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Autore: Frattaglia    03/02/2010    3 recensioni
Primo capitolo di due. Storia ispirata da Claymore. Il finale è aperto, non avendo grandi idee su come continuare e visto che qui c'è la possibilità di far aggiungere pezzi di storia a chiunque ho spuntato questa possibilità, quindi chi vuole la potrà continuare a piacimento non appena avrò messo anche il II capitolo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dark Alisia 1 “Per ordine dell’organizzazione uniamo le nostre forze a quelle dei predatori dell’abisso!”

I freddi occhi color del ghiaccio fissarono l’obiettivo

“Il primo bersaglio sarà l’Abissale nota come Riful dell’Ovest”

Un’esile figura si stagliava dinanzi il chiarore della luna piena, sembrava quasi che qualcuno avesse ritagliato una sagoma all’interno del corpo della Luna, buio profondo. Si sentiva solo il rumore della risacca. Il mare che si infrangeva contro gli scogli.
La ragazza alzò le braccia e precipitò il suo corpo nudo in mare. Nuota Alisia nuota, nuota con tutte le tue forze, nuota fino a stancarti, finché non ce la farai più neanche a respirare. Se ne andrà, l’acqua manderà via l’odore del sangue, lo sforzo sui movimenti controcorrente manderà via il ricordo. O è impossibile dimenticare? Ricorderai tutto una volta tornata a riva? Tornerà l’odore del sangue? Di certo quando sorgerà un altro giorno ci sarà una nuova battaglia.
Ma lei laverà di nuovo da sé il dolore.

Riful l’aveva guardata in modo beffardo

“Certo che li hai chiamati in modo esagerato eh? E cosa pensi possano fare due guerriere dell’organizzazione?”

Una grande energia avvolse il corpo di Alisia

“Ehy aspetta un attimo... questo...” Riful sembrava sorpresa

“Che stupida! Si è risvegliata!” fu l’ultima cosa che udì, pronunciata da quel grosso bestione che accompagnava Riful

Ora era in completa sintonia con sua sorella, la sua ancora di salvezza, colei che continuava a far sì che restasse umana.
Recise, anzi disintegrò, il braccio del risvegliato maschio, riusciva ad udire dei suoni, forse Riful gridava qualcosa, ma era tutto ovattato, come quando si sentono dei rumori nel dormiveglia. In fondo lei era in una specie di dormiveglia.
Ma Riful è furba, aveva capito subito quale era il punto debole di Alisia, ordinò a quel grosso bestione di colpire Beth.
Lei poteva sentirla, poteva sentire la sofferenza che la sorella provava nel cercare di mantenere il contatto con lei e contemporaneamente schivare i colpi del nemico. Non c’era modo che potesse difendersi, doveva restare concentrata, toccava a lei, proteggere entrambe e contemporaneamente abbattere il nemico.
Purtroppo la sua capacità di movimento era leggermente rallentata, tuttavia non in modo tale da comprometterne le capacità di combattimento. Le sue spade affondavano e ruotavano contemporaneamente, colpivano e colpendo tagliavano ogni cosa, i nastri di Riful finivano a pezzi.
All’improvviso Riful fu colpita da qualcosa, un vero e proprio bombardamento stava avvenendo su tutto il campo di battaglia, lei colpì di nuovo Riful, di nuovo Daf, ma c’era qualcosa che non andava. Sua sorella era in difficoltà, c’era qualcosa d’altro.

Erano come dei tronchi che si erano piantati sul terreno, pian piano questi “tronchi” cominciarono a mutare, prendevano una forma, molto lentamente cominciavano a formarsi linee più sinuose, poi si staccarono delle estremità dal corpo centrale, arti? Si arti, poi prese forma la testa. Ed attaccarono.
Beth era circondata, i demoni erano stati distrutti. Sua sorella non poteva reggere a lungo, non poteva schivare a lungo l’assalto di quegli esseri che l’avevano attaccata così di sorpresa.
E infatti successe.
Beth la riportò alla sua forma umana, ma mentre lo faceva fu colpita e cadde ferita.
Alisia era ancora in stato di semitrance, i suoi occhi erano sgranati e guardavano fissi avanti sé, era carponi sul terreno, poteva sentire la ruvidezza della terra sotto i palmi delle mani, la spada giaceva accanto a lei.
Quell’essere si stava avvicinando, alzava la spada su di lei...

Alisia dell’Oscurità, mai nome fu più azzeccato, il suo animo era scuro come la notte, oppresso dal male che c’era nel mondo e che lei aveva il dovere di estirpare per la salvezza di tutti. Un peso troppo grande per una ragazza. Ma poi veniva la notte, veniva l’oscurità, il giorno fuggiva e lei era libera, finalmente libera. Il sole abbandonava il cielo ma l’oscurità lasciva il suo cuore, almeno per un po’. E nuotava, nuotava per liberarsi dall’oppressione, per lavare il sangue e far finta che il male non sarebbe più spuntato con il nuovo giorno.

Aveva chiuso gli occhi. Aspettava il colpo finale. Uno schizzo caldo le colpì la faccia. Aprì gli occhi: vide una lama insanguinata davanti a sé, la testa rotolava sulla polvere.
Alzò lo sguardo, il sole era accecante, socchiuse le palpebre e riuscì a vederla: quella ragazza con i capelli corti incombeva su di lei, vestita di nero come lei. Le porgeva la mano

“Alzati Alisia, non è ancora finita” come faceva a conoscerla?

Si alzò, era tornata completamente in sé ora. Anche se non aveva più la forma risvegliata era sempre la numero uno e avrebbe vendicato l’umiliazione che aveva subito, gli occhi le si illuminarono, il volto assunse un’espressione rabbiosa, prese la spada con entrambe le mani e cominciò il massacro.
La straniera le si era appoggiata alla schiena, combattevano schiena a schiena, proteggendosi le spalle a vicenda

“Vuoi aiutarla vero?” le disse

Alisia annuì, sua sorella era circondata dai nemici, era stanchissima per lo sforzo mentale sopportato, lei lo sapeva, non poteva resistere a lungo.
Attaccarono entrambe in direzione di Beth, sempre schiena a schiena, le spade roteavano, loro stesse roteavano e così avanzavano poco a poco, quegli esseri cadevano uno dopo l’altro, finché non la raggiunsero.

“Prendi tua sorella in spalla e fuggite!”

Continua a nuotare, con tutta la forza, quel ricordo la faceva star male, la rabbia la assaliva e le bracciate diventavano sempre più numerose, andava sempre più veloce nonostante la stanchezza. Non si era mai sentita così debole come quella mattina.

“Tua sorella è troppo debole, non ho idea di cosa le sia successo ma non possiamo continuare a combattere, non possiamo proteggerla, sarebbe un peso per entrambe”

Beth un peso? Come si permetteva, come osava? Quella sciocca sconosciuta non aveva idea della forza che aveva sua sorella, non aveva idea di cosa aveva passato durante il combattimento.
La sua faccia aveva un’espressione sconvolta, digrignava i denti in modo talmente forte che le sanguinarono le gengive, poteva sentire il tepore del sangue che le invadeva la bocca e il gusto di ferro... nuota, nuota

“Ma tu, cosa farai?” le aveva comunque detto

La straniera colpì un altro di quegli esseri, era singolarmente forte, Alisia lo poteva intuire, non era forte come lei, certo, tuttavia era molto in gamba, probabilmente superava la maggior parte delle Claymore, forse anche tutte, tranne lei e la sorella.

“Ovviamente me ne andrò appena dopo di te! Ho buone gambe non ti preoccupare!”

E così andarono

“Brava Alisia” aveva detto Luvr
“Non sappiamo cosa sia accaduto, sappiamo che è nato qualcosa di estremamente potente. Siete state prese di sprovvista ma siete state brave a cavarvela e a sganciarvi”

Alisia non rispose

“Ora dobbiamo studiare la situazione, dopodiché potremo passare al contrattacco” Luvr sorrise nuovamente, aveva ancora quel piccolo, ridicolo sorriso sulle labbra, Alisia lo odiava, tuttavia continuava a mostrarsi imperturbabile.

“Lo so che muori dalla voglia di tornare laggiù” il suo sorriso si fece più largo, il suo volto si piegò leggermente in basso e gli occhi di Luvr guardarono il terreno, le mani intrecciate dietro la schiena

“Però non possiamo rischiare una battaglia senza prima aver studiato il nemico, lo hai visto anche tu, questo nemico è forte, molto forte. Anche Riful è riuscita a fuggire a quanto pare, quindi è tutto rimandato, la resa dei conti è rimandata, ma sta sicura che verrà” e si era allontanato a piccoli passi

La riva, finalmente la riva. Aveva dato tutta se stessa, ma aveva esorcizzato i suoi demoni?

“Anche stanotte hai nuotato tanto, Alisia” Beth era in piedi ad aspettarla e le sorrise come solo chi ama qualcuno sa fare
  
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