E se fosse tutto vero?

di SwallBeth
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Piano, parte I.



-L’hai detto ragazza!- Luke annuisce con vigore, con un luccichio negli occhi.
-Italia?- Sam è perplessa. -Ma dimmi un po’, tu come fai a saperlo?-
-Ho le mie fonti.- Risponde, alzando il mento. -Anni fa sono andato in vacanza nella capitale, ho girato tutta la parte sud e ho fatto amicizia con dei ragazzi del posto, figli di conoscenti di mio padre. Ci teniamo in contatto e qualche giorno fa uno di loro mi ha detto di aver sentito un uomo parlargli nella testa. E di un ragazzo che è scomparso all’improvviso. Mi sono informato e alla fine abbiamo.. capito. Senza Alessandro probabilmente non sarei arrivato dove sono ora.-
Annuiamo, coscienti del fatto che anche noi se non ci fossimo incontrati non saremmo arrivati sino a questo punto, soprattutto Marc.
-Bene, ma l’Italia non è la Gran Bretagna. E soprattutto, non è dietro l’angolo. Precisamente, dove viveva quel ragazzo?- Domando curiosa.
-Mai sentito parlare di Agrigento?-
-Sicilia?- Chiedo titubante.
-Esatto!- Dice. -Ma come fai ad essere così informata?- Aggiunge Marc, prendendo in mano dopo quasi un’ora il suo bicchiere di succo di frutta, e sporgendosi in avanti verso di me.
-Oh be’..  Da quando abbiamo fatto l’arte greca e in generale le forme d’arte, mi sono interessata ai luoghi in cui erano presenti templi o musei in questione..- Come mai mi sento così imbarazzata?
-Ah, non pensavo t’interessasse questa materia.- Dice, portando il bicchiere alla bocca e poggiando la schiena sulla sedia.
Scrollo le spalle. -Ora lo sai.- Dico, fingendo indifferenza. Ridacchia di rimando.
-Ma comunque- Continua Luke, interrompendo questo scambio d’informazioni. -Non è di certo a due passi da qua. E arrivarci richiederebbe tempo, e soldi soprattutto! Io pensavo..-
-Pensavi?- Dice Sam, giocherellando con la manica della sua giacca.
-Pensavo che sarebbe bello andare là, informarci, capire qualcosa. Dopotutto è grazie ad Alessandro se so tutto quello che vi ho detto e sono certo che saprebbe darci una mano.-
-Mia madre non mi manderebbe mai da sola con altri tre sedicenni..-
-Diciassettenni.- Aggiungono Marc e Luke all’unisono.
-..con una sedicenne e due diciassettenni in ITALIA!- Dice, scandendo l’ultima parola. -E per quale motivo? “Vado a indagare sulla vita di un ragazzo scomparso dentro un libro.”- Ride, scuotendo la testa. -Neanche se le mentissi dicendo che vado in gita scolastica.-
-E se non ce ne fosse bisogno?- Le dico, accennando un sorriso.
-Che intendi?- Chiede Luke aggrottando le sopracciglia.
-E se in gita scolastica ci andassimo per davvero?- Mi sporgo in avanti, osservando tutti e tre con una luce negli occhi e il sorriso sempre più grande.
-Ad Agrigento è presente uno tra i più importanti siti archeologici italiani, e in particolare il Tempio della Concordia, nella Valle dei Templi. Sono sicura che la professoressa Mason sarebbe entusiasta di portare il suo estremamente dotato gruppo di potenziamento di latino a osservare i luoghi di culto greci.- Faccio un sorriso malizioso, buttando indietro i miei capelli marrone scuro.
-Sei un genio.- Risponde Sam seriamente, annuendo con Luke.
-Non continuate o si monterà la testa.- Dice Marc, poggiando il suo bicchiere ormai vuoto sul tovagliolo, sul viso un espressione sarcastica.
Sorrido. -Ammettilo, è una genialiata.- Rotea gli occhi ridacchiando. -Certo, come no! Convincila tu la Mason a portarci prima di Natale all’estero per vedere delle rovine greche!-
Mi sporgo in avanti, pochi centimetri dalla sua faccia. -Puoi starne certo.-
 
***

-Professoressa, potrei farle una domanda?-
Corso di potenziamento. Dieci studenti. Prima parte del piano.
-Certo Elizabeth, dimmi.-
-Ecco,  mi stavo domandando..- Inizio, alzandomi dalla mia sedia e rimanendo accanto al mio banco. -Se fosse possibile, come classe, compiere dei viaggi d’istruzione.-
La Mason sembra piuttosto colpita e presa alla sprovvista. -Uhm.. Sinceramente signorina Hall, non so darti una risposta. Non è mai successo che un gruppo di potenziamento, di qualsiasi materia trattasse, abbia compiuto un viaggio istruttivo.-
Raccolgo il mio zaino, lo apro e ne tiro fuori un plico e una cartellina azzurra. -Ohh, capisco. Mi sta quindi dicendo che noi dieci ragazzi agli occhi del preside non siamo.. una classe?- Continuo, con un tono molto dispiaciuto e uno sguardo che batterebbe un qualsiasi cane bastonato.
‘E’ incalcolabile il livello di faccia di culo che quella ragazza può avere in certe situazioni!’ Dice a voce bassissima Sam, in modo da farsi sentire solo da Luke, seduto accanto a lei.
-Non una ..classe?- La professoressa sembra scaldarsi.
-Be’, sì. Un gruppo di ragazzi che non possono approfondire i propri studi con un viaggio d’istruzione, agli occhi degli altri non sono una classe. Ma forse mi sbaglio.- La butto lì, ma ormai la miccia è accesa.
E sembra bruciare.
Perché la Mason all’improvviso si alza in piedi, facendomi arretrare dal colpo, e con un pugno al cuore sembra essere stata punta sul vivo.
-Voi siete assolutamente una classe, la MIA classe.- Dice, con un’estrema convinzione. -E che non si dica il contrario, nemmeno dal vostro caro preside. E se quello che volete è una gita, una gita avrete!-
 BAAAM!
La classe è soddisfatta; Sam e Luke sorridono entusiasti, Marc annuisce con convinzione.
-Ben detto professoressa!- Continuo e colgo la palla al balzo. -E per l’appunto, ho preparato una brevissima ricerca su una rovina estremamente bella. Ecco, guardi qua.- Le porgo tre foto, ognuna con una differente inquadratura del sito.
-E’ il Tempio della Concordia, nella Valle dei Templi. Corrisponde all’antica città di Akragas, una delle principali del mondo antico, economicamente, politicamente e culturalmente. Vi sono altri dieci templi- Continuo, dandole cinque foto illustrate. -anche se questo, come le ho già detto, è il meglio conservato.-
La vedo sorridere, facendo scorrere le foto. -Sappiamo entrambe però che queste meraviglie sono piuttosto.. distanti.-
-L’Italia non è così lontana come sembra.- Dico, sorridendole.
-Italia? Ma è fantastico professoressa! Dobbiamo andarci assolutamente!- Una ragazza bionda in fondo all’aula sorride, entusiasta della proposta. Accanto a lei il compagno di banco e tutti gli altri sembrano approvare.
-Per favore signora Mason, non vediamo l’ora di andarci!- Dico, cercando di smuoverla.
-Sì sarà fantastico!-
-Professoressa ci porti!- Continuano i miei compagni.
-Come classe, DOBBIAMO!- Conclude Sam, alzandosi in piedi e battendo il pugno sul banco. Luke la ributta giù spingendola dalle spalle, ridacchiando.
-Oh e va bene, va bene! Vedrò cosa posso fare!-
Mi precipito ad abbracciare la professoressa; ricambia il mio abbraccio sorpresa, prima di staccarmi imbarazzata. Lei non lo sa, ma sta per fare veramente tanto. Per noi, per tanti altri!
-Sappiamo che non accetterà un no come risposta.- Continuo, avvicinandomi al banco. -E sarebbe perfetto poter andare verso la fine di ottobre!- Annuisco, approvando le mie parole da sola.
-Oh no!- Aggiunge all’improvviso Sam, sporgendosi verso la bancata opposta per guardarmi. -E’ Halloween, c’è la festa!-  La festa?  -Meglio i primi di novembre, sìsì!-
-Certo signorina Jones, vedrò di accontentarla.- Risponde la professoressa, roteando appena gli occhi. -Ma adesso direi che il nostro Catullo ha aspettato abbastanza, aprite il libro a pagina venticinque, sù sù!-
Mi risiedo sulla sedia, sprofondandoci soddisfatta. Una parte è andata; ora tocca convincere il preside.
-Complimenti.- Mi sussurra all’orecchio Marc, accanto a me. Sobbalzo appena, per poi sorridere.
-Puoi ammetterlo adesso.- Dico, girandomi, e ritrovandomi anche troppo vicina alla punta del suo naso.
-Cosa?- Domanda aggrottando le sopracciglia. Gli occhi gli diventano più piccoli, ma sempre così luminosi .. Ah sì, la domanda.
-Che la mia è una genialata.- Rispondo, sorridendo. Se mi dice che sono arrossita, giuro, lo prendo a colpi.
-Oh, no. Ti monteresti la testa.- Sorride, per poi allontanarsi e tirar fuori il libro dalla borsa.
 
***

-Di quale festa parlavi prima?- Le lezioni sono terminate e io e Sam siamo al parco, sedute sulle altalene, pranzando con un sandwich e una lattina di Coca Cola.
-Quale festa?- Domanda sorpresa- -Ma parlo della festa in maschera, tonta!-
Ah, già. Halloween. Ogni anno la nostra scuola organizza una serata per tutti gli studenti, permettendoci di usare la grande palestra come luogo di ritrovo.
-Potremmo anche non ..-
Sam si ferma all’improvviso. -Oh, no. Non pensarci neanche per scherzo. Noi- continua, indicando se stessa e me. –Andremo a quella festa. Ci maschereremo. Ci divertiremo. Non voglio sentire ma, non voglio sentire forse.- Detto questo riprende a oscillare sulla sua altalena.
-Ma lo sai come finisce ogni anno: qualcuno rischia il coma etilico, gli insegnanti se ne lavano le mani e poi..- Abbasso la testa, un po’ giù.
-E poi cosa?- Mi incita Sam.
-Non mi va di andarci da sola, ecco.-
Si gira a guardarmi negli occhi, per poi ridere di gusto. Ecco, dovevo immaginarlo. -Non ci trovo niente di divertente! Anzi, è piuttosto mortificante da parte tua!-
-Ma non si deve andare in coppia, non è la festa di Natale o di fine anno!- Continua a ridacchiare.
-Oh, certo. Eppure ogni anno succede il contrario, lo sai!-
-Bene, vorrà dire che ci andremo insieme, come amiche! Anche se.. non credo ce ne sarà bisogno.-
Il suo tono è preoccupante e la sua espressione è chiara: ha in mente qualcosa.
-Cosa vorresti dire?- Inizio ad avere un po’ di paura.
-Intendo dire- Si alza, tirandomi via dall’altalena. -Che qualcuno che potrebbe accompagnarti.. c’è!-
Aggrotto le sopracciglia; ma di chi diavolo .. Oh no.
-NO!- Le urlo, tirandomi via dalla sua presa e diventando all’improvviso color pomodoro. -Non pensarci nemmeno!-
-Ma dai Beth! Ammettilo che ti farebbe piacere!- Sul suo viso un’espressione divertita. Gode nel mettermi in queste situazioni!
-Mai!- Le dico ridendo. -Tu vedi tutto nel niente! Me e Marc.. Non se ne parla proprio.-
-Ma.. Se te lo dovesse chiedere?-
Ci penso un po’. -Non succederà mai.- Rispondo convinta.
-E se così non fosse?-
-Ci penserò!- Le dico, buttando le mani al cielo. -Più che altro.. Dimmi di te e Luke.- Ora tocca a me divertirmi un po’.
-Non c’è nulla da dire, il solito insomma.- Tira su col mento. Come no!
-Certo, certo. E io sono bionda! Guarda che ho visto che è cambiato qualcosa, vi rivolgete persino la parola!-
-Sì va bene- Ammette. -L’ho rivalutato un po’, si è scusato per avermi tirato la testata quel giorno e il fatto che sia nella nostra stessa situazione ha aiutato molto. Ma nient’altro.- Conclude, cercando di essere convincente.
-Va bene Sam, quando ti deciderai ad ammettere che ti piace, il mio numero lo conosci!-
Mi lancia la lattina vuota sulla spalla. -Puoi aspettare allora!-  Ridiamo, godendoci al meglio questi momenti di pace.
Prima della tempesta.
 
 








Spazio autrice.
Salve a tutti! (: Inizio subito mettendo in chiaro un punto: il corso di potenziamento. Avrei potuto scegliere QUALSIASI altra materia, anche più adatta, ma ho preferito il latino anche e soprattutto in riferimento alla mia vera professoressa (il cognome non è lo stesso ovviamente), una donna che apprezzo molto e che inevitabilmente è stata la prima a venirmi in mente come possibile punto di riferimento. Non tutte le scuole inglesi, ammetto di non essermi formata nel dettaglio, aderiscono allo studio della lingua latina e non sono nemmeno certa che a Newport questo avvenga, ma dopotutto è una storia inventata, il mio scopo non è essere precisa nel dettaglio e spero che possiate capirmi. xD 
A presto! :D




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