Man
mano che mi avvicinavo al capezzale del Cappellaio, cercavo di
autoconvincermi che aver salvato James fosse stata la scelta
più giusta.
Ma aveva fatto tanto
di quel male...
No, ho fatto bene.
Ucciderlo sarebbe abbassarsi al suo stesso livello.
Strinsi i denti
all'ennesima fitta che mi attraversò la gamba, ma non smisi
di camminare: c'era una questione più urgente.
Arrivai finalmente
davanti alla porta della stanza del Cappellaio e, con disgusto, vidi il
pavimento macchiato di rosso.
Rosso sangue.
Sangue del Cappelaio.
Deglutii, serrando
le dita sulla maniglia di ottone.
Avanti, che sto
aspettando?
Girai quella maniglia di
ottone e, dentro, vidi solo una selva di creature affaccendate attorno
a un letto.
Nello stesso momento
in cui entrai, tutti i presenti si voltarono e, vedendomi incolume,
sorrisero sollevati.
Eppure non c'era
nulla di cui allietarsi.
Diamine, il
Cappellaio.
- Come sta?- il
Bianconiglio si fece avanti, invitandomi a sedere e a mostrargli la
gamba.
- Lo strano oggetto
che l'ha ferito non è entrato in profondita, però
ha perso molto sangue. Dobbiamo aspettare 24 ore per poter dire con
sicurezza se si riprenderà.-
Già,
quello strano oggetto che non altro che una pallottola. Incredibile
come una sfera di metallo dal diametro di due o tre centimetri potesse
provocare così tanti danni. Così tanto
dolore.
- Ma hai detto che
non è stato ferito in profondità...- gettai uno
sguardo alla mia ferita sulla coscia e trattenni un conato di vomito a
stento.
Era slabbrata,
sporca e sanguinolenta. E grande.
- Tu hai sempre
trovato divertente farti ferire, sembra quasi che la tua sia una
collezione.- cambiò discorso, me ne accorsi.
- Bianconiglio!-
- Alice, siamo
intervenuti molto tardi, dobbiamo solo attendere e pregare.-
Pregare? Non lo
facevo da quando avevo otto anni, ma forse c'è sempre tempo
per ricominciare.
Ci sono sempre delle
situazioni che si presentano in cui l'unica cosa che resta da fare
è pregare.
Il chi pregare poi,
è discutibile e suprefluo.
- Fai piano.-
Il Bianconiglio
stava litigando con un pezzo di stoffa che era rimasto attaccato alla
ferita e non sembrava aver alcuna voglia di lasciare il mio squarcio.
Osservai il coniglio
e notai le occhiaie che gli circondavano gli occhi.
- Bianconiglio,
sembri piuttosto stanco.-
Lui sorrise appena,
dando uno strattone a quel maledetto pezzo di stoffa che, finalmente,
si arrese.
Un dolore sordo
accompagnò quella mossa e le lacrime mi salirono subito agli
occhi.
- Non c'è
tempo per la stanchezza, ora. Devo stare accanto al Cappellaio nel caso
avesse bisogno questa notte.-
- Ci
starò io.-
Il Bianconiglio
prese un un filo e un ago e si avvicinò minaccioso.
- Sei più
stanca di me.-
La punta dell'ago
sfiorò la pelle slabbrata e io feci un salto.
- Devi stare ferma o
ti farò male.-
- Non ho intenzione
di farmi cucire.-
Il Bianconiglio
sospirò, guardandomi.
- Alice, hai
sconfitto il Ciciarampa e James e non hai il coraggio di farti ricucire
una ferita?-
Scossi piano la
testa.
- Facciamo
così: tu ti fai cucire e io ti permetto di rimanere qui con
lui.-
Sapeva che tasti
toccare.
- Tu riposerai?-
- Sì.-
- Allora ok.-
Ancora sentivo l'ago
che passava da un lato all'altro della ferita, rovente.
Rabbrividii,
tornando a osservare il viso pallido del Cappellaio.
24 ore precise,
aveva detto il Bianconiglio.
Se si fosse
svegliato allo scoccare dell'ultima ora, significava che era salvo.
Sennò non
avrebbe più aperto gli occhi.
Mancavano dieci
minuti alle 24 ore esatte.
Non avevo mai
provato un'ansia simile.
Dal duello non avevo
ancora dormito nè ripulito la ferita.
Anche i capelli
rosso vivo sembravano aver perso parte della loro lucentezza, ma
più di ogni altra cosa, volevo vedere quegli occhi verdi.
Volevo vedere se
anche loro erano più smorti.
O morti.
Sei minuti.
Ecco, quella che lui
si svegliasse sarebbe stata la mia ottava cosa impossibile.
Dove era finito il
mio ottimismo?
Si era ammalato come
le betulle, come Mirana, come Pinco Panco e come tutto Sottomondo,
spaccato dalla razionalità.
Qualche ora prima
avevo visto dalla finestra James e i suoi allontanarsi, scostati dai
soldati della Regina Bianca.
Avevo dato una
lettera a James, pregandolo di portarla a mia madre.
Chissà se
lo avrebbe fatto e l'avrebbe gettata in mare.
Quattro minuti.
Avevo chiesto
notizie su Mirana, la quale sembrava riprendersi molto lentamente.
Ma si riprendeva, almeno lei.
Avevo chiesto
notizie su Pinco Panco, il quale sembrava riprenderesi molto lentamente.
Ma si riprendeva, almeno lui.
E mi doleva
ammetterlo, ma la perosna che tenevo di più che si
riprendesse, in quel momento, non dava cenni di vita. Mi
importava solo di lui, ora.
Due minuti.
Mi alzai,
cominciando a percorrere la stanza a grandi falcate per tutta la sua
lunghezza.
La pelle di tutto il
corpo cominciava a pizzicarmi, i brividi mi correvano lungo la schiena
e i peggiori pensieri mi affollavano la mente.
Cosa avrei fatto
dopo?
Un minuto.
Cosa avrei fatto
senza di lui?
Nulla.
Sarebbe morta una
parte di me.
Sarebbe morta una
parte di Sottomondo.
24 ore esatte.
Corsi al suo letto,
ansiosa.
Non so cosa mi
stessi realmente aspettando, un colpo di tosse forse, o un tremito di
ciglia.
Qualcosa di teatrale
o infinitamente piccolo.
Aspettavo qualsiasi
gesto che potesse farmi sorridere.
Eppure non accadde
nulla.
Un minuto in
più.
Se
si fosse svegliato allo scoccare dell'ultima ora, significava che era
salvo.
Sennò
non avrebbe più aperto gli occhi.
Indietreggiai
lentamente, non sapendo dove andare a battere la testa.
Non poteva essere
vero, lui non poteva essersene andato.
Dopo tutte le belle
parole che mi aveva detto sulla vita, non poteva contraddirsi in questo
modo, morendo.
Portai una mano alla
bocca.
Sapevo che stavo per
esplodere.
Due minuti in
più.
- No...no! NO!-
Quando il
Bianconiglio entrò nella camera mi trovò
accasciata, con il volto coperto di lacrime, con una luce diversa negli
occhi.
Come poteva esserci
luce, d'altronde?
La mia luce era lui.
-
Alice, Alice calmati.- il Bianconiglio mi scosse leggermente le spalle.
- Ti vado a prendere un thè, va bene?-
Un thè?
Mi stava offrendo un thè in una situazione del genere?
Tre minuti di
più.
Uscì
quasi di corsa, lasciandomi sola con il mio dolore.
- Perchè
piangi, mia piccola Alice?
Spalancai gli occhi.
Quella frase mi
rimbombò nelle orecchie centinaia di volte.
-
Perchè piangi, mia piccola Alice?
-
Perchè piangi, mia piccola Alice?
-
Perchè piangi, mia piccola Alice?
Tremavo.
Mi voltai e quella
lucentezza che credevo morta mi accolse in tutto il suo calore.
- Cappellaio!-
Mi fiondai verso il
letto, gettandogli le braccia al collo.
- Ehi piano, sono
convalescente.-
Risi e piansi,
sentendo l'ansia e l'angoscia sciogliersi.
- Tu...tu mi hai
fatto prendere uno spavento! Sei in ritardo.-
Il Cappellaio,
stranamente, sembrò capire a cosa mi riferivo.
- Beh, sai che sono
un tipo originale.-
- Stupido, stupido,
stupido.-
Presa com'ero da
lui, non mi preoccupai di guardare fuori dalla finestra.
Non vidi le enormi
gemme che adornavano le candide betulle.
Non vidi il terreno
spaccato risanarsi.
Non vidi il cielo
tornare azzurro, punteggiato da nuvole come pecorelle.
Non vidi nulla, se
non la mia lucentezza.
Beh
DONNE DI POCA FEDE! Credevate davvero che avrei fatto morire il
Cappellaio?
PFUI,
bella stima che avete di me :D
Masssssììììì,
i'm jocking!
Ebbene,
siamo giunti alla fine del viaggio, grazie per aver viaggiato con la
linea Aliciuzza international.
Grazie
ai clienti affezionati, quali sevichan, ILike, rosi33, LeLia_CuLLen_95
e Tawara e le altre.
Se
vi ho fatto sorridere, grazie.
Se
vi ho fatto versare qualche lacrima, grazie.
Se
vi ho fatto un po' agitare, grazie.
Se
vi ho fatto volare con la fantasia, almeno un pochino, grazie.
Grazie
perchè se è venuta bene, è stato
grazie a voi, che ci avete realmente creduto.
Alla
prossima,
Ali
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