Sospetti
[luglio-agosto-settembre-ottobre '81]
Sa
benissimo cosa dire, sa anche che tono usare, perchè Malfoy
è stato
molto chiaro.
Alle
sue spalle Sirius e James parlano di qualcosa, forse il prossimo
nascondiglio, e lui dà loro le spalle con la scusa di
preparare il
caffè.
«Sirius,
quanto zucchero hai detto? Tre?» ripete per la quarta volta.
«Due!
Peter sei sveglio?» sbotta Sirius, con la solita delicatezza,
e
James ride. Peter cerca di concentrarsi sul tono antipatico
dell'altro, perchè la risata di James lo ferisce.
«Scusa,
sono ancora un po' addormentato...»
«Si
è visto!»
«Ehi!
Non sono neanche l'unico, sai?» emette una breve risatina,
«Anche
Remus sta perdendo colpi!»
«Remus?»
la voce di Sirius è attenta ora, «Quando l'hai
visto?»
«Oh,
è tornato stamattina, Dumbledore mi ha detto che sarebbe
stato a
casa all'alba... anche se è stato un po' strano,
sapete?»
C'è
una breve esitazione che Peter può riconoscere
perfettamente, poi la
voce di Sirius domanda lentamente: «Come sarebbe...
strano?»
«Beh,
io ho suonato a casa sua presto per fare colazione assieme ma non
c'era. Dato che volevo rivederlo, dopo tanto, ho riprovato
più tardi
e alla fine ha aperto, sembrava appena rientrato... e poi è
stato
buffo, perchè quando gli ho chiesto dove fosse mi ha
risposto che
aveva visto Edgar ed era stato trattenuto. Però quando sono
andato a
fare colazione da solo l'ho visto io
Edgar e Edgar non vedeva Remus da secoli!» è vero,
ha incontrato
Edgar e l'ha convinto a fare colazione con lui chiedendogli di Remus,
e invece Remus non è mai uscito di casa, è andato
direttamente a
letto appena rientrato e ha aperto subito quando lui ha bussato, ma
è
la parola di Peter contro la sua, e nella remota possibilità
che
Sirius decida di chiedere spiegazioni direttamente all'altro prima di
saltare a conclusioni, Malfoy gli ha suggerito di aggiungere:
«Quando
l'ho detto a Remus lui è diventato tutto nervoso e ha detto
che si
era sicuramente confuso, che voleva dire che è rimasto a
dormire
tutta la mattina... Ma dico io, come fa a confondersi su quello che
ha fatto un'ora prima? Persino il nostro Moony alla fine è
andato!»
Ecco,
ora è perfetto. Non ha bisogno di guardare in faccia Sirius
dopo
mesi in cui ha fatto notare con innocenza tutte le mancanze di Remus,
conosce già la sua espressione.
«Che
cosa ti avevo detto?» ringhia infatti Sirius a bassa voce, ma
non
abbastanza perchè lui non la senta.
«Ci
possono essere spiegazioni logiche per questo.» ribatte
James,
dubbioso.
«Che
cazzo dici? James, è... è palese! Come
può spiegare una cosa
simile?»
«Non
ne voglio parlare, Sirius.»
«Ci
ha sempre mentito!»
«Ha
sempre avuto buoni motivi per farlo!» alza la voce James.
«Tu
sei accecato dal... Cazzo, aveva anche detto che se fosse stato
necessario si sarebbe unito a Voldemort!»
«Non
l'ha detto, e comunque era il giorno della morte di sua madre, era
fuori di sé!»
«Se
non fosse così importante non te lo ricorderesti
così bene!»
insiste Sirius.
«Non
ne voglio parlare.» dichiara infine James, testardo.
«È
per tuo figlio che dovresti-»
«Sirius.»
La
voce di James ora è un freddo avvertimento.
Peter
si avvicina col vassoio e le tazzine di caffè, guardandoli
con aria
incuriosita.
«Tutto
bene?» domanda rivolto a Sirius, che lo fissa con rabbia.
«No,
tutto bene un cazzo.»
«Non
prendertela anche con Peter.» mormora James che ha lo sguardo
perso
avanti a sé.
Sirius
scatta in piedi spaventando a morte Peter, che teme si scagli contro
di lui, ma se ne va fortunatamente verso l'ingresso.
«Dove
stai andando?»
«A
fanculo!» risponde Sirius, furibondo, «Prima di
prenderti a pugni!»
«Che
merda...» commenta James quando è sparito.
Peter
lo guarda e non deve fingere per apparire dispiaciuto. Sente il cuore
pesante.
Purtroppo
però non ha più scelta.
«Ce
l'ha con me?» domanda a bassa voce, fingendosi preoccupato.
«No,
Petey.» risponde subito James, guardandolo con affetto che fa
male,
sfoderando poi il solito sorriso, una maschera che non regge a lungo
prima che lui si perda di nuovo nei suoi pensieri e lasciar libero
l'altro di respirare.
Sirius
infila la giacca, digrignando i denti e ravviandosi i capelli lunghi
con una mano.
«Sirius?»
lo chiama Lily, scendendo le scale e guardandolo con quegli occhi
penetranti che scorgono subito il suo malessere, «Cosa
c'è che non
va?»
Lui
non riesce a risponderle con veemenza come ha fatto con Peter, non se
lei ha quel viso spaventato e pallido.
«Sto
solo cercando di non uccidere James.»
«Avete
bisticciato?» domanda, scegliendo con cura il verbo
più infantile.
«Lily...»
comincia, poi chiude un momento gli occhi. Una mano di Lily si poggia
sul suo braccio, invitandolo a continuare, «Tu lo sai che
nell'Ordine c'è una spia, no?»
«Dumbledore
lo sospetta, sì.» risponde lei cautamente.
«Beh,
il cerchio si stringe visto che Benjy è morto e anche
Dorcas,
Edgar... Lily, io...»
«Remus?»
sussurra Lily, e Sirius trasale, «James sembra sempre
così strano e
Peter è triste e tu e Remus non parlate quasi
più... Sospetti di
lui?»
«È
Remus che si comporta in un modo che...» esita, «Lo
so che tu non
riesci a dubitare di lui. Tu e James siete fatti così, anzi,
tu sei
pure peggio, sempre pronta a vedere solo il lato migliore delle
persone, però qualcuno deve pensare alla realtà e
io sono il
padrino di Harry, quindi mi sporcherò le mani anche per voi
se
servirà a indicare il traditore. Io non mi sono dimenticato
che
Remus ha promesso di vendicare sua madre anche usando la magia nera
se necessario, e Voldemort è una grossa fonte di potere e
informazioni. Non mi sono dimenticato del fatto che Remus ha sempre
mentito nelle cose piccole come in quelle grandi, per un motivo o per
l'altro... Io non mi sono dimenticato di niente. Non vorrei
sospettare di lui... ma è per Harry. Lo capisci,
no?» azzarda,
senza essere sicuro di una sola parola.
Lily
pensa a Harry e annuisce piano. Qualunque
cosa per il suo bambino.
«Non
fidarti. Non confidarti con lui.»
«No.
Va bene, mi fido di te, Sirius. Mi fido del tuo giudizio. Anche se il
mio cuore mi impedisce di pensare che qualcuno vicino a noi possa
essere una spia. Mi fido anche di Remus ma non gli dirò
nulla, se ti
fa stare meglio.»
«Non
ne avevo dubbi.», Sirius fa un breve sorriso doloroso, e con
una
mano le solleva il mento, «Tu più di tutti
però sai che a volte
anche le persone che amiamo prendono le vie sbagliate. Ed è
meglio
essere cauti, signora Potter.»
Gli
occhi di Lily lo guardano e si riempiono di lacrime.
«Hai
ragione.» mormora, e sembra ancora più pallida.
Sirius l'abbraccia
brevemente, prima di spalancare la porta e andare alla propria moto.
Lily è sicura che correrà come il vento.
«Remus?»
James
resta a bocca aperta nel trovarselo davanti così, alle
undici di
notte, sulla porta di casa. Per un istante, uno solo, pensa che
Sirius potrebbe aver ragione e sia lì per ucciderli.
Scaccia
con rabbia quel pensiero facendosi da parte perchè entri.
Alle luci
dell'ingresso il suo aspetto malandato è dolorosamente
visibile,
come anche l'occhio nero.
«Ciao
James, scusa per l'ora...»
«Ma
piantala, Rem...» disse col consueto sorriso, «Che
succede?»
«Niente.»
si affretta a dire Remus. Nella sua mente si fa vivida l'immagine di
Sirius, che non accusa ma insinua, che per una volta non dice a
chiare lettere ciò che pensa e che per una volta riceve in
pieno
viso un pugno che potrebbe evitare. Si sono picchiati sapendo che
alla fine non ci sarebbe stata nessuna risata pacificatoria, forse
neanche più una parola, e Remus guarda James e si chiede se
anche
lui lo vede come Sirius: un licantropo pericoloso. «Volevo
solo...
salutarti ora che sono tornato. E dirti che non ci sarò al
compleanno di Harry.»
Il
sorriso di James si smorza: «Altra missione?»
«No,
non voglio vedere Sirius.» risponde bruscamente. Il sorriso
di James
sparisce del tutto.
«Remus...»
comincia, credendo di sapere a cosa si riferisca.
«No,
mi dispiace. Io e Sirius... lo sai benissimo che ci siamo allontanati
e oggi abbiamo... capito di aver preso strade totalmente diverse. E
finché non verrà illuminato da una luce divina e
capirà di essere
un imbecille non ho nessuna intenzione di parlare con lui. So che
stai già pensando a qualche strategia per farci chiarire, ma
non
farlo.»
«Sirius
nel profondo sa già di essere un imbecille.»
osserva James,
vagamente ilare nel tono di voce, «Solo che non lo
ammetterebbe mai,
non con te.»
Remus
non riesce a lasciarsi contagiare dalla sua allegria. Si chiede
ancora se James pensi che lui sia diventato un licantropo come gli
altri a furia di stare nei bassifondi, ma non può farci
nulla, non
può spiegare praticamente nulla a nessuno perché
c'è una spia
nell'Ordine e cominciare a farsi sfuggire del suo lavoro di spia
potrebbe portare a un passaparola pericoloso.
«Questo
è per Harry.» dice alla fine, porgendogli un
pacchetto, «So che è
a fine mese, ma non penso ci rivedremo presto.»
«Tu
puoi venire quando vuoi, Remus. Padfoot non ti
scoccerà.» il tono
di James ora è serio, e Remus scuote la testa, notando
appena che
lui non è stato chiamato per soprannome.
«Mi
darebbe fastidio anche solo vederlo al momento. Non siamo
più a
Hogwarts, ormai. Credo che tutto ciò che ci tenesse vicini
sia pian
piano sparito.»
Non
vogliono crederci, nessuno dei due. Remus non vuole neanche
immaginare che l'amico che è diventato persino un animagus
per lui
si sia allontanato, ma se davvero pensa una cosa così
terribile su
di lui non c'è altro da dire.
James
non può neanche credere che uno dei suoi amici possa
pensarla così,
e comincia a domandarsi se non abbia sopravvalutato il loro legame,
se non abbia visto le cose come voleva che fossero e non com'erano
davvero, col suo ottimismo cieco, come lo chiama Sirius, convinto che
tutto fosse perfetto solo perchè lo voleva.
Se
non è così allora davvero Remus potrebbe anche
essere una spia.
Ma
no, non Remus. Non il loro Moony, Sirius si sbaglia. Perchè
il
ragazzo che sta davanti a lui è lo stesso che gli ha sempre
offerto
il cioccolato nei momenti peggiori, quello che gli ha fatto copiare i
compiti, quello che gli ha salvato e a cui ha salvato la vita tante
volte, quello con cui è cresciuto.
«Per
me Hogwarts sarà per sempre.» gli dice piano,
«E tu qui sarai
sempre di casa.»
Cerca
di metterci tutto il sentimento che può e Remus lo coglie,
perchè
James può notare come i suoi lineamenti si distendano e
l'amico lo
omaggi di un sorriso grato.
«Grazie,
James.» mormora Remus.
Il
pianto di Harry li fa sobbalzare, e Lily esce precipitosamente dalla
camera da letto cercando James, fermandosi accanto alle scale.
«Remus,
sei tu?»
«È
lui! Io vado da Harry, Remus. Fatti vedere, mi raccomando. Non mi
metterò tra te e Sirius, ma prima o poi dovrete chiarire, e
pretendo
di avervi qui a qualche festa.»
«A
qualche festa?» ripete Remus sorpreso.
«Sì!
Che ne so, se non vieni al compleanno di Harry pretendo che siate qui
ad Halloween!»
«Tu
odi Halloween.»
«Non
se lo passo con la mia famiglia.» ribatte James con un
sorrisetto,
«E poi ogni occasione è buona per festeggiare, non
possiamo
lasciarci prendere dall'oscurità... Bisogna godersela
finché si
può, Moony!» e conclude dandogli un pugno sulla
spalla.
Le
ultime parole che James gli ha detto.
«Potter,
datti una mossa, Harry vuole te!» lo sgrida allegramente
Lily, che è
tornata con Harry tra le braccia e scende le scale.
«Ehi,
campione! Preferisci il tuo bellissimo papà, eh?»
Lily
ride e raggiunge Remus, senza sapere cosa pensare, sentendosi solo in
colpa per non aver preso le sue difese con Sirius. Davanti a lui non
può pensare altro che quello è il suo Remus.
«Ti
fermi a bere qualcosa?»
«A
quest'ora? No, Lily, ho già disturbato abbastanza. Volevo
solo
salutarvi.» risponde lui con gentilezza. Guarda con
apprensione il
pallore di Lily che ormai sta dando segni di cedimento dopo un anno
intero di tensione continua.
«Che
sciocchezze, non ci disturbi di certo! Harry è nel momento
migliore
della giornata, secondo lui... Ne avrà per ore.»
«Sono
molto stanco... Sono appena tornato da una missione...»
«E
hai un bel livido qui.» dice Lily, sfiorandogli uno zigomo.
Remus si
incupisce.
«Sì,
beh, ho avuto uno scambio di opinioni piuttosto acceso con un eccelso
membro dell'Ordine, motivo per cui non sarò al compleanno di
Harry,
ero venuto a dire questo.»
«Oh.»
mormora lei, sorpresa. Poi si rende conto che sta parlando
sicuramente di Sirius e lo guarda raggelata.
«Non
preoccuparti, sono solo le solite discussioni...» taglia
corto
Remus, «Però non penso sia conveniente averci
sotto lo stesso
tetto.»
«Capisco...»
mormora ancora Lily.
«È
meglio se mi dileguo ora, siamo rimasti in pochi e non possiamo
sapere quando ci sarà bisogno di me. Questa casa
è sicura?»
«Per
ora sì, anche se dovremo cercare un luogo migliore, non
sappiamo
ancora dove... Ormai cambiamo casa di continuo, ma Dumbledore
arriverà a una soluzione.» risponde vaga. Remus
annuisce, poi fa
per andare alla porta.
«Ti
voglio bene.» sussurra Lily istintiva.
Le
ultime parole che lei gli ha rivolto.
«Te
ne voglio anche io.» dice Remus, dolce, aprendo la porta dopo
averla
guardata per un secondo e chiudendosela poi alle spalle.
Lily
scoppia in silenziose lacrime, correndo di sopra. Ha bisogno di
James, ora, subito.
Lo
trova seduto sul letto con la testa tra le mani, mentre Harry beve
dal biberon: ha imparato a tenerlo da solo con grande orgoglio dei
genitori. E di Sirius, che ha affermato che James ancora non riesce a
mangiare senza essere imboccato neanche a ventun'anni.
«James?»
Gli
si siede accanto e lui non alza la testa.
«Cosa
diavolo succede ai miei amici?» lo sente dire, chiaramente in
lacrime, «Sembra che niente sia più vero di tutto
quello che... ho
sempre creduto.»
«So
cosa vuol dire.» dice lei, baciandogli dolcemente la nuca. Si
è
anche dimenticata di star male ora che James da consolare. È
una
cosa estremamente rara e delicata e vuole essere tutta per lui.
«Non
posso pensare che uno di loro sia una spia. Preferisco... pensare che
lo sia Moody.»
«Io
sono sicura che nessuno dei Malandrini lo sia. Però credo
che Sirius
abbia ragione a voler essere il più cauto possibile. Noi non
siamo
obbiettivi, dobbiamo affidarci a lui.»
«Lo
sai che affiderei tutto a lui... Beh, in effetti lo sto già
facendo.»
«Finirà.
Presto questa guerra finirà e potremo ricostruire le nostre
vite da
capo, correggere tutti questi sbagli... Troveremo il modo e Voldemort
cadrà. Lo hai sempre detto anche tu.»
«Sì.»
concede James, sollevando la testa. Ha gli occhi arrossati ma non
c'è
più alcun segno di lacrime.
«E
ci siamo io e Harry con te. Con un piccoletto come lui gli altri non
potranno resistere e si riuniranno di nuovo come una volta.»
A
lui sfugge un sorriso sincero, e poi la bacia come ringraziamento.
«Non
sai quanto ti amo.» le dice, ancora sorridendo.
«Sembra
strano ma penso... di ricambiare.» cinguetta lei, e scoppiano
a
ridere entrambi al ricordo dei vecchi battibecchi. Poi Lily lo
abbraccia e James chiude gli occhi, un po' più speranzoso.
Harry
risolverà tutto, non importa che non abbia ancora neanche un
anno.
Lily
mette giù il gatto, insicura.
«L'Incanto
Fidelius... su questa casa, quindi?»
«Sì,
Lily.» conferma Dumbledore, «Penso sia l'idea
migliore. Nessuno
sospetta che voi viviate qui, inoltre ci si aspetta che ve ne andiate
molto più lontano...»
«Sirius.»
lo interrompe James di getto, «Lui sarà il Custode
Segreto.»
Dumbledore
non sembra totalmente convinto ma Lily annuisce, prendendo la mano
del marito.
«Potrei
anche essere io il Custode.» suggerisce l'anziano mago.
«Senza
offesa, ma Sirius è...» James cerca le parole ma
poi tace.
Dumbledore tanto sa perfettamente cosa Sirius sia per lui.
«Va
bene, come preferite. Ma state attenti, non dovete dimenticare che...
qualcuno vicino a voi potrebbe essere la spia. L'Incanto Fidelius
impedirà anche a voi di rivelare la vostra posizione
perchè il
segreto giacerà nel custode, potrete vedere soltanto coloro
a cui
lui riferirà la vostra posizione, perciò se
qualcuno dovrà parlare
con voi lo farà attraverso lui. O me, una volta che il
custode mi
avrà riferito il vostro nascondiglio, quando
verrò a trovarvi.»
«Perfetto.»
dice James.
«E
comunque poi anche Sirius si nasconderà, ne aveva tutte le
intenzioni ed è l'unica persona a cui avremmo voluto
dirlo.»
aggiunge Lily.
«Peter...»
comincia Sirius, a disagio.
«Sì?»
«Tu
ti fidi di tutti nell'Ordine?»
Peter
spalanca la bocca, inorridito: «È
per Remus, vero? Per questo litigavi con James! Lo sapevo, lo sapevo!
Non volevo vedere quello che avevo davanti agli occhi...»
Sirius
lo guarda così inespressivo da far paura: «Pensi
anche tu che lui
sia la spia?»
«Credo
di averlo sempre pensato.» sussurra lui in risposta,
«Ma me ne sono
reso conto soltanto in questo momento per davvero. Remus è
la
persona per cui abbiamo fatto di più e lui c'era sempre...
ma poi ha
cominciato a sparire e io... io non lo so, James non sospetterebbe
mai di Remus, mi sentivo così in colpa, non volevo farlo...
Però se
tu lo pensi... Tu sei quello che capisce più di tutti in
queste
cose, sei quello più onesto, è per questo che hai
tanti nemici, no?
Non hai paura di vedere come stanno le cose, specie se uno di noi
è
in pericolo, e se tu pensi che lo sia...»
Sirius
si copre il viso con le mani.
«Non
è colpa tua, Sirius.» dichiara Peter,
«Magari ci sbagliamo. Non ci
giocherei la vita di Harry sopra, ma magari... E anche se fosse non
è
colpa tua, tu stai difendendo tutti sospettandolo, e se avessi
ragione... dobbiamo stringerci tra noi e salvarci la pelle a vicenda.
È giusto così. Pensare al tuo
figlioccio.»
«È
giusto? E perchè mi sento così
mostruoso?» mormora Sirius con voce
spezzata.
«Perché
sei come James, sei l'eroe.» dice piano lui, «Devi
essere forte. Se
non ci fossi tu non so come avrei fatto, ora. Se non ci fossi tu
James non si renderebbe conto che Remus può essere un
pericolo per
tutti, chissà per quale motivo. È una fortuna che
tu abbia capito
subito e lo abbia accettato. Ti fa male ma lo stai facendo per James
e per il tuo figlioccio e per Lily. Non ne vale la pena?»
«Oh,
ci puoi giurare.» sbotta Sirius, tirando su col naso e
passando le
mani sul viso prima di tirarle via, «Certo che ne vale la
pena.
Grazie, Peter, sei... lo sai.»
«Certo
che sì.»
James
e Lily guardano Sirius allibiti. Harry allunga una mano verso di lui,
gioioso.
«Ma
Sirius... Abbiamo detto a Dumbledore che saresti stato tu...»
accenna James incredulo.
«Appunto!
Tutti darebbero per scontato che sia io il Custode Segreto, quindi lo
farà Peter. Nessuno lo calcolerà... Voglio dire,
nessuno delle
schiere di Voldemort, ecco. E se mai catturassero me io non
confesserei mai, ovvio, ma in questo modo non me lo potrebbero tirare
di bocca neanche con qualche incantesimo e cose così
perché non
sarei io il Custode e non potrei rivelarlo neanche volendo... Dai,
è
un idea geniale! E Peter sarà perfetto!» insiste,
euforico.
I
due si scambiano uno sguardo perplesso.
«Il
fatto che sia una tua idea mi preoccupa.» commenta Lily.
Sirius
la guarda storto.
«Però
non è male.» ammette James, «Dovremo
tenerlo nascosto a tutti...»
«Anche
a Dumbledore. Anche a Remus.» specifica, chiaramente mirando
alla
seconda persona citata.
James
sbuffa, contrariato. Lily si morde le labbra. Infine entrambi
guardano in salotto, dove Peter gioca con Pluffa.
«Va
bene.» dice Lily per prima.
«Davvero?»
domandano sorpresi James e Sirius.
A
Lily sembra di essere tornata a scuola.
«Davvero.
Se sta bene a James.»
James
le mette un braccio intorno alle spalle e annuisce.
«Bene.»
conclude Sirius soddisfatto, prendendo in braccio Harry.
«Il
regalo di Remus!» trilla Lily allegramente, mostrando a James
un
pigiamino azzurro, «E di Peter!» aggiunge con una
scatola di giochi
per piccoli maghi.
«Il
regalo di Sirius...» ghigna James, alzando un braccio con una
mini-scopa giocattolo. Lily tira un lungo sospiro. «E dai,
vedrai
quanto si divertirà!»
«Vedrò
quanto i mobili si divertiranno... E anche Pluffa.» aggiunge,
guardando con pietà il povero gatto che ha appena fatto il
suo
maestoso ingresso.
«Sta
arrivando Bathilda...» annuncia James, guardando fuori dalla
finestra.
«Chi?»
domanda Lily stupita.
«L'amica
di Dumbledore, ricordi? Vive qui vicino.» dice lui.
«Ah,
sì.» concorda lei con apprensione.
«Tranquilla,
se è amica di Dumbledore... Vorrà prendere al
massimo un tè.»
James
si aggira per casa come un'anima in pena senza il suo amato mantello
dell'invisibilità. Lily dà la sua lettera al gufo
dopo averlo
disilluso.
«A
chi la mandi?»
«Sirius.
Mi sono resa conto di non averlo neppure ringraziato per il regalo di
compleanno a Harry... Tra le sue missioni e poi l'Incanto da
preparare... Credi che possa mandarne una anche a Remus?»
James
si fa dubbioso.
«Chiediamolo
a Dumbledore la prossima volta che viene a trovarci, tanto
dovrà
riportarmi il mantello presto.»
Harry
gattona verso di lui da sopra il divano e James lo afferra facendolo
volare per aria.
«Dopodomani
è Halloween. Se Dumbledore mi riporta il mantello per
allora...»
comincia.
«No.
Se pensi che potrai uscire con Harry sotto il mantello sei fuori di
testa!» tuona Lily.
«Ti
amo!» risponde lui sorridendo e battendo le ciglia, cercando
di non
badare al groppo che ha in gola al pensiero di dover ancora restare
chiuso in casa, persino in un giorno di festa. Basterebbe un'ora
soltanto, ad Halloween, per prendere una boccata d'aria col mantello,
e poi tornerebbe da lei, se lei non vuol venire.
«Va'
al diavolo.» borbotta Lily. È strano imitare i
vecchi battibecchi
come se tutto fosse normale e pochi giorni prima non sia stata
sterminata l'intera famiglia McKinnon: i genitori di Marlene, il suo
fratello maggiore Andrew, Jerard e sua moglie, la loro sorellina Janice e naturalmente Marlene.
«Ah...
Dolce quotidianità...» scherza James.
«Ma
quanto gli piacciono?» ridacchia James, facendo uscire un
ultimo
sbuffo colorato dalla bacchetta mentre Harry tenta di afferrarli.
«Ora
della nanna.» dice Lily, «Portiamo il nostro futuro
campione del
Quidditch a dormire.»
James
le mette Harry tra le braccia, si butta a sedere sul divano gettando
la bacchetta accanto a sé e stiracchiandosi. È
strano ma si sente
più stanco ora che non può neanche uscire di casa
che non quando ne
combinava una delle sue coi Malandrini.
Già,
i Malandrini...
Chissà se Sirius è nascosto o infrange come
sempre le regole per
scorrazzare con la moto. Ci scommetterebbe che lo sta facendo. Peter
è sicuramente chiuso in casa, invece. E Remus...
Il
rumore della porta d'ingresso che si apre lo pietrifica per un
secondo sul posto. Lily è con lui, quindi potrebbe essere
Dumbledore, ma lui si annuncia sempre e qualcosa non va. In quella
frazione di secondo anche Lily ha cercato il suo sguardo, prendendo
di nuovo in braccio Harry come riflesso automatico, e incorniciata
dalla porta sembra in qualche modo più indifesa che mai.
James
scatta in piedi e corre avanti e poi lo vede, la figura ammantata di
nero sulla soglia di casa, e si sente morire.
L'Incanto
Fidelius?
Peter.
Peter.
Povero
Peter, torturato fino a farlo confessare, cosa ne sarà stato
di lui?
«Lily,
prendi Harry e corri! È lui! Vai! Scappa! Io lo
trattengo...» sta
urlando prima di accorgersene.
Si
rende conto di non avere la bacchetta solo in quel momento, ma non
importa. È pronto ad assalirlo anche come un babbano se
questo può
dare tempo alla donna che ama di fuggire col loro bambino.
Voldemort
ride, ride di lui, e l'angoscia gli ferma il cuore, un attimo prima
che la maledizione lo colpisca.
È
verde come sono verdi gli occhi di Harry e Lily, come l'erba del
giardino di Hogwarts dove per tanto tempo è stato con i suoi
amici,
come tutto ciò che ama. È quasi dolce che sia
quel colore a far
calare il sipario.
Lily
grida di dolore e paura, maledicendo Peter con tutta se stessa. Aveva
notato che sembrava giù, l'aveva persino scritto a Sirius
nella sua
ultima lettera, ma non l'aveva detto a James perché era
già fin
troppo insofferente.
Remus,
sapevo di dover credere in te.
Pensa
e corre su per le scale.
Povero,
povero Sirius, si darà la colpa per sempre...
Si
chiude la porta alle spalle.
Non
ho mai perdonato Severus, non ho mai detto ad Alice quanto la amo,
non ho mai detto a Frank quanto è importante per me...
Sirius,
se riesco a salvare in qualche modo il mio bambino, devi occupartene
tu!
Cerca
di barricarsi dentro ma sa benissimo quanto questo sia inutile.
Corre
di nuovo da Harry che aveva poggiato nella sua culla per avere le
mani libere e lo solleva, baciandolo sulla fronte; un istante dopo
lui
apre di nuovo la porta, scagliando via con facilità sedie e
scatole
che aveva accatastato nel vano e sciocco tentativo di prendere tempo.
Lily
mette di nuovo giù Harry, le sembra di ucciderlo soltanto
poggiandolo nella culla perché sa che non lo
sfiorerà mai più, si
volta mettendosi tra lui e il bambino e spalanca le braccia come se
potesse proteggerlo.
Ora
non resta che supplicare.
James,
Harry, vi amo.
«No!
Harry no, ti prego!»
Depressione,
mi rendo conto.
Ora
sapete come nel mio
immaginario Peter abbia aiutato Sirius a sospettare di Remus.
Ovviamente consigliato da Malfoy, uno dei pochi che sapevano che lui
fosse la spia. Snape, chiaramente, non lo sapeva.
Credo
che Malfoy e Bellatrix
invece lo sapessero eccome, e forse ne parlerò.
Scusate
il ritardo e scusate se
non rispondo alle recensioni, ma sono fuori casa e dovrei farvi
aspettare ancora, e sinceramente sono curiosa di sapere cosa ne
pensate!
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