CAPITOLO 3
La ragazza, dopo aver corso inutilmente in cerca dell’amico,
si fermò all’improvviso e, una volta abbassandosi, cercò di fermare
Pikachu, che la stava inseguendo, pregandolo di ritornare indietro.
Ma il Pokémon non aveva nessuna intenzione di abbandonare la ricerca e
cercò di colpirla con i suoi gialli fulmini, ma ciò non arrese Misty,
determinata a voler continuare da sola.
- Pikachu, ti prego… Vorrei trovarlo solo io, se non ti dispiace! – e
il volto si fece così preoccupante da convincere il topo elettrico a
lasciarla andare.
Pertanto girovagò senza compagnia per tutta l’isola Cannella, quando,
ad un tratto, la capopalestra di Celestopoli notò un ragazzo seduto
sulla spiaggia accanto al mare, decidendo di avvicinarsi lui.
Notò che i suoi occhi, anche se coperti dal cappello, erano pieni di
lacrime e appariva come se fosse pietrificato da qualche misterioso
attacco di un Pokémon nemico.
- Ash… eccoti qui, finalmente! – disse Misty avvicinandosi a lui dopo
averlo osservato da lontano – Perché sei scappato in quel modo dal
ristorante?
Ma l’amica non ricevette una risposta, dunque si sedette accanto a lui,
ma, non appena incominciò a pronunciare il suo nome, Ash ebbe l’istinto
di abbracciarla e di stringerla forte a sé, lasciando cadere per
terra il suo cappello.
- Misty, cosa dovrei fare? Mia madre ha tenuto nascosto una cosa così
importante…
- Oh Ash… – gli rispose Misty ricambiando l’abbraccio – Ti capisco,
come comprendo anche tua madre. Sono sicura che lei non ti ha mai detto
ciò per non ferire i tuoi sentimenti e per farti passare un’infanzia
senza problemi e tormenti.
Il ragazzo si distaccò un po’ da lei, rimanendo a poca distanza dal suo
viso, ma l’allenatrice di Pokémon d’acqua continuò il suo discorso.
- Ti consiglio di tornare indietro e chiedere scusa a tua madre per
questo tuo gesto. Ed inoltre… - e qui si fermò per respirare un po’ –
Devi parlare con tuo padre!
- E perché dovrei farlo? – si alzò di scatto l’allenatore – Non lo
conosco neanche!
- Ash Ketchum! – e anche lei lo imitò arrabbiata – Oramai non sei più
uno stupido ragazzino di 10 anni e hai inoltre scoperto chi è
in realtà il signor Mark Smith, perciò se vuoi conoscere il motivo per
chi ti ha abbandonato, vai immediatamente da lui!
- Ma se non dovesse uscire nessuna parola? E se rimango lì fermo come
un babbeo davanti a lui?
- Lo saprai solo quando te lo ritroverai di fronte.
Ash ci pensò un momento: infatti non sapeva come comportarsi con
entrambi, poiché l’avevano ingannato per questo lungo tempo, tuttavia
alla fine decise di seguire il consiglio dell’amica.
- Credo che parlerò con ambedue. Grazie Misty! – e le sue guance
divennero leggermente rosse, anche se poi cercò di coprirsi con il
braccio, visto che si asciugò le lacrime scese sul suo viso.
- Inoltre devi sapere che ti stavo raggiungendo a Biancavilla per dirti
una cosa…
- Cosa? - rimase un po’ sorpreso da questa affermazione.
- Nulla, in questo momento non è importante come il tuo problema!
La ragazza incominciò, seguita dal’amico, ad avviarsi verso il Pokémon
Center dell’isola, ma, appena entrati, notarono tutte le luci spente:
probabilmente tutti erano andati a dormire.
Ma una voce li fece spaventare.
- Sono andati tutti a dormire…
- Signora Ketchum… come mai ancora sveglia? – chiese stupita Misty.
- Volevo aspettare il ritorno di mio figlio…. Ma adesso vedo che è qui!
La ragazza capì in quel momento di essere di troppo, perciò, dopo aver
dato la buonanotte ai due, si allontanò lasciando soli madre e figlio,
che uscirono un po’ fuori dall’edificio.
- Scusami, Ash, per non averti detto nulla, ma avevo paura che tu… - e
cominciò a piangere.
- Scusami tu, mamma, per come mi sono comportato poco fa…
- Ti capisco benissimo, figliolo… Anche io al posto tuo avrei agito
nella stessa maniera!
E i due non pronunciarono altre parole che si abbracciarono pieni di
lacrime, così i due, riconciliati senza alcun problema, andarono a
dormire, ma Delia, invece di dirigersi verso la sua camera, prese la
direzione opposta, bussando poi la porta.
- Cosa c’è, signora Ketchum? – domandò Misty quando l’aprì.
- Grazie per quello che hai fatto! – e quando la ragazza la guardò
strana, continuò – Grazie per averlo fatto tornare indietro…
- Ho faccio ciò che un’amica avrebbe fatto…
- Ma allora non le lo hai detto? – e Misty la guardò in modo strano,
anche se la mamma del ragazzo continuò - L’ho capito da molto tempo,
sai?
- Se state pensando a quello… non è assolutamente vero! – e,
agitandosi, si intravide un po’ di rossore sulle guance.
- E perché allora ti comporti in quella maniera? – ridacchio, per poi
tornare seria - Fidati di me… Confessa ciò che provi prima che lui
parta per una nuova avventura, e chissà quando avrai l’occasione di
rivederlo di nuovo!
Lasciandola in piedi senza parole, Delia si allontanò dalla stanza per
poter finalmente andare a dormire, mentre Misty cominciò a riflettere
su ciò che la donna aveva detto.
“Ma non sono innamorata di lui… o forse si? Non saprei proprio…”
Ad un tratto da una delle sue Pokéball appoggiate sulla scrivania uscì
Psyduck che cominciò a fissare la padrona in modo vago e senza
pensieri, solo come lui sapeva fare.
- Psyduck… - incominciò a interrogarlo oramai abituata alle sue uscite
improvvise – Dammi in consiglio: cosa devo fare? Devo confessargli i
miei sentimenti?
Nonostante il papero giallo non l’aveva consolata, il giorno dopo la
ragazza si alzò decisa a parlare con Ash, visto che per lei era giunto
il momento di ammettere la sua attrazione, ma, cercandolo per tutto
l’ospedale, non riuscì a trovarlo.
- Ma dov’è andato Ash, signora Ketchum? – chiese avvicinandosi alla
signora.
- Da Mark. È deciso a chiarire con suo padre, anche se sono un po’
preoccupata. Misty… Non so cosa potrebbe raccontare!
Intanto Ash, accompagnato da Pikachu, dopo aver parlato con la gente
del posto, si arrivò davanti al portone della grande villa personale di
suo padre, indeciso se entrare o meno.
- Pikachu, cosa devo fare?– e lo guardò convinto di poter sentire il
Pokémon parlare – Dici di entrare?
Dopo aver inspirato per l’ansia, il ragazzo suonò il citofono e, non
appena essersi fattio aprire da un maggiordomo, entrò a passi
lenti portandosi in spalla come al solito il suo animale.
Percorsero la strada che portava all’ingresso, e nel frattempo si
voltarono osservando l’immenso giardino che contornava l’abitazione,
chiedendosi quanti soldi avesse speso l’uomo per tutto ciò.
Arrivati al portone, un giovane uomo, probabilmente il suo assistente
personale, li fece entrare senza opporre resistenza.
- Prego, mi segua… - e i tre iniziarono a camminare – Ho avvisato il
padrone del suo arrivo e la sta aspettando in palestra impaziente!
- In palestra? – si stupì il ragazzo – Vuole combattere?
- Perché mi sta ponendo questa curiosità?
-Perché ho appena restituito al professor Oak tutti i miei Pokémon, a
parte lui… - e accarezzò la testa del topo elettrico.
- Credo che lo saprete subito… Siamo arrivati a destinazione!
Si trovarono davanti ad una porta chiusa e, col consenso dell’altra
persona, Ash spalancò la porta trovandosi suo padre alle prese con la
sua squadra, che rientrò dentro alle sfere per ordine del padrone.
Entrambi si guardarono in faccia, per poi indirizzare loro sguardi da
un’altra parte, dando origine ad alcuni secondi di imbarazzo silenzio.
- Ash, ti stavo aspettando. – incominciò a parlare Mark Smith -Perché
sei giunto fino a qui?
- Sono venuto per parlarti e per chiarire alcune cose! - ma l’uomo non
disse nulla, così continuò - Perché mi hai abbandonato? Io avevo
bisogno di una famiglia… di un padre… Ma tu non sei mai stato vicino a
me!
- Senti… - e dal tono di voce pareva prendere le distanze da lui - In
tutti questi anni mi sono allenato per realizzare il mio sogno, così
per un po’ mi sono allontanato dai miei cari.
- Cosa vorresti dire?
- Quando tua madre è rimasta incinta, avevo paura che, restandole
accanto, avrei infranto per sempre i miei desideri, perciò
sono scappato come un codardo! Ma poi mi sono pentito di averlo fatto…
- E come mai non sei tornato sui tuoi passi?
- Perché ritornare dopo tanto tempo sarebbe solo stato inutile, perché
so che Delia non mi avrebbe mai perdonato. E perciò eccomi qua…
- Ma non hai mai pensato a me? Ai mai sentimenti? – urlò Ash.
- Certo, ed è per questo che ho organizzato tutto ciò! Ho sempre avuto
la sensazione che un giorno avresti intrapreso anche tu questa strada…
Speravo che un giorno ti avrei riconosciuto, ci saremo incontrati e,
perché no, scontrati.
- E adesso che mi hai trovato, cosa vuoi?
- Mi piacerebbe che tu esaudisca un mio desiderio:
vuoi rimanere per sempre qui accanto a me sull’Isola Ferrosa? Così
potremo recuperare tutto il tempo perduto…
Il silenzio entrò nella stanza.
Il ragazzo non sapeva cosa dire, nella sua mente si visualizzarono dei
volti di persone a lui care: dalla madre a Tracey, da Gary al
professor Oak, e senza dimenticare Pikachu, Brock, Vera, Drew, Max,
Lucinda, Paul e tutti gli altri amici conosciuti nel corso dei suoi
lunghi viaggi.
Senza, però, dimenticare Misty.
Già, Misty… aveva paura di perderla.
- Papà, io ti considero come un grande allenatore, e per questo motivo
ti stimerò per sempre, ma io sono un allenatore e voglio viaggiare. Ma
non per questo non ho nessuna intenzione abbandonare la mia città, mia
madre e i miei amici.
Per una strana ragione, Mark non rimase stupito dalle parole del
figlio, ma, anzi, sorrise.
- Lo avevo immaginato, Ash. In fondo è la tua vita, e sei solamente tu
che devi decidere il tuo futuro. Ma lascia che ti dia almeno un
consiglio da genitore: non commettere il mio stesso errore.
- Che vuoi dire? – domandò ignorando la risposta.
- Ho notato una ragazza vicino a te e, vedendovi solo per alcuni
istanti, sembra che tu abbia per lei un sentimento più forte di una
semplice amicizia.... – e, una volta avvicinandosi a lui, mise le sue
mani sulle sue spalle, precedentemente liberate da Pikachu che si
posizionò accanto ai piedi del ragazzo osservando la scena - Non
lasciartela scappare come ho fatto con tua madre.
- Ti sbagli di grosso! – e arrossì - Lei è solo un’amica e..
- Lo vedi? – lo interruppe - Ora vai! E ricorda che, se mi vorrai
sfidarmi di nuovo, o perfino considerarmi tuo padre, sappi che sarò qui
ad aspettarti!
- Ciao… - e Ash si allontanò assieme al suo amico giallo, quando ad un
tratto si fermò - E grazie del consiglio… papà!
L’uomo sorrise nel sentire il figlio chiamarlo così e, vedendolo
allontanarsi dalla palestra, pensò che lui, fra tutti i ragazzi
conosciuti in tutti i suoi anni di viaggio, era destinato a diventare
il più grande Pokémon Master del mondo.
Intanto i due stavano correndo per le vie dell’isola, quando
giunsero verso la spiaggia, dove, forse per puro caso o per volontà del
destino, videro Misty correre verso di lui.
E il caso strano fu che si incontrarono proprio nello stesso della sera
precedente.
- Misty, cosa fai qui?
- Volevo sapere se eri riuscito a parlare con tuo padre.
- Si, e ho deciso, nonostante lui mi abbia chiesto di rimanere qui, che
non resterò con lui.
- Sono contenta! E poi volevo dirti una cosa…
I due, imbarazzati, arrossirono sul volto, non sapendo cosa dire;
inoltre l’atmosfera si fece ancora più intensa e romantica, quando ad
un tratto Pikachu li fece voltare verso lui.
- Sarà meglio tornare indietro… - sentenziarono all’unisono i due
amici, che, convinti dal piccolo animale, tornarono al Pokémon Center,
dove ad attenderli, disperata, c’era Delia, che corse ad abbracciare il
figlio.
- Allora Ash, cosa è successo con tuo padre?– chiese la donna .
- Tutto a posto, ma mi ha proposto di fermarmi per tutta la
vita da lui…
- E tu cosa hai risposto? – si preoccupò la mamma.
- Ho rifiutato… Vorrei restare con voi! – e guardò Misty accanto a lui
- Per sempre…
- Che hai da guardare? – si arrabbiò la ragazza, che infondo era
contenta di quello sguardo.
Sfortunatamente il giorno dopo arrivò il momento delle partenze:
infatti Delia, Oak, Tracey ed Ash dovevano ritornare a Biancavilla,
mentre Misty verso Celestopoli.
- Professor Oak, che fine ha fatto Gary? Non l’ho visto dopo la festa
in pizzeria…
- È tornato ad occuparsi del suo lavoro…
“Spero che vada tutto bene… So che diventerai un grande ricercatore!”
pensò Ash guardando il cielo “E so che, dopo aver battuto Paul e averlo
fatto sparire, ci saranno molti allenatori pronti a sfidami…”
- E io li batterò tutti! – urlò all’improvviso spaventando tutti i
presenti.
E così, dopo essersi salutati con baci e abbracci, si distaccarono
sperando un giorno di incontrarsi tutti assieme come quei giorni.
E, chissà, se Ash confesserà mai i suoi sentimenti verso l’amica, che
la vide sorridere prima che la sua immagine scomparve ai suoi occhi.
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