Naturalmente
mi rendo conto dell'indecenza del mio ritardo e non ho la minima
intenzione di dare spiegazioni in veste di attenuanti, ma di semplice
esplicazione della mia negligenza, ovvero ciò che vi
è giustamente
dovuto. L'introduzione di questo capitolo è stata battuta a
tastiera
per qualcosa come una ventina di volte, ma il computer non pareva
perder mai occasione per chiudere programmi in modo puramente casuale
ed esplicitamente sadico quando aprivo Word o Nvu, sto pregando in
tedesco, francese, spagnolo, italiano e croato, al momento, facendo
solo una gran cagnara di lingue europee.
Nove
mesi. Nove mesi dal capitolo precedente a questo.
Non
biasimo nessuno, anzi, ringrazio di cuore se qualcuna delle mie
lettrici storiche ancora ha la pazienza e la solidità
digestiva di
aprire Imperio Mutilado, voglio solo ringraziarvi a prescindere.
Mi
dispiace. Devo scuse sia a voi che alla FanFiction stessa, spero
possiate perdonarmi. Oppure semplicemente ignorare la cosa, non era mia
intenzione giocare con la vostra pazienza né tantomeno
frustrarvi, ma
era davvero così... demolente (?) vedere tutto
ciò che avevo scritto
chiudersi. Ogni. Santissima. Volta.
Grazie.
Rating:
Giallo –decapitazioni-.
Genere:
Storico.
Personaggi:
Antonio Fernandez Carriedo ~ Reino de España | | Lovino
Vargas ~ Italia Romano ◊ Stato del Vaticano ◊ Stati
italiani del Meridione | Elizavetha Hedervary ~ Magyar
Köztársaság | Heracles Karpusi ~ | Sadiq
Adnan ~ Impero Ottomano.
Nota:
Metà del XVII secolo.
Osservazioni
personali: Sì, sto scrivendo il mio
testamento, aspettate due secondi che trovo il notaio ed arrivo al
patibolo ;-;. Ed oltretutto è anche uno di quei maledetti
capitoli di passaggio, mandatemi anche a 'fanculo, a questo punto.
Imperio mutilado
ARRUGAMIENTOS
«
Antonio*, per Dio, questi non sono affari adatti a te! »
Ricordava
quelle parole, gli risuonavano nei timpani fin dall’imbarco
sulla galeazza veneziana, troppo curioso, troppo ardito per restare
ancorato a terra ad immaginare. Lui voleva vedere.
Aveva tanto
sentito parlare delle gesta di quegli Imperi, or ora combatteva al
fianco di uno dei rappresentati di una tra le più note
famiglie della penisola italica, passato sulla Fiorenza
dell’Ordine di Santo Stefano**, quando tutto si fece silente.
Il fracasso dei
prematuri festeggiamenti arabi, lo stridente cozzare di metalli tra i
più disparati. Tamburi squarciati ed armi spezzate.
Circondato
dalla debole, seppur caparbia, resistenza d’altri quindici
uomini, si guardò attorno con circospezione, il fiato corto.
Qualcuno era
caduto.
Ora bastava
solamente capire chi.
Scivolava in
sottili rivoli sinuosi, dal capo mozzato ed impalato, fino a cadere in
piccole gocce sul legno consunto da calzature ed affondi, oppure
mescolandosi al sale del cielo capovolto.
Il trofeo dei
vincitori, l’ennesimo scempio umano dagli occhi vitrei ed il
viso congestionato in un’espressione mortifera.
Il condottiero
era caduto.
Gli occhi
socchiusi, percepiva il suono ovattato delle proprie fila alzare le
spalle ed avanzare agli sconfitti, il torace che si alzava ed abbassava
con lentezza quasi preoccupante mentre l’agognato respiro che
tanto gli era mancato nel mezzo dello scontro rifluiva generoso entro
le membra stanche del vincitore supino lungo la pavimentazione levigata
della propria galea.
« I
tuoi fantasmi sono tanto aggrappati a te quanto tu lasci loro carne
alla quale appigliarsi, fratello. » Adombrata, la figura che
cercava sostegno lungo il corrimano dell’imbarcazione
mormorava sorridente, la dentatura macchiata di vermiglio.
«
Taci. » sibilò in risposta Matamori, tossendo e
deglutendo il sapore ferroso che gli permeava la bocca, prima di
sedersi con debito colpo di reni, alzandosi con il sostegno
dell’imponente arma bilame.
L’avversario
non parve voler farselo ripetere, probabilmente per la carica di
disprezzo con la quale l’altro gli ordinava di levarsi dal
suo campo visivo ed la conseguente lacerazione d’amor proprio
alla quale il suo orgoglio veniva sottoposto.
Una risata
ruppe il silenzio, facendola sussultare e cingersi le spalle con le
proprie mani, scuotendo poi il capo nel riconoscere
l’impronta soddisfatta nel timbro adolescenziale della voce
che serpeggiava dirompente tra le opulente decorazioni orientali.
Sorridente.
Nascosto, ma
sorridente, attendeva lungo il porto delle sue genti, tentando di
ritrovare un broncio autoimposto da più di un millennio,
dietro l’ombra della novizia colonna che si protendeva verso
il cielo terso.***
Quasi
dall’altro capo verticale dell’Europa Centrale, il
campo di battaglia pareva ancora integro, almeno entro le mura del
Palazzo di Den Haag****, ove le ferite sembravano aprirsi solamente
fissando un pezzo di carta firmata e controfirmata, ed ancor
più osservando attentamente una porta sbattuta per
l’ennesima volta.
Le Nazioni non
sono nate per mera rappresentanza.
Ma allora,
perché, perché, perché**** dar loro
anche solo una briciola d’umanità?
Sadismo o
crudele casualità, anche i legami di sangue si piegano ai
capricci di esseri tanto bassi quanto gli uomini.
*=
Antonio
Canal, detto ‘Canaetto’ dai veneziani ed in seguito
denominato ‘Canaletto’ dalla critica artistica
mondiale, prese parte allo scontro.
**=
Così come Tommaso de’Medici, sulla quale
imbarcazione fiorentina rimasero solo altri quindici uomini. Infilarvi
anche Canal è un mero capriccio personale, non
si sa con
precisione su quale nave fosse collocato l’artista, quindi mi
permetto di prenderlo in prestito sulla galea toscana <3
***= A Napoli
venne issata una colonna in corrispondenza del porto dove le navi
cristiane approdarono di ritorno dalla Battaglia di Lèpanto.
****= Vecchia
capitale delle allora Provincie Unite Spagnole, ora sede della Corte
Penale Internazionale, della Corte Internazionale di Giustizia,
dell’ Europol, dell’Eurojust,
dell’Ufficio europeo dei brevetti,
dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche e
del Tribunale internazionale per i crimini nell'ex-Iugoslavia. Chiamasi
anche “L’Aia”. Sì, me la sono
tirata con Wikipedia. Penosa, tzé.
*****=
PERCHÉ ANCHE TU, CALEB?
Se riconoscete
la quinta nota asteriscata [oramai VIVE di asterischi. Dios.] vi regalo
una torta fatta da me! E sono brava, eh!
E se indovinate
anche cosa c’è oltre quello sbattimento (?) di
poveri infissi colpevoli esclusivamente della loro collocazione, vi
regalo il Dottor Reed di Criminal Minds. EEEEH? <3
Dove c'è
Antonio, c'è casa <3
©
Miki89
ANTONIO
REGNA!
©
la Crapa
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