Ciao
ragazzi e scusate la lunga assenza! Sono rimasta indietro sia con la
scrittura di questa storia, sia con la lettura delle altre (devo
mettermi in pari con la splendida storia di Jenny!). Ma al momento
sono stra-oberata di lavoro, devo preparare le elezioni sia comunali
che i referendum e passo in ufficio, a volte, anche 13 o 14 ore
consecutive e quindi non riesco a fare altro! Prometto che appena mi
finisce sto periodo caotico, torno più attiva e mi rimetto
in pari
con tutto!
Per
ora, vi
lascio questo breve capitolo, scritto a spizzichi fra uno
straordinario e l'altro *__*
Grazie
a
tutti quelli che leggono, commentano e incitano a continuare!
Un
bacione!
Fuga
Grethel, per sfortuna dei moschettieri,
conosceva bene
le strette viuzze di La Rochelle. Conosceva ogni anfratto, ogni
angolo, ogni via buia e nascosta, ogni stratagemma per seminare
inseguitori inopportuni.
Lei e d'Artagnan, proprio come i
moschettieri che li
inseguivano, erano a piedi. Questa era una buona cosa e le sue
conoscenze della città facevano il resto. Erano in vantaggio
sui
loro inseguitori, nessuno conosceva bene La Rochelle come lei...
Grethel e d'Artagnan corsero come matti
travolgendo
soldati, persone, civili, chiunque si fosse posto davanti al loro
cammino.
Il giovane moschettiere era confuso. Sapeva
che i tre
inseguitori erano suoi nemici, che erano probabilmente pericolosi
però... Non avrebbe, a onor di logica, dovuto fermarsi e
affrontarli? Non era quello il suo ruolo e compito? Certo, si era
piegato al volere di sua moglie e si era allontanato con Grethel dal
campo di battaglia e di conseguenza Vincent si sarebbe arrabbiato
molto, ma forse con quell'azione, battendo quei tre, si sarebbe
riscattato ai suoi occhi! Certo, aveva ben inteso cosa volesse fare
Grethel e quanto fosse contraria al fatto che lui fosse tornato in
guerra però... Dannazione, lui voleva combattere!!! E sua
moglie
invece voleva tenerlo lontano dai campi di battaglia! Un bel casino
davvero! Certo, capiva la preoccupazione di Grethel, capiva le sue
intenzioni e la sua buona fede nel volerlo mettere al sicuro dopo il
grave ferimento di cui era stato vittima ma quei pochi minuti di
lotta gli avevano fatto capire una cosa di quel passato che ancora
gli sfuggiva: Lui amava impugnare una spada, amava combattere ed era
affascinato da tutti quegli uomini in divisa che sì erano
suoi
nemici ma anche uomini che combattevano per i loro alti ideali. E che
per quegli ideali avrebbero dato senza alcun problema la vita...
Ma probabilmente quegli uomini non avevano
una moglie,
una famiglia, doveri di sposi... Forse erano uomini che passavano le
loro serate in osteria, circondati da donne allegre e facili, non
avevano una donna a casa che li aspettava...
Lui si, aveva Grethel. E l'amava! E, anche
se il suo
istinto era di combattente, per prima cosa doveva onorare le promesse
di matrimonio e rendere felice la donna che aveva sposato!
Capiva perchè dovevano fuggire.
Loro due avevano
abbandonato il campo di battaglia durante una guerra, tradendo gli
ordini del loro capitano. E questa era una macchia grave, che poteva
essere punita con la morte. In guerra funzionava così, lo
sapeva!
Seguendo Grethel in quella fuga, lui e sua
moglie erano
diventati disertori! La Rochelle ormai non era più un posto
sicuro.
Cardinalisti e moschettieri erano i loro nemici ed ora lo erano anche
gli Ugonottti!
Corsero per viuzze strette, girando come
trottole da una
via all'altra. D'artagnan era scosso, si faceva guidare dalla
saggezza di Grethel che più volte gli aveva dimostrato di
sapersi
muovere perfettamente in quella città e di sapersela cavare
in ogni
situazione. Probabilmente il continuo cambio di vie e direzioni che
Grethel gli stava facendo fare era un modo per confondere e seminare
i loro inseguitori. Ma poi, che avrebbero fatto...?
"Grethel, che faremo? Dove andremo? Se
Vincent ci
vedesse..." - urlò col fiato corto per la corsa.
Grethel si voltò, non smettendo
di correre come una
matta. "Torneremo al nostro rifugio. A quest'ora lo sai, non
c'è
nessuno... Prenderemo un cavallo e andremo via da quì! E'
pericoloso
per me, per te, per tutta questa assurda guerra e questa situazione!
Ce ne andremo a cavallo e nessuno saprà più nulla
di noi!
Cominceremo tutto da capo, da zero!". Già, da una
tranquillità
nuova e acquisita... Lontana da una guerra e sola con un uomo che
teneva a lei davvero. Un moschettiere! Che forse, l'avrebbe condotta
dall'uomo che cercava da tanto, da sempre! In fondo, con d'Artagnan
nelle sue mani, Vincent e gli Ugonotti diventavano superflui per lei.
In due, sola con il suo finto marito, avrebbe saputo muoversi meglio
e arrivare più velocemente alla sua meta.
Corsero come matti e come prevedeva
Grethel, riuscirono
a seminare i tre moschettieri. Non fu facile, se si fossero trovati a
Parigi, nella loro città, la donna sapeva che li avrebbero
acciuffati.
Seguendo i meandri di La Rochelle
più nascosti li
staccarono, giungendo al covo degli Ugonotti.
Senza perdere tempo, Grethel corse alla
stalla,
prendendo un cavallo nero già sellato. Poi corse in casa,
mentre
d'Artagnan la guardava smarrito e attonito, senza muoversi, senza
capire. Quando Grethel decideva qualcosa, tutto di solito si svolgeva
in fretta e solo dai suoi gesti e mai dalle sue parole capiva cosa
aveva in mente. Anche quella volta, tanto che pensava che avesse in
mente quella fuga da un pò e l'avesse già
progettata da tempo,
vista la rapidità e la sicurezza con cui si muoveva.
Grethel uscì dalla casa con in
mano due mantelli scuri.
Ne lanciò uno a d'Artagnan, intimandogli di indossarlo.
Coperti con
quelli, con in testa il cappuccio, avrebbero avuto meno problemi e
probabilmente nessuno li avrebbe riconosciuti durante la fuga.
Il resto, d'Artagnan lo capì da
solo. Montò in sella
al cavallo, prese sua moglie fra le braccia e poi via, partì
velocemente al galoppo.
In fuga...
Da La Rochelle...
Dalla guerra...
Dagli Ugonotti...
Dai – anche se non poteva saperlo
– suoi amici...
...
La Rochelle era ormai lontana, la sua
fisionomia si
perdeva indefinitivamente nell'orizzonte del tramonto. Avevano
galoppato come forsennati e solo dopo parecchie miglia si erano
fermati. Il cavallo era esausto e aveva bisogno di riposarsi mentre
loro avevano bisogno di raccogliere le idee...
Grethel si voltò verso di lui
ridendo soddisfatta e
felice. "Immagini la faccia che farà Marcel quando
scoprirà la
nostra fuga con un SUO cavallo? Accidenti, vorrei essere una mosca
per volare nel nostro covo e vederlo!".
D'artagnan la fissò di rimando,
torvo in viso. Sì,
immaginava la faccia di Marcel! E la situazione a lui non faceva
propriamente ridere. Si era allontanato da una guerra che, da come
gli avevano detto, rappresentava uno dei suoi più alti
ideali. Era
fuggito, tradendo il suo gruppo, il suo capo, le sue idee... Certo,
aveva dovuto scegliere e aveva scelto la donna che aveva sposato ma
di fatto, il comportamento appena tenuto non gli piaceva. Si
vergognava di se stesso, si era comportato da codardo... E allo
stesso tempo era comunque conscio che si era comportato da buon
marito. "Senti Grethel... perchè???" - chiese confuso.
La donna smise di ridere. Gli si
avvicinò, gli cinse la
vita e appoggiò il viso al suo petto. "Perchè...
Non è la
nostra guerra... Noi non siamo propriamente Ugonotti Denis, siamo
solo anti-monarchici e per questo ci eravamo uniti al gruppo di
Marcel. Ma io... io non voglio perderti per una semplice ideologia
politica, non ne vale la pena! Sei stato tanto vicino alla morte, non
voglio ripassarci! Avevamo tanti sogni noi, ricominciamo a lottare
per realizzarli!". Già, i suoi piani avevano deviato
percorso e
doveva convincerlo che era giusto così! Basta frottole sugli
Ugonotti, su una guerra della quale non aveva interesse, basta Marcel
e quell'ambiente che lei odiava! Doveva portare di nuovo d'Artagnan
dalla sua parte, proprio come aveva fatto quando si era risvegliato
dopo il terribile incidente che l'aveva coinvolto quando lottava coi
moschettieri.
D'artagnan le accarezzò i
capelli. "Ma ora, che
faremo?". Già, senza casa, in fuga...
Grethel sorrise. "Andremo a Rouen. Da
ragazzina ci
ho vissuto un pò di tempo e ho qualche amicizia che
può aiutarci a
trovare una casa di fortuna a poco prezzo". Già, quello era
vero! Lei conosceva Rouen, ci era vissuta un anno. E Rouen era
abbastanza vicina a Parigi e ai moschettieri. Con una scusa avrebbe
organizzato un viaggio a Parigi con d'Artagnan e sarebbe andata alla
ricerca dell'uomo che le aveva rovinato la vita. Ma prima dovevano
sistemarsi, rimettere in sesto le cose, dopo quella precipitosa fuga.
Rouen era perfetta! Grande abbastanza per
riuscire a
nascondersi e passare inosservati, una città amica e
conosciuta,
con persone che l'avrebbero aiutata. Lì si sarebbe
riorganizzata e
da lì sarebbe ripartita alla carica. Con un nuovo piano,
lontano
dalla guerra e dalle prepotenze di Marcel.
Si strinse di più a d'Artagnan.
"Ti amo... E ce la
faremo!" - sussurrò. "Ti amo perchè, anche se ami
combattere hai scelto me! Ti amo perchè per me vai contro
tutto e
tutti, anche contro le tue convinzioni e i tuoi ideali. Ti amo
perchè
mi hai seguita e ora sei quì!".
A quelle parole d'Artagnan si sciolse e
ogni dubbio
svanì dalla sua mente. Aveva fatto bene, la scelta giusta!
Un vero
uomo è tale se sa rendere felice la donna che ama, con onore
e
onestà, facendo fede alle promesse di matrimonio. E lui
l'aveva
fatto, era nel giusto!
La prese fra le braccia e la
baciò a lungo.
Poi si rimisero in sella e a spron battuto
e si
diressero verso Rouen.
...
"Era d'Artagnan, ne sono sicuro!!!" -
urlò
Aramis, ormai senza più voce. Le bruciava terribilmente
quanto fosse
successo quel pomeriggio. Un susseguirsi di emozioni fortissime che
si erano concluse con una grande rabbia e frustrazione. Dal dolore
per la morte presunta di d'Artagnan erano passati
all'incredulità di
trovarselo davanti, dall'attimo di sbandamento dovuto alla sorpresa
erano poi passati a quell'inseguimento forsennato per le vie di La
Rochelle. E poi fine, era sparito nel nulla. Come, con chi,
perchè
scappasse da loro non gli era dato sapere... Tutto non aveva senso,
che d'Artagnan fosse vivo, che fosse fuggito da loro con una donna
sconosciuta, che avesse fatto perdere le sue tracce... Ma nonostante
ogni logica, Aramis lo sapeva! Era lui e tutto DOVEVA avere una
spiegazione! Dovevano solo cercarla!
Ma davanti a lei e ai suoi amici si
frapponevano una
guerra e le decisioni e il tono fermo e deciso del capitano De
Treville.
Non credeva che avrebbe potuto irritarsi
tanto col suo
amato capitano... De Treville, tanto serio, tanto saggio, che l'aveva
accolta nei moschettieri non tradendo mai il suo segreto con
nessuno...
Porthos batté i pugni sul
tavolo. "L'abbiamo perso
di vista! Ma era lui e se voi ci permetteste di andare a
cercarlo...".
"BASTA!!!". De Treville si alzò
di scatto
dalla sedia, pallido in volto e colmo di rabbia. Era una situazione
difficile anche per lui ma mai avrebbe permesso a un suo moschettiere
di obbiettare a degli ordini. "La vostra priorità
è servire il
nostro amato re! E ora la priorità è vincere
questa guerra!
D'artagnan o non d'Artagnan, questo non è un fatto
rilevante! Vorrei
che il vostro amico fosse vivo ma onestamente, dubito che fosse lui!
Combatteva a fianco dei nostri nemici, me l'avete detto voi, ed
è
scappato con una donna che probabilmente appartiene alle fila degli
Ugonotti! Era somigliante a d'Artagnan ma non era lui! E anche se lo
fosse stato... un comportamento del genere significa TRADIMENTO verso
il nostro corpo dei moschettieri e verso il re! Quindi, non
c'è
alcuna ragione per cui voi andiate a cercarlo! Non ora almeno, non
con questa guerra in corso e non senza avere certezze! Allo stato
attuale dei fatti, non posso concedervi alcun congedo per cercarlo,
anche perchè non avete traccia alcuna! E io non
permetterò che i
tre migliori uomini del nostro corpo lascino il campo di battaglia
all'inseguimento di un sogno, di un'illusione! Perchè,
è di questo
che si tratta...". Si accasciò nuovamente sulla sedia,
stanco... "Certo, se sapessimo cose più certe, se sapessimo
che
è lui e che è nei guai, sarebbe mio dovere
correre in aiuto di un
mio fidato uomo... Ma così, NO! Gli ordini per voi rimangono
gli
stessi, rimarrete quì a combattere, come sempre!". E
così
dicendo, con un cenno della mano fece segno loro di congedarsi. Il
cuore del vecchio capitano gridava di dolore... Avrebbe voluto che
fosse davvero d'Artagnan ma non poteva, nel suo ruolo, privarsi di
uomini come Athos, Porthos e Aramis nel corso di una guerra
così
terribile come quella che stavano combattendo...
Athos appoggiò le mani sulle
spalle di Aramis e
Porthos. Capiva perfettamente il dolore dei due amici ma capiva al
contempo anche la posizione scomoda di De Treville. Non poteva
conceder loro alcun congedo... "Capitano, col vostro permesso ci
ritiriamo... E scusateci per il disturbo...".
Aramis e Porthos non fecero altre
contenstazioni. Non ce
n'era motivo, il capitano non avrebbe cambiato idea...
E mestamente i tre si avviarono alle loro
tende per
riposarsi per la notte...
Al momento, c'era ben poco da fare...
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