Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: eleanor89    23/09/2010    16 recensioni
Questa storia racconta dei Malandrini e di tutte le persone venute a contatto con loro a Hogwarts e negli anni successivi; tanti pezzi di vita che possono avere un significato importante nelle loro esistenze o essere episodi di normale quotidianità.
Avanti e indietro nel tempo, momenti di gioia e di dolore: ecco a voi una lunatica e pessimista Lily Evans, Un Frank Longbottom calmo e che non si lascia influenzare dai suoi pazzi amici, una Alice sportiva e dura, una Mary McDonald civettuola e allegra, e naturalmente Severus Snape, Regulus Black, i Lovegood, tutto l'Ordine della Fenice, compresi i magnifici Prewett, la spaventosa Dorcas, e tanti altri ancora.
Ultimo capitolo: Come Alice soprannominò James "Capitano": "James individua Alice da sola il giorno dopo Natale e pensa che avrebbe preferito non aver stampato sulla fronte il segno di una delle pantofole pelose di Remus, che Sirius gli ha lanciato quando ha ripreso a cantare. Le pantofole sono state trasfigurate da lui – ed è abbastanza sicuro che Remus le preferisca così – ed è ingiusto che siano state usate per tentare di stroncare la sua futura carriera."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie '70's students.' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sospetti [luglio-agosto-settembre-ottobre '81]



Sa benissimo cosa dire, sa anche che tono usare, perchè Malfoy è stato molto chiaro.
Alle sue spalle Sirius e James parlano di qualcosa, forse il prossimo nascondiglio, e lui dà loro le spalle con la scusa di preparare il caffè.
«Sirius, quanto zucchero hai detto? Tre?» ripete per la quarta volta.
«Due! Peter sei sveglio?» sbotta Sirius, con la solita delicatezza, e James ride. Peter cerca di concentrarsi sul tono antipatico dell'altro, perchè la risata di James lo ferisce.
«Scusa, sono ancora un po' addormentato...»
«Si è visto!»
«Ehi! Non sono neanche l'unico, sai?» emette una breve risatina, «Anche Remus sta perdendo colpi!»
«Remus?» la voce di Sirius è attenta ora, «Quando l'hai visto?»
«Oh, è tornato stamattina, Dumbledore mi ha detto che sarebbe stato a casa all'alba... anche se è stato un po' strano, sapete?»
C'è una breve esitazione che Peter può riconoscere perfettamente, poi la voce di Sirius domanda lentamente: «Come sarebbe... strano?»
«Beh, io ho suonato a casa sua presto per fare colazione assieme ma non c'era. Dato che volevo rivederlo, dopo tanto, ho riprovato più tardi e alla fine ha aperto, sembrava appena rientrato... e poi è stato buffo, perchè quando gli ho chiesto dove fosse mi ha risposto che aveva visto Edgar ed era stato trattenuto. Però quando sono andato a fare colazione da solo l'ho visto io Edgar e Edgar non vedeva Remus da secoli!» è vero, ha incontrato Edgar e l'ha convinto a fare colazione con lui chiedendogli di Remus, e invece Remus non è mai uscito di casa, è andato direttamente a letto appena rientrato e ha aperto subito quando lui ha bussato, ma è la parola di Peter contro la sua, e nella remota possibilità che Sirius decida di chiedere spiegazioni direttamente all'altro prima di saltare a conclusioni, Malfoy gli ha suggerito di aggiungere: «Quando l'ho detto a Remus lui è diventato tutto nervoso e ha detto che si era sicuramente confuso, che voleva dire che è rimasto a dormire tutta la mattina... Ma dico io, come fa a confondersi su quello che ha fatto un'ora prima? Persino il nostro Moony alla fine è andato!»
Ecco, ora è perfetto. Non ha bisogno di guardare in faccia Sirius dopo mesi in cui ha fatto notare con innocenza tutte le mancanze di Remus, conosce già la sua espressione.
«Che cosa ti avevo detto?» ringhia infatti Sirius a bassa voce, ma non abbastanza perchè lui non la senta.
«Ci possono essere spiegazioni logiche per questo.» ribatte James, dubbioso.
«Che cazzo dici? James, è... è palese! Come può spiegare una cosa simile?»
«Non ne voglio parlare, Sirius.»
«Ci ha sempre mentito!»
«Ha sempre avuto buoni motivi per farlo!» alza la voce James.
«Tu sei accecato dal... Cazzo, aveva anche detto che se fosse stato necessario si sarebbe unito a Voldemort!»
«Non l'ha detto, e comunque era il giorno della morte di sua madre, era fuori di sé!»
«Se non fosse così importante non te lo ricorderesti così bene!» insiste Sirius.
«Non ne voglio parlare.» dichiara infine James, testardo.
«È per tuo figlio che dovresti-»
«Sirius.»
La voce di James ora è un freddo avvertimento.
Peter si avvicina col vassoio e le tazzine di caffè, guardandoli con aria incuriosita.
«Tutto bene?» domanda rivolto a Sirius, che lo fissa con rabbia.
«No, tutto bene un cazzo.»
«Non prendertela anche con Peter.» mormora James che ha lo sguardo perso avanti a sé.
Sirius scatta in piedi spaventando a morte Peter, che teme si scagli contro di lui, ma se ne va fortunatamente verso l'ingresso.
«Dove stai andando?»
«A fanculo!» risponde Sirius, furibondo, «Prima di prenderti a pugni!»
«Che merda...» commenta James quando è sparito.
Peter lo guarda e non deve fingere per apparire dispiaciuto. Sente il cuore pesante.
Purtroppo però non ha più scelta.
«Ce l'ha con me?» domanda a bassa voce, fingendosi preoccupato.
«No, Petey.» risponde subito James, guardandolo con affetto che fa male, sfoderando poi il solito sorriso, una maschera che non regge a lungo prima che lui si perda di nuovo nei suoi pensieri e lasciar libero l'altro di respirare.

Sirius infila la giacca, digrignando i denti e ravviandosi i capelli lunghi con una mano.
«Sirius?» lo chiama Lily, scendendo le scale e guardandolo con quegli occhi penetranti che scorgono subito il suo malessere, «Cosa c'è che non va?»
Lui non riesce a risponderle con veemenza come ha fatto con Peter, non se lei ha quel viso spaventato e pallido.
«Sto solo cercando di non uccidere James.»
«Avete bisticciato?» domanda, scegliendo con cura il verbo più infantile.
«Lily...» comincia, poi chiude un momento gli occhi. Una mano di Lily si poggia sul suo braccio, invitandolo a continuare, «Tu lo sai che nell'Ordine c'è una spia, no?»
«Dumbledore lo sospetta, sì.» risponde lei cautamente.
«Beh, il cerchio si stringe visto che Benjy è morto e anche Dorcas, Edgar... Lily, io...»
«Remus?» sussurra Lily, e Sirius trasale, «James sembra sempre così strano e Peter è triste e tu e Remus non parlate quasi più... Sospetti di lui?»
«È Remus che si comporta in un modo che...» esita, «Lo so che tu non riesci a dubitare di lui. Tu e James siete fatti così, anzi, tu sei pure peggio, sempre pronta a vedere solo il lato migliore delle persone, però qualcuno deve pensare alla realtà e io sono il padrino di Harry, quindi mi sporcherò le mani anche per voi se servirà a indicare il traditore. Io non mi sono dimenticato che Remus ha promesso di vendicare sua madre anche usando la magia nera se necessario, e Voldemort è una grossa fonte di potere e informazioni. Non mi sono dimenticato del fatto che Remus ha sempre mentito nelle cose piccole come in quelle grandi, per un motivo o per l'altro... Io non mi sono dimenticato di niente. Non vorrei sospettare di lui... ma è per Harry. Lo capisci, no?» azzarda, senza essere sicuro di una sola parola.
Lily pensa a Harry e annuisce piano. Qualunque cosa per il suo bambino.
«Non fidarti. Non confidarti con lui.»
«No. Va bene, mi fido di te, Sirius. Mi fido del tuo giudizio. Anche se il mio cuore mi impedisce di pensare che qualcuno vicino a noi possa essere una spia. Mi fido anche di Remus ma non gli dirò nulla, se ti fa stare meglio.»
«Non ne avevo dubbi.», Sirius fa un breve sorriso doloroso, e con una mano le solleva il mento, «Tu più di tutti però sai che a volte anche le persone che amiamo prendono le vie sbagliate. Ed è meglio essere cauti, signora Potter.»
Gli occhi di Lily lo guardano e si riempiono di lacrime.
«Hai ragione.» mormora, e sembra ancora più pallida. Sirius l'abbraccia brevemente, prima di spalancare la porta e andare alla propria moto. Lily è sicura che correrà come il vento.

«Remus?»
James resta a bocca aperta nel trovarselo davanti così, alle undici di notte, sulla porta di casa. Per un istante, uno solo, pensa che Sirius potrebbe aver ragione e sia lì per ucciderli.
Scaccia con rabbia quel pensiero facendosi da parte perchè entri. Alle luci dell'ingresso il suo aspetto malandato è dolorosamente visibile, come anche l'occhio nero.
«Ciao James, scusa per l'ora...»
«Ma piantala, Rem...» disse col consueto sorriso, «Che succede?»
«Niente.» si affretta a dire Remus. Nella sua mente si fa vivida l'immagine di Sirius, che non accusa ma insinua, che per una volta non dice a chiare lettere ciò che pensa e che per una volta riceve in pieno viso un pugno che potrebbe evitare. Si sono picchiati sapendo che alla fine non ci sarebbe stata nessuna risata pacificatoria, forse neanche più una parola, e Remus guarda James e si chiede se anche lui lo vede come Sirius: un licantropo pericoloso. «Volevo solo... salutarti ora che sono tornato. E dirti che non ci sarò al compleanno di Harry.»
Il sorriso di James si smorza: «Altra missione?»
«No, non voglio vedere Sirius.» risponde bruscamente. Il sorriso di James sparisce del tutto.
«Remus...» comincia, credendo di sapere a cosa si riferisca.
«No, mi dispiace. Io e Sirius... lo sai benissimo che ci siamo allontanati e oggi abbiamo... capito di aver preso strade totalmente diverse. E finché non verrà illuminato da una luce divina e capirà di essere un imbecille non ho nessuna intenzione di parlare con lui. So che stai già pensando a qualche strategia per farci chiarire, ma non farlo.»
«Sirius nel profondo sa già di essere un imbecille.» osserva James, vagamente ilare nel tono di voce, «Solo che non lo ammetterebbe mai, non con te.»
Remus non riesce a lasciarsi contagiare dalla sua allegria. Si chiede ancora se James pensi che lui sia diventato un licantropo come gli altri a furia di stare nei bassifondi, ma non può farci nulla, non può spiegare praticamente nulla a nessuno perché c'è una spia nell'Ordine e cominciare a farsi sfuggire del suo lavoro di spia potrebbe portare a un passaparola pericoloso.
«Questo è per Harry.» dice alla fine, porgendogli un pacchetto, «So che è a fine mese, ma non penso ci rivedremo presto.»
«Tu puoi venire quando vuoi, Remus. Padfoot non ti scoccerà.» il tono di James ora è serio, e Remus scuote la testa, notando appena che lui non è stato chiamato per soprannome.
«Mi darebbe fastidio anche solo vederlo al momento. Non siamo più a Hogwarts, ormai. Credo che tutto ciò che ci tenesse vicini sia pian piano sparito.»
Non vogliono crederci, nessuno dei due. Remus non vuole neanche immaginare che l'amico che è diventato persino un animagus per lui si sia allontanato, ma se davvero pensa una cosa così terribile su di lui non c'è altro da dire.
James non può neanche credere che uno dei suoi amici possa pensarla così, e comincia a domandarsi se non abbia sopravvalutato il loro legame, se non abbia visto le cose come voleva che fossero e non com'erano davvero, col suo ottimismo cieco, come lo chiama Sirius, convinto che tutto fosse perfetto solo perchè lo voleva.
Se non è così allora davvero Remus potrebbe anche essere una spia.
Ma no, non Remus. Non il loro Moony, Sirius si sbaglia. Perchè il ragazzo che sta davanti a lui è lo stesso che gli ha sempre offerto il cioccolato nei momenti peggiori, quello che gli ha fatto copiare i compiti, quello che gli ha salvato e a cui ha salvato la vita tante volte, quello con cui è cresciuto.
«Per me Hogwarts sarà per sempre.» gli dice piano, «E tu qui sarai sempre di casa.»
Cerca di metterci tutto il sentimento che può e Remus lo coglie, perchè James può notare come i suoi lineamenti si distendano e l'amico lo omaggi di un sorriso grato.
«Grazie, James.» mormora Remus.
Il pianto di Harry li fa sobbalzare, e Lily esce precipitosamente dalla camera da letto cercando James, fermandosi accanto alle scale.
«Remus, sei tu?»
«È lui! Io vado da Harry, Remus. Fatti vedere, mi raccomando. Non mi metterò tra te e Sirius, ma prima o poi dovrete chiarire, e pretendo di avervi qui a qualche festa.»
«A qualche festa?» ripete Remus sorpreso.
«Sì! Che ne so, se non vieni al compleanno di Harry pretendo che siate qui ad Halloween!»
«Tu odi Halloween.»
«Non se lo passo con la mia famiglia.» ribatte James con un sorrisetto, «E poi ogni occasione è buona per festeggiare, non possiamo lasciarci prendere dall'oscurità... Bisogna godersela finché si può, Moony!» e conclude dandogli un pugno sulla spalla.
Le ultime parole che James gli ha detto.
«Potter, datti una mossa, Harry vuole te!» lo sgrida allegramente Lily, che è tornata con Harry tra le braccia e scende le scale.
«Ehi, campione! Preferisci il tuo bellissimo papà, eh?»
Lily ride e raggiunge Remus, senza sapere cosa pensare, sentendosi solo in colpa per non aver preso le sue difese con Sirius. Davanti a lui non può pensare altro che quello è il suo Remus.
«Ti fermi a bere qualcosa?»
«A quest'ora? No, Lily, ho già disturbato abbastanza. Volevo solo salutarvi.» risponde lui con gentilezza. Guarda con apprensione il pallore di Lily che ormai sta dando segni di cedimento dopo un anno intero di tensione continua.
«Che sciocchezze, non ci disturbi di certo! Harry è nel momento migliore della giornata, secondo lui... Ne avrà per ore.»
«Sono molto stanco... Sono appena tornato da una missione...»
«E hai un bel livido qui.» dice Lily, sfiorandogli uno zigomo. Remus si incupisce.
«Sì, beh, ho avuto uno scambio di opinioni piuttosto acceso con un eccelso membro dell'Ordine, motivo per cui non sarò al compleanno di Harry, ero venuto a dire questo.»
«Oh.» mormora lei, sorpresa. Poi si rende conto che sta parlando sicuramente di Sirius e lo guarda raggelata.
«Non preoccuparti, sono solo le solite discussioni...» taglia corto Remus, «Però non penso sia conveniente averci sotto lo stesso tetto.»
«Capisco...» mormora ancora Lily.
«È meglio se mi dileguo ora, siamo rimasti in pochi e non possiamo sapere quando ci sarà bisogno di me. Questa casa è sicura?»
«Per ora sì, anche se dovremo cercare un luogo migliore, non sappiamo ancora dove... Ormai cambiamo casa di continuo, ma Dumbledore arriverà a una soluzione.» risponde vaga. Remus annuisce, poi fa per andare alla porta.
«Ti voglio bene.» sussurra Lily istintiva.
Le ultime parole che lei gli ha rivolto.
«Te ne voglio anche io.» dice Remus, dolce, aprendo la porta dopo averla guardata per un secondo e chiudendosela poi alle spalle.
Lily scoppia in silenziose lacrime, correndo di sopra. Ha bisogno di James, ora, subito.
Lo trova seduto sul letto con la testa tra le mani, mentre Harry beve dal biberon: ha imparato a tenerlo da solo con grande orgoglio dei genitori. E di Sirius, che ha affermato che James ancora non riesce a mangiare senza essere imboccato neanche a ventun'anni.
«James?»
Gli si siede accanto e lui non alza la testa.
«Cosa diavolo succede ai miei amici?» lo sente dire, chiaramente in lacrime, «Sembra che niente sia più vero di tutto quello che... ho sempre creduto.»
«So cosa vuol dire.» dice lei, baciandogli dolcemente la nuca. Si è anche dimenticata di star male ora che James da consolare. È una cosa estremamente rara e delicata e vuole essere tutta per lui.
«Non posso pensare che uno di loro sia una spia. Preferisco... pensare che lo sia Moody.»
«Io sono sicura che nessuno dei Malandrini lo sia. Però credo che Sirius abbia ragione a voler essere il più cauto possibile. Noi non siamo obbiettivi, dobbiamo affidarci a lui.»
«Lo sai che affiderei tutto a lui... Beh, in effetti lo sto già facendo.»
«Finirà. Presto questa guerra finirà e potremo ricostruire le nostre vite da capo, correggere tutti questi sbagli... Troveremo il modo e Voldemort cadrà. Lo hai sempre detto anche tu.»
«Sì.» concede James, sollevando la testa. Ha gli occhi arrossati ma non c'è più alcun segno di lacrime.
«E ci siamo io e Harry con te. Con un piccoletto come lui gli altri non potranno resistere e si riuniranno di nuovo come una volta.»
A lui sfugge un sorriso sincero, e poi la bacia come ringraziamento.
«Non sai quanto ti amo.» le dice, ancora sorridendo.
«Sembra strano ma penso... di ricambiare.» cinguetta lei, e scoppiano a ridere entrambi al ricordo dei vecchi battibecchi. Poi Lily lo abbraccia e James chiude gli occhi, un po' più speranzoso.
Harry risolverà tutto, non importa che non abbia ancora neanche un anno.

Lily mette giù il gatto, insicura.
«L'Incanto Fidelius... su questa casa, quindi?»
«Sì, Lily.» conferma Dumbledore, «Penso sia l'idea migliore. Nessuno sospetta che voi viviate qui, inoltre ci si aspetta che ve ne andiate molto più lontano...»
«Sirius.» lo interrompe James di getto, «Lui sarà il Custode Segreto.»
Dumbledore non sembra totalmente convinto ma Lily annuisce, prendendo la mano del marito.
«Potrei anche essere io il Custode.» suggerisce l'anziano mago.
«Senza offesa, ma Sirius è...» James cerca le parole ma poi tace. Dumbledore tanto sa perfettamente cosa Sirius sia per lui.
«Va bene, come preferite. Ma state attenti, non dovete dimenticare che... qualcuno vicino a voi potrebbe essere la spia. L'Incanto Fidelius impedirà anche a voi di rivelare la vostra posizione perchè il segreto giacerà nel custode, potrete vedere soltanto coloro a cui lui riferirà la vostra posizione, perciò se qualcuno dovrà parlare con voi lo farà attraverso lui. O me, una volta che il custode mi avrà riferito il vostro nascondiglio, quando verrò a trovarvi.»
«Perfetto.» dice James.
«E comunque poi anche Sirius si nasconderà, ne aveva tutte le intenzioni ed è l'unica persona a cui avremmo voluto dirlo.» aggiunge Lily.

«Peter...» comincia Sirius, a disagio.
«Sì?»
«Tu ti fidi di tutti nell'Ordine?»
Peter spalanca la bocca, inorridito: «È per Remus, vero? Per questo litigavi con James! Lo sapevo, lo sapevo! Non volevo vedere quello che avevo davanti agli occhi...»
Sirius lo guarda così inespressivo da far paura: «Pensi anche tu che lui sia la spia?»
«Credo di averlo sempre pensato.» sussurra lui in risposta, «Ma me ne sono reso conto soltanto in questo momento per davvero. Remus è la persona per cui abbiamo fatto di più e lui c'era sempre... ma poi ha cominciato a sparire e io... io non lo so, James non sospetterebbe mai di Remus, mi sentivo così in colpa, non volevo farlo... Però se tu lo pensi... Tu sei quello che capisce più di tutti in queste cose, sei quello più onesto, è per questo che hai tanti nemici, no? Non hai paura di vedere come stanno le cose, specie se uno di noi è in pericolo, e se tu pensi che lo sia...»
Sirius si copre il viso con le mani.
«Non è colpa tua, Sirius.» dichiara Peter, «Magari ci sbagliamo. Non ci giocherei la vita di Harry sopra, ma magari... E anche se fosse non è colpa tua, tu stai difendendo tutti sospettandolo, e se avessi ragione... dobbiamo stringerci tra noi e salvarci la pelle a vicenda. È giusto così. Pensare al tuo figlioccio.»
«È giusto? E perchè mi sento così mostruoso?» mormora Sirius con voce spezzata.
«Perché sei come James, sei l'eroe.» dice piano lui, «Devi essere forte. Se non ci fossi tu non so come avrei fatto, ora. Se non ci fossi tu James non si renderebbe conto che Remus può essere un pericolo per tutti, chissà per quale motivo. È una fortuna che tu abbia capito subito e lo abbia accettato. Ti fa male ma lo stai facendo per James e per il tuo figlioccio e per Lily. Non ne vale la pena?»
«Oh, ci puoi giurare.» sbotta Sirius, tirando su col naso e passando le mani sul viso prima di tirarle via, «Certo che ne vale la pena. Grazie, Peter, sei... lo sai.»
«Certo che sì.»

James e Lily guardano Sirius allibiti. Harry allunga una mano verso di lui, gioioso.
«Ma Sirius... Abbiamo detto a Dumbledore che saresti stato tu...» accenna James incredulo.
«Appunto! Tutti darebbero per scontato che sia io il Custode Segreto, quindi lo farà Peter. Nessuno lo calcolerà... Voglio dire, nessuno delle schiere di Voldemort, ecco. E se mai catturassero me io non confesserei mai, ovvio, ma in questo modo non me lo potrebbero tirare di bocca neanche con qualche incantesimo e cose così perché non sarei io il Custode e non potrei rivelarlo neanche volendo... Dai, è un idea geniale! E Peter sarà perfetto!» insiste, euforico.
I due si scambiano uno sguardo perplesso.
«Il fatto che sia una tua idea mi preoccupa.» commenta Lily.
Sirius la guarda storto.
«Però non è male.» ammette James, «Dovremo tenerlo nascosto a tutti...»
«Anche a Dumbledore. Anche a Remus.» specifica, chiaramente mirando alla seconda persona citata.
James sbuffa, contrariato. Lily si morde le labbra. Infine entrambi guardano in salotto, dove Peter gioca con Pluffa.
«Va bene.» dice Lily per prima.
«Davvero?» domandano sorpresi James e Sirius.
A Lily sembra di essere tornata a scuola.
«Davvero. Se sta bene a James.»
James le mette un braccio intorno alle spalle e annuisce.
«Bene.» conclude Sirius soddisfatto, prendendo in braccio Harry.

«Il regalo di Remus!» trilla Lily allegramente, mostrando a James un pigiamino azzurro, «E di Peter!» aggiunge con una scatola di giochi per piccoli maghi.
«Il regalo di Sirius...» ghigna James, alzando un braccio con una mini-scopa giocattolo. Lily tira un lungo sospiro. «E dai, vedrai quanto si divertirà!»
«Vedrò quanto i mobili si divertiranno... E anche Pluffa.» aggiunge, guardando con pietà il povero gatto che ha appena fatto il suo maestoso ingresso.
«Sta arrivando Bathilda...» annuncia James, guardando fuori dalla finestra.
«Chi?» domanda Lily stupita.
«L'amica di Dumbledore, ricordi? Vive qui vicino.» dice lui.
«Ah, sì.» concorda lei con apprensione.
«Tranquilla, se è amica di Dumbledore... Vorrà prendere al massimo un tè.»

James si aggira per casa come un'anima in pena senza il suo amato mantello dell'invisibilità. Lily dà la sua lettera al gufo dopo averlo disilluso.
«A chi la mandi?»
«Sirius. Mi sono resa conto di non averlo neppure ringraziato per il regalo di compleanno a Harry... Tra le sue missioni e poi l'Incanto da preparare... Credi che possa mandarne una anche a Remus?»
James si fa dubbioso.
«Chiediamolo a Dumbledore la prossima volta che viene a trovarci, tanto dovrà riportarmi il mantello presto.»
Harry gattona verso di lui da sopra il divano e James lo afferra facendolo volare per aria.
«Dopodomani è Halloween. Se Dumbledore mi riporta il mantello per allora...» comincia.
«No. Se pensi che potrai uscire con Harry sotto il mantello sei fuori di testa!» tuona Lily.
«Ti amo!» risponde lui sorridendo e battendo le ciglia, cercando di non badare al groppo che ha in gola al pensiero di dover ancora restare chiuso in casa, persino in un giorno di festa. Basterebbe un'ora soltanto, ad Halloween, per prendere una boccata d'aria col mantello, e poi tornerebbe da lei, se lei non vuol venire.
«Va' al diavolo.» borbotta Lily. È strano imitare i vecchi battibecchi come se tutto fosse normale e pochi giorni prima non sia stata sterminata l'intera famiglia McKinnon: i genitori di Marlene, il suo fratello maggiore Andrew, Jerard e sua moglie, la loro sorellina Janice e naturalmente Marlene.
«Ah... Dolce quotidianità...» scherza James.

«Ma quanto gli piacciono?» ridacchia James, facendo uscire un ultimo sbuffo colorato dalla bacchetta mentre Harry tenta di afferrarli.
«Ora della nanna.» dice Lily, «Portiamo il nostro futuro campione del Quidditch a dormire.»
James le mette Harry tra le braccia, si butta a sedere sul divano gettando la bacchetta accanto a sé e stiracchiandosi. È strano ma si sente più stanco ora che non può neanche uscire di casa che non quando ne combinava una delle sue coi Malandrini.
Già, i Malandrini... Chissà se Sirius è nascosto o infrange come sempre le regole per scorrazzare con la moto. Ci scommetterebbe che lo sta facendo. Peter è sicuramente chiuso in casa, invece. E Remus...
Il rumore della porta d'ingresso che si apre lo pietrifica per un secondo sul posto. Lily è con lui, quindi potrebbe essere Dumbledore, ma lui si annuncia sempre e qualcosa non va. In quella frazione di secondo anche Lily ha cercato il suo sguardo, prendendo di nuovo in braccio Harry come riflesso automatico, e incorniciata dalla porta sembra in qualche modo più indifesa che mai.
James scatta in piedi e corre avanti e poi lo vede, la figura ammantata di nero sulla soglia di casa, e si sente morire.
L'Incanto Fidelius?
Peter.

Peter.
Povero Peter, torturato fino a farlo confessare, cosa ne sarà stato di lui?
«Lily, prendi Harry e corri! È lui! Vai! Scappa! Io lo trattengo...» sta urlando prima di accorgersene.
Si rende conto di non avere la bacchetta solo in quel momento, ma non importa. È pronto ad assalirlo anche come un babbano se questo può dare tempo alla donna che ama di fuggire col loro bambino.
Voldemort ride, ride di lui, e l'angoscia gli ferma il cuore, un attimo prima che la maledizione lo colpisca.
È verde come sono verdi gli occhi di Harry e Lily, come l'erba del giardino di Hogwarts dove per tanto tempo è stato con i suoi amici, come tutto ciò che ama. È quasi dolce che sia quel colore a far calare il sipario.

Lily grida di dolore e paura, maledicendo Peter con tutta se stessa. Aveva notato che sembrava giù, l'aveva persino scritto a Sirius nella sua ultima lettera, ma non l'aveva detto a James perché era già fin troppo insofferente.
Remus, sapevo di dover credere in te.
Pensa e corre su per le scale.
Povero, povero Sirius, si darà la colpa per sempre...
Si chiude la porta alle spalle.
Non ho mai perdonato Severus, non ho mai detto ad Alice quanto la amo, non ho mai detto a Frank quanto è importante per me...
Sirius, se riesco a salvare in qualche modo il mio bambino, devi occupartene tu!
Cerca di barricarsi dentro ma sa benissimo quanto questo sia inutile.
Corre di nuovo da Harry che aveva poggiato nella sua culla per avere le mani libere e lo solleva, baciandolo sulla fronte; un istante dopo lui apre di nuovo la porta, scagliando via con facilità sedie e scatole che aveva accatastato nel vano e sciocco tentativo di prendere tempo.
Lily mette di nuovo giù Harry, le sembra di ucciderlo soltanto poggiandolo nella culla perché sa che non lo sfiorerà mai più, si volta mettendosi tra lui e il bambino e spalanca le braccia come se potesse proteggerlo.
Ora non resta che supplicare.
James, Harry, vi amo.
«No! Harry no, ti prego!»











Depressione, mi rendo conto.
Ora sapete come nel mio immaginario Peter abbia aiutato Sirius a sospettare di Remus. Ovviamente consigliato da Malfoy, uno dei pochi che sapevano che lui fosse la spia. Snape, chiaramente, non lo sapeva.
Credo che Malfoy e Bellatrix invece lo sapessero eccome, e forse ne parlerò.

Scusate il ritardo e scusate se non rispondo alle recensioni, ma sono fuori casa e dovrei farvi aspettare ancora, e sinceramente sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
   
 
Leggi le 16 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: eleanor89