L'ultima ninna nanna

di _diana87
(/viewuser.php?uid=13963)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


L

L'ultima ninna nanna.

 

In teoria sono indietro con un'altra ff, e visto che non ho niente da fare, tra lo studio e l'altro, ho pensato: "Quasi quadi mi metto a scrivere qualcosa". E questa idea della one-shot mi frullava già da un po' in testa. Vi auguro comunque una buona lettura ^^ 

ps: c'è un piccolo spoiler sulla quarta stagione ^^

 

    - Penny? Penny? Penny?

Sheldon continuava a bussare insistentemente alla porta della sua vicina di casa. Forse lui non si era reso conto dell'orario, dato che era ancora vestito: pantaloni comodi, maglia con una "S" di Superman e scarpe da ginnastica. Insomma, un perfetto nerd.

    - Ma chi è che bussa a quest'ora... - la ragazza aprì la porta, assonnata come pochi e si ritrovò l'amico davanti - Sheldon? Ma sai che ore sono?

Okay, Penny si era andata a mettere nei guai. Chiedere a Sheldon se sapeva qualcosa era indice di una conversazione di fisica quantistica e di matematica che non sarebbe mai finita. Ed erano appena le due del mattino.

   - Strano che tu me lo chieda, Penny - iniziò lo scienziato, che mise le braccia incrociate al petto e iniziò il suo monologo - penserai che visto che ho l'orologio al polso, io sappia che ore siano. E la risposta è sì; grazie ai miei genitori molto istruiti, ho imparato a conoscere l'orologio quando avevo appena 3 anni. E a leggere, ovviamente, a 4 anni. Parentesi: ho imparato prima a leggere i numeri e poi le lettere dell'alfabeto. Chiusa parentesi. Tornando al mio discorso...

La ragazza bionda gli sbadigliò prima davanti e poi gli chiuse la porta in faccia.

   - 'Notte Shelly!! - urlava da dentro l'appartamento.

Lo scienziato non si perse d'animo e riprese a bussare insistentemente.

   - Penny? Penny? Penny?

   - Sheldon, si può sapere che vuoi? Sono le 2 del mattino, tra 4 ore devo attaccare alla fabbrica del Cheesecake, puoi per favore dirmi che vuoi e poi andartene, per favore?

   - Se mi dai il tempo di dirti che voglio, poi come faccio ad andarmene senza sapere che accetterai di fare ciò che sto per chiederti?

Penny lo guardò con due occhi da gufo. D'accordo, Sheldon "Shelly", come sua madre lo chiamava, era fatto così. Egoismo allo stato puro, egocentrico anche, e sicuramente rompiscatole. Ancora si chiedeva come avevano potuto instaurare un rapporto "umano". Sheldon stesso si poteva classificare come "umano" quando aveva già programmato un computer che riproducesse il suo dna nel caso in un futuro le macchine e i robot prendessero il sopravvento? Nah, era impossibile da crederci che fossero amici. E come facevano gli altri a sopportarlo? Leonard fra tutti, suo coinquilino. Già, ma dov'era Leonard?

   - Perchè non chiedi aiuto a Leonard?

   - Non posso. Sta lavorando con Howard e Raj sulla decomposizione molecolare.

   - Deco che?

   - Ah dimenticavo. Concetto troppo "alieno" per te - disse quell'alieno facendo segno di virgolette - Vieni con me.

Ignara di ciò che l'attendeva, Penny entrò nell'appartamento di Sheldon, che aveva un aspetto molto... nerdist. Computer sempre acceso, console a terra con inserito il gioco di Battlestar Galattica, e dvd di "X-Files" sul tavolino. La bionda fece una smorfia. Ormai era abituata a quel casino. Si vide trascinare in camera da letto... di Sheldon!! Penny sbiancò.

   - Okay... cos'hai in mente... Shelly?!

L'amico sembrava serio quando mostrò a Penny un libro di favole. Glielo porse e lei fece un sospiro di sollievo. Cavolo, se l'era vista brutta! Non che gli dispiacesse, in fondo, perchè gli mancava da troppo stare con qualcuno in senso fisico. Lei e Leonard avevano rotto da 6 mesi circa, e non aveva trovato nessuno che lo rimpiazzasse. Non aveva mai pensato a Sheldon in quel modo così romantico. Forse perchè Shelly era troppo robotico!

   - Cantami la canzone "Soft Kitty" - disse lo scienziato, mentre si sistemava sotto le coperte - a Leonard non gliela faccio cantare che è stonato.

Penny fece un sorriso che sotto sotto aveva del significato. In fondo Sheldon non era così robotico come pensava!

   - E va bene. Però dopo che ti sarai addormentato, torno anche io a dormire, okay?

Sheldon fece cenno di assenso col capo. Poi fece segno all'amica di iniziare a cantare. Penny prese un respiro profondo e intonò la canzone.

 

Soft kitty,
warm kitty,
little ball of fur.
Happy kitty,
sleepy kitty,
purr, purr, purr

 

Sheldon cadde subito come un bambino. Anche Penny dovette ammettere che in fondo era così dolce quando dormiva. Poi si riprese un attimo dai suoi pensieri. Aveva appena detto che Sheldon era dolce? Nah, stava delirando. Sì, era ora di tornare a dormire. Nel suo letto! Come uno zombie, Penny tentò di alzarsi dal letto dell'amico, ma inevitabilmente cadde come un masso a terra. Sheldon si mosse di poco dal suo sonno e la ragazza potette svignarsela. Diede un'ultima occhiata a Sheldon e gli rimboccò per bene le coperte. Bastava così poco per far addormentare un robot!

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=603828