa sintonia con sua sorella, la sua ancora di
salvezza, colei che continuava a far sì che restasse umana.
Recise, anzi disintegrò, il braccio del risvegliato maschio, riusciva
ad udire dei suoni, forse Riful gridava qualcosa, ma era tutto
ovattato, come quando si sentono dei rumori nel dormiveglia. In fondo
lei era in una specie di dormiveglia.
Ma Riful è furba, aveva capito subito quale era il punto debole
di Alisia, ordinò a quel grosso bestione di colpire Beth.
Lei poteva sentirla, poteva sentire la sofferenza che la sorella
provava nel cercare di mantenere il contatto con lei e
contemporaneamente schivare i colpi del nemico. Non c’era modo che
potesse difendersi, doveva restare concentrata, toccava a lei,
proteggere entrambe e contemporaneamente abbattere il nemico.
Purtroppo la sua capacità di movimento era leggermente rallentata,
tuttavia non in modo tale da comprometterne le capacità di
combattimento. Le sue spade affondavano e ruotavano contemporaneamente,
colpivano e colpendo tagliavano ogni cosa, i nastri di Riful finivano a
pezzi.
All’improvviso Riful fu colpita da qualcosa, un vero e proprio
bombardamento stava avvenendo su tutto il campo di battaglia, lei colpì
di nuovo Riful, di nuovo Daf, ma c’era qualcosa che non andava. Sua
sorella era in difficoltà, c’era qualcosa d’altro.
Erano come dei tronchi che si erano piantati sul terreno, pian piano
questi “tronchi” cominciarono a mutare, prendevano una forma, molto
lentamente cominciavano a formarsi linee più sinuose, poi si staccarono
delle estremità dal corpo centrale, arti? Si arti, poi prese forma la
testa. Ed attaccarono.
Beth era circondata, i demoni erano stati distrutti. Sua sorella non
poteva reggere a lungo, non poteva schivare a lungo l’assalto di quegli
esseri che l’avevano attaccata così di sorpresa.
E infatti successe.
Beth la riportò alla sua forma umana, ma mentre lo faceva fu colpita e cadde ferita.
Alisia era ancora in stato di semitrance, i suoi occhi erano sgranati e
guardavano fissi avanti sé, era carponi sul terreno, poteva sentire la
ruvidezza della terra sotto i palmi delle mani, la spada giaceva
accanto a lei.
Quell’essere si stava avvicinando, alzava la spada su di lei...
Alisia dell’Oscurità, mai nome fu più azzeccato, il suo animo era scuro
come la notte, oppresso dal male che c’era nel mondo e che lei aveva il
dovere di estirpare per la salvezza di tutti. Un peso troppo grande per
una ragazza. Ma poi veniva la notte, veniva l’oscurità, il giorno
fuggiva e lei era libera, finalmente libera. Il sole abbandonava il
cielo ma l’oscurità lasciva il suo cuore, almeno per un po’. E nuotava,
nuotava per liberarsi dall’oppressione, per lavare il sangue e far
finta che il male non sarebbe più spuntato con il nuovo giorno.
Aveva chiuso gli occhi. Aspettava il colpo finale. Uno schizzo caldo le
colpì la faccia. Aprì gli occhi: vide una lama insanguinata davanti a
sé, la testa rotolava sulla polvere.
Alzò lo sguardo, il sole era accecante, socchiuse le palpebre e riuscì
a vederla: quella ragazza con i capelli corti incombeva su di lei,
vestita di nero come lei. Le porgeva la mano
“Alzati Alisia, non è ancora finita” come faceva a conoscerla?
Si alzò, era tornata completamente in sé ora. Anche se non aveva più la
forma risvegliata era sempre la numero uno e avrebbe vendicato
l’umiliazione che aveva subito, gli occhi le si illuminarono, il volto
assunse un’espressione rabbiosa, prese la spada con entrambe le mani e
cominciò il massacro.
La straniera le si era appoggiata alla schiena, combattevano schiena a schiena, proteggendosi le spalle a vicenda
“Vuoi aiutarla vero?” le disse
Alisia annuì, sua sorella era circondata dai nemici, era stanchissima
per lo sforzo mentale sopportato, lei lo sapeva, non poteva resistere a
lungo.
Attaccarono entrambe in direzione di Beth, sempre schiena a schiena, le
spade roteavano, loro stesse roteavano e così avanzavano poco a poco,
quegli esseri cadevano uno dopo l’altro, finché non la raggiunsero.
“Prendi tua sorella in spalla e fuggite!”
Continua a nuotare, con tutta la forza, quel ricordo la faceva star
male, la rabbia la assaliva e le bracciate diventavano sempre più
numerose, andava sempre più veloce nonostante la stanchezza. Non si era
mai sentita così debole come quella mattina.
“Tua sorella è troppo debole, non ho idea di cosa le sia successo ma
non possiamo continuare a combattere, non possiamo proteggerla, sarebbe
un peso per entrambe”
Beth un peso? Come si permetteva, come osava? Quella sciocca
sconosciuta non aveva idea della forza che aveva sua sorella, non aveva
idea di cosa aveva passato durante il combattimento.
La sua faccia aveva un’espressione sconvolta, digrignava i denti in
modo talmente forte che le sanguinarono le gengive, poteva sentire il
tepore del sangue che le invadeva la bocca e il gusto di ferro...
nuota, nuota
“Ma tu, cosa farai?” le aveva comunque detto
La straniera colpì un altro di quegli esseri, era singolarmente forte,
Alisia lo poteva intuire, non era forte come lei, certo, tuttavia era
molto in gamba, probabilmente superava la maggior parte delle Claymore,
forse anche tutte, tranne lei e la sorella.
“Ovviamente me ne andrò appena dopo di te! Ho buone gambe non ti preoccupare!”
E così andarono
“Brava Alisia” aveva detto Luvr
“Non sappiamo cosa sia accaduto, sappiamo che è nato qualcosa di
estremamente potente. Siete state prese di sprovvista ma siete state
brave a cavarvela e a sganciarvi”
Alisia non rispose
“Ora dobbiamo studiare la situazione, dopodiché potremo passare al
contrattacco” Luvr sorrise nuovamente, aveva ancora quel piccolo,
ridicolo sorriso sulle labbra, Alisia lo odiava, tuttavia continuava a
mostrarsi imperturbabile.
“Lo so che muori dalla voglia di tornare laggiù” il suo sorriso si fece
più largo, il suo volto si piegò leggermente in basso e gli occhi di
Luvr guardarono il terreno, le mani intrecciate dietro la schiena
“Però non possiamo rischiare una battaglia senza prima aver studiato il
nemico, lo hai visto anche tu, questo nemico è forte, molto forte.
Anche Riful è riuscita a fuggire a quanto pare, quindi è tutto
rimandato, la resa dei conti è rimandata, ma sta sicura che verrà” e si
era allontanato a piccoli passi
La riva, finalmente la riva. Aveva dato tutta se stessa, ma aveva esorcizzato i suoi demoni?
“Anche stanotte hai nuotato tanto,
Alisia” Beth era in piedi ad aspettarla e le sorrise come solo
chi ama qualcuno sa fare
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