Quando
entrammo in casa lui andò subito a vedere come stavano le
gemelline,
io invece mi buttai sul divano di pelle nel salotto. Perché
quando
mi arrabbio, dico cose che feriscono? Riesco a farlo quasi
intenzionalmente.
Avrei
dovuto spiegargli tutto e chiedergli scusa. Non so quanto rimasi su
quel divanetto, coricato con gli occhi chiusi. Forse più di
un'ora.
Sapevo che dovevo alzarmi, ma non avevo forze. Mi sentivo uno stronzo
per la prima volta in vita mia. Tante ragazze mi avevano chiamato
così o anche peggio, ma non avevo mai preso in
considerazione quelle
parole. Mi dicevo che ero fatto così quindi non mi sentivo
neanche
in colpa; ma in quel momento era diverso. Desideravo addormentarmi,
magari così sarei riuscito a togliermi dalla testa
l'espressione
ferita sul viso di Yeol.
A
un certo punto sentii una coperta avvolgermi. Aprii subito gli occhi
trovandomi il ragazzo davanti. Si era cambiato, aveva una maglia
larghissima che usava come pigiama. Non si accorse che ero sveglio,
così quando lo afferrai per il braccio, tirandolo verso di
me, gli
strappai un gridolino di sorpresa. Yeol cadde sopra di me, con la
faccia a pochi millimetri dalla mia. Aveva gli occhi rossi e gonfi
dal pianto. Lo abbracciai facendo aderire il mio copro al suo. Era
così caldo e rassicurante, non desideravo altro che quel
corpo
maschile fosse mio.
Lui
cercò di spingermi via. Mi graffiò, mi morse, ma
non lo lasciai
andare. Quando lo sentii arrendersi alla mia stretta ribaltai le
posizioni, mettendomi sopra di lui e poi lo abbracciai, affondando la
mia testa nell'incavo della sua spalla. Il suo profumo era delizioso,
come sempre.
-
Lasciami -disse lui debolmente. Stava tremando sotto di me.
-
Mi dispiace -
-
Lasciami. Voglio andare a dormire. E poi mi sembrava che tu non
avessi un compagno - disse lui stancamente.
-
Non è così - sussurrai io. Mi sentivo davvero una
merda.
-
Voglio sapere cosa ti aspetti esattamente da me. Ti servo come
intrattenimento a letto? Oppure in questa casa ti senti tanto solo e
vuoi la mia compagnia? Tutto questo lo fai solo perché sono
il tuo
compagno? Mi vuoi vicino, anche se hai intenzione di andare con altre
donne? Certo, quelle sono meglio di un moccioso come me. Inoltre sono
donne, non uomini come lo sono io. Con il tuo aspetto puoi avere
qualsiasi ragazza ai tuoi piedi, invece come compagna ti è
capitato
uno che nemmeno lontanamente si può definire carino - La sua
voce
era roca e la mano con la quale si era aggrappato alla mia maglia
tremava. - Eppure tu mi piaci tanto - sussurrò talmente
piano che
non ero nemmeno sicuro di aver sentito bene.
Mi
alzai leggermente per poterlo guardare in volto. Era bellissimo,
sembrava un angelo; un angelo piangente.
-
Le ho detto di non avere una compagna automaticamente, senza nemmeno
pensarci. Forse non mi sono ancora abituato all'idea. Volevo subito
alzarmi e venirti a chiedere scusa, ma avevo pensato di non
interromperti dal lavoro, quindi volevo aspettare fin quando avessi
finito il turno. Sono rimasto con quella ragazza, per far passare il
tempo e non l’ho cacciata via così almeno
nessun'altra si sarebbe
avvicinata al mio tavolo. Per tutto il tempo sono rimasto a guardarti
lavorare, ma tu non mi hai degnato di uno sguardo. Ero arrabbiato dal
comportamento dei clienti nei tuoi confronti, avevo voglia di
riempire tutti di botte, così quando sono entrato nello
spogliatoio
e ho visto quello parlarti in quel modo non sono riuscito
più a
trattenermi. Come hai notato quando sono arrabbiato, non riesco a
frenare la mia lingua. Ti chiedo scusa per quello che ti ho detto.
Vuoi sapere cosa voglio esattamente da te? Non lo so. Non voglio che
tu sia un intrattenimento a letto e non ho intenzione di andare con
altre donne mentre sarò con te. È vero che
preferisco le ragazze,
anzi non ho mai pensato di finire con una persona del mio stesso
sesso, ma quello che provo per te, Yeol, non l'ho mai provato verso
nessuna ragazza in tutta la mia vita. Cos'è? Amore?
Passione?
Desiderio? Non lo so. Voglio solo te. Avevo davanti quella Fata mezza
nuda e non mi eccitava tanto quanto ci riesci tu con le tue maglie
larghe e i pantaloni lunghi - gli sorrisi. Lui si morse il labbro per
non scoppiare a piangere e mi abbracciò così
forte da togliermi il
fiato.
-
Ti devo dire un'altra cosa. - sussurrai prima di staccarmi dal suo
abbraccio. Lui mi guardò interrogativamente. - Sei
bellissimo -
Lo
abbracciai stretto e rimanemmo così. Finché tutte
e due non ci
addormentammo cullati dal respiro dell'altro.
-
Perché non posso stare con te? - mi chiese per la decima
volta Yeol.
Sospirai
pesantemente, mentre giravo l'angolo con la macchina. Non gli risposi
nemmeno, sa essere così dannatamente cocciuto! Mi fermai
davanti al
semaforo rosso, quando lui parlò di nuovo: - Almeno dimmi
dove ci
porti -
Lo
guardai e poi anche le gemelline sedute dietro. - Abbiamo un
appartamento vicino alla periferia. Vi lascio là per oggi -
-
Perché non posso stare con te? - sussurrò di
nuovo Yeol.
-
Perché oggi è la notte della luna piena. Hai mai
visto cosa
diventiamo durante quel periodo? - e vedendolo muovere la testa
negativamente, continuai: - Durante la luna piena un lupo mannaro
perde la testa e l'unico suo desiderio è uccidere. Le catene
nel mio
appartamento mi servono per trattenermi, ma a volte non aiutano.
È
per questo che non voglio avervi nei paraggi, mentre mi trasformo. Se
tu fossi stato della mia stessa razza, sarebbe stato molto
più
semplice, ma non lo sei e non so cosa potrei farti se ti trovassi
nella mia stessa stanza -
-
Sì, ma se non ci proviamo, non lo saprai mai. Magari
riuscirai a
trattenerti dal... - arrossì mentre diceva - saltarmi
addosso -
Scoppiai
a ridere mentre mettevo di nuovo in moto la macchina. - Non ci
pensare, Yeol. Non ho intenzione di mettere in pericolo né
te né le
bambine. E poi è soltanto una notte - detto questo mi chinai
velocemente strappandogli un bacio dalle labbra.
Yeol
spense il televisore. Di nuovo. Non riusciva a rilassarsi nel nuovo
appartamento. C'erano soltanto lui e le bambine lì dentro.
Quanto
tempo era passato da quando Eric se ne andato? Non era nemmeno la
mezzanotte. Continuava a non capire per quale motivo il ragazzo non
lo volesse tra i piedi durante la luna piena. A quanto ne sapeva,
quando un licantropo si trasformava, era molto importante avere il
proprio compagno vicino; invece Eric si era categoricamente rifiutato
di averlo con sé.
Yeol
si buttò sul letto. Da quando viveva con il ragazzo, non
l'avevano
ancora fatto, anche se ci era mancato poco. Era palese che Eric lo
volesse, anzi gli saltava addosso ogni volta che poteva, ma
normalmente venivano sempre interrotti. Anche se il ragazzo gli
diceva di essere il suo compagno, Yeol finiva spesso per chiedersi se
questa cosa sarebbe durata tra loro. Lui era comunque un ragazzo e di
un'altra razza, per giunta; non avrebbe potuto dare la soddisfazione
a Eric di correre insieme come amano fare i Lupi Mannari né
poteva
dargli dei figli. Yeol aveva paura. In quei giorni era stato felice
come mai, quindi era terrorizzato all'idea di scoprire che in
realtà
tutto quello era solo un sogno; un bellissimo ma effimero sogno.
La
prima volta che aveva visto Eric era stato più o meno un
anno prima.
Aveva iniziato da poco a lavorare in quel bar come cameriere e stava
ascoltando un altro ragazzo che gli spiegava cosa doveva fare e come
comportarsi, quando nel locale era entrato Lui. Aveva i capelli
spettinati come se si fosse appena svegliato e gli occhiali da sole,
neri come il colore degli occhi che nascondeva dietro le lenti. Yeol
aveva sentito il cuore aumentare il battito tanto da essere quasi
doloroso. Avrebbe voluto avvicinarsi e salutarlo, ma non poteva
farlo, non avrebbe avuto senso. Non lo conosceva nemmeno, ma nella
sua stupida testa aveva pensato che sarebbe stato bello se lo avesse
conosciuto.
Quella
volta Eric si era solo guardato intorno e quando aveva visto la
persona che cercava, le aveva fatto segno di avvicinarsi a lui. Yeol
seguì con lo sguardo una bellissima ragazza alzarsi da un
tavolo
vicino e andargli incontro. A quella vista il cuore gli aveva mandato
una fitta dolorosa. Ma perché poi? Non lo conosceva nemmeno
quel
ragazzo! Da allora aveva rivisto Eric poche altre volte, forse
perché il suo turno di lavoro era al mattino e pomeriggio,
mentre
alla sera veniva sostituito da ragazzi molto più belli che
erano lì
solo per attirare la clientela. Figuriamoci se qualcuno voleva essere
servito da un Gatto come lui.
Quando
due settimane prima Eric lo aveva fermato in quel vicolo, era rimasto
paralizzato dalla sorpresa. Pensava che avesse sbagliato persona; non
era possibile che uno come lui lo avesse notato o semplicemente
volesse dirgli qualcosa. Aveva subito pensato che lo avesse fermato
perché era un Gatto e che voleva prenderlo in giro come
tanti altri
e quando lo aveva sentito dire che voleva portarlo da qualche parte,
aveva subito pensato che volesse dargli la caccia insieme al branco.
Non sarebbe stata la prima volta che una cosa del genere era fatta a
un Gatto. Invece era venuto fuori che era il suo compagno...
Yeol
guardò di nuovo l'ora. Erano solo le undici e venti.
Continuava a
non capire per quale motivo non potesse stare con lui quella notte.
Forse Eric era solo spaventato all'idea che se Yeol lo avesse visto
in sembianze di mezzo lupo non avrebbe voluto stare con lui? Se era
così allora era un motivo in più per andare
indietro al loro
appartamento. Yeol si alzò di scatto dal letto e
cercò la giacca
per tutta la casa. Poi diede un'occhiata alle bambine, assicurandosi
che stessero bene. Tutte e due dormivano per terra accoccolate come
delle palle. Il ragazzo le guardò per un po' indeciso su
cosa fare.
Mezz'ora
dopo era già davanti alle porte del palazzo.
Cercò nella tasca del
giubbotto la chiave per aprire la porta. Da quando aveva ricominciato
a lavorare Eric gli aveva procurato i duplicati delle chiavi
dell'appartamento e del palazzo. Le sale erano immerse nel buio
totale mentre lui saliva, non aveva trovato l'interruttore. Non
sapeva nemmeno lui perché ma ad ogni passo che faceva nel
petto gli
cresceva una strana sensazione di angoscia.
L'appartamento
era immerso nel buio. Per lui era strano vederlo così,
perché Eric
lasciava spesso una luce accesa di notte. Le finestre erano serrate e
la porta era chiusa con tre lucchetti. Quando entrò Yeol
andò
subito a tastare la parete in cerca della luce, ma la mano gli si
fermò quando sentì un rumore sordo. Proveniva
dalla stanza da letto
del ragazzo, ne era sicuro.
-
Eric? - chiese timoroso.
Un
altro rumore. Si avviò lentamente verso quella direzione con
passi
poco sicuri. I suoi occhi si erano già abituati al buio.
Quasi tutte
le creature sovrannaturali vedono nel buio, lui ovviamente non faceva
parte di quella lista.
La
sua mano tremava quando spinse la porta della stanza da letto. Dove
se ne era andata tutta la sua determinazione? Perché l'unico
desiderio che aveva adesso era quello di scappare? La stanza sembrava
vuota. Nessun rumore. Era tutto talmente silenzioso che Yeol
cominciò
a tremare seriamente. Guardò nell'angolo, dove lui era stato
incatenato e dove sapeva esserci Eric. Fissò per interi
secondi
quello spazio buio senza scorgere niente. Trattenne il respiro senza
nemmeno accorgersene. Il tempo sembrava allungarsi come se i secondi
diventassero ore, finché nel buio non
s’illuminarono un paio di
occhi gialli. Yeol trasalì. Non erano gli occhi di Eric
quelli, ma
di un lupo. Erano così brillanti che sembravano due fari
nella
notte.
-
Che ci fai qui? - chiese il ragazzo.
La
sua voce era molto bassa e le parole furono sussurrate con una
difficoltà incredibile, come se gli costasse fatica parlare
ancora
umanamente.
-
I-io volevo solo... - cominciò il ragazzo balbettando.
-
Yeol... vattene. È mezzanotte, vattene - disse con
difficoltà Eric.
La sua voce assomigliava sempre di più a un ringhio.
-
C-cosa? -
-
VATTENE HO DETTO! -
Yeol
si girò immediatamente e corse. Non doveva venire, Eric
aveva
ragione. Quando arrivò davanti alla porta d'uscita,
tirò fuori il
mazzo di chiavi che però cadde a terra. Nello stesso istante
sentì
un rumore che gli fece ghiacciare il sangue nelle vene: le catene che
si spezzavano. Seppe di non avere più tempo. Non si
piegò nemmeno a
prendere le chiavi dal pavimento, perché aveva tre serrature
e se
anche le avesse aperte avrebbe liberato Eric, che poteva benissimo
fare una strage. Non aspettò nemmeno tanto; sentì
prima dei passi
lenti dirigersi verso di lui, accompagnati da un basso ringhio
animalesco. Tremando si girò piano per guardare Eric in
volto, anche
se in quel momento poteva definirsi muso, più che volto. Era
alto
almeno due metri, sicuramente più alto di quando lo fosse
normalmente e camminava su due zampe. Non era un lupo, era una via di
mezzo. Le sue braccia erano molto lunghe e pelose ma umane, le gambe
piegate dallo sforzo di reggersi dritto, il busto sembrava enorme e
sull'addome si potevano intravedere i muscoli allenati che formavano
una tartaruga; la spina dorsale fuoriusciva leggermente dalla schiena
stessa. Il suo stesso viso era di lupo (leggermente ingrandito) e il
pelo lungo e abbondante, di un colore grigio scuro. Ma non era questo
a spaventare Yeol, era il fatto di non riconoscere quella persona che
stava davanti.
-
E-Eric? - sussurrò piano, ma era come se l'altro non lo
sentisse.
Avanzava lentamente, ringhiando contro di lui come se avesse avuto un
coltello in mano o qualcosa del genere. Yeol scattò di lato
con
tutta la velocità che aveva; se almeno fosse riuscito a
guadagnare
un po' di tempo, forse avrebbe potuto farcela. Non appena fece due
passi, una mano enorme lo afferrò sbattendolo contro il
muro. Yeol
cozzò la testa così forte che si sentì
sul punto di svenire.
Scivolò per terra senza forze e vide che il lupo si chinava
su di
lui. Aveva paura. Cercò di coprirsi almeno il viso portando
le mani
in avanti, ma Eric gli afferrò gli arti e li spinse di lato,
affondando così tanto con le unghie nella carne da ferirlo.
Yeol
cercò di scalciare via quella presenza sopra di lui; la
paura gli
annebbiava la vista insieme alle lacrime. Non aveva scampo.
In
qualche modo riuscì a sferrargli una ginocchiata nello
stomaco,
tanto forte che il lupo lasciò per un attimo la presa. Yeol
si girò
velocemente sulla pancia cercando di scivolare via, ma Eric lo spinse
contro il pavimento senza lasciarli scampo. Era finita.
Smise
di combattere. Lasciò che l'alito caldo dell'altro gli
solleticasse
il collo, esposto a qualsiasi tipo di azione. Tremava in una maniera
incontrollabile. Sperava solo che facesse in fretta.
-
Se mi senti...- disse lui appoggiando la tempia contro il duro
pavimento - voglio dirti che ti... che penso di amarti - Ecco.
L'aveva detto. Per la prima volta l'aveva detto.
Chiuse
gli occhi aspettando il morso, che... non arrivava. Più i
secondi
passavano più lui combatteva contro la voglia di urlare.
Eric
stranamente non gli faceva nulla. Il dolore alla nuca era
insopportabile.
Quando
aprì gli occhi, non era più sul pavimento, ma sul
letto nella
stanza di Eric. Perché era lì? Un secondo prima
era con il viso
premuto contro quel duro parquet, quasi da baciarlo, e adesso era tra
morbide lenzuola? Il secondo pensiero fu per Eric. Dov'era?
-
Sei sveglio? - gli chiese una voce famigliare.
Yeol
girò il volto verso il ragazzo che sedeva sul letto. -
Sveglio? -
-
Sei svenuto. Prima -
Eric
aveva ripreso la forma umana, ma c'era un piccolo dettaglio... non si
era rivestito. Appena Yeol lo notò, si tinse di un colore
paonazzo.
Che gli saltava in mente? Perché non si era rivestito?
-
Tu sai che rischio hai corso stasera? -
-
Mi dispiace - sussurrò il Gatto piano.
-
Potevo ucciderti -
-
Anch'io pensavo che lo avresti fatto, però... non
è successo niente
- disse il ragazzino guardando da ogni parte che non fosse il corpo
bellissimo del suo compagno.
-
Dio, Yeol... non ricordo molto; praticamente quando ho cominciato a
ragionare, ti ho visto svenuto per terra... per un momento pensavo di
averti ucciso -
Yeol
si alzò piano piano e si avvicinò al ragazzo
abbracciandolo. - Mi
dispiace -
Eric
scoppiò a ridere. -Non so se scusarmi per quello che ti ho
fatto o
dartene di santa ragione perché sei venuto, anche se ti
avevo detto
assolutamente di non farlo - Yeol lo strinse di più contro
di sé.
La pelle del ragazzo aveva un odore intenso e buono. - Però
penso di
poterti perdonare. Anche se non ricordo quasi niente, ho sentito
perfettamente le parole “ti amo” -
Il
gatto sussultò dall'imbarazzo. - Ho detto “penso
di amarti”! -
-
Non è quello che ho sentito io - rispose sorridendo.
Spinse
Yeol sul letto e si mise sopra di lui. Il ragazzino era rosso in
volto e cercava di guardare da qualsiasi altra parte che non fosse
lui. - Ti amo anch'io -
E
non dando nemmeno il tempo al ragazzo di capire cosa gli avesse
appena detto, lo baciò. Con forza, con decisione, proprio
com'erano
i suoi sentimenti in quel momento.
Yeol
rimase per un attimo sorpreso, ma poi incrociò le mani
dietro la
schiena dell'altro, rispondendo al tocco di quelle labbra. Eric si
staccò da lui mettendosi cavalcioni sopra. Fece scorrere le
mani sul
giubbotto che il ragazzino aveva ancora addosso e, lentamente, lo
tolse via, facendo fare la stessa fine alla maglia sotto, lasciandolo
a torso nudo.
Yeol
era rosso di vergogna, ma non diceva niente. Guardava mentre pian
piano ogni suo vestito veniva tolto lentamente. Quando toccò
ai
jeans, trattenne il fiato; fissò quelle dita slacciare il
bottone e
poi far scivolare giù la zip. Riprese fiato solo quando la
mano del
ragazzo vi entrò, solo allora inspirò l'aria
pesantemente come se
non fosse abbastanza. Si accorse che stava tremando solo quando Eric
gli cominciò ad accarezzare il fianco con un movimento lento
da
farlo sciogliere.
-
Così mi fai solo spaventare di più. - gli
sussurrò.
Il
ragazzo spostò gli occhi color notte verso il suo volto. -
Dimmi tu
allora come vuoi che lo faccia -
-
Non così lentamente! -
Eric
sorrise, mentre si avvicinava di nuovo a baciarlo e approfondiva il
contatto tra le due bocche facendo scivolare giù i jeans
insieme
alla biancheria intima. Non gli diede nemmeno il tempo di realizzare
il tutto, che scivolò a baciargli il collo. Yeol
soffocò un lamento
inarcandosi sotto di lui. Non riusciva più a capire niente,
la sua
mente era come vuota. Il cuore gli batteva talmente forte che
sembrava stesse per esplodergli fuori dal petto e a ogni respiro
l'aria sembrava mancargli sempre di più. Solo quando
sentì Eric
sussurrare al suo orecchio parole rassicuranti si accorse di star
tremando, ma non dalla paura, bensì dall'emozione. Per la
prima
volta stringeva la persona che amava tra le proprie braccia
abbandonandosi a lui completamente. Voleva essere suo, voleva dargli
tutto quello che aveva. Aveva sempre pensato che se si fosse
innamorato di qualcuno gli sarebbe bastato anche solo stargli a
fianco. Solo in quel momento si rendeva conto di quanto fosse
ridicolo quel pensiero. Voleva semplicemente di più, di
più di quei
baci, di più di quei tocchi che si davano a vicenda.
Desiderò di
fondersi con l'altro, diventare una persona sola.
Una
volta aveva sentito una canzone dove si diceva qualcosa del genere:
“
Anche se ti abbracciassi fino a soffocarti, non saremmo mai una
persona sola...” e solo adesso capiva veramente il senso di
quelle
parole.
Strinse
le braccia ancora di più intorno al collo del ragazzo.
Voleva che
quel momento non finisse mai. Sentire la propria pelle contro quella
di Eric gli faceva perdere i sensi dalla felicità e lo
faceva
eccitare in una maniera sorprendente.
Soffocò
un gemito quando il ragazzo gli aprì le gambe per porsi fra
esse.
Non riusciva più a capire niente. Non sentiva né
il dolore né il
piacere, al di là dell'odore del ragazzo, della sensazione
di pelle
sudata l’una contro l'altra o delle labbra che accarezzavano
tutto
il corpo. In quel preciso istante non gli importava nemmeno di
nascondere le proprie orecchie da gatto o la coda, come aveva sempre
fatto. Non gli importava più nulla, voleva solo Eric.
Quando
l'altro finalmente entrò dentro di lui, Yeol urlò
sia dal dolore
che per l'aspettativa placata. Non ascoltava nemmeno più le
parole
che Eric gli sussurrava all'orecchio, guardò verso il
soffitto
soffocando i gemiti prima di dolore, poi di piacere, quando
iniziò a
rilassarsi per accogliere meglio l'altro. A ogni affondo si sentiva
pieno, completo in un modo che non aveva mai sperimentato prima. Si
sentiva così dannatamente felice da piangere persino lacrime
di
felicità. Eric continuò ad asciugarle credendo
che la colpa fosse
del dolore, scusandosi. Forse l’indomani Yeol gli avrebbe
detto che
non era colpa sua, ma in quel momento non ne aveva la forza.
Continuò
ad abbracciarlo stretto a sé anche quando vennero, dopo
l'ennesimo
affondo. Era così felice che cominciò a fare le
fusa, alle quali
Eric scoppiò a ridere.
Quando
mi svegliai lui era ancora lì, vicino a me. Ieri notte
abbiamo
davvero fatto sesso e...beh...è stata la cosa più
appagante che io
abbia mai fatto! Forse perché per la prima volta stringevo
tra le
braccia un ragazzo, ma non penso proprio. Era perché per la
prima
volta stringevo tra le braccia Yeol. Non mi importava cosa sarebbe
successo in seguito, ma ero sicuro che non avrei mai smesso di farlo:
stringere quel corpo con tutte le mie forze. Chissà
quand'è stato
che mi sono innamorato di lui?
*_____________________________*
Ok,
è finita (più meno XD)
Mmm….
La mia prima domanda è: Cosa ne pensate della storia? *_*
Ammetto
che nell’ultimo capitolo Yeol è leggermente fuori
di testa visto
che va all’incontro con morte come se nulla fosse, ma io lo
amo
quindi lo perdono *_____* <3
Prima
che scriviate qualcosa vi AVVISO subito che il racconto su loro due
non è finito! Certe mie amiche mi hanno pregato di avere
qualche
scena hot descritto moooooooolto più…
ehm… più dettagliata
ecco!
Tra
poco (spero già la prossima settimana) comincerò
a pubblicare la
continuazione su loro due, ma c’è una differenza!
Non ci sarà
solo la coppia Yeol e Eric, ma anche un’altra *^* Il racconto
si
chiamerà “Noah” come il protagonista *_*
vi avviso subito che
sarà un alternanza dei punti di vista di Eric e, appunto, di
Noah,
spero che mi seguirete anche lì!
Bene…
l’ultima cosa… Fatemi sapere cosa ne pensate di
questo capitolo
anche solo un semplice “è bello”
“avrei preferito
qualcos’altro”! sono molto curiosa se questa
“fine” è
piaciuta!
kassandra
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