Encuentros y Desencuentros

di ily95
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Intanto al ritrovo il nuovo arrivato si era già ambientato e stava ballando con Tony e altri ragazzi.
-C'è qualcosa di strano in quel tipo.- disse Martin alla sorella.
-Martin, sei sempre sospettoso di tutti! Solo perchè piace a Lola!
-Come piace a Lola?- chiese.
-Beh, ho notato che lo guarda con un certo interesse...- rispose Chow.
-Questo no, eh! Se solo prova ad avvicinarsi a lei, io giuro che...
-Calmati un po', Martin! Lui sembra più interessato ad altro.
-Ehi, Martin!- fece il ragazzo avvicinandosi, dopo che la musica era finita.
-Sì, Gaston?- chiese lui, con falsa gentilezza.
-Senti, non è che potresti trovarmi un posto dove stare per stanotte? Ormai si è fatto tardi.
-Veramente...
-Certo, Gaston!- lo interruppe Chow, fulminando il fratello con lo sguardo. -Puoi stare all'Ambasciata. Tanto sei un po' Sanjulianense anche tu in fondo!
-Ti ringrazio, Chow!- rispose il ragazzo sorridendo, per poi tornare a ballare con gli altri.
-Che fai, sei per caso impazzita?- chiese Martin. -Non l'hai neanche chiesto a Tomas!
-Vedrai che per lui non ci saranno problemi. C'è qualcosa in quel ragazzo...qualcosa che lo fa risultare simpatico, familiare...non trovi?- domandò Chow.
Per quanto riguardava la familiarità Martin era d'accordo, ma riguardo alla simpatia non proprio. Soprattutto guardando Lola suonare le percussioni e poi rivolgere un sorriso verso il nuovo arrivato.

Il conte chiuse la telefonata.
Nini lo raggiunse lì alla fontana.
-Massimo!- gli disse. Lui si voltò.
-Oh, scusate. Stavo giusto tornando.
-Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto.- rispose la ragazza.
-Sì, tutto bene. Era una chiamata di lavoro.
-Oh, bene. Allora ti aspetto dentro...
-No.- disse lui, bloccandola per il polso. -Resta.
Lei rimase stupita da questo gesto.
-C'è qualcosa nei tuoi occhi...che mi attrae...sei diversa da tutte le altre.
-Non sai quanto.- rispose la ragazza.
-Mi piacerebbe conoscerti meglio, Nini. Perchè potresti essere quella che sto cercando da una vita.
Il conte ci sapeva decisamente fare con le donne e l'esperienza non gli mancava di certo. Però era vero: in quella ragazza c'era qualcosa di unico. Splendeva come un raggio di sole anche in quella sera senza stelle.
Massimo le si avvicinò e lei non si ritrasse come era solita fare.
Rimase immobile fino a sentire il respiro dell'uomo sulla sua pelle. Ormai le loro labbra erano a pochi centimetri.
-Che stai facendo?- esclamò Tomas, da dietro di loro.
Nini si voltò immediatamente verso di lui, pronta a scusarsi. Ma quella domanda non era rivolta a lei, bensì al conte.
-Si può sapere cosa pensavi di fare con una mia impiegata?- chiese minaccioso l'ambasciatore.
-Ehi, stia calmo, Parker. Io e Nini ci stavamo solo conoscendo meglio.- disse lui con aria di scherno.
Tomas andò su tutte le furie.
-Non avvicinarti mai più a lei, capito?
-Chi sei tu per impedirmelo?- ribattè Massimo.
E subito si ritrovò scaraventato a terra da un pugno in pieno volto.
Nini era pietrificata, incapace di dire una singola parola.
Tomas si massaggiò la mano, indolenzita dal colpo dato.
Massimo era ancora a terra che si teneva la mano sul viso, per accertarsi dei danni subiti. Gli usciva sangue dal labbro inferiore e gli faceva un gran male la mandibola.
L'ambasciatore lo guardò, pentito e mortificato. Non riusciva a capire che cosa gli fosse preso. Poi guardò Nini dietro di sè.
La ragazza teneva la mano sulla bocca, inorridita da quella scena. Lei odiava la violenza.
-Stai bene?- le chiese Tomas in tono dolce.
Era ritornato in sè.
Lei annuì.
Poi l'ambasciatore si rivoltò verso Massimo.
-Scusa.- gli disse, porgendogli la mano e aiutandolo a rialzarsi.
Il conte bofonchiò qualcosa, rialzandosi.
-Tomas, che...? Oh mio Dio.- esclamò Celina, sopraggiungendo in quel luogo e vedendo la ferita del conte. -Che è successo?- chiese. Nessuno rispose.
Nini era ancora troppo schokkata per dare spiegazioni. Perchè Tomas aveva perso il controllo in quel modo?
Sebbene l'atmosfera si fosse un po' distesa, la ragazza non riusciva a sopportarla. Corse via e si rifugiò nella sua casetta.
-Nini!- la chiamarono all'unisono di due uomini, per poi scambiarsi un'occhiata incenetrice.
-Mio signore! Che le è capitato?- domandò Evaristo, irrompendo nel giardino.
-Niente, Evaristo, lascia stare...per stasera è meglio finirla qui, che dite? Buonanotte.- fece il conte per poi ritirarsi insieme al maggiordomo nelle loro stanze.
-Si può sapere che hai fatto?- chiese Celina al suo fidanzato.
-Lasciami in pace, Celina.- rispose scocciato lui, sorpassandola per poi rientrare all'Ambasciata.
Celina rimase amareggiata e poi rientrò anche lei.
-Orazio, mandami Chiqui nel mio ufficio immediatamente.- disse l'ambasciatore.
-Subito.- rispose il maggiordomo.
Tomas andò nel suo ufficio e guardò dalla porta-finestra: la casetta di Nini era ancora illuminata.
Si girò e si trovò davanti Chiqui. Sobbalzò.
-Chiqui. So che non parli, ma potresti almeno bussare?
L'uomo non rispose e non mutò espressione.
-Ok.- sospirò Tomas. -Senti, voglio che tieni d'occhio la casa del giardiniere. Il conte non si deve avvicinare, capito?
Chiqui, come al solito, non diede cenni.
-Puoi andare.- disse Tomas, per niente rassicurato.


Ecco qui il 4° capitolo...spero vi stia piacendo...sono un po' a corto di idee ma vedrò di spremermi le meningi! Ho anche iniziato una ff (che non so se è one-shot o long) su Nicolas e Tomas ma non so se pubbliciarla...vabbè comunque continuate a segurimi! Grazie davvero a tutte le persone che leggono e in particolare a quelle che recensiscono o aggiungono la storia tra i preferiti o le seguite! A presto col prossimo chappy!
Ily





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